lunedì 30 novembre 2020

Il Natale Express naviga a vista

"... Al centro della mensola c’era una specie di elaborato calendario dell’avvento realizzato in legno, intagliato e dipinto a mo’ di albero di Natale addobbato. Su tutta la superficie del gioco della tradizione c’erano delle porticine numerate. Ne aprì alcune ma le trovò tutte vuote ... "

La magia del Natale
Kristen McKanagh
Traduzione Laura Miccoli

Natale Express per il Calendario dell'Avvento 2020

Il Natale Express naviga a vista in questa situazione che nessuno di noi avrebbe voluto vivere, ma si sa che gli eventi infausti non chiedono il permesso, arrivano, sfondano la porta e fanno danni fino a quando non si trova il rimedio. I morti sono ancora tanti, troppi, il ricordo della carovana dei camion dell'esercito che trasportava le salme di notte è ancora vivido, doloroso e questo viaggio che stiamo per intraprendere vuole essere anche un abbraccio che avvolge tutte le famiglie devastate dal COVID-19. Noi le finestre del calendario le riempiremo tracciando la strada per chi non vuole lasciarsi vincere da questo nemico invisibile a occhio nudo, una strada su cui, l'anima umana vede oltre la realtà sensibile e trova accanto a sé l'anima universale. Ci auguriamo di fare cosa gradita. I link dei partecipanti come sempre verranno attivati dal giorno della pubblicazione in poi. 

Buon Avvento a tutti! 


Finalmente Erediteremo Desideri Espressi





Con Avvento Liberiamo Emozioni. Non Dimentichiamo Amore. Ricordiamo Insieme Ogni Dolore, Eventi Laceranti, Lacrime Assurdamente Versate. Venite! E' Natale! Torniamo Occuparcene!



Nasce Alla Terra Amore Luminoso, Eterno



Candele Ornano Tavole Tra Incensi Odorosi



Devoti Onoreremo Natale Insieme



Calabrosa Orla Rami Invernali



Caloroso Avvento Natalizio Tentiamo Insieme




Magi Ite Raggiungete Re Atteso



Covid Oltrepasseremo Ricominceremo Insieme



Veniamo Entusiasti Estasiati Guardiamo Lieti In Attesa



Christus Rex Et Dominus Omnium







Alla Venuta Vivemmo Esperienze Nuove. Timorosi Osannammo



Mirra Incenso Resine Tra Oro





Oltre Ritorneranno Opportunità





Musicali Antifone Gregoriane Insegne Auliche

Rosso Intenso Tanto Oro





Lanterne Usci Costellano Eleganti



Festoni Intrecciati Ornano Camini Con Opulenza





venerdì 27 novembre 2020

Di disegni e potenzialità

Sara è la nipotina della nostra amica blogger Gianna Ferri e sta partecipando al concorso " Disegna il tuo peluche ", scade il 29 di novembre, le mancano pochissimi voti per entrare nei primi quindici finalisti; se  ritenete che il suo disegno abbia delle potenzialità, se vi piace e se vi va di sostenerla potete regalarle un mi piace sulla pagina facebook dell'Ikea, questo è il link: Zula il disegno di Sara



Grazie!

