domenica 17 novembre 2024

Diavolo di un gatto nero

I bagni d'Abano, dramma giocoso per musica scritto da Carlo Goldoni per essere rappresentato durante il Carnevale veneziano del 1753 presso il Teatro Nuovo di San Samuele, nel II atto contiene alcuni stereotipi sulla fragilità delle donne e sulla forza degli uomini a cui si aggiunge la credenza cristallizata nel tempo sul gatto nero posseduto dal diavolo.

Giornata Nazionale del Gatto Nero 2024

Rosina. - Aiuto, aiuto. (corre spaventata)
Marubbio. - Cos’è stato? 
Rosina. - Colà...
Marubbio.  - Dove?
Rosina. -  Ho veduto...
Marubbio. - Che?
Rosina.  - Una brutta cosa.
Marubbio. - Che cosa?
Rosina.  - Brutta, brutta.
Marubbio. - Ma come?
Rosina.  - Si moveva...
Marubbio. - Davvero?
Rosina.  - Oimè! (con timore)
Marubbio. - Dite, cos’era?
Rosina. - Un gatto nero.
Marubbio. - E per un gatto si fa tanto chiasso?
Rosina. - Mi guardava cogli occhi.
Marubbio. - E bene?
Rosina. - Oimè! Tremo dalla paura.
Marubbio. - Paura d’un gattino?
Rosina. - Ho paura ch’ei fosse un diavolino.
Marubbio. - Ma sei pur una donna spiritosa.
Rosina. - Ora son paurosa. Dopo che mi ho veduta Diventar una vecchia colle rappe, Le budelle mi fanno lippe lappe.
Marubbio. - Ora ti compatisco. È stata veramente La peggior burla che si possa mai Fare a una donna. Sì, ti compatisco. Tutt’altro si potrebbe sopportare, Ma non la malattia dell’invecchiare. Voi altre femmine, Se gli anni passano, Perdete il merito Della beltà. Non così gli uomini, Che quando invecchiano Maggior acquistano La venustà.

Carlo Goldoni - I bagni d'Abano - Atto II - 1753

Aggiungo il regalo di Sari  sull'argomento: 

" Che spavento, che paura il gatto nero della notte bura. Non è certo pel colore che un tuffo mi dà al cuore, è quel suo moltiplicare ogni luce che gli appare. Che terrore l'occhio giallo prima del cantar del gallo, converrebbe alle bestiole indossar lenti da sole. "

Lieta Giornata Nazionale del Gatto Nero

A breve il reel sulla Giornata Nazionale del Gatto Nero




Per ulteriori informazioni:

venerdì 15 novembre 2024

Superluna del Castoro

A Roma è sorta alle16.14 ed è diventata piena alle 22.28; è l'ultima Superluna delle quattro consecutive del 2024, segue quelle di agosto, di settembre e di ottobre. Dai nativi e dai coloni americani è definita Luna del Castoro perchè l'inverno si avvicina, i castori preparano le loro tane per il letargo e un tempo i cacciatori piazzavano le trappole per procacciarsi le loro pellicce necessarie a proteggersi dal gelo in arrivo, per i Cherokee che le scambiavano con altri beni il plenilunio prende il nome di Luna del Baratto per i Cree dei Grandi Laghi Luna del Gelo - Kaskatinowipisim, per i Tlingit del Pacifico nordoccidentale Luna dell’Ibernazione dell’Orso - Cha’aaw Kungáay. Si conosce anche come Luna della Brina, Luna Fredda, Luna Gelida, Luna Ghiacciata, per i cinesi è la Luna Bianca e nelle diverse popolazini dell'emisfero australe è Luna dei Fiori, Luna del Latte, Luna della Lepre, Luna del Mais.

Superluna del Castoro 15 novembre 2024

lunedì 11 novembre 2024

Il dì di San Martino

Con la Festa di San Martino iniziamo il cammino che scandirà alcune delle tappe che ci condurranno a Natale, seguiremo la storia di Nanna che ci prenderà per mano e ci offrirà uno spaccato della dura vita contadina che gioisce delle piccole grandi cose ed è fatta di condivisione, povertà, sacrifici, delusioni, rancori, sofferenza, speranza, e... umanità:
 
" C'era un cascinale tra Novara e Trecate, con un tenimento annesso coltivato ad orto. Ci si giungeva per un viale senza alberi costeggiato da una siepe viva di robinie, che metteva nel cortile. In fondo al cortile c'era la casa; dietro la casa si stendeva l'orto. A destra di chi entrava nel cortile passava una fonte, un canale scoperto, che serviva ad irrigare il terreno, a lavare erbaggi e panni, a far diguazzare le oche.
La casa somigliava a tutte le case coloniche del basso novarese. Dalla parte della fonte, c'era un fienile, e sotto il fienile la stalla. Nel corpo della casa, ai due lati, s'aprivano due usci a terreno, che mettevano a due cucine. Quella a destra aveva annessa un'altra camera, grande egualmente, che era stata divisa a metà da un tavolato, per farne un forno sul di dietro della casa, ed una stanza da letto sul davanti. Questo alloggio occupava due terzi del piano terreno. L'altro terzo era formato dalla seconda cucina a sinistra. Una scala di legno, all'aperto, metteva ad un balcone di legno anch'esso, sul quale aprivano due usci, sovrastanti a quelli del piano terreno.
L'uscio a sinistra metteva in una camera da letto unica, come la cucina di sotto. L'uscio a destra metteva a due camere da letto, una sopra la cucina, l'altra sul forno e sulla cameruccia terrena.
Quel cascinale s'affittava in due lotti. Il primo - la cucina e la camera di sopra, con un terzo dell'orto - era passato in parecchie mani, perché era meschinuccio, e non ci si cavava da vivere. Nell'altro più grande, abitava da tempo immemorabile una famiglia Lavatelli, ormai ridotta al babbo ed alla mamma, con un figlio ed una figliola ..."

