domenica 25 dicembre 2016

Un cielo di Natale color Ambra


* " Quanta malinconia in questo racconto di Natale*. Eppure più vero, più caldo ed emozionante nella sua morbida luce di tutte le luminarie che ci frastornano dintorno in questi giorni, superficiali e false portatrici di allegria. La " Luce misteriosa " dei sentimenti è ben altra.
Le tradizioni cristiane che ancora esistono si rifanno ai riti pagani, sepolti nella notte dei tempi, ma non mi stupirei  se le feste e i rituali pagani risalissero a ere primordiali.
Non ho mai fatto l'albero di Natale con un albero vero. A casa mia i miei genitori non lo volevano e io ho proseguito la tradizione. Un albero è un essere vivente anche se inanimato e bisogna rispettarlo.
No ho il Calendario dell'Avvento a casa mia, ma ogni mattina, quando mi sveglierò penserò... e simbolicamente aprirò una finestrella.
Meravigliosa descrizione del presepe con paesaggi e  persone della vita di ogni giorno. Un presepe poetico e reale.
La tombola... le immagini, i numeri... tutto ha un sapore pieno di fascino che ricorda le misteriose tradizioni che legano gli uomini del passato a quelli di oggi e di domani. 
La migliore ricompensa per un regalo è vedere la gioia nello sguardo di chi lo riceve."

* Il testo è un assemblaggio dei commenti lasciati da Ambra su questo blog nei post dedicati al Natale, segue un pensiero per Monica, uno sul Capodanno e i suoi auguri.
racconto di Natale* = Natale sul Reno di Luigi Pirandello


A Monica


" Mi pungevano le lacrime nel leggere le tue parole. Ho due figli, ma non ho mai perso un figlio né bimbo né adulto. Non ti conosco, ma sono certa che, per quanto mi sforzi con tutta l'empatia di cui sono capace, di entrare nel tuo cuore, per soffrire insieme con te, so che fino in fondo non riuscirò a conoscere l'immensità del tuo dolore, pur se riesco almeno ad immaginarla.
Mi dispiace tanto, le tue parole sono di una persona annientata dalla sofferenza, ma l'amore che c'è in te colmerà quel vuoto che ora ti opprime.
Sono un'estranea per te, ma, credimi, spero che l'affetto che hai destato in me, ti raggiunga e ti avvolga, per lenire anche solo un poco il tuo dolore. "

Sul Capodanno

" Il Capodanno dovrebbe essere un momento di riflessione, Di riesame. Ma chissà se tra botti e incidenti davvero qualcuno ferma la mezzanotte per guardarsi dentro e fuori. "

Buon Natale e buon anno con un grande abbraccio da parte mia


Ambra



venerdì 23 dicembre 2016

Alla ricerca della gioia e dell'allegria natalizia - Insieme raccontiamo 16

È arrivato il sedicesimo incipit di Patricia che con il suo Insieme raccontiamo abbraccia la stagione natalizia, è un' edizione speciale che non pone limiti di parole o di battute, quindi partecipate, leggete e buon divertimento.

Per i dettagli cliccate sul nome dell'iniziativa.


Natale! Dovrebbe essere il periodo delle feste, dei pranzi in compagnia... della gioia e dell'allegria. Eppure, quest'anno sarebbe stato diverso. Troppe cose erano cambiate. Aveva soltanto più ricordi che già sapeva il tempo avrebbe sbiadito.

Doveva trovare una soluzione.....


