giovedì 30 novembre 2023

I cuori del Natale Express

" ... Ci sono momenti in cui tutti i piccoli demoni scompaiono dentro le loro topaie e persino la bruttezza assume l’aspetto della grazia; momenti in cui anche l’angolo più buio viene rischiarato da una luce, in cui il cuore più freddo avverte una vampata di calore, in cui gli squilli di tromba della buona volontà e dell’allegria soffocano la babele dei piccoli rumori meschini. Questo è uno di quei momenti. Buon Natale! Auguri, auguri, auguri! ... "

Festa di Natale
Rex Stout
Traduzione Marina Vaggi

Natale Express 2023

Ognuno di voi conosce bene il valore di questi dieci anni passati insieme e io non vi annoierò con un lungo discorso retorico, vi auguro semplicemente di sorridere e di godervi tutti i momenti di questa nuova avventura che nasce dai vostri cuori uniti in un unico battito.

Lieto Avvento!

I link dei partecipanti al Calendario dell'Avvento 2023 come sempre verranno attivati dal giorno della pubblicazione in poi e spero di non creare dei grandi disastri senza il supporto del mio P. C. 


Agrifoglio


Agrifoglio


Agrifoglio


Volate Entusiaste Tenaci Renne Oh Natale È  

Agrifoglio


Oggi Siamo Ancora Noi, Natale Arriva!

Agrifoglio


Intingoli Nella Cucina Emettono Note Soavemente Odorose

Agrifoglio


Dondolano Ornamenti Nell'Avvento Tracciando Ombre

Agrifoglio


Natale Esprime Vitalità In Soavi Canti Hallelulie Inni Osanne

Agrifoglio


Zampognari Arrangiano Melodie Popolari Omaggiano Giorni Natalizi Accordano Richieste Instancabili

Agrifoglio


Placa Altissimo Signore Tremendi Orrori, Rancori Indicibili 

Agrifoglio


Oh Rudolph oh

Agrifoglio


Agrifoglio


Campane Ridondano Echi DOspitalità

Agrifoglio


Luci Urtano Comete In Avvento

Agrifoglio


Agrifoglio


Dieci Opulenti Natali Onoriamo

Agrifoglio


 Guarda Re Eterno Pastori Prostrati Intonano Arie

Agrifoglio


Sciarada Anima Natale Tra Ocarine

Agrifoglio


Calendario Anima Mundi Prepara Avvento Natalizio Elegiaco

Agrifoglio


Attesa Del Dio Vero Emmanuele Nostro Teos Unico Signore

Agrifoglio


Auguri Urlano Gioiose Ugole Respirando Iesus

Agrifoglio



Agrifoglio


Algido Solstizio Invernale Nell' Etere Lieta Luce Ode

Agrifoglio


Calze Estrose Pendono Per Ognuno

Agrifoglio


Sacro Tempo Ritorna E Nuovamente Natale Arriva


Agrifoglio

Per ulteriori informazioni

sabato 25 novembre 2023

L'immensità del mare

Auguri Raggio di Sole - Sciarada Sciaranti

Nel tuo sguardo c'è
L'immensità del mare
Raggio di Sole

Sciarada Sciaranti

Tantissimi auguri Raggio di Sole da me e Sorellina.
 E in un mondo che non riconosciamo più un abbraccio alla famiglia di Giulia Cecchettin

P. S. Graziana, i miei auguri vanno anche a te, anche se arrivano in ritardo.

giovedì 23 novembre 2023

Agrumi d'autunno

Limone verde

Gli agrumi sono dei frutti che ben rappresentano l'autunno, profumano l'aria con i loro preziosi oli essenziali che scendono nel profondo dell'anima per far riemergere ricordi e sensazioni, Pellegrino Artusi nel suo libro " La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" del 1891 ci dice che:

" ... La fragranza degli agrumi, essendo il prodotto di un olio volatile racchiuso in cellule superficiali, basterà di tagliare col temperino un nastro sottilissimo della loro buccia, lungo almeno un palmo, e farlo bollire nel liquido che vorrete aromatizzare ... " 

e ci da la ricetta del:
 
... latteruolo ... indicatissimo come piatto dolce da famiglia e come eccellente nutrimento, in ispecie per i bambini.

Ingredienti

Latte, un litro.
Zucchero in polvere, grammi 100.
Uova, n. 6.
odore di scorza di limone.