Oche di San Martino

Nanna è la figliola ormai adolescente di Maddalena e Martino Lavatelli e per comprare i ventiquattro spilloni d'argento necessari alla composizione dell'aureola con cui adornerà i suoi lunghi e opachi capelli biondi per entrare nella lizza amorosa, così come usano fare tutte le ragazze di campagna,  deve andare a lavorare nelle risaie del novarese dove nel primo anno contrae la febbre terzana che la debilita senza invalidarla e nel secondo si trova ad affrontare una dura esperienza che le cambierà la vita: durante il ballo che si tiene tra i contadini nel cortile condiviso, quando finalmente è tra le braccia del carrettire Gaudenzio di cui è segretamente innamorata si sente male, le donna più anziana tra quelle presenti sostiene che si tratti di una cefalite che deve essere curata con il rito della gallina nera, per cui Nanna compra la gallina che l'anziana medichessa squarta per sistemergliela sulla testa, il sangue cola sul volto, sul collo e sugli abiti di Nanna che in questo stato viene accompagnata e adagiata su un giaciglio di paglia su cui passarà la notte, il mattino seguente però la febbre è alta e va a finire in ospedale dove si scopre che ciò che si pensava fosse cefalite è in realtà tifo, qui cade in uno stato di incoscienza per quattro settimane e quando si risveglia si ritrova irreversibilmente calva a causa della gallina che le si è putrefatta in testa e del sangue diventato un tutt'uno con i capelli.
Raggiunti i 24 anni Nanna sa ormai come sistemare la pezzuola sulla testa per nascondere la sua calvizie e per ottenere un risultato che sia abbastanza gradevole per chi la guarda, riesce a essere apprezzata da un giovane uomo che in modo velato le promette che tornerà a prenderla, ma:

" ... Passò tutta estate, finirono i raccolti, e di sposo nemmeno l'ombra. Nanna si fece mesta e pensosa. Ma non ricadde nell'avvilimento. Se quell'uomo aveva mancato di parola, restava tuttavia il fatto che in risaia l'aveva trovata di suo gusto, ed aveva messo gli occhi su lei a preferenza che su qualsiasi altra. E questo pensiero aveva riabilitata la fanciulla ai propri occhi, ella diceva: - «Come ho potuto piacere ad uno, potrò ben piacere ad un altro» -. E rianimata da questa fiducia, d'aver ancora la sua parte di attrattiva e la sua parte di gioie nell'avvenire, invidiava meno le compagne; era meno irascibile. Soltanto era afflitta che quell'uomo fosse mancato, ed aspettava con impazienza l'altro, perché gli anni passavano, e si sentiva invecchiare. "

Lanterna e candela di San Martino

Il dì di San Martino, che in questo caso tradisce l' Estate di San Martino e vede i contadini affaccendati nella spillatura del vino e delle tradizionali attività della festa, e i mezzadri e gli affittuari agricoli impegnati nel rinnovo dei vecchi contratti di lavoro o nella stipula di quelli nuovi (Vedi Il contratto di San Martino), mostrerà a Nanna una realtà ancora più dura di quella che già conosce e che le spezzerà il cuore:

" Era il giorno di San Martino; l'undici di novembre. Il cielo era grigio e cadeva una fitta pioggia d'autunno. Gli uomini, ché Pietro* era diventato anch'esso un uomo, e faceva il carrettiere, erano fuori: Martino in giornata a spillare i vini, ed il figlio in giro pe' suoi trasporti. La massaia preparava la minestra; e Nanna, seduta sul gradino dell'uscio con parecchi canestri intorno, preparava la verdura da portare al mercato.
Gli inquilini della cucina a sinistra, due vecchi che avevano maritate le figliole, ed erano rimasti soli, sloggiavano. La donna venne sull'uscio a salutare le vicine mentre il marito finiva di rassettare il carro colle masserizie.
- La mamma non c'è? - domandò a Nanna.
- Sí. È qui che accende il fuoco. Eh! Mamma! — Ella diede quella risposta, e fece quel richiamo senza alzarsi per isgombrare la porta. I contadini non fanno complimenti. Vedeva che quella donna non aveva tempo di fermarsi a fare una visita, e risparmiava atti e discorsi inutili.
Maddalena venne sulla soglia e si fermò in piedi dietro a Nanna.
- Ve ne andate, Menghina?
- Sí, è l'ora. L'altro inquilino giungerà a momenti. - Rimasero un tantino tutte e tre in silenzio: poi Menghina riprese:
- Sicché, addio Maddalena. Salutatemi i vostri uomini.
- Li saluterò, non dubitate.
- Ed anche voi Nanna; addio. E perdonatemi tutte e due, se in quest'anno vi ho dato qualche dispiacere.
- Che! Non lo state a dire; ci siamo trattate da buone vicine; piuttosto dovete perdonare la Nanna, se qualche volta è stata un po' brusca.
- Sí Menghina - disse Nanna - se v'ho offesa vi domando perdono.
- Ma che! Ma che! Abbiamo tutti i nostri momenti cattivi. Perdoniamoci a vicenda e lasciamoci da buone vicine e da buone cristiane.
E dopo questa cerimonia, a cui le donne del popolo non mancano mai, si ricambiarono ancora i saluti, poi la vecchia raggiunse il marito, sedette dietro il carro, e tutti e due ripeterono:
- Addio Maddalena, addio Nanna!
- Addio; chissà che non ci rivediamo, eh?
- Chissà! Andiamo un po' lontano. Se non ci rivedremo a questo mondo ci rivedremo in quell'altro.
Ed il vecchio diede una frustata al cavallo, e lentamente se ne andarono.
- Peccato! - disse Maddalena tornando alla pentola in cui bollivano i fagioli. - Peccato;
erano buoni vicini; era come non averli. Ora chissà che ci verrà.
- Ma! - rispose Nanna. - Si dice che vengano due sposi; ma non si sono mai fatti vedere. Quel vecchio che è venuto a visitare il fondo e la casa era il babbo della sposa.
- Avranno vissuto finora in famiglia, ed avranno aspettato che questo alloggio rimanesse libero, per metter casa a parte.
Nanna non rispose altro a questa supposizione di Maddalena, e continuarono ciascuna il proprio lavoro.
Mezz'ora dopo si udí da lontano cigolare un carro. Nanna alzò il capo e stette in ascolto. La memoria di Gaudenzio non s'era mai affatto cancellata dal suo cuore. Ma si udirono degli Eeh!
Eeeh! ripetuti, che non erano di Gaudenzio.
- Ecco i nuovi vicini che giungono - disse Nanna
E, puntando i gomiti sulle ginocchia, ed il mento sui pugni chiusi, stette ad aspettare cogli occhi fissi al viale che metteva nel cortile. Grado grado il cigolio del carro s'andò facendo piú distinto; s'udivano tinnire le corde dei finimenti, e gli Eeeh! del conduttore suonarono piú chiari, fino all'ultimo che rimase strozzato in gola. Il nuovo inquilino giungendo nel cortile aveva riconosciuto Nanna, e Nanna aveva riconosciuto lui.
Era il giovane che l'aveva corteggiata in risaia alla seminagione, lo sposo semi-promesso. Ma giungeva tardi, e non giungeva solo. Seduta sul carro, comodamente adagiata sopra un materasso, c'era una giovane sposa, pallida, sofferente, vicino alla prima crisi materna. Nanna guardò la donna con curiosità. Ella non aveva punto amato quell'uomo. Aveva sperato di sposarlo, lui come un altro, nel proprio interesse: ma non ci aveva posta nessuna passione.
E tuttavia provò un senso di soddisfazione al vedere che la sposa non era bella né florida. Fu una specie di gratitudine verso quella rivale, che non la offendeva col confronto d'una superiorità umiliante per lei.
- Oh, buongiorno giovanotta - disse il nuovo venuto salutando Nanna. - Non credevo di trovarvi qui.
- Avete la memoria corta - rispose Nanna con un po' d'acrimonia
- No; mi ricordavo quello che mi avete detto. Ma supponevo che sloggiaste. E che fosse la casa vostra quella che s'era presa per noi.
Intanto la sposa s'era mossa per scendere dal carro, e Nanna era accorsa col marito per aiutarla. La povera giovinetta, sorridendole del melanconico sorriso degli ammalati, prese parte per la prima volta al discorso con una parola di conciliazione e di bontà - È meglio che siate rimasta - disse - giacché con Pacifico vi conoscete già, ci faremo buona compagnia.
Tutto novembre Nanna passò le lunghe serate a filare sola in cucina al freddo, per non farsi vedere nella stalla. Ma col dicembre cominciò a nevicare, e venne un gelo terribile, e le sere erano tanto lunghe, che a Maddalena non resse piú il cuore di lasciar la figliola ad intirizzirsi a quel modo.
- È meglio che tu venga nella stalla - le disse - cosa vuoi fare? Una volta o l'altra bisognerà pure che ti faccia vedere.
E a dir vero Nanna non spingeva la suscettività fin a non volersi mostrare. A messa ci andava; ed anche nei campi la potevano veder tutti. Ma nella stalla c'era il caso che capitasse Gaudenzio, e l'idea di comparire cosí maltrattata davanti a lui, non la sapeva proprio mandar giú.
- A voi cosa importa ch'io vada nella stalla? - rispose. - Preferisco star qui.
- Ma qui si gela - disse Maddalena, - e noi non siamo in caso di accendere il fuoco.
- Ed ho forse domandato d'accendere il fuoco io? - ribatté Nanna con mala grazia.
- No, ma perché vuoi intirizzirti qui sola, mentre là si sta in compagnia ed al caldo?
E vedendo che l'altra teneva il broncio e non si moveva, la povera donna, nell'interesse della figliuola, cercò altri argomenti per indurla a seguirla, senza badare se quegli argomenti non erano tali da irritare maggiormente quel cuore esacerbato.
- Qui ti si irrigidiscono le dita, non puoi filare: e poi ci vuole una lucerna tutta sera per te.
Nanna saltò in piedi come una molla che scatta; buttò indietro la sedia con dispetto, ed avviandosi all'uscio gridò:
- Via non abbiate paura che il vostro lino ve lo filerò, e del vostro olio non ne brucerò piú. E se mi burleranno nella stalla, non importa, non avrete speso nulla per mantenermi il lume. La massaia alzò gli occhi sospirando, e la seguí nella stalla senza rispondere. Ma la sera in camera narrò quella scena al marito e disse:
- Le disgrazie o che fanno santi, o che rendono cattivi.
- Nanna non l'hanno fatta santa - disse Martino il cui animo giusto era offeso da quell'ingiustizia della figliola verso la sua donna.
Del resto i timori della fanciulla erano esagerati. Quella stalla dove si radunavano parecchie coppie di gente matura, ed una fanciulla brutta, non aveva attrattive per Gaudenzio, che quell'anno ci andò appena una volta. Ma in quella sola volta Nanna trovò tanta amarezza, da avvelenare tutte le centoventi sere dei quattro mesi d'inverno ... "

Pietro* = Fratello di Nanna

In Risaia
Marchesa Colombi

Bruciatore con spirali di scorze d'arancio per San Martino

Bruciatore con spirali di scorze d'arancio per San Martino

Continua il 1° dicembre con la Prima Domenica d'Avvento, con la prima finestra del calendario e con il co-autore di questo cammino natalizio ...

Lieta Festa di San Martino!