Aggiornamento 30 novembre 2020

É un piacere per me annunciarvi che Sarà è una delle finaliste del concorso

Mia figlia aveva un anno ed era una domenica pomeriggio grigia di gennaio. Nel girovagare turbinoso all'interno del labirinto di Ikea per cercare complementi d'arredo per la sua cameretta ci imbattiamo nella sezione dei peluche. Sara è un po' annoiata dalla situazione, dal dover stare nel passeggino, dall'ambiente chiuso. Mi viene in mente di prenderle un peluche e opto per un maialino con un nasone buffo vestito da ballerina. Glielo propongo, se ne innamora. Da allora sarà il suo peluche inseparabile, lo chiamerà Pippi (non riuscendo a chiamarlo Piggy che era il nome che ci eravamo inventati noi) e lo amerà al punto da desiderare e sognare che possa diventare reale. Lo amerà al punto che ne prendemmo un secondo per non correre il rischio che il primo si perdesse, sporcasse o rovinasse. Lo amerà a tal punto che ci chiederà altri "fratellini" anche quando sarà uscito di produzione. Ora ce ne sono 5 in famiglia. Quando ha saputo che Ikea chiedeva ai suoi piccoli clienti di aiutarla a progettare un nuovo peluche, un nuovo Pippi, Sara si è sentita chiamata in causa e con grande impegno ha fatto tanti schizzi che poi sono diventati disegni che poi sono diventati Zula. Ecco, un nuovo sogno prende vita, ringraziare Ikea per avere generato il suo pupazzo del cuore e partecipare al concorso, poter accedere alla finale, portare fino in Svezia la sua idea di peluche e sperare che Ikea lo realizzi, dando vita alla sua immaginazione in un percorso al contrario. Scusate la lunghezza ma era per spiegare quanto ci teneva lei, quanto ci tenevamo noi. E perché. Detto questo Sara ha preso 1.500 voti ed è tra i progetti premiati che andranno a contendersi la scelta per la realizzazione dei nuovi peluchi a livello mondiale. E tutto questo grazie alla VOSTRA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE. Grazie di cuore a tutti voi, è un piccolo successo. Di Sara. Nostro. Vostro. Grazie

Loris Milanese
Papà di Sara e figlio di Gianna

mercoledì 25 novembre 2020

Foglia protegge fiore

Su pianta madre
Foglia protegge fiore
Raggio di Sole

Sciarada Sciaranti

Auguri su foglia

Raggio di Sole tanti auguri da me e da Sorellina!

" ... Le donne hanno più confidenza col dolore. Del corpo, dell’anima. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da esser quasi amico, è una cosa che c’è e non c’è molto da discutere. Ci si vive, è normale. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza. Ignorarlo, domarlo, metterlo da qualche parte perché lasci fiorire qualcosa. È una lezione antica, una sapienza muta e segreta: ciascuna lo sa ... "

Malamore
Esercizi di resistenza al dolore
Concita De Gregorio

Le donne sono forti si sa e sanno trasformare il loro dolore in opportunità, si fanno foglie ferite di primigenia pianta madre, resistono, si espongono e fanno barriera per proteggere il fiore dai colpi della violenza.

Un grazie a tutte  loro...

P.S. Graziana, Pia, Mirtillo, 💖questo è quello che ho pensato quando ho fotografato le Foglie ferite e la vostra sensibilità lo ha percepito. 
Ciao Gus 😀

sabato 21 novembre 2020

Foglie ferite

Foglie d'autunno
Nervature ferite e
Stomi squarciati

Sciarada Sciaranti

Foglia d'autunno

Foglia di datura

Foglia d'autunno

Foglia di gelso

Foglia d'autunno

Foglia di casablanca

Foglia d'autunno

Foglia di casablanca

Foglia d'autunno

Foglia di casablanca

Foglia d'autunno

Foglia di annona cherimola 

mercoledì 11 novembre 2020

San Martino

11 novembre 2020 ore 11.11 siamo alla frontiera di una delle provincie romane che ha per nome Pannonia, ci muoviamo nella città ungherese di Sabaria, tra il 316 e il 317 d. C. per assistere alla nascita del figlio di un ufficiale dell'Impero Romano, viene chiamato Martino per esser sacro al dio della guerra Marte e vediamo che a causa del lavoro del padre conosce ben presto l'Italia dove viene allevato fino ai 15 anni; la legge prevede la discendenza lavorativa e Martino entra nella cavalleria imperiale prestando servizio in Gallia. 
A 18 anni 