Patricia Moll


Prese dal cassetto quell'album di fotografie che sua madre le aveva regalato, si sedette sul divano, sciolse il fiocchetto di velluto dorato che teneva unite le pagine e cominciò a sfogliarlo, conteneva tutta la sua vita in immagini, scelse quelle dedicate ai Natali passati in cui la famiglia era riunita, chiamò la sua bambina e le disse: " Vieni piccola, prepariamo l'albero di Natale, quest'anno tra le decorazioni e le luci colorate aggiungiamo delle fotografie, per ognuna di esse ti racconterò una storia e quando sarai grande, nel riguardarle insieme, tu, le stesse storie le racconterai a me e inizierai dicendomi c'era una volta ... "

Sciarada Sciaranti

Voglio ricordare che domani la ventiquattresima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima sarà quella di Elio del blog De qua e de la e festeggeremo insieme il suo compleanno.

giovedì 22 dicembre 2016

Buon Natale!

Una nuova amica, Ofelia del blog PRIDE mi ha invitata al mio primo meme organizzato da Ferruccio Gianola con lo scopo di far diventare virali gli auguri di Natale. Lei spiega che: 

" bisogna scrivere un meme per scambiarci gli auguri di Buone Feste e cercare di coinvolgere più blogger possibili fino a far diventare questa iniziativa virale.
C’è una sola regola importante da rispettare: niente proclami religiosi o politici. "


Io non conosco Ferruccio, ma a intuito credo che " niente proclami religiosi ", più o meno possa voler dire:  niente lezioni di catechismo sul Natale che ben sappiamo essere una festa religiosa e che ben conosciamo con annessi e connessi. 

Ringrazio Ofelia e a mia volta invito in ordine alfabetico:

Clelia del blog: Klelia crea
Costantino del blog: Mostrelibriluoghi
Gianna, il Mio Dolce Sorriso del blog: Gianna: Il bene in noi
Leonardo del blog: Leonardo - note in libertà
Pia del blog: Mondo d'Arte di Pia

Con i nomi mi fermo a cinque, ma vi considero tutti invitati. 



Il mio augurio per voi è che possiate passare un Natale lontano dalle ipocrisie e dalle formalità, vi auguro un Natale che vi possa sorprendere con la dolcezza, che vi faccia spalancare gli occhi dalla gioia e che vi inondi il cuore di bellezza, vi auguro un Natale da bambini fortunati. 

A chi soffre auguro un Natale che permetta di trovare la strada giusta.

Poi ai bulli pieni di sé, brutali, con tanti muscoli e niente cervello, che mentono e manipolano la realtà, alle galline pettegole e starnazzanti che osservano dal buco della serratura senza capire cosa vedono e proiettano la loro volgarità sulle brave persone, agli imbecilli che con aggressività, per convinzioni che non hanno niente a che vedere con la verità, insultano e mettono in difficoltà chi è educato, auguro un Natale illuminante che li possa far inginocchiare e vergognare davanti al loro essere privi di anima.


Buon Natale a tutti !

mercoledì 21 dicembre 2016

"Era venuto il vento, poi la pioggia, infine la tempesta."

Fino a questa mattina non mi ero resa conto che la finestra di Monica si sarebbe aperta sul solstizio d'inverno, porta d'entrata di una stagione ostica, fredda, difficile.
Lei poteva realizzare il suo post per la fine del calendario e io come unica data a disposizione avevo il 21 dicembre, una coincidenza. Monica è la mamma del nostro Alessandro e insieme alla sua famiglia dall'anno scorso ha dovuto affrontare una realtà devastante in cui quella sofferenza che, per la sua vastità sfocia anche nel dolore fisico che ti leva il fiato, ha iniziato a muoversi in un inverno infinito. Ale è volato in cielo e loro sono qui nella tempesta.



Ringrazio Sciarada per avermi incluso in questo splendido calendario dell'Avvento, pur sapendo che ne sarei stata la nota stonata.
Ringrazio tutti voi per il pensiero che dedicate ad Alessandro.
Ciao Ambra.


