venerdì 25 dicembre 2020

La mattina di Natale

" ... «Sentimi, soprattutto, sentimi come se io fossi sul tuo petto e vi piangessi tutte le mie lagrime; sentimi e comprendimi come qualche volta mi hai sentito e compreso.
«Ti ricordi, la mattina di Natale?
«Io piangevo, e mi parve di vedere anche i tuoi occhi velarsi: fu in quel momento che io sentii di amarti sopra ogni cosa al mondo, e decisi di fare per te qualche sacrifizio: e il sacrifizio è questo: di lasciarti per alcun tempo, per cercar di guarire e poi tornare a te sana e buona... "

Nostalgie
Grazia Deledda

Una mattina di Natale diversa, un Natale diverso delimitato da una condizione di separazione necessaria alla vita, un sacrificio dettato dall'amore.

L'Adorazione dei pastori 1579 1581 - Jacopo Robusti detto il Tintoretto - Scuola Grande di San Rocco - Venezia

L'Adorazione dei pastori 1579 1581
Jacopo Robusti detto il Tintoretto
Scuola Grande di San Rocco - Venezia

Non più di sei anche in questo dipinto del Tintoretto che su due piani sovrapposti pone lo sguardo sulla natività. I pastori insieme a una donna portano pane e uova in dono e attendono al piano inferiore con il bue sullo sfondo. Al piano superiore, accessibile da una scala sulla destra, si trova la Sacra Famiglia e due donne, una ha il seno scoperto e si presume che siano Zelomi e Maria Salomè le due levatrici menzionate nel vangelo apocrifo di Pseudo Matteo:

" Era infatti giunta la nascita del Signore, e Giuseppe era andato alla ricerca di ostetriche. Trovatele, ritornò alla grotta e trovò Maria con il bambino che aveva generato. Giuseppe disse alla beata Maria: «Ti ho condotto le ostetriche Zelomi e Salomè, rimaste davanti all'ingresso della grotta non osando entrare qui a motivo del grande splendore». A queste parole la beata Maria sorrise. Giuseppe le disse: «Non sorridere, ma sii prudente, lasciati visitare affinché vedano se, per caso, tu abbia bisogno di qualche cura». Allora ordinò loro di entrare. Entrò Zelomi; Salome non entrò. Zelomi disse a Maria: «Permettimi di toccarti». Dopo che lei si lasciò esaminare, l'ostetrica esclamò a gran voce dicendo: «Signore, Signore grande, abbi pietà. Mai si è udito né mai si è sospettato che le mammelle possano essere piene di latte perché è nato un maschio, e la madre sia rimasta vergine. Sul neonato non vi à alcuna macchia di sangue e la partoriente non ha sentito dolore alcuno. Ha concepito vergine, vergine ha generato e vergine è rimasta ». "

Buon Natale!

Oggi nel blog Viaggio nel Vento del Folletto si conclude il nostro Calendario dell'Avvento che in sette anni non ci ha mai fatti sentire distanti. Grazie di cuore a tutti voi che con la vostra partecipazione avete abbattuto ogni possibile separazione fisica.

Porgo infine un saluto ad Alessandro e Ambra


lunedì 21 dicembre 2020

Il bacio astrale tra Giove e Saturno accoglie il solstizio d'inverno

" ... Non si dee coltivare la vite verso il solstizio d' inverno, ma secondo il consiglio d’Igino, si possono, sette giorni dopo, purgare i vini dalle feccie, metterli in botti, purché la luna abbia sette giorni. 
Si piantino i ciliegi verso il solstizio d'inverno. Convien in tal tempo dare della ghianda a' buoi, cioè, un moggio* per pajo ogni giorno; dandone loro di più, s'ammalano ... "

Tre libri di agricoltura
Tratti dalla Storia Naturale di Gaio Plinio Secondo
Volgarizzamento dell'abate Placido Bordoni

moggio* = Antica unità di misura per granaglie che varia da città a città

Allegoria dell'inverno - 1600 - Jacopo Da Ponte di Bassano - Bottega

Allegoria dell'inverno
1600 
Jacopo Da Ponte di Bassano - Bottega

Questa sera al tramonto l'immenso gigante gassoso Giove darà un bacio astrale al padre Saturno signore degli anelli per dare il benvenuto al primo giorno d'inverno, tra loro ci sarà una distanza di circa 730 chilometri e ai nostri occhi appariranno sovrapposti per l'illusione ottica della prospettiva. Una congiunzione la loro che con le stesse caratteristiche ritorna dopo ben 794 anni dalla prima del 4 marzo 1226 nella costellazione dell'acquario e 397 anni da quella del 17 luglio 1623 nella costellazione del leone.