" ... si esercitava nell'opere buone non altramente, che se fosse un candidato del battesimo.
Assistere esso a i travagliati, aiutare i miseri, alimentare i bisognosi, vestire gl'ignudi, nulla a se de i militari stipendi riservando fuorché il cotidiano mantenimento: fin d'allora ascoltatore non sordo dell'evangelio, nulla pensava al domani.
In un certo tempo pertanto, non si trovando altro indosso che l'armi e la semplice veste del soldato, di mezzo inverno ( il quale in quell'anno più aspro del solito si faceva sentire, a segno che dal rigore del freddo molti morivano ) vede farsegli incontro sulla porta della città d'Amiens un povero nudo, il quale pregando i passeggieri che gli usassero misericordia, e tutti oltrepassando il meschino; conobbe l'uomo pieno di Dio esser colui, non sovvenendolo gli altri, a se riservato. Che doveva però fare? Null'altro trovavasi avere fuorché la clamide di ch'era vestito, avendo già le altre cose in opere somiglianti impiegate. Impugnato il ferro però di cui era cinto, per metà la veste divide, e parte ne dona al meschino, e con l'altra di nuovo si cuopre. A tal vista de' circostanti si posero a ridere alcuni, parendo loro che fosse deforme con quell'abito dimezzato, altri molti però di mente più sana cominciarono a gemere con profondi sospiri, per non avere essi mai praticata simile azione; quando essendo più ricchi, avrebbero certamente potuto vestir il povero senza restar essi ignudi. La notte seguente pertanto, essendosi egli addormentato, vide Cristo coperto con quella parte di clamide con cui il povero aveva vestito. Che guardi, comandato gli viene, il più che può attentamente il Signore, e quella veste ravvisi che aveva donato; indi ad una moltitudine d'angioli ivi presenti ode Gesù con voce chiara che dice: Martino ancor catecumeno m'a coperto con questa veste: ricordevole veramente il Signore delle sue parole ( il quale aveva già detto: Ciò che faceste ad uno di questi minimi, lo faceste a me stesso ) protestò d'essere stato vestito nel povero, e a confermare vie più la testimonianza che dava d'un' opera tanto egregia, degnossi di comparire in quell'abito istesso che il povero aveva ricevuto. Per la qual visione non si levò già in superbia l'uomo santissimo, ma la bontà di Dio nella sua opera riconoscendo volossene tosto, essendo allora ne gli anni diciotto, al battesimo ... "

Vita di Martino
Sulpicio Severo
Traduzione Ippolito Bevilacqua

Altorilievo di san Martino e il mendicante dalla chiesa di San Martinodi Rive d'Arcano - Udine

Martino dona il suo mantello al mendicante
Dall'altorilievo quattrocentesco della chiesa di San Martino di Rive d'Arcano - Udine

La Pasqua successiva assistiamo al battesimo di Martino e alla conseguente rinuncia della vita militare, diventa discepolo del vescovo Ilario di Poitiers e si occupa della conversione dei pagani, quando torna in patria riesce a convertire anche la madre. Nel 357 lo ritroviamo nell'isola di Gallinara ad Albenga dove rimane per quattro anni preso dalla vita ascetica; nel 361 seguiamo il suo rientro a Poitiers dove diventa monaco e con il sostegno di Ilario fonda uno dei primi monasteri d'occidente a Ligugé aprendo così le porte al monachesimo.
Circa 10 anni dopo

" ... Intorno a questo tempo era ricercato pel vescovado della chiesa di Tours, ma non essendo sì agevole cavarlo fuori dalla sua cella, un certo Ruricio, uno de' cittadini, finto d'aver ammalata la moglie, buttatogliesi, a' piedi ottenne che uscisse. A questo modo, disposte già prima per la strada le turbe de' cittadini, venne condotto come sotto una spezie di guardia alla città. È incredibile a dire quanta gente non tanto di quel luogo, quanto ancora delle vicine città radunata si fosse per dare il voto: una era di tutti la volontà, eguali le brame ed eguale il parere, esser Martino degnissimo del vescovado e felice sotto di un tal sacerdote dover esser la chiesa ... "

Vita di Martino
Sulpicio Severo
Traduzione Ippolito Bevilacqua

Nel 397 Martino si reca a Candes Saint Martin 

... Intanto portò il caso ch'egli dovesse visitare la parrocchia di Candes; poiché essendo il clero di quella chiesa in lite tra se, e bramando egli di rimettervi la pace, quantunque non ignorasse la fine de' giorni suoi, non si trattenne però per simil cagione di portarsi colà, un bel finire stimando questo la carriera delle sue virtù, se riunita in concordia avesse lasciata la chiesa ... 

Vita di Martino
Sulpicio Severo
Traduzione Ippolito Bevilacqua


e li muore l'otto novembre.