"Venivano da lontano.
Perdute le cose che avevano, le cose che erano.
Era successo tutto troppo in fretta. Lo sapevano che il disastro stava per arrivare ma avevano sperato fino alla fine che non succedesse, che qualcosa cambiasse.
Invece no.
Era venuto il vento, poi la pioggia, infine la tempesta.
Buio dappertutto. Intorno e dentro.
Dopo, il mondo di prima non c'era più.
Non si riconosceva più.
C'erano solo rovine.
E così erano partiti.
Il viaggio era lungo e faticoso.
A volte camminando avevano voglia di ricordare le cose belle come erano state, e allora si fermavano e le guardavano nelle nuvole, e immaginavano di averle ancora.
Ma erano cose fatte di nuvole e dopo un po' si dissolvevano.
A volte erano arrabbiati, tristi, cattivi e avevano solo voglia di dimenticarle le cose belle, di cancellarle come se fossero state scritte sulla lavagna e come se una volta cancellate si potesse smettere di pensarle.
Ma non era così.
A volte i ricordi facevano male pungenti come spine.
A volte invece ci si ricordava solo la rosa e non si pensava alle spine e allora era bello perché era come essere ancora al posto di prima.
A volte quando si addormentavano desideravano non svegliarsi più perché il sonno era un bel posto dove stare: lì dentro sembrava che le cose fossero come prima.
Poi però si svegliavano- ci si sveglia sempre a un certo punto- e faceva più male, più male di prima.
Allora facevano finta di niente e si occupavano delle cose necessarie, come trovare la strada giusta.
Da che parte bisognerà andare?
Sarà questa la direzione?
Arriveremo da qualche parte?
Tenersi occupati in quel modo li aiutava a non pensare. Ma non durava tanto.
È difficile non pensare a lungo.
E quando pensavano si sentivano confusi e persi.
A volte erano stanchi.
Così stanchi che non si reggevano più in piedi e dovevano fermarsi a riposare.
A volte non avevano fame e non avevano sete, ma dovevano costringersi a mangiare e bere.
Non avevano più voglia di giocare, cantare, ridere.
Però si sforzavano, un po' alla volta, perché il viaggio era lungo e bisognava pur far qualcosa mentre si andava.
Qualche volta qualcuno rideva e poi gli dispiaceva di aver riso.
Qualcuno giocava e poi si fermava di colpo e gli dispiaceva di aver giocato.
Avevano cuori pesanti e valigie piccole.
Portavano con sé poche cose, ma preziose.
Cose segrete della vita di prima, quando insieme si stava bene e si era più interi.
Ciascuna valigia era piena di segreti.
Ciascuno la teneva per sé.
Ogni tanto qualcuno apriva la sua piccola valigia e ci guardava dentro.
Non voleva che gli altri vedessero i suoi segreti.
Così poi la richiudeva e ci si sedeva sopra.
Le valigie restavano chiuse.
E loro erano soli.
Insieme ma soli."



Il Natale non è la festa di tutti. Non tutti i Natale sono uguali. Non tutte le mamme o i papà sono uguali, non tutti i bambini sono uguali. 
Ci sono i bambini incantati dalla magia dell'attesa. 
Ci sono quelli che a mani vuote sanno di attendere chi non tornerà più. 
Ci sono mamme che tra le braccia hanno tutto ciò che desiderano e ci sono madonne rabbiose a cui non sarà mai spiegato il senso del sacrificio del proprio figlio. 
Ci sono papà sicuri di poter proteggere i loro bambini e papà a cui è toccato scontrarsi con un destino beffardo che li ha lasciati sconfitti, con un senso di impotenza che li accompagna sempre, non li mollerà più.
Cosa hanno da sperare, cosa da aspettarsi queste solitudini dal Natale? 
Loro non appartengono al Natale. 
Sono controfigure che si muovono incerte nel clima natalizio. Si muovono incerte su tutti i percorsi.
Non appartengono al Natale, non appartengono alla vita.
Non appartieni più al Natale nemmeno tu, che di Natale ne hai visti solo sette.
Hai ancora un regalo nell'armadio, quello che non hai mai fatto in tempo ad aprire. 
Eppure nessuno più di te ha mai capito il vero significato del Natale.
Tu hai sempre saputo del calore di un abbraccio e del potere di un sorriso.
Della forza dell'amore. 
Della capacità di donare, non ho mai conosciuto qualcuno generoso come te.
Della felicità di stare insieme, anche in una stanza di ospedale, ma insieme, noi quattro.
Tu hai avuto sempre tanto da insegnare e noi tanto da imparare.
Tu sei stato ogni giorno il nostro Natale, sei stato ogni giorno il nostro miracolo.
Buon Natale amore mio
Monica