A breve il reel sulla festa di SanMartino

Ecco il reel sulla Festa di San Martino

sabato 2 novembre 2024

Il dì dei morti

Il dì di Ognissanti è un continum vivendi con quello dei morti, leggete un po' come procede in Abruzzo quando la spiritualità si unisce al folklore, alle credenze popolari e ci si muove nell'oscurità illuminata, dalla luna meraviglioso punto luce che si erge nel firmamento, o dalle candele, dai lumi e dalle lanterne quando lei è impegnata nella fase finale del suo ciclo di decrescita e nella fase iniziale del suo ciclo di crescita: 

Il dì dei morti - 2 novembre 2024

" Nella notte che precede il 2 novembre:
a) Ogni morto va a rivedere la propria casa (Gessopalena....).
b) Sulle fosse le candele si mettono dalla sera, affinchè i morti, che nella notte lasciano il loro sepolcro, possano servirsene (Campli).
e) Nelle case si fa ardere per tutta la notte qualche lume; perchè ogni morto va a bere nell'abitazione che già fu sua (Francavilla al mare).
d) Prima di andare a dormire, chi può mette tre conche, e chi non può, una, col ronaiuolo dentro, su di una tavola, con una lucerna o una candela accesa, per comodità de' morti, che tornano a visitare la loro casa (Vasto).
e) Sulla tavola da pranzo, si mettono pane, acqua e un lume, da rimanere acceso tutta la notte, per far luce ai morti che tornano a casa. La mattina seguente, quel pane si dà ai poveri (Chieti).
f) Uscendo dai loro sepolcri, i morti vanno in processione per le vie del paese. Chi fosse curioso di vederli, si mette a un crocicchio, col mento appoggiato a una forca; e in tal modo vede passare prima tutte le anime belle poi quelle degli uccisi e de' dannati. A uno che stava così a vedere, le anime belle consigliarono di rientrare in casa; ma la curiosità prevalse, e quel malaccorto, al vedere le anime de' tristi, morì dalla paura (Chieti).
Per vedere la processione de' morti, i quali, usciti dal camposanto, entrano nel paese per fare (visitare) le chiese, si deve stare sotto la piletta dell'acqua santa, con una forca a due punte sotto il mento, e tenendo in mano un gatto. Ma però, non lo fa nessuno, perchè a vedere i morti cattivi, si muore dallo spavento (Fara f. T.).
Guardando la luna a traverso uno staccio; o guardando in un bacino d'acqua, messo sulla finestra, con un lume vicino, si vedranno passare infiniti morti. Nella processione, sempre i buoni avanti, e i cattivi dietro.
g) Sui davanzali mettono piatti di minestra, affinchè ne mangino i morti che vanno in processione (Campli, Fara f. P.).
h) Nella notte de' Morti, non s'ha da lasciare la camicia sulla sedia, ma si deve metterla sotto il guanciale, perché « i morti andrebbero a pisciarvi sopra » (Ortona a mare). - Forse, per vendicarsi dell'essere stati sepolti nudi.
i) Una morta povera « andò in sonno » alla bisavola della sig.ª E. B., e le chiese, per la notte di Tutti i morti, una camicia. La mettesse nella buca del portone. La mattina l'avrebbe riportata. La signora fece per 1'appunto; e all'alba di Tutt'i morti rivide in sogno quella donna, che la ringraziò e le chiese scusa se la camicia l'aveva riportata un po' lorda: la notte era stata piovigginosa (Vasto).
Un morto chiese la camicia a una donna, pregandola di fargliela trovare nella buca della porta. Un mariuolo va e la ruba. Il morto, che non sapeva del furto, riapparve in sogno alla donna, lamentandosi che lo avesse fatto andar nudo alla processione (Chieti).

Non manca il riferimento alle anime del purgatorio:

j) I morti lasciano i luoghi in cui penano, ed hanno libertà di tornare nelle proprie case, dove possono restare fino al giorno dell'Epifania. Onde ad essi si attribuisce il detto: Tutte le fèste vade vije ; ne'vvenga maje la 'Pifanije (Roccaraso).

Verso la conclusione della Commemorazione guardate quanta attenzione, dolcezza e rispetto:

Dal 2 di novembre la sera, fino all'Epifania, si bada a non far oscillare la catena del camino, per non svegliare i morti che dormono in casa (Ib.).

La messa de' Morti, preceduta dall'uffìcio, è celebrata dal parroco molto per tempo, per modo che al far del giorno la lunga funzione è terminata. Tutti coloro che hanno antenati sepolti nella chiesa in cui si celebrano gli uffìzi, vanno o mandano ad accendere candele sulle sepolture; onde in nessun'altra festa dell'anno tutta la chiesa è così variamente e fantasticamente illuminata.
Una delle due nelle quali inimettonsi i capi della sbarra. Ma, prima che dai vivi, il divino uffizio è celebrato dai morti, «Una fornaia, che non sapeva questo, alzatasi assai di buon'ora, andava ad accendere il forno. Nel passare avanti a una chiesa, che vide illuminata, credette che vi uffiziassero, ed entrò. La chiesa era illuminata e piena di popolo. Inginocchiatasi, una sua comare, già morta, le si avvicina e dice: «Comare, qui non stai bene; va via. Siamo tutti morti, e questa è la messa che si dice per noi. Spenti i lumi, moriresti dalla paura a trovarti in mezzo a tanti morti». La comare ringraziò, e andò via subito; ma per lo spavento perdette la voce» (Pescina).
4. Nella mattina di Tutt' i morti, gli sposi mandano in regalo alle spose la « pizza con le sardelle ». I fornai ne fanno presente ai loro «acconti» di maggior riguardo; e nelle famiglie se ne mangia come cibo di rito (Lanciano). "

Curiosità popolari tradizionali abruzzesi - 1890
Gennaro Finamore e Giuseppe Pitré

Lieta Commemorazione dei Defunti

Per ulteriori informazioni:


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venerdì 1 novembre 2024

Il dì di Ognissanti

Quest'anno per Ognissanti con Gennaro Finamore e Giuseppe Pitré vi porto in Abruzzo a conoscere le tradizioni abruzzesi per questo giorno di festa:

Candela per Ognissanti

" Il dì di Ognissanti, come altri giorni che precedono le grandi solennità, è preoccupato da quello di Tutt' i morti. Fin dal mattino, e nelle botteghe e nelle strade sono in mostra candele, che tutti comprano per accenderle nella sera e nella notte sulle fosse de' propri estinti. Nella maggior parte de' comuni, dalle prime ore pomeridiane dell'Ognissanti, fino a notte avanzata, è un lungo suonare di campane a morto, che ripiglia alcune ore prima giorno della mattina seguente, fino all'alba; e, ne' comuni maggiori, frequenti le visite ai campisanti, dove si lasciano fiori, ceri e lagrime. I poveri, nella sera istessa, vanno accattando pe' ll'alme de le muorte; e chi tardi arriva, dice: Sand'Amica cioppe! (Santo Amico arrivò ultimo, perchè zoppo).
Nell'Aquilano, come nel 1° di maggio, usa dispensare ai poveri una minestra di legumi, detta ju granale.
Nelle ore p. m. dell'Ognissanti, fino alla sera, molti vanno cantando innanzi alle porte. come nel Capo d'anno, nell'Epifania e nel s. Antonio, e ricevono regali. Per saggio:

Ogg' é la fèste di tutte le sande :
Facète bbén' a 'st' aneme penande.
Ogg' é la fèste de li sande 'n gjìele;
Facète bbén' a 'st'angele Grabbijéle.
Se vvoi bbène de core me le facète,
('N) quell'aldre monde le retrovarète (Pettorano).

Al divino uffizio del vespro, in molti de' più piccoli comuni, portano al parroco, in chiesa, non solamente danaro, ma derrate per la celebrazione di messe." 

Curiosità popolari tradizionali abruzzesi - 1890
Gennaro Finamore e Giuseppe Pitré

Lieto Ognissanti!


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giovedì 31 ottobre 2024

L'Albero della Vigilia di Ognissanti

Ricapitolo in modo sintetico per capire e per farvi capire meglio: La Vigilia della Festa cristiana di Ognissanti dedicata ai morti e istituita a Roma nel Medioevo (vedi La Vigilia di Ognissanti nasce a Roma), si diffonde in quello che oggi è il Regno Unito, entra nei breviari inglesi con il nome di Halloween, prende familiarità con l'ambiente e qualche secolo dopo per magia incontra l'antichissima Samhain celtica di cui non si conoscono i riti e che è priva di quegli elementi che possano collegarla alla celebrazione dei morti, a questo punto la Vigilia di Ognissanti perde la sua  origine cristiana, non si sa bene come si faccia a perdere la propria origine, ma la cosa importante è che deriva da Samhain (vedi L'origine di Halloween è cristiana) (Vedi Il sacro e il santificato nella Vigilia di Ognissanti), che come raduno non religioso di fine estate ha le caratteristiche della gran festa pan-celtica  del Nord Europa che scandiva il passaggio tra la fine della metà luminosa dell'anno e l'inizio della metà oscura... ma chi sa forse non era poi così  pan-celtica... ma di sicuro era grande... no, forse non era poi così grande... ma di sicuro esisteva... no, forse non esisteva vedi i kilometri che dovevano farsi per organizzarla e a quei tempi era dura ...e i morti dove sono? Non si sa, ma di sicuro la natura moriva ed è la stessa cosa, i cristiani hanno rubato ai pagani...  no, forse non hanno rubato si sono sincretizzati, ma siamo sicuri? No, ma l'importante è che questa è di sicuro la storia vera... no, forse no... ma è sicuro che da tutto ciò non traspare alcuna forzatura... no,  forse no... 
Ora sì che è tutto chiaro! 

L'albero della Vigilia di Ognissanti - Candela

" Halloween è probabilmente il giorno più ampiamente frainteso e travisato delle feste dell'anno, ma così tanti ora credono che fosse in origine una festa pagana dei morti che questa credenza è praticamente impossibile da scrollarsi di dosso. I fatti, tuttavia, sono molto diversi e sono molto più sfuggenti e complessi.
"Hallowe'en" significa la vigilia di Ognissanti (1 e 2 novembre), che in effetti era designata come un momento per commemorare i morti, ma era una festa cristiana inaugurata nel periodo medievale. Non ci sono prove che questo periodo dell'anno fosse celebrato in Inghilterra prima che fosse creata la festa cristiana. In Irlanda, il 1° novembre era "Samhain"*, l'inizio dell'inverno e dell'anno, e come tale era un giorno importante di raduno e festa, ma non, a quanto pare, di grande significato religioso o soprannaturale. Né ci sono prove del soprannaturale ad Halloween nel materiale gallese o scozzese antico, tranne dove l'influenza irlandese era forte. Gran parte dell'aura soprannaturale che presumibilmente circondava il giorno in tempi antichi è un'invenzione del periodo moderno che ora si è radicata in un modo che è deprimentemente familiare in tutta la scrittura popolare sul folklore. Il moderno Halloween si è sviluppato dalle due feste cristiane strettamente collegate di Ognissanti (1° novembre) e di Tutti i morti (2 novembre), entrambe a loro modo incentrate sui morti. La festa di Ognissanti, nota in inglese come All-Hallows o Hallowmas (‘hallow’ dall'inglese antico per ‘uomo santo’ o ‘santo’), è stata istituita per commemorare tutti i santi e i martiri cristiani, noti e sconosciuti, che avevano avuto un ruolo determinante nel formare e perpetuare la fede. In origine si celebrava a maggio, ma fu fissata al 1° novembre nell'ottavo secolo e con questa nuova data si diffuse presto in tutto l'occidente cristiano, inclusa l'Inghilterra. La festa dei morti, il 2 novembre, fu aggiunta un po' più tardi, intorno all'anno 1000, e fu creata per commemorare i fedeli defunti che se ne erano andati prima. Per secoli si era dibattuto all'interno della Chiesa se le anime cristiane andassero direttamente in Paradiso o fossero trattenute da qualche parte per sottoporsi a una dolorosa purga per prepararle alla beatitudine eterna; un problema particolare era cosa succedeva a coloro che morivano improvvisamente senza riti finali, o che non avevano tempo di per prepararsi adeguatamente. Era chiaro che era necessaria una casa a metà strada per il Paradiso, ma c'era poco accordo sui dettagli di cosa fosse o su come funzionasse. L'esistenza del Purgatorio fu ufficialmente riconosciuta nella Chiesa occidentale al Secondo Concilio Generale di Lione, nel 1274, insieme alla nozione cruciale che le anime potevano essere aiutate ad andare in Paradiso e le loro sofferenze alleviate dalle azioni dei vivi. La festa dei morti prese così forma come un'importante festa in cui si tenevano speciali messe di requiem, con candele e torce, e venivano incoraggiati atti pii, come l'elemosina e l'offerta di preghiere. Per i laici, uno dei metodi più tangibili per aiutare le anime era il suono delle campane delle chiese, e questo veniva fatto con così tanto entusiasmo che il suono continuava per ore e ore durante la festa dei morti, ed era una delle "pratiche superstiziose" vigorosamente attaccate dai riformatori protestanti del sedicesimo secolo. Durante la Riforma, l'intera idea del Purgatorio e la possibilità di intercessione a favore dei morti, furono respinte e la festa dei morti fu esclusa dal calendario religioso inglese. Le campane tacquero nel 1559.
Nei paesi cattolici, la festa continuò a sviluppare la sua connessione con il soprannaturale, ma in Inghilterra sembra aver lasciato poco più di una vaga nozione che Halloween fosse un periodo in cui il mondo degli spiriti era particolarmente vicino a quello quotidiano.