" Uno tra gli Scrittori orientali che più di tutti sarebbe di grande utilità quanto alla cognizione delle cose d'Oriente, è senza dubbio Bar Hebreo o Abulfaragio, scrittore sirio cristiano del XIII secolo. Vissuto al tempo del decadere della letteratura siriaca e del fiorire della civiltà araba scrisse istorie assai celebrate in Oriente, quali sono la Cronaca siriaca in siriaco e la Storia delle Dinastie in arabo - Nacque nel 1226 di Cristo, nell'anno della congiunzione di Giove e Saturno nell'acquario, com'egli stesso dice nella sua vita che scrisse in siriaco ... "

Storia di Sohrab: episodio del Shahnameh di Firdusi
Firdausi
Traduzione Italo Pizzi

I due pianeti si sfioreranno per poi allontanarsi con la promessa di ritrovarsi tra 60 anni il 15 marzo del 2080. Se le nuvole non copriranno il vostro cielo, tra le 17.00 e le 19.00, provate a osservare il loro incontro guardando a sud-ovest a livello dell'orizzonte e se Keplero, nel suo " De Iesu Christi servatoris nostri vero anno natalitio ", ipotizzò che la stella cometa di Betlemme seguita dai Re Magi potesse essere proprio la congiunzione tra Giove e Saturno con la complicità di Venere avvenuta nel 7° secolo a. C. nella costellazione dei pesci, quest'anno potremo pensarlo anche noi, ma senza la complicità di Venere e nella costellazione del capricorno. 

" ... Nei Pesci, ovvero quando nei Pesci ci sarà una congiunzione di Giove e Saturno, Abarbanel si aspetta la venuta del Messia. Abarbanel non fu il primo a formulare simili aspettative. Già quattro secoli prima si trovano indicazioni analoghe: si dice per esempio che Rabbi Abraham ben Hiyya (morto intorno al 1136) raccomandò di aspettare il Messia intorno all’anno 1464, in occasione della grande congiunzione dei Pesci; la stessa cosa si dice di Samuel ben Gabirol (1020-1070). Queste idee astrologiche diventano comprensibili se si considera che Saturno è la stella di Israele, e che Giove significa il “Re” (della giustizia). Fra le terre dominate dai Pesci, ossia dal domicilium Jovis, vi sono la Mesopotamia, la Battriana, il Mar Rosso, la Palestina.

Aion 
Carl Gustav Jung

La congiunzione Giove Saturno ha un ciclo che dura vent'anni e la cultura storica sottolinea la dicotomia dell'evento tra una valenza positiva di espansione, di  prosperità e una valenza negativa di chiusura e difficoltà. Addirittura il 30 gennaio del 1524 l'avvicinamento tra i due pianeti fu visto come presagio di un grande diluvio del tutto simile a quello universale. 
E leggete un po' cosa scriveva il nostro Alessandro Manzoni nel capitolo XXXVII dei Promessi Sposi a proposito della congiunzione Giove Saturno: 

" ... Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de’ più risoluti a negarla, e che sostenne costantemente fino all’ultimo, quell’opinione; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione. 
«In rerum natura,» diceva, «non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l’uno né l’altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. Le sostanze sono, o spirituali, o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all’altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da’ venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe esser sensibile all’occhio o al tatto; e questo contagio, chi l’ha veduto? chi l’ha toccato? Riman da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio. Ci dicono questi signori dottori che si comunica da un corpo all’altro; ché questo è il loro achille, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. Ora, supponendolo accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un soggetto all’altro. Che se, per evitar questa Scilla, si riducono a dire che sia accidente prodotto, danno in Cariddi: perché, se è prodotto, dunque non si comunica, non si propaga, come vanno blaterando. Posti questi princìpi, cosa serve venirci tanto a parlare di vibici, d’esantemi, d’antraci…?» 
«Tutte corbellerie,» scappò fuori una volta un tale. 
«No, no,» riprese don Ferrante: «non dico questo: la scienza è scienza; solo bisogna saperla adoprare. Vibici, esantemi, antraci, parotidi, bubboni violacei, furoncoli nigricanti, son tutte parole rispettabili, che hanno il loro significato bell’e buono; ma dico che non han che fare con la questione. Chi nega che ci possa essere di queste cose, anzi che ce ne sia? Tutto sta a veder di dove vengano.» 
Qui cominciavano i guai anche per don Ferrante. Fin che non faceva che dare addosso all’opinion del contagio, trovava per tutto orecchi attenti e ben disposti: perché non si può spiegare quanto sia grande l’autorità d’un dotto di professione, allorché vuol dimostrare agli altri le cose di cui sono già persuasi. Ma quando veniva a distinguere, e a voler dimostrare che l’errore di que’ medici non consisteva già nell’affermare che ci fosse un male terribile e generale; ma nell’assegnarne la cagione; allora (parlo de’ primi tempi, in cui non si voleva sentir discorrere di peste) allora, in vece d’orecchi, trovava lingue ribelli, intrattabili; allora, di predicare a distesa era finita; e la sua dottrina non poteva più metterla fuori, che a pezzi e bocconi. 
«La c’è pur troppo la vera cagione,» diceva; «e son costretti a riconoscerla anche quelli che sostengono poi quell’altra così in aria… La neghino un poco, se possono, quella fatale congiunzione di Saturno con Giove. E quando mai s’è sentito dire che l’influenze si propaghino…? E lor signori mi vorranno negar l’influenze? Mi negheranno che ci sian degli astri? O mi vorranno dire che stian lassù a far nulla, come tante capocchie di spilli ficcati in un guancialino?… Ma quel che non mi può entrare, è di questi signori medici; confessare che ci troviamo sotto una congiunzione così maligna, e poi venirci a dire, con faccia tosta: non toccate qui, non toccate là, e sarete sicuri! Come se questo schivare il contatto materiale de’ corpi terreni, potesse impedir l’effetto virtuale de’ corpi celesti! E tanto affannarsi a bruciar de’ cenci! Povera gente! brucerete Giove? brucerete Saturno?» "


I Promessi Sposi - Capitolo XXXVII
Alessandro Manzoni

Buon solstizio d'inverno!

P.S. il post verrà aggiornato se riuscirò a riprendere  la congiunzione, in ogni caso non aspettatevi che dei puntini luminosi su fondo scuro 😊

Ore 21.00
Eccomi  qui con la grande congiunzione tra i due giganti del sistema solare

Grande congiunzione tra Giove e Saturno - 20 dicembre 2020


Per ulteriori informazioni


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sabato 19 dicembre 2020

L'angolo del Natale

 Diciannovesima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima

19 dicembre . Calendario dell'Avvento

Vi auguro buon Natale con la pagina  " L'angolo di Lei e gli altri " del Radio Corriere n° 51 per la settimana 22 - 28 dicembre 1957 
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L'angolo di Lei e gli altri  sul n° 51 del Radio Corriere - 22 - 28 dicembre 1957

L'angolo di Lei e gli altri

La casa nell'intimità del Natale

Una simpaticissima usanza nordica è stata accettata con grande entusiasmo anche da noi. Da qualche anno le nostre case augurano festosamente il Buon Natale. Porte, lampadari, soffitti, finestre vengono rivestiti con rami di pino, nastri colorati, palline lucenti e i più disparati elementi decorativi. Un caminetto diventa un pretesto per raccogliere tutti i biglietti d'auguri che abbiamo ricevuto, una ringhiera per trasformarsi in una siepe verde rallegrata da fiori multicolori. Ogni angolo della casa si riveste di una festosa cornice e a tutti sussurra: Buon Natale!Nei disegni che vi illustriamo potete ispirarvi per decorare anche voi la vostra casa.

V.S.

Incorniciate i vetri di una finestra con striscioline di bambagia che incollerete lungo i bordi; sui vetri applicate stelle dorate e argentate o altri coloratissimi, suggestivi elementi decorativi

Se avete in casa uno strumento musicale, appendetelo a una parete e adornatelo con rami d'abete e palline colorate, appese a nastri. Se non avete lo strumento potete sostituirlo con una pentola o uno stampo di rame.