Preparazione

" Dalla superficie di un limone levate col temperino una striscia di scorza di una certa lunghezza e mettetela nel latte, che farete bollire per mezz’ora collo zucchero dentro. Quando sarà diaccio levate la scorza di limone e mescolateci le uova frullate. Versate il composto in una teglia e onde non si attacchi al fondo..., ungetela abbondantemente col burro freddo... cuocetelo con fuoco sotto e sopra a moderato calore e perché non ròsoli al disopra, copritelo di carta unta col burro. Aspettate che sia ben diacciato per tagliarlo. "

Lieta degustazione!

A breve i link del reel e dello short sugli agrumi 

Ecco:

P. S. Ho spedito tutti i loghi, se qualcuno dovesse aver dei problemi, lasci pure un commento nel post del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - X Edizione 2023. Ragazze e ragazzi sono ancora senza P.C. 

venerdì 17 novembre 2023

La Giornata Nazionale del Gatto Nero

Nel 2003 in un venerdì 17, che dalla credenza popolare è considerato l'apoteosi della sfortuna, nel mese di novembre dedicato ai morti, il cui inizio è caratterizzato dall'aumento delle denunce per la scomparsa di migliaia di gatti neri in relazione alla sua vigilia; dall'impegno di Lorenzo Croce e della sua AIDAA - Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, con lo scopo di abbattere le superstizioni che lo riguardano, nasce la Giornata Nazionale del Gatto Nero.
Chi detesta il cristianesimo dall'alto della sua incommensurabile onestà intellettuale, mentre tenta di affossare quella altrui, con grande soddisfazione ogni anno ha il piacere di sbattere in faccia ai cristiani e di divulgare la notizia di un Medioevo cristiano che mette all'indice i gatti neri e attribuisce l'origine di questo stato di cose a Gregorio IX che nella sua Vox in Rama nel 1200 li descrive come incarnazione del demonio e ne ordina l'eccidio con la diretta conseguenza della proliferazione dei ratti che ben 147 anni dopo, nel 1347, diffondono il batterio della Yersinia pestis agente patogeno della peste nera che in Europa uccide più di un terzo della popolazione.
Sono dunque andata a leggermi la bolla papale, che è del 1233 e non del 1200, Gregorio IX viene eletto Papa il 21 marzo del 1227, e vorrei che questi grandi esperti in materia del copia e incolla, dall'alto della loro conoscenza della lingua latina, individuassero nel testo che segue l'esatto punto in cui il Papa ordina lo sterminio dei gatti neri e fossero così gentili da indicarmelo perché io non l'ho trovato.

Un gatto nero e un centauro si confrontano, ciascuno con una zampa anteriore alzata - Salterio Oscott 1265-70 - Inghilterra

Un gatto nero e un centauro si confrontano, ciascuno con una zampa anteriore alzata 
Salterio Oscott 1265-70 
Inghilterra