The English year - a month-by-month guide to the nation's
Stephen Roud
Liberamente tradotto da Me Medesima

1° novembre era "Samhain"= Data convenzionale usata dagli storici per non calcolare ogni hanno la cadenza reale del raduno... della festa... o chiamatela come cavolo vi pare. 

Fantasmini

Fantasmini

Fantasmini

Una meravigliosa luna nell'ultima fase calante appena prima di diventare nuova accoglie oggi la Vigilia di Ognissanti, avvolge il triduo dedicato ai morti nella piena oscurità e io vi svelo una tradizione della mia famiglia già descritta, e adattata solo per motivi narrativi al Natale nel post Alla ricerca della gioia e dell'allegria natalizia - Insieme raccontiamo 16, ciao Patty spero tanto che tu stia bene.

Zucca Jack O' Lantern

Cesto di frutta

Mi riferisco all'albero della Vigilia di Ognissanti/Halloween, decorato con le zucche, icone per eccellenza della festa che incise raffigurano il volto di un morto e contrassegnano le anime del purgatorio - le Jack O' Lantern sospese tra inferno e paradiso che vagano alla ricerca della redenzione (vedi Halloween); aggiungo qualche angioletto che ricordi loro e i santi, fantasmini vari a rappresentare chi torna dall'aldilà, frutta e dolci autunnali per il banchetto e soprattutto le foto dei miei cari defunti, il puntale è un pentagramma* con sopra una croce a rappresentare le cinque piaghe di Cristo e la sua morte; l'otto dicembre sostituisco quest'albero con quello natalizio seguendo un cammino simbolico che dalla morte porta alla vita. 

pentagramma* = il pentagramma mi da modo di rispiegare come gli oggetti che appartengono all'evoluzione umana non hanno una valenza religiosa in sé e per sé, ma acquistano e assumono un significato simbolico diverso in relazione al contesto e alle circostanze in cui vengono usati.

Diffusore di essenze

Mi rivolgo ora ai più giovani affascinati dall'horror e dal macabro per dire che tutto ciò che è lecito va bene, ma tra un divertimento e l'altro, tra un dolcetto e l'altro, tra una maschera e l'altra, con allegria un po' di spiritualità mettetecela nel ricordare chi non c'è più, il senso profondo della festa è questo, non svilitelo.

L'Albero della Vigilia di Ognissanti

L'albero della Vigilia di Ognissanti in allestimento, qui solo con le zucche 

Vi abbraccio e vi auguro una lieta Vigilia di Ognissanti/Halloween, Ognissanti, Commemorazione dei Defunti e una serena fine estate/Samhain a chi la festeggia oggi appoggiandosi alla data cristiana!

A breve il reel sull'Albero della Vigilia di Ognissanti



Chi con il suo blog vuole partecipare all'attesa del Santo Natale clicchi su Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - XI Edizione 2024

Posti Liberi: 4

Giorni prenotabili: 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 11 dicembre - 15 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre

lunedì 21 ottobre 2024

Sul sentiero di una tana

Hortiboletus rubellus - Boleto rubino

È nato sul sentiero di  una tana  e qualcuno per entrare l'ha graffiato 

Hortiboletus rubellus - Boleto rubino

 Hortiboletus rubellus - Boleto rubino

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giovedì 17 ottobre 2024

Superluna del Cacciatore

È una Superluna, è la più luminosa del 2024, ha completato il plenilunio alle 13.26 ora italiana e a Roma si è mostrata alle 18.20 velata dalle nuvole.
Gli Algonquin la chiamano Luna del Cacciatore perchè il grano è stato mietuto, la selvaggina con cui si aumentano le scorte di cibo necessarie per affrontare un nuovo inverno si muove nei campi per raccogliere ciò che è rimasto ed è più facile da predare, è pertanto anche Luna del sangue o Sanguigna e Luna della Conserva; le foglie cambiano colore e si distaccano dagli alberi quindi è Luna delle Foglie Cadenti e Luna del Primo Gelo.
La leggenda narra che le streghe si riunissero nei boschi proprio nel plenilunio di ottobre e versassero il sangue della cacciagione per ringraziare la Terra dei doni ricevuti.

Superluna del Cacciatore - Luna di sangue - - Luna della Conserva - Luna delle Foglie cadenti - Luna del Primo Gelo -

Per ulteriori informazioni


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giovedì 10 ottobre 2024

Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - XI Edizione 2024

Bambino Gesù asciuga le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l'anziano!
Spinge gli uomini a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di Pace

Giovanni Paolo II

Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - XI Edizione 2024

C'è poco da fare, per quanto sia atroce l'uomo non riesce a rinunciare alla guerra, non riesce a stringersi in un universale abbraccio di pace; chi non è simile al simile è un nemico e va abbattuto senza pietà; il potere diventa brama, non si considera che la diversità è ricchezza, il nutriente per eccellenza che favorisce la crescita intelletuale e spirituale e così le vittime di ieri cristallizzate nel tempo si fanno oggi carnefici e del loro passato, del loro dolore, della loro tragedia rimane solo la paura che crea un circolo vizioso difficile da spezzare.

