domenica 30 gennaio 2022

In una sera d'inverno il cielo

" ... I miliardi di stelle invernali incombevano nel cielo come perle gelate soli gelati uniti insieme e intercambiabili in un unico ricco universo di luce temporalesca, pulsavano, pulsavano, come grandi cuori in un nero vuoto incomprensibile ... "

Maggie Cassidy
Jack Kerouac
Traduzione Monica Luciano

Costellazioni di Cassiopea, Cefeo, Stella Polare

Cassiopea, Cefeo, Stella Polare

Cassiopea, Cefeo, Stella polare

Cassiopea, Cefeo senza le stelle che ne ingombravano la forma, Stella Polare, 

Nota: Cassiopea e Cefeo sono due costellazioni circumpolari, visibili tutto l'anno.

sabato 29 gennaio 2022

Senso di responsabilità

759 preferenze, alto senso di responsabilità e dovere di non sottrarsi, un nome e un cognome: Sergio Mattarella, 13° Presidente della Repubblica Italiana succede a se stesso.

Sergio Mattarella 12° - 13° Presidente della Repubblica Italiana

« Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati, e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini »

Sergio Mattarella
29 gennaio 2022

Grazie!

giovedì 27 gennaio 2022

La strada del perdono

Il primo compleanno di Miriam e Eva Mozes

Il primo compleanno di Miriam e Eva Mozes
Foto dall’archivio di Eva Mozes e dal Museo dell’Olocausto e centro educativo CANDLES

Eva e Miriam Mozes, nascono nel 1934 a Portz in Romania, vengono deportate ad Auschwitz nel maggio del 1944, con loro i genitori e due sorelle che moriranno nelle camere a gas.
Eva e Miriam hanno 10 anni e si salvano perché sono gemelle e come cavie possono essere sottoposte agli esperimenti eseguiti da Josef Mengele.
Nonostante le atrocità subite riescono a sopravvivere e il 12 gennaio 1945 vengono liberate, raggiungono Israele quando hanno 16 anni, dieci anni dopo si trasfericono in America e si stabiliscono a Terre Haute nell'Indiana, qui nel 1985, con lo scopo di ritrovare i bambini sopravvissuti ai lager nazisti, fondano il Candles Holocaust Museum and Education Center.
Miriam a causa degli esperimenti fatti su di lei muore di cancro alla vescica il 6 giugno del 1993, Eva continua a essere testimone dell'Olocausto e nel 2015 stringe la mano a Oskar Gröning che viene processato come ragioniere di Auschwitz, nello stesso anno adotta Rainer Höß nipote del membro delle SS Rudolf Höß perché sceglie la strada del perdono che le permette di liberarsi del passato; muore il 4 luglio del 2019 durante il viaggio annuale in Polonia organizzato dal Candles Holocaust Museum and Education Center.

Miriam e Eva Mozes, la prima a destra e la seconda vicina seminascosta - 1945 - USA Holocaust Memorial Museum, Courtesy of Belarusian State Archive of Documentary Film and Photography

Miriam e Eva Mozes, la prima a destra e la seconda vicina seminascosta - 1945 
USA Holocaust Memorial Museum, Courtesy of Belarusian State Archive of Documentary Film and Photography