Passo il testimone a Elf2mani di Elfi

domenica 11 dicembre 2016

Papà, papà ...


- " Papà, papà, alla televisione dicono che a Natale siamo tutti più buoni. "
- " Vieni figliolo, mettiamoci comodi davanti al camino che ti leggo una storia. "


" Era la vigilia di Natale. Contrariamente alle poesie dei poeti e ai quadri cromolitografici, i quali vogliono che quel giorno il cielo sia color del piombo, le case e i giardini coperti di neve, la povera gente tremante di freddo, splendeva un bel sole caldo e lieto... un buon sole che indorava le case e i visi e carezzava le spalle dei vecchietti seduti sulle panchine della passeggiata in faccia al mare.
Le vie della città di C... erano piene di luce e i viandanti vi passeggiavano lentamente, pigramente, parati del loro bello e ridicolo abito domenicale...
Le officine erano deserte, le botteghe risplendevano, l’aria spandeva dovunque odori di arancio e di legno verniciato... Le vetrine, sontuosamente guarnite, offrivano con più pompa, più splendore e più malizia del consueto le loro varie e ripetute tentazioni, fiori più ricchi, gioielli più falsi, ghiottonerie più rare.
Non era gioia - la gioia non è mai tra le folle, sopratutto tra le folle in festa - ; era qualche cosa di grave e di raccolto, di quasi austero, di cui si sorprendeva la silenziosa espressione negli sguardi fermi davanti alle ghirlande di merletti, alle sete drappeggiate, agli scrigni scintillanti, ai trionfi di frutti canditi, ai maialetti di latte, grassi, rosei, lisci, canonici, mollemente adagiati, con una rosa nel grugno, sopra un letto di foglie e di gelatina multicolori, preziosamente ornati. E ciascuno perseguiva un profondo sogno interiore, secondo la inclinazione della propria sensualità.
Elegantissima e graziosissima, una donna scese dalla propria vettura, davanti a un negozio di dolciere.
Era una signora forestiera, ma tuttavia conosciuta nella città, perché essa ci tornava tutti gli anni a domandare al clima di C... e alla sua tranquilla esistenza, una salute che Parigi le negava con i suoi inverni tormentati e fangosi.
Ricca e generosa senza ostentazione, proprietaria d’una villa i cui giardini erano celebri e dove i poveri sapevano di trovar buona accoglienza, ella era amata, o piuttosto era rispettata, a cagione del suo lusso e delle spese che faceva nel paese... Ma incuriosiva la gente con le proprie abitudini, che non erano quelle di tutti ; apportava, in quella piccola città estremamente borghese, uno squisito profumo di libertà, un individualismo originale e grazioso, una cura di vivere per sé non per gli altri, tutte cose adatte a turbare gli abitanti incrostati nella mota dei vecchi pregiudizi e delle tradizioni decrepite... E poi, non era essa maritata ad un ebreo ?...
