Gli inquilini della cucina a sinistra, due vecchi che avevano maritate le figliole, ed erano rimasti soli, sloggiavano. La donna venne sull'uscio a salutare le vicine mentre il marito finiva di rassettare il carro colle masserizie.
- La mamma non c'è? - domandò a Nanna.
- Sí. È qui che accende il fuoco. Eh! Mamma! — Ella diede quella risposta, e fece quel richiamo senza alzarsi per isgombrare la porta. I contadini non fanno complimenti. Vedeva che quella donna non aveva tempo di fermarsi a fare una visita, e risparmiava atti e discorsi inutili.
Maddalena venne sulla soglia e si fermò in piedi dietro a Nanna.
- Ve ne andate, Menghina?
- Sí, è l'ora. L'altro inquilino giungerà a momenti. - Rimasero un tantino tutte e tre in silenzio: poi Menghina riprese:
- Sicché, addio Maddalena. Salutatemi i vostri uomini.
- Li saluterò, non dubitate.
- Ed anche voi Nanna; addio. E perdonatemi tutte e due, se in quest'anno vi ho dato qualche dispiacere.
- Che! Non lo state a dire; ci siamo trattate da buone vicine; piuttosto dovete perdonare la Nanna, se qualche volta è stata un po' brusca.
- Sí Menghina - disse Nanna - se v'ho offesa vi domando perdono.
- Ma che! Ma che! Abbiamo tutti i nostri momenti cattivi. Perdoniamoci a vicenda e lasciamoci da buone vicine e da buone cristiane.
E dopo questa cerimonia, a cui le donne del popolo non mancano mai, si ricambiarono ancora i saluti, poi la vecchia raggiunse il marito, sedette dietro il carro, e tutti e due ripeterono:
- Addio Maddalena, addio Nanna!
- Addio; chissà che non ci rivediamo, eh?
- Chissà! Andiamo un po' lontano. Se non ci rivedremo a questo mondo ci rivedremo in quell'altro.
Ed il vecchio diede una frustata al cavallo, e lentamente se ne andarono.
- Peccato! - disse Maddalena tornando alla pentola in cui bollivano i fagioli. - Peccato;
erano buoni vicini; era come non averli. Ora chissà che ci verrà.
- Ma! - rispose Nanna. - Si dice che vengano due sposi; ma non si sono mai fatti vedere. Quel vecchio che è venuto a visitare il fondo e la casa era il babbo della sposa.
- Avranno vissuto finora in famiglia, ed avranno aspettato che questo alloggio rimanesse libero, per metter casa a parte.
Nanna non rispose altro a questa supposizione di Maddalena, e continuarono ciascuna il proprio lavoro.
Mezz'ora dopo si udí da lontano cigolare un carro. Nanna alzò il capo e stette in ascolto. La memoria di Gaudenzio non s'era mai affatto cancellata dal suo cuore. Ma si udirono degli Eeh!
Eeeh! ripetuti, che non erano di Gaudenzio.
- Ecco i nuovi vicini che giungono - disse Nanna
E, puntando i gomiti sulle ginocchia, ed il mento sui pugni chiusi, stette ad aspettare cogli occhi fissi al viale che metteva nel cortile. Grado grado il cigolio del carro s'andò facendo piú distinto; s'udivano tinnire le corde dei finimenti, e gli Eeeh! del conduttore suonarono piú chiari, fino all'ultimo che rimase strozzato in gola. Il nuovo inquilino giungendo nel cortile aveva riconosciuto Nanna, e Nanna aveva riconosciuto lui.
Era il giovane che l'aveva corteggiata in risaia alla seminagione, lo sposo semi-promesso. Ma giungeva tardi, e non giungeva solo. Seduta sul carro, comodamente adagiata sopra un materasso, c'era una giovane sposa, pallida, sofferente, vicino alla prima crisi materna. Nanna guardò la donna con curiosità. Ella non aveva punto amato quell'uomo. Aveva sperato di sposarlo, lui come un altro, nel proprio interesse: ma non ci aveva posta nessuna passione.
E tuttavia provò un senso di soddisfazione al vedere che la sposa non era bella né florida. Fu una specie di gratitudine verso quella rivale, che non la offendeva col confronto d'una superiorità umiliante per lei.
- Oh, buongiorno giovanotta - disse il nuovo venuto salutando Nanna. - Non credevo di trovarvi qui.
- Avete la memoria corta - rispose Nanna con un po' d'acrimonia
- No; mi ricordavo quello che mi avete detto. Ma supponevo che sloggiaste. E che fosse la casa vostra quella che s'era presa per noi.
Intanto la sposa s'era mossa per scendere dal carro, e Nanna era accorsa col marito per aiutarla. La povera giovinetta, sorridendole del melanconico sorriso degli ammalati, prese parte per la prima volta al discorso con una parola di conciliazione e di bontà - È meglio che siate rimasta - disse - giacché con Pacifico vi conoscete già, ci faremo buona compagnia.
Tutto novembre Nanna passò le lunghe serate a filare sola in cucina al freddo, per non farsi vedere nella stalla. Ma col dicembre cominciò a nevicare, e venne un gelo terribile, e le sere erano tanto lunghe, che a Maddalena non resse piú il cuore di lasciar la figliola ad intirizzirsi a quel modo.
- È meglio che tu venga nella stalla - le disse - cosa vuoi fare? Una volta o l'altra bisognerà pure che ti faccia vedere.
E a dir vero Nanna non spingeva la suscettività fin a non volersi mostrare. A messa ci andava; ed anche nei campi la potevano veder tutti. Ma nella stalla c'era il caso che capitasse Gaudenzio, e l'idea di comparire cosí maltrattata davanti a lui, non la sapeva proprio mandar giú.
- A voi cosa importa ch'io vada nella stalla? - rispose. - Preferisco star qui.
- Ma qui si gela - disse Maddalena, - e noi non siamo in caso di accendere il fuoco.
- Ed ho forse domandato d'accendere il fuoco io? - ribatté Nanna con mala grazia.
- No, ma perché vuoi intirizzirti qui sola, mentre là si sta in compagnia ed al caldo?
E vedendo che l'altra teneva il broncio e non si moveva, la povera donna, nell'interesse della figliuola, cercò altri argomenti per indurla a seguirla, senza badare se quegli argomenti non erano tali da irritare maggiormente quel cuore esacerbato.
- Qui ti si irrigidiscono le dita, non puoi filare: e poi ci vuole una lucerna tutta sera per te.
Nanna saltò in piedi come una molla che scatta; buttò indietro la sedia con dispetto, ed avviandosi all'uscio gridò:
- Via non abbiate paura che il vostro lino ve lo filerò, e del vostro olio non ne brucerò piú. E se mi burleranno nella stalla, non importa, non avrete speso nulla per mantenermi il lume. La massaia alzò gli occhi sospirando, e la seguí nella stalla senza rispondere. Ma la sera in camera narrò quella scena al marito e disse:
- Le disgrazie o che fanno santi, o che rendono cattivi.
- Nanna non l'hanno fatta santa - disse Martino il cui animo giusto era offeso da quell'ingiustizia della figliola verso la sua donna.
Del resto i timori della fanciulla erano esagerati. Quella stalla dove si radunavano parecchie coppie di gente matura, ed una fanciulla brutta, non aveva attrattive per Gaudenzio, che quell'anno ci andò appena una volta. Ma in quella sola volta Nanna trovò tanta amarezza, da avvelenare tutte le centoventi sere dei quattro mesi d'inverno ... "
Pietro* = Fratello di Nanna