" CONOSCO l’odio. So bene che sapore ha, in tutte le sue sfumature. So come si diffonde nello stomaco e, poco per volta, condiziona anche il modo di pensare. E so che cosa vuol dire desiderare la vendetta.
Cosa accadrà?
Conosco l’odio e ancora oggi riesco a vedermi mentre percorro l’Alta Baviera per raggiungere la casa di un uomo, Hans Münch, un medico che lavorava ad Auschwitz, il lager dove ho perso la famiglia e l’infanzia; un «collega» del dottor Mengele, di colui che mi ha umiliata, seviziata e mi ha costretta a guardare in faccia la morte. Mi vedo diretta in Algovia, precisamente a Roßhaupten, un pittoresco paesino di duemila abitanti circondato da prati e montagne, che si sviluppa in modo concentrico intorno a una chiesa barocca con il caratteristico campanile a bulbo, lambendo le sponde di un altrettanto pittoresco lago di montagna.
Porto con me – lo ricordo bene – la mia inquietudine e la mia rabbia contro il mondo e soprattutto contro i tedeschi. Nel mio vocabolario la parola «perdono» non esiste, non è nemmeno lontanamente presente nei miei pensieri, e la sola idea di incontrare un nazista di Auschwitz mi sembra una follia.
Prima di affrontare il viaggio mi ero documentata in modo molto dettagliato, leggendo tutto quello che ero riuscita a trovare riguardo a quell’uomo. Sapevo che il dottor Hans Münch era un vero nazista, mi faceva paura e il mio nervosismo cresceva di chilometro in chilometro, ma non potevo tornare indietro. Avevo affrontato molte notti insonni e, nonostante tutti gli scrupoli e i dubbi sull’esito di quell’incontro, dovevo sapere quali virus e batteri erano stati iniettati a me e a mia sorella Miriam, morta da un anno, dopo che i medici si erano arresi di fronte a insoliti effetti collaterali.

Miriam e Eva Mozes  ad Auschwitz in prima fila - 1945 - Wytwornia Filmow Dokumentalnych I Fabularnych

Miriam e Eva Mozes  ad Auschwitz in prima fila - 1945
Wytwornia Filmow Dokumentalnych I Fabularnych

Miriam e Eva Mozes, ritorno ad  Auschwitz  - Dicembre del 1991

Miriam e Eva Mozes, ritorno ad  Auschwitz nello stesso posto della foto precedente - Dicembre del 1991
Foto dall’archivio di Eva Mozes e dal Museo dell’Olocausto e centro educativo CANDLES
 