Se la finestra è riparata dalle austere sbarre di ferro, avvolgete queste con nastri colorati o fronte di sempreverde, e ai riquadri appendete palline di vetro

Una serie di porta-abiti in plastica può trasformarsi in un albero per raccogliere gli auguri di Natale. Infilzate in un vaso pieno di terra un bastone, su cui avrete piantato dei chiodi e a questi appendete i porta-abiti. Fisserete i cartoncini con le mollette colorate per la biancheria o, se volete, con pezzetto di nastro adesivo trasparente

Ed ecco infine un suggerimento per conferire alla vostra casa un'atmosfera natalizia particolarissima. Il vano di una porta interna o di un arco divisorio, può essere decorato con nastri di seta a vari colori e fermati da un lato con un ramo di pino o di vischio. Al termine di ogni nastro applicate una pallina di vetro in tinta con i nastri


Domani da Pia nel blog Personalità... Tra Scrittura ed Arte con Fantasia


giovedì 17 dicembre 2020

La forza di un seme nel freddo inverno

Il freddo stende
infiniti cristalli sui campi
quello invernale è un magro raccolto
su cui pesa tutto l'intero anno,
ma da un seme dono di una ghianda
uscirà con forza la verità.
L'oscurità custodisce un grande segreto
e un amore più forte del sangue

Poesia di re Richard di Aldovia
Un principe per Natale

17 dicembre - Calendario dell'Avvento

Quelle di Re Richard d'Aldovia, il protagonista di un tipico film natalizio a lieto fine, sono parole che oggi, nella diciassettesima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima, dedico a tutti noi affinché il seme che ci porterà fuori dalla pandemia possa finalmente sbocciare.

Domani Chicchina ci aspetta nel suo blog AcquadiFuoco

domenica 13 dicembre 2020

In verde per santa Lucia

Tredicesima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima 
VII edizione.
Oggi tocca al Golky e per la Festa di Santa Lucia ci propone questo:

13 dicembre - Calendario dell'Avvento del Focolare dellAnima

Gesù Cristo nel suo giardino pianta con le sue mani verbena e finocchio, con la sua bocca li innaffia e con i suoi piedi calpesta il terreno per assestarli. Un giorno incontra per strada santa Lucia che piange perché una scheggia  le è entrata negli occhi e non riesce né a vedere né a guardare. Gesù dice alla santa di andare a prendere la verbena e il finocchio da utilizzare come rimedio per quella che si rivelerà essere la natura della scheggia: se è di legno ritornerà al bosco, se è di pietra ritornerà al mare e se è di sangue si scioglierà.

Supra un màrmuru chi chiancìa.
Vinni a passari nostru Signuri Gesù Cristu:
— " Chi hai, Lucia, chi chianci? "
— " Chi vogghiu aviri, patri maistusu!
M' ha calatu 'na resca all'occhi;
Nun pozzu vidiri, né guardari. " 
—"Va' a lu me jardinu,
Pigghia birbina e finocchiu.
Cu li mè manu li chiantai,
Cu la mè vucca 1' abbivirai,
Cu li mè pedi li scarpisai:
S'è frasca va a lu voscu,
S'è petra va a mari,
S'è sangu squagghirà. " 

Su un marmo piangente.
Venne e passare il nostro Signore Gesù Cristo:
"Che hai, Lucia, perché stai piangendo?"
"Che voglio avere, padre maestoso!
Mi è caduta una scheggia negli occhi;
Non posso vedere né guardare. "
"Vai nel mio giardino 
Prendi verbena e finocchio.
Con le mie mani li ho piantati
Con la mia bocca li ho abbeverati,
Con i miei piedi li ho calpestati:
Se è un un ramoscello di legno andrà al bosco,
Se è una pietra andrà al mare, 
Se è sangue, si scioglierà."

Questa leggenda, frutto della tradizione siciliana trascritta nel 1881 da Giuseppe Pitrè nel libro "Spettacoli e feste popolari siciliani", prende la forma di una preghiera per essere recitata da chi chiede la grazia a santa Lucia per guarire dalle patologie oftalmiche. Chi le è devoto le offre degli occhi di cera, deterge i propri con acqua benedetta e ad aeternum o solo per un giorno della settimana si veste di verde, colore che è sacro alla santa. 