La signora entrò nel negozio già pieno di gente. Quella pasticceria, molto rinomata, nella quale si accumulavano le più bizzarre immaginazioni, scene di zucchero, aneddoti sentimentali in confetture, terribili episodi militari in frutti candidi, era il punto di richiamo di tutti i curiosi a spasso. Si andava là come a una rappresentazione a teatro o ad un panorama. La folla stazionava in permanenza davanti alla vetrina e vi si avvicendava tutto il giorno, ingombrando quella parte del marciapiede malgrado gli sforzi di una guardia civica per tenerlo sgombro a fine di permettere la circolazione.
Improvvisamente, profittando della distrazione generale, un essere assai miserabile, una specie di mendicante, scarnito, dalla pelle gialla, coperto di cenci, scorgendo sopra i cuscini della vettura, probabilmente dimenticata dalla signora, una bella borsa di velluto montata in oro, fece atto d’impadronirsene... Ma il cocchiere, voltatosi in tempo giusto, cacciò un gran grido :
- Al ladro !... Al ladro !...
La folla in estasi davanti alla vetrina, a quel grido si voltò... e subito tutte le facce si contrassero, con negli occhi un luccichio d’ebetismo selvaggio, e quasi di spavento...
- Che cosa ?... Che cosa ?... - gridò la folla.
Il cocchiere, terribile, con la bocca cattiva, ripetè :
- Al ladro !... Al ladro !...
Qualcuno domandò, mostrando i pugni :
- Qual’è il ladro ?
- Dov’è il ladro ?... - domandò un altro, i cui occhi sgranati esprimevano odio e paura.
Tutti si posero in atteggiamento di difesa e tutti, con una stessa voce compatta e fraterna, gridarono :
- Dov’è il ladro ?
- Là !... Là !... Eccolo !... - indicò il cocchiere.
E con la punta della frusta toccò la faccia scarnita del mendicante. Immediatamente, questi fu circondato e investito. Quaranta pugni si alzarono sopra lui... Venti bocche gli vomitarono addosso l’ingiuria :
- Ha rubato !... Ha rubato !...
- Che cosa ?... Che cosa ?... rubato che cosa ?
- Il delegato !... Il delegato !...
In quel momento appunto il delegato di pubblica sicurezza se ne andava a spasso con la propria famiglia. Vedendo un assembramento, pugni alzati, facce congestionate, si lanciò in mezzo.
- Che cosa c’è ?
- Ha rubato !.. Ha rubato !...
- Chi, ha rubato ?
- Il ladro, perbacco !
- Dov’è ?
- Eccolo là !... Eccolo là !..
- Che cosa ha rubato ?...
La folla non lo sapeva. Il cocchiere, contegnosissimo, spiegò :
- Ha rubato la borsa della signora !
E con la punta della sua frusta, ancora una volta, indicò la piccola borsa di velluto, la quale, afflitta da tanto baccano, si era nascosta tutta vergognosa in un angolo della vettura...
- Ah ! Ah ! - fece il funzionario, gravissimo - È abominevole !.. Agguantatelo !... Si agguanti il ladro !... In prigione !...
- In prigione ! Sì... sì... in prigione !...
La folla battè le mani, esaltata dalla gioia della vendetta.
In quel momento l’elegante signora usciva dal negozio : si soffermò sulla soglia, stupita e inquieta per quell’agitazione... Ne domandò la causa... Fu acclamata.... alcuni cappelli, in segno di trionfo, ballarono sulla punta dei bastoni sollevati...
- È stato preso !... È stato preso !...
- È stato preso, chi ?... - interrogò la signora.
- Il ladro !... Il ladro !...
- Che ladro ?...
- Il ladro, perbacco !... Il ladro !...