Da una pala d'altare dell'XI - XII secolo - Museo Episcopale di Vic - Catalogna

Morte di Martino
Da una pala d'altare dell'XI - XII secolo - Museo Episcopale di Vic - Catalogna

La notizia arriva al suo discepolo Sulpicio autore di quella che è la prima biografia di Martino, da cui ci arrivano la maggior parte delle notizie sulla vita del santo, e lo comunica a suo fratello Aurelio

" ... Ma veggo entrar il mio servo più serio del solito, in atto come di chi si duole, e vuol parlare. Che vuoi tu, dich'io, raccontami, così mesto sei?
Due monaci, risponde egli, sono giunti da Tours in quest'ora, i quali recano che Martino è morto. Restai scorato, il confesso, e data uscita alle lagrime piansi dirottissimamente; ed ora pure, o fratello, mentre queste cose a te scrivo, piovon le lagrime, né ammetter posso in dolore così insoffribile conforto alcuno. Non sì tosto però ebbi tal nuova, volli ancora partecipe del mio pianto te, ch'eri nell'amore compagno ... " 

Il corpo di Martino viene trasportato lungo la Loira fino a Tours e l'undici novembre dopo la partecipazione alle esequie una processione di fedeli che portano fiaccole, lanterne e luci lo accompagna alla tumulazione.

Da un mosaico dell'VIII - IX secolo della basilica di Sant'Ambrogio a Milano

Esequie di Martino
Da un mosaico dell'VIII - IX secolo della basilica di Sant'ambrogio a Milano

Da allora il suo culto si diffonde in tutto il mondo insieme alle leggende che lo riguardano:

" ... Su san Martino la gente narrava episodi straordinari: un giorno, mentre stava celebrando la messa, un globo di fuoco si era posato sul suo capo. Un'altra volta Martino stava recandosi a Roma con il vescovo di Treviri, Massimino, ed entrambi cavalcavano lo stesso asino. Su un sentiero di montagna sbucò improvvisamente un orso bruno che si avventò sull'asino divorandolo: ma fu punito da Martino che lo obbligò a portare i bagagli fino a Roma. Si diceva che il diavolo aveva tentato spesso di contrastarlo, ma ne era stato sempre sconfitto. E qualche volta il Santo l'aveva anche burlato, come narra la leggenda di Pont-Saint-Martin in val d'Aosta ... 
Un'altra narra che un giorno, mentre Martino stava passando per Augune, nel Vallese, dov'erano stati martirizzati san Maurizio e i suoi compagni, vide l'erba bagnarsi di un liquido rossastro: il suolo aveva restituito miracolosamente il sangue dei martiri. Poi un angelo gli portò alcuni vasi che egli riempì per distribuirli alle chiese amiche ... "

Calendario
Alfredo Cattabiani

Da una pala d'altare dell'XI - XII secolo - Museo Episcopale si Vic - Catalogna

Ascensione di Martino
Da una pala d'altare dell'XI - XII secolo - Museo Episcopale di Vic - Catalogna


Siamo nella stagione del dopo raccolto, all'interno di quel breve lasso di tempo che tra l'otto e l'undici novembre prende il nome di Estate di San Martino, in quella bolla di bel tempo caldo che si fa nunzia del rigore dell'inverno in divenire. La vendemmia si è conclusa e i semi riposano nella terra, le oche, prede dei cacciatori nel loro migrare dalle regioni del nord a quelle del sud, giacciono ora farcite sulle tavole insieme ai maiali, alle castagne, alle melagrane, alle nocciole, alle zucche e al vino novello appena spillato dalle botti. 

Miniatura di monaco che preleva il vino da una botte e lo beve - Libro dei santi di  Aldobrandino di Siena. Manoscritto del XIII sec.

 Monaco preleva il vino da una botte e lo beve
Miniatura del Libro dei santi di  Aldobrandino di Siena. Manoscritto del XIII sec.


Ricetta dei Sanmartini

Ingredienti

500 g di farina 00
150 g di zucchero
100 g di strutto 
25 g di lievito di birra 
20 g di burro
20 g di semi di anice o di finocchio
Una presa di cannella in polvere
Un pizzico di sale fino
Acqua q.b.

Procedimento

Lavorate su un piano la farina con il lievito sciolto e il pizzico di sale, aggiungete lo zucchero, lo strutto, i semi di anice o di finocchio, la cannella, formate con l'acqua un impasto omogeneo ed elastico e ricavate dei rotolini di 14 - 15 cm di lunghezza con uno spessore di circa un mignolo e componeteli a forma di spirale, disponeteli in una teglia imburrata e lasciateli lievitare per circa 2 ore e infornate in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti, lasciateli riposare per due minuti e infornateli di nuovo a 160° per 20 - 25 minuti, ripetete l'operazione di riposo e riportateli in forno a 120 ° per circa altri 10 minuti. Lasciateli in forno in modo che acquisiscano la giusta croccantezza e serviteli il giorno dopo con il vin santo il moscato.