Santa Lucia - 1630 - 1640 Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato - Palazzo Chigi di Ariccia

Santa Lucia
1630 - 1640
Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato
Palazzo Chigi di Ariccia

Buona Festa di Santa Lucia da me e dal Golky e domani per la quattordicesima finestra si va nel blog di Mirtillo - mirtillo14-camminando

sabato 5 dicembre 2020

La Signora Babbo Natale

Calendario dell'Avvento 2020 - Quinto giorno

" ... C'è un fascino nel suono stesso del Natale; viene sul cuore che è indossato come un raggio di speranza; getta sulla pallida guancia del dolore un raggio che illumina le camere più buie dell'anima; è un giorno dedicato al grande scopo di purificare il mondo morale e di dare alle cose create uno scorcio di ciò che è eterno ... "

La leggenda di Natale 
James Rees 
Liberamente tradotto da Me Medesima


In questa quinta finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - VII Edizione, incontriamo Gertrude, Robert Paxson e i loro due figli John e Jane di dieci e sette anni alla Vigilia di Natale, seduti davanti a un camino su cui in un angolo la bambina, come da tradizione, ha appeso la sua calza natalizia, ma le condizioni economiche della famiglia sono tali che certo non ci si aspetta che possa esser riempita. Sentono bussare alla porta, John la apre e fa entrare una coppia di anziani, vestiti in modo stravagante, con un bagaglio che sembra contenere tutti i loro averi, chiedono quanto è distante la città, Robert precisa che si trova a due miglia e vista l’ora tarda li invita a pernottare in casa loro offrendogli pane e formaggio. L’anziana domanda se la famiglia è formata solo dalle persone presenti e Robert accenna a un’altra figlia che lui considera morta e non vuole parlarne. Nel silenzio della casa si sente arrivare dall’esterno il suono di voci allegre, del violino, dei tamburelli e delle risate gioiose, l’anziano domanda chi possa essere a fare tanto baccano, Robert gli spiega che i suoni provengono dall'abitazione del padrone di casa che con crudeltà ostenta la sua ricchezza per deridere i poveri e l’anziano conclude la serata ponendo il dilemma sul mistero dell’animo umano.
La mattina di Natale i raggi di sole riscaldano la casa, la bambina si alza e incredula trova la sua calza piena di ogni bendidìo, giocattoli, libri, caramelle e dolciumi vari sono sparsi in tutta la stanza, il suo urlo di gioia sveglia la famiglia, il fratello corre ad afferrare una scatola su cui è scritto il suo nome e i genitori capiscono che sono i due anziani gli autori della sorpresa e hanno assunto il ruolo di Babbo Natale, Robert e Gertrude non pensano più all’affitto che devono pagare, preparano la colazione e invitano i due ospiti che in realtà sono la figlia Amelia fuggita anni prima con William Sandford diventato suo marito dopo aver ereditato una grande tenuta. 

Questa e la trama di un racconto scritto nel 1849 da James Rees, missionario di Filadelfia, che per la prima volta insinua nell’immaginario collettivo l'idea di una moglie accanto a Babbo Natale. 

Natale - Yale Literary Magazine - A. B. - 1851

La signora Babbo Natale - Yale Literary Magazine - A. B. - 1851

A seguire nel 1851 sul Yale Litery Magazine è una studentessa, che si firma semplicemente A.B., a citare la Signora Babbo Natale come curatrice dell’abbigliamento del marito che presenzia a una festa di Natale: 

" ... Ralph Hoyt lo descrisse quasi perfettamente: 
"Scarpa fibbiata al ginocchio, e cappello ampio cerchiato, 
Cappotto antico quanto il modulo che stava piegando,
Bottoni d'argento, coda e cravatta ondulata arricciata. 
Bastone di quercia che sostiene la sua debole mano, 
Lì si sedette,
Scarpa fibbiata al ginocchio, e cappello ampio cerchiato." 

La sua voce aveva il fremito dell'età, mentre si rivolgeva debolmente ai suoi figli e nipoti, che scherzavano, in tutta allegria e divertimento, intorno a lui.
Ma improvvisamente fu interrotto, in quella delimitata giovialità da un vecchio elfo allegro, grasso e divertente, Babbo Natale. Il suo abbigliamento era indescrivibilmente fantastico. Sembrava aver fatto del suo meglio; e dovremmo pensare, aveva la signora Babbo Natale ad aiutarlo ... " 

Liberamente tradotto da Me Medesima

Natale allo State Lunatic Asylum di Utica, New York - 1854

Resoconto di un musical natalizio allo State Lunatic Asylum di Utica, New York - 1854