Dovevo incontrare quell’ex medico nazista! E non solo perché quando decido di fare una cosa vado fino in fondo, rispettando la parola data come una regola, ma anche perché volevo sapere… Volevo sapere che cosa fosse successo a quell’uomo, come aveva potuto lavorare in un campo di sterminio, come aveva potuto vivere immerso in quell’orrore, come aveva potuto continuare a vivere dopo Auschwitz…
Ricordo una bella casa, circondata da un giardino alberato, e il dottor Münch che mi apre la porta con un sorriso amichevole e mi stringe la mano. Non avevo pensato che potesse succedere. Nella mia mente quell’individuo era solo uno spietato nazista che, dall’alto della propria arroganza, aveva concesso udienza a una povera sopravvissuta come me. Ero partita con l’idea di vedere non solo un tedesco serio che non sorride mai (così immaginavo più o meno tutti i tedeschi), ma un vero e proprio mostro: il sottotenente delle SS Hans Münch, medico di Auschwitz, seguace di Hitler e complice di uno dei peggiori crimini dell’umanità. Quello che mi stringe la mano è però un uomo anziano e gentile con la barba bianca, alto e di bella presenza (anche a ottantadue anni) che assomiglia un po’ a Laurence Olivier nel film Il maratoneta. Il nostro incontro viene documentato da una troupe televisiva che si muove timidamente intorno a noi. La presenza di cameraman e tecnici del suono rende piuttosto anomala l’atmosfera di un momento così intenso. Se pongo domande critiche un produttore olandese mi zittisce con fermezza e il dottor Münch interrompe subito la conversazione. Un addetto si lamenta della cattiva illuminazione. Nel frattempo Münch lascia più volte la stanza per procurarmi dei cuscini. Tutto questo non corrisponde a quanto mi aspettavo.
La notte prima non avevo dormito. Perdo il controllo. «Perché mi porta così tanti cuscini?» «Voglio essere sicuro che stia comoda.»
Un nazista che si preoccupa di queste cose! Non ha alcun senso! Mi sento impaurita e quasi non riesco a parlare; proprio ora che devo cominciare a interrogarlo. Mi sento del tutto impreparata e inizio a fare domande stupide. Un po’ di convenevoli con un medico di Auschwitz che ha visto morire migliaia di persone! Eppure non posso fare diversamente, sia per la presenza del produttore olandese, sia perché avevo già stabilito di cominciare in modo innocuo e di fare soltanto alla fine domande scomode, come: «Cosa sa degli esperimenti che venivano fatti ad Auschwitz?» oppure: «Cosa ha fatto alla fine della guerra?»
Intanto, però, gli chiedo quali sono i suoi hobby… Perché diavolo mi interessano i passatempi di uno sgherro delle SS? Eppure voglio provare a capire la sua mentalità, svelarne il meccanismo. Faccia a faccia.
«Mi piace leggere», risponde, «e cercare funghi!»
Il tono è molto gentile; io sono incredula, non capisco… Dov’è il mostro?
Il diavolo?
«Come ha vissuto ad Auschwitz?» gli chiedo con la bocca asciutta
«Ad Auschwitz», dice sottovoce, «la sera tutte le guardie erano ubriache. L’unica persona vicina a me che rimanesse sobria era Mengele. Era anche l’unico con cui potevo parlare, però non mi ha raccontato niente degli esperimenti. Era tutto top secret.»
Secondo lui, io e Miriam presto o tardi saremmo state uccise e, anzi, gli esperimenti ci avevano preservate da una morte immediata. Mengele gli aveva detto che i gemelli dovevano essergli grati per questo.
Non posso più aspettare.
«Lei era ad Auschwitz, dottor Münch: sapeva dov’erano le camere a gas? Le ha viste? Ne sapeva qualcosa?»
L’uomo deglutisce e china la testa. Poi la rialza e i suoi occhi, che prima mi guardavano in modo così dolce e gentile, improvvisamente sembrano attraversarmi e fissare il nulla. Deglutisce un’altra volta e la parola lascia il posto a un sospiro. «Questo è il mio problema…» deglutisce di nuovo, «è un incubo con cui devo vivere ogni giorno da circa cinquant’anni.» E aggiunge: «A causa dei ricordi di Auschwitz, nella mia vita non ho più avuto un momento di gioia». Poi si chiude in sé per la vergogna e l’orrore. Di fronte a me c’è un uomo distrutto. 
Taccio. "

Ad Auschwitz ho imparato il perdono
Eva Mozes Kor e Guido Eckert
Traduzione di Anna Maria Foli

Eva e Miriam Mozes al tempo del liceo a Kluj - Romania - 1949 Foto dall’archivio di Eva Mozes e dal Museo dell’Olocausto e centro educativo CANDLES

Eva e Miriam Mozes al tempo del liceo a Kluj - Romania - 1949
Foto dall’archivio di Eva Mozes e dal Museo dell’Olocausto e centro educativo CANDLES

lunedì 24 gennaio 2022

Gibbosa calante in un mattino di gennaio

Ieri nel cielo mattutino di gennaio un'affascinate gibbosa calante si muoveva a ponente verso il novilunio opposta al sole che tra le nuvole si alzava a levante.
Lui che voleva mostrarsi era nascosto e lei che voleva nascondersi era svelata. 