"Vox in Rama audita est, ploratus multus et ulutatus, Rachel plorat, videlicet pia mater Ecclesia filios quos diabolus mactat et perdit, et quasi consolationem non recipit, quia filii, more vipere matris viscera lacerantes, ipsam interimere moliuntur. Nam multitudo dolorum urgentium, quibus ut parturiens mater ipsa circumdatur, vociferari eam et dicere: « Ventrem meum doleo, ventrem meum doleo », cum propheta compellit. Cum enim omnis creatura usque adhuc ingemiscat secundum apostolum et parturiat, genitricis Ecclesie sacer uterus viscerum suorum dolore turbatur, que fere singularis morsibus discerpuntur. Ille siquidem coluber tortuosus, quem obstetricante manu Domini de cavernis propriis, carnalibus scilicet hominum cordibus, eductum legimus, qui contra eos pugnat extrinsecus, in quibus intrinsecus iam non regnat et quorum dominium intus perdidit, bella molitur foras, novam persecutionem Ecclesie, sponse Christi, immo verius sponso Christo, per ministros suos operarios iniquitatis instaurat. Ipse enim, qui a principio in veritate non stetit set mutare nititur in mendacium veritatem, ut latius sue fraudis virus effundat, perdere pregnantes animas elaborat, ne fetus fidei, quem ex amore divino conceperant, ad partum valeant consumati operis pervenire.
Unde nos, qui curam tenemur sue fecunditatis habere, quasi secantis perfidie mucrone conscindimur, dum in suis visceribus hereticorum scindentium eius uterum venenatis sagittis novi erroris et confusionis appetimur inaudite. Totus namque in amaritudine funditur spiritus, effusum est in terra iecur nostrum, turbata est anima nostra valde ac impletus doloribus venter noster, defecerunt pre lacrimis oculi nostri et super tam nefandis abominationibus contremuerunt renes, omnia viscera sunt commota, reprimere lacrimas et continere suspiria non valemus. Sicut enim littere vestre grandi merore plene et immenso dolore non vacue nobis exhibite continebant, inter diversas heresum species que peccatis exigentibus Alemanniam infecerunt, una, sicut detestabilior ceteris sic et generalior universis, que non solum referentibus sed etiam audientibus est horrori, in nobilibus membris Ecclesie ac valde potentibus iam erupit. Hec enim omni est dissona rationi, omni pietati contraria, omni cordi odibilis, celestium omnium et terrestrium inimica, contra quam non solum homines ratione utentes verum etiam ratione carentia, cum hec pestis eorum excedat insaniam, immo ipsa etiam elementa debent insurgere et armari.
Huius pestis initia talia perferuntur. Nam dum novitius in ea quisquam recipitur et perditorum primitus scholas intrat, apparet ei species quedam rane, quam « bufonem » consueverunt aliqui nominare. Hanc quidam a posterioribus et quidam in ore damnabiliter osculantes, linguam bestie intra ora sua recipiunt et salivam. Hec apparet interdum indebita quantitate, et quandoque in modum anseris vel anatis, plerumque furni etiam quantitatem assumit. Demum novitio procedenti occurrit miri palloris homo, nigerrimos habens oculos, adeo extenuatus et macer quod consumptis carnibus sola cutis relicta videtur ossibus superducta ; hunc novitius osculatur et sentit frigidum sicut glaciem, et post osculum catholice memoria fidei de ipsius corde totaliter evanescit. Ad convivium postmodum discumbentibus et surgentibus completo ipso convivio, per quandam statuam, que in scholis huiusmodi esse solet, descendit retrorsum ad modum canis mediocris gattus niger retorta cauda, quem a posterioribus primo novitius, post magister, deinde singuli per ordinem osculantur, qui tamen digni sunt et perfecti ; imperfecti vero, qui se dignos non reputant, pacem recipiunt a magistro, et tunc, singulis per loca sua positis dictisque quibusdam carminibus, ac versus gattum capitibus inclinatis, « Parce nobis » dicit magister, et proximo cuique hoc precipit, respondente tertio ac dicente: « Scimus magister » ; quartus ait : « Et nos obedire debemus »; et, his ita peractis, extinguuntur candele et proceditur ad fetidissimum opus luxurie, nulla discretione habita inter extraneas et propinquas. Quod si forte virilis sexus supersunt aliqui ultra numerum mulierum, traditi in passiones ignominie, in desideriis suis invicem exardentes, masculi in masculos turpitudinem operantur; similiter et femine immutant naturalem usum in eum qui est contra naturam, hoc ipsum inter se dampnabiliter facientes. Completo vero tam nefandissimo scelere et candelis iterum reaccensis singulisque in suo ordine constitutis, de obscuro scholarum angulo, quo non carent perditissimi hominum, quidam homo procedit a renibus