Ma il delegato si avanzava, solenne, col cappello in mano...
- Sì, signora !... - disse, inchinandosi profondamente. - È stato preso, fortunatamente... Per la buona reputazione della città !...
La signora, sempre più stupita, ripeté :
- Chi è stato preso ?
- Il ladro !
- Quale ladro ?
- Il ladro che ha rubato la vostra borsa... Il suo caso è chiaro...
- Sì ! Sì ! - acclamò la folla.
- È un pezzente !... Un cencioso !...
- Sì !... Sì !...
- Sarà ben acconciato, ve lo garantisco !...
- Bravo !... Bravo !...
E la signora vide allora la piccola borsa nella sua vettura e il mendicante dalla faccia scarna, la cui spalla era artigliata dalla mano brutale d’un poliziotto.
- In prigione !... - comandò il delegato.
- Sì !... sì... in prigione... picchiatelo !...
- Strappategli i capelli !...
- La pelle !...
- Sgozzatelo !...
La signora aveva tutto compreso... Disse :
- Perdonate, signor delegato... Non è cosa grave... non è niente... Poiché ho la mia borsa, non esigo che voi meniate questo pover’uomo in prigione...
La folla cominciò a mormorare... Si udirono qua e là degli « oh ! », degli « ah ! »...
- È impossibile altrimenti... signora - spiegò il delegato - ci vuole un esempio... per la buona reputazione della città...
- Non si tratta della buona reputazione della città... Io non sono lesa. Non sporgo nessuna denuncia... Vi domando di rendere la libertà a quell’uomo.
Il delegato si ostinò :
- La legge, signora... la città... il rispetto... il mio dovere... quale magistrato... quale cittadino...
- Rilasciate quest’uomo !...
Il brontolio si accentuò... Dapprima sguardi meravigliati... poi sguardi furiosi... poi sguardi pieni di astio si rivolsero su lei... Ella non li vide.
Alcune parole ingiuriose proruppero qua e là : ella non le intese.
Impazientita, con una voce imperiosa, essa ordinò :
- Voglio che rilasciate quest’uomo... Lo voglio !... È chiaro, questa volta ?
Nella folla ci fu un’esplosione : la collera, l’indignazione che fino allora si erano scagliate contro il mendicante, investirono la signora... Suonarono ben distinti oltraggi, sputi e ignobili minacce... Per qualche secondo la signora ebbe a sopportare qualcosa d’immondo, come lo stupro di tutta la sua persona compiuto da quella folla frenetica.
Un monello, con la bocca torta dagli insulti urlati, si precipitò alla briglia dei cavalli.
- Pitocca !
- Sgualdrina !
- Portatela via !
- Morte ai giudei !...
- Siete tanti selvaggi !... - urlò la signora.
Quindi se ne stette impassibile, sotto gli urli e i fischi, aspettando che fosse rimesso in libertà il pezzente.
Questo, con la faccia sanguinante... un lato della barba strappato... la testa nuda, essendo il suo cappello, il miserabile suo cappello, ruzzolato su strada..., si allontanò... tremante, sulle gambe scarne...
Allora soltanto la signora, tutta fremente, risalì nella vettura, inseguita dagli ingiuriosi urli di quella folla ai cui artigli le sue gracili dita di donna avevano strappato e messo in salvo un poco di carne umana. "