Gibbosa Calante - 23 gennaio 2022

Gibbosa calante 23 gennaio 2022

Vi abbraccio!

giovedì 6 gennaio 2022

Il richiamo dello splendor di una stella

Adorazione dei Magi 1434 - Stefano da Zevio noto come Stefano da Verona - Pinacoteca di Brera - Milano

Adorazione dei Magi
1434
Stefano da Zevio noto come Stefano da Verona
Pinacoteca di Brera - Milano 


" ... Gesù Cristo chiama a sé i magi collo splendor di una stella: erano questi esperti filosofi che attendevano principalmente all'astronomia o conoscenza degli astri: alcuni padri supposero anco che fossero molto ricchi e principi nel lor paese: donde furono per lo più appellati re. Per altro, quasi tutti gl'interpreti opinano che non lo fossero: Gesù Cristo gli chiamò dunque mercè il risplendere di una stella, la cui inusitata comparsa fermò la loro attenzione. E che altro era, dice santo Agostino, siffatta stella se non una lingua eloquente del cielo che pubblicava la gloria di Dio e, colla sua luce straordinaria annunciava il concepimento inaudito d'una Vergine cui doveva susseguitare la predicazione dell'Evangelo per tutta la terra? Quid erat illa stella, nisi magnifica lingua ... "

Dizionario apostolico
1835
Giacinto di Montargon

Buona Epifania a tutti e un abbraccio alle sorelle Befane!

Per chi è interessato:

sabato 1 gennaio 2022

La festa degli Asini

Luce di oggi, luce di letizia
A mio giudizio tutto ciò che è triste
Sarà distolto da queste celebrazioni

Sono oggi lontani i malanimi
Lontana tutta l'afflizione
Vogliono allietare coloro che celebrano
La Festa Asinaria


Lux hodie
Liberamente tradotto da me medesima

Veliero di Anima Mundi

Il venticinque dicembre siamo scesi dal Natale Express per intraprendere oggi un breve viaggio sul veliero di Anima Mundi che solcando i mari del tempo ci porta nella chiesa dell'Europa medievale, fulcro degli incontri comunitari, asilo delle discussioni politiche o delle questioni inerenti il prezzo dei beni alimentari e tessili, nonché palcoscenico delle rappresentazioni teatrali e allo stesso tempo sacro tempio per il conforto dell'anima.
Tra il X e il XV - XVI secolo il Natale era seguito dalle celebrazioni paraliturgiche della Festa dei Folli, o dei Pazzi come è meglio conosciuta nella nostra Firenze.
Gli alti ranghi del clero deponevano il potere a favore di un prescelto che veniva eletto dal popolo e insignito del titolo ecclesiastico di papa, arcivescovo, vescovo, cardinale, o prelato; dotato di mitra, bastone pastorale e di anello episcopale poteva entrare nella casa di Dio e accomodarsi sul trono vescovile elargendo benedizioni e indulgenze, rimaneva in carica per un anno traendone i relativi benefici e gli sberleffi. L'assunzione del potere il 26 dicembre giorno di Santo Stefano, era ad appannaggio dei diaconi, il 27 dicembre giorno di San Giovanni, era ad appannaggio dei sacerdoti, il 28 dicembre giorno dei Santi Innocenti, era ad appannaggio dei ragazzi del coro (Vedi L'anello di congiunzione tra San Nicola e Babbo Natale ) e in un'origine più tarda, in conformità alle abitudini del proprio centro di appartenenza, era ad appannaggio anche dei suddiaconi, dopo il canto dell'ora terza del giorno stesso di Natale, o il primo gennaio giorno della Circoncisione di Gesù Cristo, o il 7 gennaio giorno dell'Epifania, o il 13 gennaio giorno dell'Ottava dell'Epifania.
La rievocazione in quest'ulteriore solennità dei brani relativi alla presenza degli asini nelle Sacre Scritture le valse il nome di Festa degli Asini o Asinaria:

L'asina di Balaam

L'asina di Balaam - 1332 - Michiel van der Borch - Bibbia di Jacob van Maerlant - Nationale bibliotheek van Nederland - La Hague

L'asina di Balaam
1332
Michiel van der Borch - Bibbia di Jacob van Maerlant
Nationale bibliotheek van Nederland - La Hague


L'asino del presepe

Adorazione dei pastori 1565-1570 - Luca Cambiaso - Cappella Casali in San Domenico di Bologna - Dettaglio