" ... Di notte, quando tutti i rumori del campo si erano spenti, si sentiva sempre più vicino il rombo delle artiglierie: il fronte non era più distante di un centinaio di chilometri, correva voce che l’Armata Rossa fosse già sui Beschidi. La sterminata fabbrica in cui noi lavoravamo era stata bombardata più volte dall’aria, con precisione scientifica e maligna: una bomba, una sola, sulla centrale termica, in modo da metterla fuori esercizio per due settimane; non appena i danni erano stati riparati, e la ciminiera riprendeva a fumare, un’altra bomba, e così via. Era chiaro che i russi, o gli alleati d’accordo con i russi, intendevano impedire la produzione, ma non distruggere gli impianti. Questi, se li volevano prendere intatti a guerra finita, come infatti se li presero: oggi è quella la più grande fabbrica di gomma sintetica della Polonia. La difesa antiaerea attiva era inesistente, non si vedevano caccia, c’erano batterie sui tetti ma non sparavano: forse non avevano più munizioni. La Germania era insomma moribonda, ma sembrava che i tedeschi non se ne accorgessero. Dopo l’attentato a Hitler del luglio, il paese viveva nel terrore; bastava una denunzia, un’assenza sul lavoro, una parola incauta, per finire nelle mani della Gestapo come disfattisti, perciò militari e civili attendevano ai loro compiti come avevano sempre fatto, spinti ad un tempo dalla paura e dall’innato senso di disciplina. C’era una Germania fanatica e suicida che terrorizzava una Germania ormai scoraggiata ed intimamente vinta.
Poco prima, verso la fine di ottobre, avevamo avuto occasione di osservare “in primo piano” una singolare scuola di fanatismo, esempio tipico di educazione nazional-socialista. Su un terreno incolto attiguo al nostro Lager era stato eretto un attendamento della Gioventù Hitleriana. Erano forse duecento adolescenti, quasi ancora bambini; al mattino facevano l’alzabandiera, cantavano inni truculenti, facevano esercitazioni di marcia e di tiro: erano armati di moschetti vetusti. Comprendemmo più tardi che venivano preparati per l’arruolamento nel Volkssturm, quell’esercito raccogliticcio di vecchi e di bambini che secondo i folli piani del Fùhrer avrebbe dovuto opporre l’estrema difesa contro i russi avanzanti. Ma al pomeriggio i loro istruttori, che erano veterani delle SS, li conducevano in mezzo a noi, affaccendati a sgomberare le macerie dei bombardamenti, o ad erigere frettolosi ed inutili muretti di protezione di mattoni o di sacchi a sabbia. Li conducevano in mezzo a noi in “visita guidata”, e tenevano loro lezione, ad alta voce, come se noi non avessimo avuto orecchie per sentire né senno per capire. “Questi, vedete, sono i nemici del Reich, i vostri nemici. Guardateli bene: potete chiamarli uomini? Sono Untermenschen, sottouomini! Puzzano perché non si lavano; sono stracciati perché non hanno cura della loro persona. Molti addirittura non capiscono il tedesco. Sono sovversivi, banditi, ladri di strada dei quattro angoli d’Europa, ma noi li abbiamo resi innocui; adesso lavorano per noi, ma sono solo buoni per i lavori più primitivi.
Del resto, è giusto che fatichino per riparare i danni della guerra: sono loro che l’hanno voluta. Loro: gli ebrei, i comunisti, e gli agenti delle plutocrazie.” I soldati-bambini stavano a sentire, devoti e frastornati. Visti da vicino, facevano pena ed orrore insieme. Erano smunti e spauriti, ma ci guardavano con odio intenso: eravamo dunque noi i colpevoli di tutti i mali, delle città in rovina, della carestia, dei loro padri morti sul fronte russo. Il Fuhrer era severo ma giusto; giusto era servirlo... "

L'ultimo Natale di guerra
Primo Levi

E mentre il mondo va in questa direzione insieme a chi ci tiene ad alimentare l'odio religioso, noi prendiamo un altro sentiero che parla di abbracci, di amore, di diversità e di pace.
Chiunque voglia partecipare alla realizzazione del Calendario dell'Avvento 2024 è il benvenuto, non è necessario essere iscritti o iscriversi ad Anima Mundi per far parte della squadra e se non avete un blog sarò io a pubblicare il vostro post, per dubbi e chiarimenti lasciate pure le vostre domande nei commenti.
Ragazze e ragazzi le adesioni sono aperte da oraaa!
( maggiori dettagli sulla partecipazione nel  Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - VIII Edizione 2021 )

Acrostico natalizio

L'acrostico natalizio è facoltativo, se volete crearlo lo inserirò all'interno della sezione che vi riguarda nel post di presentazione del calendario che sarà pubblicato in questo blog il 30 novembre 2024. Potete spedirmelo via e-mail o lasciarlo nei commenti.
Chi vuole farsi un'idea può cliccare I cuori del Natale Express