Nel 1854 la Signora Babbo Natale appare con un bambino in braccio e su note natalizie si dà alle danze nel racconto di un musical di Natale allo State Lunatic Asylum di Utica - New York riportato dal periodico The Opal - L'Opale: 

" ... Ci fu una pausa e una solenne immobilità pervase l'assemblea; il suono del campanello annunciò l'avvicinarsi della signora Babbo Natale e del suo bambino - e con grande gioia furono accolti, e sua Signoria si unì al ballo; e affidato alle nostre cure il dolce bambino - lo baciammo. Ma venendo uno scapolo, lo cedemmo alla signora Babbo Natale, sebbene fossimo piuttosto determinati a scappare e ad ritirarci con un bambino così buono e dolce; fummo compensate, tuttavia, dalla presentazione di un bambino non così dolce, il cui nome è Orville. Dopo che la signora Babbo Natale eseguì alcune belle evoluzioni sulla melodia che rappresentava suo marito - danzò un Natale alla moda, ringraziammo i nostri partner e augurammo loro un felice "anno nuovo" a sinistra il bambino tutto dolce e carino com'era intratteneva ancora di più con il suo misterioso senso di avvolgimento ... "

Liberamente tradotto da Me Medesima

Natale - Harper's Magazine - Saggio del 1862

Harper's Magazine - Saggio del 1862

Nel 1862 in un saggio sull'Harper's Magazine si legge: 

" ... Questo era un albero meraviglioso, perché sviluppava proprio il frutto che si voleva. La sua gentile driade aveva indovinato ciò che più si adattava a ciascuno, vecchi e giovani - anche quei vecchi patriarchi dalla barba grigia noi bambini scoprimmo che erano stati ricordati. Una volta qualcosa sull'albero prese fuoco per un momento, e fu splendido. Noi bambini rabbrividimmo un po' quando pensammo a tutto quello che avremmo potuto perdere - ma far bruciare l'albero, e forse anche - sebbene quella era troppa gioia - bruciare anche la casa, non sarebbe valso il sacrificio del nostro i regali? Comunque la casa fu salvata, e l'albero e i regali; e rimanemmo tutti soddisfatti. E se noi eravamo così, quanto più così il gentile genio dell'albero! non il piccolo cherubino lassù, ma lei che lo mise lì - lei che per tante ore e tanti giorni progettò e lavorò con diligenza e ingegnosità per accontentare tutti noi. Se qualcuno di noi la guardasse con segreto stupore, credendo di aver visto la stessa signora Babbo Natale, non l'abbiamo mai detto. Ma sicuramente lei offre un buon Natale per se stessa che rende felici tanti bambini di ogni età ... " 

Liberamente tradotto da Me Medesima

Natale - The Metropolites Romanzo comico  -  Robert St. Clar - 1864

The Metropolites Romanzo comico  -  Robert St. Clar - 1864

Nel 1864 nel romanzo a fumetti The Metropolites di Robert St. Clar la Signora Babbo Natale appare in un sogno a Emma: 

" ... e mi addormentai dopo colazione, pensando alla mia disgrazia, quando Babbo Natale mandò sua moglie a rendersi conto dell'argomento. "
"Era vestita con questa stoffa, Emma?" "No, davvero; assurdo! Aveva stivali alti dell'Assia, una dozzina di sottovesti rosse, una vecchia, grande cuffia di paglia ... e una cuffia simile, Morton!" 
"Qualcosa come un portello del carbone sul ponte di un piroscafo?" Lui suggerì. 
"Qualcosa del genere, ma non esattamente di un nero brillante. Mi ha detto di andare con lei a scegliere da sola." "Certo che ci sei andata. La carne e il sangue femminili non hanno resistito all'offerta (neanche) il vecchio Henry* in persona (avrebbe resistito). L'abito era acconciato per la vigilia, in modo fantasioso. L'abito completo è ancora piuttosto fico. Ma vai avanti, Emma." 
Mi prese per mano e mi condusse, bendata, in un posto strano dove non ero mai stata prima. Le sedie e i tavoli, le rastrelliere e gli stendibiancheria, i vecchi bauli e le scatole aperte, persino le pareti, erano ricoperti di tutto ciò che una signora poteva desiderare in abiti, pizzi, scialli, gioielli, ornamenti - tutto ciò che si poteva immaginare. Indicando un tavolo, la signora, Babbo Natale disse: "Ci sono i vestiti, i pizzi e le gemme indossati da una bellissima sposa americana a un ballo dell'ambasciatore a Parigi. Si adatterà alla signora Slapdash." Pensavo andasse bene, ma molti, moltissimi altri erano ugualmente attraenti. Mentre esitavo a scegliere, lei mi spinse fuori dal posto e ho dimenticato di notare dove ero stato, la mia mente era così occupata a pensare sul display, finché non mi sono ritrovato nella mia stanza e quando mi sono svegliata queste cose erano al mio fianco " "Stavi dormendo, Emma." "In effetti, Morton, mi sembra anche solo un sogno delizioso", si fermarono per osservare una scena insolita ... " 