sursum fulgens et sole clarior, sicut dicunt, deorsum hispidus sicut gattus, cuius fulgor illuminat totum locum. Tunc magister excerpens aliquid de veste novitii, fulgido illi dicit: « Magister, hoc mihi datum tibi do », illo fulgido respondente: « Bene mihi servisti pluries et melius servies; tue committo custodie quod dedisti », et his dictis protinus evanescit. Corpus etiam Domini singulis annis in pascha de manu recipiunt sacerdotis et, illud ad domus suas in ore portantes, in latrinam proiciunt, in contumeliam Redemptoris. Ad hec infelicissimi omnium miserorum Gubernantem celestia pollutis labiis blasphemantes asserunt delirando celorum Dominum violenter contra iustitiam et dolose Luciferum in inferos detrusisse. In hunc etiam credunt miseri, et ipsum affirmant celestium conditorem, et adhuc ad suam gloriam precipitato Domino rediturum, per quem cum eodem et non ante ipsum se sperant eternam beatitudinem habituros. Omnia Deo placita non agenda fatentur et potius agenda que odit. Proh dolor! Quis unquam audivit talia? Quis tam nefaria potuit cogitare? Quis tantam poterit non abominari perfidiam? Quis tante nequitie poterit non irasci ? Quis contra huiusmodi perditionis et proditionis filios poterit non accendi? Ubi est zelus Moysis, qui una die idololatrarum viginti tria milia interfecit? Ubi est zelus Phinees, qui iudeum cum Madianitide uno pugione confodit? Ubi est zelus Elie, qui quadringentos et quinquaginta prophetas Baal ad torrentem Cison gladio interemit? Ubi est Mathathie zelus, cuius furor secundum legis iudicium adeo est accensus, ut insiliens trucidaret iudeum immolantem idolis super aram? Ubi est auctoritas Petri, qui in Ananiam et Saphiram, pro eo quod Spiritui sancto mentiri non timuerunt, exarsit? Certe, si contra tales terra consurgeret et iniquitates ipsorum celi sidera revelarent et manifestarent eorum scelera toti mundo, ut non solum homines sed etiam ipsa elementa coniurarent in eorum excidium et ruinam ipsosque delerent de terre facie, non parcentes sexui vel etati, ut essent cunctis gentibus in opprobrium sempiternum, ultio de ipsis sumi non posset sufficiens sive digna. Ceterum, licet magna sit horum pestilentium contritio velut mare, scientes tamen quod non est abbreviata manus Domini, ut salvare non possit et excoquere ad purum scoriam eorundem et omne stannum auferre, compatiendo ex intimo cordis super contritione ipsorum prevalida, ne nobis valeat imputari quod eam circumligare correctionum fasciis neglexerimus et mansuetudinis oleo confovere, ac sperantes quoque ut Ille qui etiam iratus non desinit misereri non semper continebit sue pietatis viscera super eos, sed de illorum manu transferet calicem ire sue, circa correctionem eorum providimus laborandum.
Quia vero in ore vestro non est verbum Domini alligatum, qui, eo infundente gratie sue imbrem qui dat omnibus affluenter, potentes estis in opere ac sermone, discretionem vestram rogamus, monemus et hortamur in Domino ac in remissionem vobis iniungimus peccatorum quatinus sumatis resinam ad mitigandum dolorem et vulnera ipsorum sananda. Ite, angeli pacis, ad exhibendum eorum plage medelam et ad correctionem eorum diligenti sollicitudine ac sollicita diligentia laboretis. Quod si forte, ut ferrum per monitionem vestram extrahatur de vulnere, non fuerit desuper eis datum, et ipsorum computruerint adeo cicatrices, quod plaga ipsa quasi penitus desperata noluerint ad sinum matris Ecclesie prona mente redire, tantam et talem cautionem de conversione sua et perseverantia exponentes quod de recidivo ipsorum de cetero nullatenus sit verendum, quia in tam grandi et gravi morbo recurrendum est ad validiora remedia, ubi medicamenta levia non proficiunt, et apponendum ferrum et ignis vulneribus, que formentorum non sentiunt medicinam, putridis carnibus ne partem sinceram attrahant amputatis, advocetis contra eos, receptatores, defensores et fautores ipsorum spiritualis et materialis gladii potestatem, universos Christi fideles monentes attentius et efficaciter inducentes ut exurgentes in adiutorium Christi sui contra eos viriliter se accingant. Nos enim, de omnipotentis misericordia et beatorum apostolorum Petri et Pauli auctoritate confisi, ex illa quam nobis licet indignis Deus ligandi atque solvendi contulit potestate, omnibus vere penitentibus et confessis qui crucis assumpto caractere ad eorundem hereticorum exterminium se accinxerint, illam indulgentiam idque privilegium elargimur que accedentibus in Terre sancte subsidium conceduntur.
Quod si non omnes etc.
Datum Laterani, idibus iunii, anno septimo*. "