Adorazione dei pastori
1565-1570
 Luca Cambiaso
Cappella Casali in San Domenico di Bologna - Dettaglio

Adorazione dei pastori 1565-1570 - Luca Cambiaso - Cappella Casali in San Domenico di Bologna

Adorazione dei pastori
1565-1570 
Luca Cambiaso
Cappella Casali in San Domenico di Bologna 


La fuga in Egitto in dorso all'asino 

La fuga in  Egitto - La vita sulla terra di Nostro Signore Benedetto - 1913 - Grace Wallace Doonan

La fuga in  Egitto - La vita sulla terra di Nostro Signore Benedetto
 1913
  Grace Wallace Doonan


L'entrata di Gesù a Gerusalemme

L'ingresso di Gesù a Gerusalemme - Codice purpureo di Rossano Calabro - VI secolo

L'ingresso di Gesù a Gerusalemme 
Codice purpureo di Rossano Calabro
 VI secolo

Prima dell'inizio del Sacro Ufficio, preceduto dall'invito alla letizia del Lux hodie di cui sopra, il canto dell'Orientis partibus accoglieva davanti alla chiesa la processione al seguito di un asino bardato con un sontuoso mantello su cui era adagiata una fanciulla vestita di bianco con in braccio un bambino a ricordo della Fuga in Egitto.

Dalle sponde d’Oriente,
È arrivato l'asino.
Bello e robusto.
Adattissimo alla soma.

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

Qui sulle colline di Sichan,
Già nutrito sotto Ruben,
Oltrepassò il Giordano,
Salì a Betlemme

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

Nel salto vince il giovane mulo
I giovani daini e i caprioli;
Superiore in velocità
Ai dromedari madianiti.

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

La virtù dell’asino,
Ha portato alla chiesa,
L'oro d’Arabia,
L’incenso e la mirra di Saba.

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

Quando traina il carretto
Con molta soma;
La sua mandibola
Macina il duro foraggio.

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

Con il frumento, l’orzo,
Ha mangiato, e il cardo,
Il grano dalla pula,
Separa nell’aia.

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

Che tu dica amen, asino,
Già satollo d’erba,
Amen, amen ripeti,
Ricusa il passato.

Ehi, ehi, signor asino, ehi!

Orientis partibus
Liberamente tradotto da me medesima

Tale descrizione è una generalizzazione in cui sono assemblate le usanze di diverse città francesi protagoniste nell'ampio sviluppo della Festa degli Asini, ma se andiamo a spulciare nei documenti ufficiali scopriamo delle differenze e una leggerezza in buona fede che genera un po' di confusione:


Il romanzo di Fauvel 1310 - 1316 - Gervais du Bois

Il romanzo di Fauvel
 1310 - 1316 
Gervais du Bois

A Rouen, antica Rotomagensis, la Festa degli Asini si celebrava il giorno di Natale dopo il canto dell'Ora terza, sappiamo che due chierici del coro capeggiavano una processione in cui i partecipanti impersonavano i profeti e altri personaggi biblici; partivano dal chiostro per raggiungere la cattedrale, entravano in chiesa, si fermavano al centro della navata dove era collocata una sorta di fornace linteo et stuppis constituita ovvero costituita per il tessuto di lino e per la stoppa; attorno a essa si posizionavano sei giudei da una parte e sei gentili dall'altra e i due chierici chiamavano uno per volta i personaggi che dovevano farsi avanti per esporre la propria profezia, Mosè aveva la barba lunga, indossava un cappello bianco, con una mano sorreggeva le tavole della legge e con l'altra il bastone, Geremia aveva la barba lunga, indossava un abito sacerdotale e teneva in mano un rotolo, Daniele con il volto imberbe indossava una tunica verde, Abacuc zoppicava, indossava la dalmatica e portava in una sacca radici e lunghe palme, entrava poi in scena Balaam si sedeva sulla sua asina che, interpretata da un attore, chiedeva al padrone perché la percuotesse con gli speroni, seguiva il turno di Davide, Gioele, Abdia e Michea che indossavano un abito non consueto per il culto, si continuava con la storia di Zaccaria, Elisabetta e San Giovanni il Battista, infine un canto concludeva la rappresentazione e introduceva la sacra messa.