Old Henry* = Enrico VIII 

Liberamente tradotto da Me Medesima 

Natale - Lill's Travels in Santa Claus Land - Ellis Towne, Sophie May, Ella Farman - 1878

Lill's Travels in Santa Claus Land - Ellis Towne, Sophie May, Ella Farman - 1878

Nel 1878 nel libro Il viaggio di Lill nella terra di Babbo Natale di Ellis Towne, Sophie May, Ella Farman è Lill a sognare la Signora Babbo Natale addetta al libro mastro in cui accanto ai nomi dei bambini vengono annotati segni simpatici e segni cattivi. 

" ... Lill disse: "Effie, ti racconto una storia." ... "Ora ti parlerò dei miei viaggi di pensiero, e sono propensi a essere un po' strani...

...C'era una volta, mentre stavo facendo una passeggiata attraverso il grande campo oltre il frutteto, sono andato avanti ', intorno a dove il sentiero gira dietro la collina. E dopo aver camminato per un po', sono arrivata a un alto muro, costruito proprio nel cielo. All'inizio pensavo di aver scoperto le "estremità della terra", o forse ero arrivato in qualche modo alla grande muraglia cinese. Ma dopo aver camminato a lungo, sono arrivata a un grande cancello, e su di esso era stampato con splendide lettere d'oro, "Terra di Babbo Natale", e le lettere erano abbastanza grandi da poter essere lette da un bambino! ... " 

... Babbo Natale era in piedi davanti a una finestra vicino alla cima e io corsi verso l'ingresso e iniziai a salire le scale. È stato un lungo viaggio ed ero quasi senza fiato quando sono arrivato alla fine. Ma qui c'era un ambiente così accogliente, lussuosa stanzetta, piena di sedie e salotti imbottiti, gabbie per uccelli e fiori alle finestre e quadri alle pareti, che era piacevole riposare. C'era una signora seduta su una scrivania dorata, che scriveva in un grande libro, e Babbo Natale guardava attraverso un grande telescopio, e ogni tanto si fermava e metteva l'orecchio su un grosso tubo parlante. Mentre riposavo, continuò con le sue osservazioni.
" Subito disse alla signora, " Metti un buon segno per Sarah Buttermilk. Vedo che sta cercando di conquistare il suo temperamento rapido.
" Due cattivi per Isaac Clappertongue; accompagnerà sua madre nel manicomio."  ...

Effie  dopo aver ascoltato il racconto della sorella Lill riflette e dice: 

" ... Effie si lasciò andare sulla sedia per pensare. Mi sarebbe piaciuto che Lill avesse scoperto quanti segni neri aveva e se quella signora fosse la Signora Babbo Natale, e in effetti che avesse ottenuto informazioni più accurate su molte cose ... "

Liberamente tradotto da Me Medesima

Natale - A Hickory Back-Log  -  Good Housekeeping - E.C. Gardner - 1887

A Hickory Back-Log - Good Housekeeping - E.C. Gardner - 1887

Nel 1887 il sogno è preponderante anche per EC Gardner che nel suo articolo A Hickory Back-Log – Un Hickory* Stagionato per la rivista Good Housekeeping descrive nei dettagli l'abbigliamento della Signora Babbo Natale: 