anno septimo* = Papa Gregorio IX sale sul trono pontificio nel 1227 e vi rimane fino al 1241. Scrive la Vox in Rama nel settimo anno del suo pontificato che corrisponde al 1233.

Gatto nero siede su un poggio,  con la bocca e una zampa tiene un topo e con l'altra  suona un salterio - Libro delle Ore - 1320 - 1330 - Inghilterra

Gatto nero siede su un poggio, con la bocca e una zampa tiene un topo e con l'altra  suona un salterio 
Libro delle Ore 1320 - 1330 
Inghilterra

Nella Vox in Rama, che prende il nome dal versetto 15 di Geremia 31

" ... Vox in Rama audita est, 
ploratus, et ululatus  
Rachel plorans filios suos,
noluit consolari, quia non sunt. "
  
"... Una voce si ode a Rama,
un lamento e un pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
e non vuole essere consolata per i suoi figli,
perché non sono più. "

e viene spedita il 14 giugno a Enrico VII re di Germania figlio dell'imperatore Federico II e di Costanza d'Aragona, all'arcivescovo di Magonza e al vescovo di Hildesheim; Gregorio IX cita il gatto nero, ma lo fa riproponendo la relazione ricevuta dalla Germania, sull'attività rituale dei luciferiani in Renania, esposta da un chierico che tra l'altro viene assassinato a Marburgo nello stesso anno della stesura della bolla:

Tre gatti impegnati nelle attività feline  uno dorme, il secondo cerca di catturare l'uccellino in gabbia e il terzo tiene tra le zampe un topo  - Bestiaro della metà del 13 secolo

Tre gatti impegnati nelle attività feline  uno dorme, il secondo cerca di catturare l'uccellino in gabbia e il terzo tiene tra le zampe un topo 
Bestiaro della metà del 13 secolo

" ... quando un novizio viene accolto in essa ed entra per la prima volta nelle riunioni dei reprobi, gli appare l'aspetto di una certa rana, che alcuni sono soliti chiamare "rospo". Baciandolo alcuni da dietro e altri sulla bocca, ricevono la lingua della bestia in bocca e la saliva. Questo appare a volte a grandezza naturale, a volte sotto forma di un'oca o di un'anatra, e generalmente assume la dimensione di una fornace. Infine, mentre il novizio avanza, incontra un uomo di un pallore spaventoso, con occhi nerissimi, così magro ed emaciato che senza carne, sembra rimasto solo con la pelle che ricopre le ossa; il novizio lo bacia e lo sente freddo come il ghiaccio, e dopo il bacio il ricordo della fede cattolica scompare completamente dal suo cuore. Si siedono durante il banchetto e alla fine quando si alzano, attraverso una specie di statua, che di solito si trova nei luoghi di queste assemblee, scende all'indietro a guisa di un cane di media grandezza, un gatto nero dalla coda attorcigliata, che il novizio bacia per primo poi il maestro, e poi ciascuno in ordine, i quali però sono degni ma anche perfetti; ma gli imperfetti, che non si ritengono degni, ricevono la pace dal maestro... "

Vox in Rama
Liberamente tradotta da Me Medesima


Gatto nero seguito dai gattini 
Bestiario della metà del 13 secolo
Inghilterra

Ora, poiché nel testo si parla anche di rane, rospi, oche e anatre perché mai Gregorio IX si sarebbe limitato a disporre la strage solo dei gatti neri?
La verità è che di questa ecatombe felina non vi è traccia alcuna come ci spiega il ricercatore ateo Tim O’Neill che ha una laurea con lode in inglese e storia con un master presso l'Università della Tasmania, una specializzazione in analisi storicistica della letteratura medievale, e si è interessato a questa storia che nasce da un meme pubblicato nell'aprile 2017, condiviso e ricondiviso senza controllare se ciò che affermava fosse vero o falso.
Aggiungo che i gatti e i cani nel Medioevo potevano essere vettori della Yersinia pestis quanto se non più dei ratti e che da studi recenti sembra che la peste nera trovi la sua origine in Asia e si sia diffusa in Africa del Nord e in Europa attraverso le vie commerciali praticate non dai ratti, dai gatti o dai cani, ma dagli uomini e  seguendo in un ultimo passaggio la fantasiosa teoria dello sterminio, in un'Europa senza gatti neri, ritenuti cacciatori per eccellenza di topi, il tasso di mortalità provocato dalla peste nera sarebbe dovuto essere più alto di quello rilevato in Asia centrale o in Medio Oriente, ma i dati ci dicono che non è così.

Gatto nero con un topo e una donnola - Bestiario della metà o fine del 13 secolo

Gatto nero con un topo e una donnola 
Bestiario della metà o fine del 13 secolo

Un gatto nero insegue un topo - Iniziale lettera D - Libro delle Ore  fine 13 secolo - Inghilterra

Un gatto nero insegue un topo - Iniziale lettera D
Libro delle Ore  fine 13 secolo
Inghilterra

E concludo dicendo che risulta davvero inverosimile che gli amanuensi riportassero nei bestiari, nei libri delle ore, nei salteri e oltre, così tante immagini di un animale considerato demoniaco a tutto tondo.