A Beauvais, antica Bellovaci, la Festa degli Asini si celebrava il 14 gennaio; una fanciulla raffigurava Maria in sella all'asino, dalla cattedrale raggiungeva la parrocchia di Santo Stefano Magno accompagnata in processione dal clero e dal popolo, entrava in chiesa e posizionandosi nella parte destra dell'altare assisteva alla messa. Uno storico nel '700 fa una copia di un documento originale del XIII secolo che diventa fonte di studio per altri storici e attesta l'Orientis partibus, indicato dalla dicitura Conductus* asini, cum adducitur, nella sezione dell'Ufficio pre-messa e nella sezione pre-epistola, si genera così l'idea che anche l'asino venisse condotto all'altare per partecipare alla funzione che il celebrante poi concludeva salutando i fedeli con tre ragli al posto del consueto Ite Missa est, ricevendo in risposta tre ragli al posto del Deo Gratias.

Conductus* = In gergo tecnico l'Orientis partibus, chiamato anche prosa dell'Asino, era un Conductus cioè un canto vocale eseguito in una processione

A Sens, antica Agedinco, dall'Ufficio della Circoncisione compilato con molta cura dall'arcivescovo Pierre de Corbeil sappiamo che, la Festa degli Asini si celebrava il primo gennaio, il Lux hodie era il preludio d'introduzione dell'Orientis partibus che non prevedeva la presenza di un asino in carne e ossa, ma lo ricordava solo simbolicamente prima dell'inizio della messa.
Nel 1907 Henri Villetard scrive un commento all'Ufficio di Pierre de Corbeil, riprende in mano il documento originale del XIII secolo di Beauvais e nota che nella sezione pre-epistola è presente il canto del Conductus subdiaconi ad epistolam e non il Conductus asini, cum adducitur erroneamente trascritto nella copia settecentesca, dettaglio che toglie il sostegno storico all'idea dell'asino condotto all'altare e permette a Henri Villetard di fare una:

" Osservazione molto importante. Questo è, infatti, uno di quegli enormi malintesi, del tipo a cui sopra abbiamo dovuto rendere più giustizia, e che hanno fin troppo accreditato alcune leggende ridicole. Avremo qui, inoltre, una prova evidente che non dobbiamo a nessun costo liberarci dalla legge così chiaramente enunciata da L. Gautier: «Le fonti, sempre le fonti, e mai accontentarsi dei libri di seconda mano» ... "

Ufficio di Pierre de Corbeil (Ufficio della Circoncisione) impropriamente appellato Ufficio dei Folli Pierre de Corbeil d. 1222 - Henri Villetard - 1907
Liberamente tradotto da me medesima

Ufficio di Pierre de Corbeil (Ufficio della Circoncisione) impropriamente appellato Uffucio dei Folli - Pierre de Corbeil d. 1222  - Henri Villetard - 1907

Nota: Il ribaltamento dei ruoli (già presente in Mesopotamia) delle celebrazioni della Festa dei Folli, per inculturazione, si muove sulla stessa strada della meravigliosa festa dei Saturnalia dell'antica Roma, ma raggiunge mete differenti, chi semplicisticamente confonde lo strumento con il senso manipola la storia e gratifica la propria ignoranza non la verità, se il cristianesimo avesse avuto un reale interesse a cancellare con un colpo di spugna il paganesimo, l'avrebbe potuto fare e nessuno avrebbe avuto il potere di impedirlo.

Lieto 2022 a tutti! 

Per ulteriori informazioni:

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