" Era la notte dopo il Ringraziamento, o meglio, l'inizio del giorno successivo. L'ultimo, sottile tizzone di quello che era stato un enorme tronco di noce americano si era appena spezzato in due ed era caduto tra i vecchi alari di ottone che erano arrivati nel June Blossom e da allora erano rimasti in famiglia. Questo mi svegliò da un comodo pisolino sulla mia poltrona, e le chiare note dei rintocchi di mezzanotte mi ricordarono che un giorno di gratitudine avrebbe dovuto essere seguito da una notte di riposo. Mentre mi alzai dalla sedia per prepararmi per andare a letto, fui sorpreso di trovare un visitatore nella mia stanza. Una donna simpatica ma estremamente dignitosa e dall'aspetto serio era entrata senza preavviso ed era chiaramente sul punto di parlare. Prima di riportare la conversazione che seguì devo descrivere il suo aspetto così come la mia memoria, un po' compromessa dal nervosismo al momento, me lo permetterà ... "

" ... Era vestita per viaggiare e per il freddo. Il suo cappuccio era grande, rotondo e rosso ma non liscio, era ondulato; vale a dire, consisteva in una serie di rotoli grandi quasi quanto il mio braccio, che passavano sopra la sua testa lateralmente, diventando più piccoli verso la parte posteriore fino a quando non terminavano in un grosso bottone che era impreziosito da un nodo di nastro verde. Il suo aspetto generale non era diverso da quello dell'alveare familiare e pittorico, tranne per il fatto che i rotoli non erano disposti a spirale. L'ampia balza bianca del berretto di pizzo sporgeva di diversi centimetri oltre la parte anteriore del cappuccio e si agitava avanti e indietro come le singole foglie di un grande papavero bianco, mentre annuiva con enfasi nel suo discorso. Il suo vestimento esterno era un mantello dai colori vivaci che arrivava a circa sei pollici dal pavimento. Le sue dimensioni erano molto voluminose, ma la sua moda era estremamente semplice. Aveva un ampio giogo attraverso le spalle, in cui erano raccolte le ampie larghezze semplici; ed era fissato alla gola da un enorme gancio e un occhio di ottone ornato, da cui pendeva una corta catena di maglie rotonde intrecciate. Il suo braccio destro sporgeva attraverso una fessura verticale sul lato del mantello e teneva in mano un foglio di carta coperto di figure. Il braccio sinistro su cui portava un grande cestino o una borsa - non sapevo dire quale - era nascosto dalle ampie pieghe del capo. Il suo viso era acuto e nervoso, ma benigno ... "

Hickory* = Noce americano

Liberamente tradotto da Me Medesima

Natale - Planimetria dell'ideale cucina moderna della Signora Babbo Natale - A Hickory Back-Log  -  Good Housekeeping - E.C. Gardner - 1887

Planimetria dell'ideale cucina moderna della Signora Babbo Natale - A Hickory Back-Log  -  Good Housekeeping - E.C. Gardner - 1887

E la Signora Babbo Natale all'architetto E. C. Gardner da anche indicazioni su come deve essere l'ideale cucina moderna. 

Natale - Goody Santa Claus on a Sleigh Ride - Katharine Lee Bates - 1889

Goody Santa Claus on a Sleigh Ride - Katharine Lee Bates - 1889

Due anni dopo nel 1889 è Katharine Lee Bates a comporre Goody Santa Claus on a Sleigh Ride - La signora Babbo Natale su una slitta in corsa, un poemetto dedicato alla dolce metà di Babbo Natale in cui lei dimostra di avere un bel caratterino, non vuole più occuparsi solo dei lavori domestici e vuole condurre la slitta: 

" Babbo Natale, devo stuzzicare invano, il cervo? Lasciami venire a tenere le renne, Mentre ti arrampichi giù per i camini. Non sembrare selvaggio come un turco!
Perché dovresti avere tutta la gloria della gioiosa storia di Natale, 
E la povera piccola signora Babbo Natale non ha altro che il lavoro?

Sarebbe così confortevole, io e te, a tutto tondo e rosei, 
Mentre sembriamo due palle di neve amorevoli nelle nostre lanuginose pellicce artiche, Riboccati insieme nel caldo e accogliente, sfrecciando attraverso il clima invernale 
Dove il tintinno delle campane da slitta è l'unico suono che si muove ... "

Liberamente tradotto da Me Medesima


Ed è così che per mano della letteratura della seconda metà dell'Ottocento l'iconografia della Signora Babbo Natale conquista una sua sempre più particolareggiata identità. 
 
Con questo buona Festa di San Nicola che domani passeremo insieme  a Mirtillo nel suo blog mirtillo14-camminando!


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