La botte di sidro
Octave Mirbeau


- " Papà, ma allora non è vero che a Natale siamo tutti più buoni. "
- " No, non è vero. "
- " Papà ... "
- " Sì? "
- " Per la Vigilia di Natale possiamo invitare un povero a cenare con noi? "
- " Certo. "
- " Papà ... "
- " Dimmi. "
- " Possiamo adottare un povero per sempre? "
- " ... Sì, possiamo bambino mio. "


Con Alessandro e Ambra
Golconda


Passo il testimone a Patricia del blog Myrtilla' s house

giovedì 8 dicembre 2016

Sulla strada di casa

Come da tradizione l'otto dicembre, Festa dell'Immacolata, si decora l'Albero di Natale, c'è chi lo prepara anche per gli altri e ornamento dopo ornamento, lucina dopo lucina crea un' opera d'arte che può assumere le sembianze di  un faro illuminato sulla strada di casa, punto di riferimento per i naviganti avvinghiati dalle tenebre della notte.



" ... L'ultima cosa che facemmo al cottage, prima dell'arrivo del proprietario con la sua famiglia, fu sistemare gli alberi di Natale nei tre soggiorni e nella biblioteca al pianterreno, e sul terrazzino protetto da una vetrata, all'ultimo piano in prossimità del tetto. Decorammo quest'ultimo con luci colorate. Dopo aver inserito la spina, restammo in religioso silenzio. Colsi un'espressione di meraviglia sul viso di mio padre, la stessa che può provare un artista nel completare un suo quadro che, una volta finito, si riveli più bello di qualsiasi tela avesse mai sperato di poter dipingere. Mio padre mi fece girare verso le finestre e indicò la buia superficie dell'oceano. Là fuori fra le tenebre, mi spiegò, c'erano navi con uomini a bordo, e quegli uomini avrebbero visto l'albero illuminato.
' Non si può mai sapere, figliolo ' aggiunse.
' Potremmo aiutare qualche povera anima a ritrovare la strada di casa. ' ... " 

Natale a Serenity
Don J. Snyder

Buona Festa dell'Immacolata a voi !

Per chi è interessato alle tradizioni dell'otto dicembre:

lunedì 5 dicembre 2016

L'anello di congiunzione tra San Nicola e Babbo Natale


Per quanto mi riguarda le celebrazioni della stagione natalizia si aprono il 25 novembre,  non proprio istituzionalmente, tre giorni prima dell'inizio delle novene dedicate all'Immacolata, e si concludono il 2 febbraio con la festa della Candelora in cui per tradizione si tolgono le decorazioni. All'interno di questo tempo è inserita la festa di San Nicola che scocca alla vigilia del 6 dicembre quando tutti i bambini vanno a dormire.
Nel medioevo uno dei rituali celebrativi, per inculturazione legittimo figlio cristiano del pagano Rex Saturnialorum - Re dei Saturnalia simbolo della frenesia delle feste romane dedicate al dio Saturno in cui l'ordine costituito veniva stravolto e in cui le regole erano infrante per poi essere rigenerate con l'anno nuovo, prevedeva che: 


" ... Il 6 dicembre i seminaristi usavano eleggere fra di loro un vescovello (episcopellus) e i suoi cappellani che sarebbero stati protagonisti, alla festa dei Santi Innocenti, il 28 dicembre, di una cerimonia parodistica, l'episcopus puerorum o innocentium (vescovo dei fanciulli o degli innocenti), che si svolgeva in chiesa.
L'episcopello imberbe indossava i paramenti e, salito in cattedra, reggeva il coro e impartiva la benedizione come un vescovo autentico. Chierici e preti si scatenavano in una giostra carnascialesca di lazzi e parodie durante il servizio divino cui assistevano in abiti da mascherata. Entravano nel coro danzando e cantando canzoni oscene, gettavano nel turibolo in luogo dell'incenso pezzetti di cuoio che ammorbavano l'aria. E dopo la messa correvano, saltavano e ballavano in chiesa. Quegli eccessi erano la sopravvivenza di culti e usanze precristiane che la Chiesa cercò di moderare e infine di espungere dalle feste natalizie in una lunga lotta conclusa soltanto nel secolo XV ... "

Calendario 
Alfredo Cattabiani


La festa dei Folli
 Pieter Bruegel 
 Metropolitan Museum of Art 
New York  

L'Episcopellus una volta uscito dalla chiesa con tanto di anello, bastone pastorale, insegne e mitra, insieme alla sua corte continuava in strada la pomposa cerimonia nutrita da scherzi irriverenti e conosciuta anche con il nome di " Festa dei Folli " .
Pertanto partendo dal costume del Rex Saturnialorum, che ispira l'Episcopus Scholariorum per rendere omaggio al santo portatore di doni, si giunge a Babbo Natale alter ego di san Nicola. In altre parole Babbo Natale è la corruzione folkloristica di san Nicola che viene generata dal parodistico Episcopellus che modella sé stesso sulla linea del Rex Saturnialorum e l'Episcopellus è l'anello di congiunzione tra san Nicola e Babbo Natale.



Buona Festa di San Nicola !
Ciao Ale, ciao Ambra.

Passo il testimone a Negus del blog Ad Nutum
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...