Con questo vi auguro una lieta Giornata Nazionale del Gatto Nero!

sabato 11 novembre 2023

Le lanterne di San Martino

" ... Non si può creder poi quanta moltitudine di persone concorresse ad onorare il suo funerale. Tutta la città volò incontro al cadavere, tutti quei delle terre e villaggi, e molti ancora delle vicine città v’intervennero. O come grande fu il pianto di tutti! Quanti particolarmente i lamenti de i monaci addolorati! I quali dicesi che in quel giorno arrivassero quasi a due mila, pregio singolar di Martino, ad esempio di cui erano pullulati tanti virgulti nel servigio del Signore. Mandava dunque avanti di sé il defunto pastor le sue torme, le pallide turbe di quella santa moltitudine, le schiere mantellate e dei vecchi pieni di meriti per le sostenute fatiche, e de i giovani di fresco datisi alla milizia di Cristo. Dopo era il coro delle vergini, che trattenea per verecondia le lagrime, conoscendo bene esser dovere più tosto con lui rallegrarsi, che riposava già nel seno del Signore: ed oh con che santa letizia sapeano dissimular il dolore! Vietando la fede il piangere, ed ai gemiti sforzando l'amore; poiché tanto era religioso uffizio il gioire della sua gloria, quanto pio il dolersi della sua morte. Avresti perdonato alle lagrime, avresti goduto del gaudio, pia cosa essendo del pari goder per Martino, e pianger Martino, mentre ognuno fa il suo dovere, e con se stesso dolendosi, e con lui rallegrandosi. Una tal turba adunque, celesti inni cantando, il corpo del beato uomo fino al luogo del sepolcro accompagna. Si confronti, sé piace, con questa quella pompa mondana, non dirò de i funerali, ma del trionfo; che potrassi mostrar di simile all'esequie di Martino. Conducano quelli dinanzi ai lor carri gli schiavi dietro le palle legati il corpo di Martino da questi che sotto la di lui disciplina vinsero il mondo, vien seguitato. Quelli con evviva confuse esalti pure la stoltezza de i popoli; a Martino con sacri salmi s’applaude, Martino con inni celesti si onora. Quelli dopo i loro trionfi saran giù cacciati ne gli abissi crudeli; Martino festante là nel seno d’Abramo vien ricevuto, Martino qui povero e umile entra ricco nel cielo, e di là, come spero, noi proteggendo, tiene in me che ciò scrivo fisso lo sguardo, e in te che leggi. "

Vita di Martino
Sulpicio Severo

Funerali di San Martino - 1322 - 1326 - Simone Martini - Basilica Inferiore di San Francesco d'Assisi - Assisi

Funerali di San Martino 
322 - 1326
Simone Martini 
Basilica Inferiore di San Francesco d'Assisi - Assisi

Una delle tradizioni della Festa di San Martino nasce da questo testo scritto da Sulpicio Severo che ci spiega come circa duemila persone accompagnano il corpo di Martino sul luogo della sua sepoltura, un gesto di grande amore, di stima e di partecipazione che si consacra nel tempo e diventa rito in Italia, in Belgio, in Francia, nei Paesi Bassi e in tutti quei posti che hanno assimilato la cultura di queste nazioni. Ogni anno, sotto la supervisione degli adulti, i bambini costruiscono delle lanterne di varie forme e di variegati colori all'interno delle quali inseriscono una candela che accendono, la Vigilia della festa sul far della sera, quando escono di casa e intonano dei canti tradizionali mentre vanno ad ascoltare la messa e raggiungono la chiesa insieme ai coetanei riproponendo simbolicamente la processione che segue San Martino al sepolcro. 

Lanterna di San Martino

Lanterna di San Martino

In Alsazia, nel die Laternen laufen, i bambini in processione si accodano a un San Martino che procede in groppa a un asinello e va a ricordare l'episodio della scomparsa dell'asino del santo successivamente ritrovato proprio di bambini.