Abete - Acqua di Neve - Adventus - Agrifoglio - Albero - Alleluia - Angeli - Asinello - Astro - Atmosfera di Natale - Attesa - Auguri - Augurio - Avvento - Babbo Natale - Ballerina - Befana - Betlemme - Biancospino - Brina - Bue - Calendario dell'Avvento - Calabrosa - Camino - Campane - Campanelle - Canditi - Canti - Canti natalizi - Capanna - Carole - Censimento - Ceppo - Chiave Magica - Ciocco - Cometa - Concerto - Concerto di Natale - Cori - Cori di Natale - Cornamusa - Cottio - Credo - Cristallo di Ghiaccio - Cristo - Cupido - Decorazioni - Deserto - Dodicesima Notte - Domeniche d'Avvento - Donato - Doni - Donnola - Dromedari - Elleboro - Elfi - Epifania - Episcopellus - Erode - Fede - Festa - Fiocco - Fiocco di Neve - Folletti - Freccia - Fulmine - Galaverna - Gelicidio - Gerusalemme - Gesù - Gesù Bambino - Ghiaccio - Ghirlanda - Ginepro - Giuseppe - Gloria - Gnomi - Gragnola - Grani di Neve - Greppia - Grotta - Hallelulia - Humanitas - Iesus - Incenso - Innocenti - Inverno - Jubilum - Krampus - Luce - Luminarie - Magia di Natale - Maria - Maria Vergine - Mangiatoia - Mezzanotte - Mirra - Mirto - Muschio - Natale - Natività - Nazareth - Neve - Nevischio - Notte Santa - Novena - Novena di Natale - Omino di Pan di Zenzero - Oro - Osanna - Ospitalità - Pane di Natale - Pandoro - Panettone - Panfrutto - Pastori - Pastorelle - Pesce - Pigne - Pifferai - Pifferi - Presepe - Pungitopo - Questua - Rampante - Regali - Re Magi - Renne - Rito - Rosa di Natale - Rudolph - Saltarello - San Giuseppe - San Nicola - Santa Lucia - Santo - Stella Cometa - Strenna - Strenna di Natale - Tempesta - Tintinnio - Tombola - Tormenta - Torrone - Tradizione - Uomo di Neve - Uvetta - Uvetta Sultanina - Vergine Immacolata - Veglia - Vetrone - Vigilia - Vischio - Xenia - Yahweh -Yeshua  - Walzer - Zampogna - Zampognari - Zenzero

Posti Liberi: 15

Giorni prenotabili: 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 9 dicembre - 10 dicembre - 11 dicembre - 14 dicembre - 15 dicembre - 16 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembr - 19 dicembre - 20 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre 

Giorni sospesi: 25 dicembre

Aggiornamento 11 ottobre 2024


Posti Liberi: 8

Giorni prenotabili: 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 10 dicembre - 11 dicembre - 14 dicembre - 15 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 20 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre

Aggiornamento 21 ottobre 2024

Posti Liberi: 4

Giorni prenotabili: 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 11 dicembre - 14 dicembre - 15 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre

Aggiornamento 22 ottobre 2024

Posti Liberi: 4

Giorni prenotabili: 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 11 dicembre - 15 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre

Giorni sospesi: 25 dicembre

Aggiornamento 29 ottobre 2024

Posti Liberi: 4

Giorni prenotabili: 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 11 dicembre - 15 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre

Attimi - Graziana - Giorni da stabilire
Mirtillo - Mirtillo 14-camminando - Giorni da stabilire
vocedivento - Sari - 9 dicembre
ennecomenatale - Sari - 16 dicembre
Ad Maiora - Elettra - Giorni da stabilire
Ad Nutum - Negus - Giorni da Stabilire
Anima Mundi - Golconda - 1 dicembre
Anima Mundi - Golconda - 12 dicembre
Anima Mundi - Golconda - 13 dicembre
Anima Mundi - Golconda - 24 dicembre
Anima Mundi - Sciarada - 6 dicembre
Anima Mundi - Sciarada - 21 dicembre
Personalità.. Tra... Scrittura ed Arte con Fantasia - Pia - 10 dicembre
AcquadiFuoco - Chicchina - 14 dicembre e 20 dicembre
Viaggio nel Vento - Folletto del Vento - 25 dicembre

Aggiornamento 8 novembre 2024

Adesioni Concluse

Attimi - Graziana - Giorni da stabilire
Mirtillo - Mirtillo 14-camminando - Giorni da stabilire
vocedivento - Sari - 9 dicembre
ennecomenatale - Sari - 16 dicembre
Ad Maiora - Elettra - Giorni da stabilire
Ad Nutum - Negus - Giorni da Stabilire
Anima Mundi - Golconda - 1 dicembre
Anima Mundi - Golconda - 12 dicembre
Anima Mundi - Golconda - 13 dicembre
Anima Mundi - Golconda - 24 dicembre
Anima Mundi - Sciarada - 5 dicembre
Anima Mundi - Sciarada - 6 dicembre
Anima Mundi - Sciarada - 21 dicembre
Personalità.. Tra... Scrittura ed Arte con Fantasia - Pia - 10 dicembre
AcquadiFuoco - Chicchina - 14 dicembre e 20 dicembre
Viaggio nel Vento - Folletto del Vento - 25 dicembre
mostrelibriluoghi - Costantino - giorno da stabilire
SINFOROSA CASTORO - Sinforosa - 11 dicembre

Aggiornamento 17 novembre 2024

Allora mie meravigliose ragazze e miei splendidi ragazzi ci siamo, quello che segue è l'elenco completo della Squadra dell'Avvento 2024 con i giorni di pubblicazione.

Ci ritroviamo tutti il 30 novembre per l'anteprima del calendario.
Grazie di cuore a tutti per la partecipazione.

1 dicembre Anima Mundi - Golconda
2 dicembre  Attimi - Graziana
3 dicembre  mostrelibriluoghi - Costantino
4 dicembre  Mirtillo 14-camminando - Mirtillo
5 dicembre  Anima Mundi - Sciarada
6 dicembre  Anima Mundi - Sciarada
7 dicembre  Ad Maiora - Elettra
8 dicembre  Ad Maiora Elettra
9 dicembre  vocedivento - Sari
10 dicembre  Personalità Tra… Scrittura ed Arte con Fantasia - Pia
11 dicembre  SINFOROSA CASTORO - Sinforosa
12 dicembre  Anima Mundi - Golconda 
13 dicembre  Anima Mundi - Golconda
14 dicembre  AcquadiFuoco - Chicchina
15 dicembre  Ad Nutum - Negus
16 dicembre  ennecomenatale - Sari
17 dicembre  Ad Nutum - Negus
18 dicembre  Ad Nutum - Negus
19 dicembre  Ad Nutum - Negus
20 dicembre  AcquadiFuoco - Chicchina
21 dicembre  Anima Mundi - Sciarada
22 dicembre  Attimi - Graziana
23 dicembre Mirtillo 14-camminando - Mirtillo
24 dicembre  Anima Mundi - Golconda
25 dicembre  Viaggio nel Vento - Folletto del Vento
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