Lanterna di San Martino

In Germania, durante la processione della Vigilia di San Martino che viene chiamata Laternenumzug, i bambini, che indossano delle maschere e portano con sé dei lumini o le lanterne di carta colorata che hanno costruito,  seguono  un San Martino che qui procede su un cavallo e cantano: 

Ich geh mit meiner Laterne

Ich geh' mit meiner Laterne und meine Laterne mit mir.
Da oben leuchten die Sterne, hier unten leuchten wir.
Ein Lichtermeer zu Martins Ehr, Rabimmel, Rabammel, Rabumm.
Ein Lichtermeer zu Martins Ehr, Rabimmel, Rabammel, Rabumm.

Ich geh' mit meiner Laterne und meine Laterne mit mir.
Da oben leuchten die Sterne, hier unten leuchten wir.
Der Martinsmann, der zieht voran. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.
Der Martinsmann, der zieht voran. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.

Ich geh' mit meiner Laterne und meine Laterne mit mir.
Da oben leuchten die Sterne, hier unten leuchten wir.
Wie schön das klingt, wenn jeder singt. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.
Wie schön das klingt, wenn jeder singt. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.

Ich geh' mit meiner Laterne und meine Laterne mit mir.
Da oben leuchten die Sterne, hier unten leuchten wir.
Ein Kuchenduft liegt in der Luft. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.
Ein Kuchenduft liegt in der Luft. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.

Ich geh' mit meiner Laterne und meine Laterne mit mir.
Da oben leuchten die Sterne, hier unten leuchten wir.
Beschenkt uns heut, Ihr lieben Leut'. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.
Beschenkt uns heut, Ihr lieben Leut'. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.

Ich geh' mit meiner Laterne und meine Laterne mit mir.
Da oben leuchten die Sterne, hier unten leuchten wir.
Mein Licht ist aus, ich geh' nach Haus. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.
Mein Licht ist aus, ich geh' nach Haus. Rabimmel, Rabammel, Rabumm.


Io vado con la mia lanterna

Io vado con la mia lanterna
e la mia lanterna con me.
Lassù brillano le stelle
e qui sotto brilliamo noi.
La mia luce è spenta, vado a casa,
rabimmel, rabammel, rabumm.
Il gallo che canta, il gatto miagola
rabimmel, rabammel, rabumm.

Io vado con la mia lanterna
e la mia lanterna con me.
Lassù brillano le stelle
e qui sotto brilliamo noi.
La mia luce è accesa, io vado avanti,
rabimmel, rabammel, rabumm.
La mia luce è bella, la potete vedere,
rabimmel, rabammel, rabumm.

Io vado con la mia lanterna
e la mia lanterna con me.
Lassù brillano le stelle
e qui sotto brilliamo noi.
Porto la mia lanterna, non ho paura.
rabimmel, rabammel, rabumm.
San Martino qui, noi brilliamo a te
rabimmel, rabammel, rabumm.

Io vado con la mia lanterna
e la mia lanterna con me.
Lassù brillano le stelle
e qui sotto brilliamo noi.
Come suona bene quando ciascuno canta,
rabimmel, rabammel, rabumm.

La mia luce si spegne, ce ne andiamo a casa.
rabimmel, rabammel, rabumm - 4 volte

Bussano anche di porta in porta per ricevere dolci e frutta secca e si riuniscono intorno al fuoco per  scambiarsi pane e altri regali.

Lanterna di San Martino

Lanterna di San Martino

In casa mia la tradizione  prevede anche un agrume piuttosto grande.

Pompelmo per la lanterna di San Martino

Dalla scorza, in questo caso di un pompelmo, liberata dalla polpa con un'incisione a forma di croce si ricava una lanterna, in ognuna delle quattro parti ottenute si fa un foro attraverso il quale viene fatta passare la corda che la reggerà e si pone al suo centro una candela che con il calore che sprigiona fa rilasciare alla scorza il profumo dei suoi oli essenziali e si può decorare con tutto ciò che la propria fantasia offre.

Pompelmo lanterna di San Martino

Pompelmo lanterna di San Martino

Poiché la Festa di San Martino apre le porte alle feste natalizie le lanterne vengono accese ogni sera prima di andare a dormire fino alla nascita di Cristo e il risultato finale è...

Pompelmo lanterna di San Martino

 un porta candela che si può conservare, ridecorare e riusare

Lieta Festa di San Martino!




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Posti liberi 4 
Giorni prenotabili: 1 dicembre - 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 10 dicembre - 12 dicembre - 13 dicembre - 14 dicembre - 15 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 20 dicembre - 21 dicembre - 23 dicembre - 24 dicembre
Giorni sospesi: 25 dicembre   

P. S. Niente P.C.
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