I dolci di San Martino

Sanmartini
 
Buona Festa di San Martino!

Per ulteriori informazioni:


Chi con il proprio blog vuole partecipare al Calendario dell'Avvento 2020 può lasciare la propria adesione su Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - VII Edizione 2020  e può scegliere il giorno di pubblicazione tra quelli liberi: 1 - 2 - 4 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 21 - 22 - 23 

venerdì 6 novembre 2020

Lo specchio di Golconda - A Gigi

Dedica de Roma 
An fio adorato.
Me piacerebbe d'esse er Signore onnipotente,
No pe l'eternità, ma solo pe 'n'istante,
Allora verei vicino a te e sussurei all'orecchio, 
"A Gigi mó basta co sta sceneggiata 
Che nun me piace e manco me diverte,
Famme er piacere che se sta fa mattina,
Gigi Proietti arzate e cammina! "

Golconda
 
Gigi Proietti - L'ottavo re di Roma

lunedì 2 novembre 2020

Ciao Gigi

Romano de Roma, tu ci tenevi. 10 album da cantante, 8 opere liriche dirette, 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali da attore e 37 da regista, il Brancaccio, il Globe Theater, maestro di grandi talenti: Chiara Noschese, Enrico Brignano, Flavio Insinna, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli, Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmüller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Laganà, Sveva Altieri. 54 anni di carriera.
Il tuo cuore ha smesso di battere questa mattina alle 5.30, lo stesso giorno in cui 80 anni fa a Villa Margherita emise il suo primo palpito.

Ciao Gigi

Gigi Proietti

" ... Il palazzo si trova in via di Sant’Eligio, una traversa di via Giulia, esattamente nel cuore di Roma. La casa in cui sono nato.
Mi piace sapere d’essere venuto al mondo lì, nel centro assoluto della città, anche se di quel periodo non ho alcun ricordo.
M’hanno detto, e tutto sommato ci credo, che, ahimè, sono nato il 2 novembre del 1940, da Romano Proietti e Giovanna Ceci, già benedetti cinque anni prima dall’arrivo di mia sorella Annamaria, una donna dolce, intelligente e solare come nessuna. La mia era una famiglia di cui non è semplice parlare, e non perché non ci volessimo bene – tutt’altro –, ma perché quando comincio a raccontare le storie di mia madre e mio padre ho sempre l’impressione che i fatti in sé non dicano mai abbastanza, oppure che spingano chi mi ascolta a concentrarsi su dettagli fuorvianti. Quando si ha a che fare con due persone come loro, chi scrive deve andarci piano con gli aggettivi ed evitare di spingere troppo sul pedale della nostalgia, mentre chi legge deve sforzarsi di cancellare e ricostruire da zero le proprie idee sul significato di parole impegnative come «sofferenza» e «povertà».
Tenete presente che stiamo parlando di due persone cresciute all’ombra di due guerre, in famiglie dell’Ottocento, nella provincia contadina di un’Italia che ancora non parlava una lingua sola, ma che era una giungla di dialetti, dove pochi chilometri erano una distanza abissale e dove il lavoro manuale – fatta eccezione per pochissimi ricchi – non era prerogativa dei più poveri: era semplicemente la regola.
Perché faccio questo preambolo? Semplice, perché non amo la commiserazione. Oggi si tende troppo spesso a pensare a quel passato come a un’epoca di miseria nera, di sofferenze indicibili. Però, quelli erano anche anni in cui si viveva di poco, quasi di niente, perciò parlare di quei tempi calcando la mano sulle scene strappalacrime vuol dire concentrarsi sul melodramma del particolare e perdere di vista l’insieme. Che cosa vuol dire «povertà» se tutti intorno a te mangiano lo stesso pane nero? Che cosa significa «sofferenza» se tutti quelli che conosci affrontano le tue stesse difficoltà? Certo, ai nostri occhi la vita quotidiana di un italiano medio dei primi del Novecento non può che sembrare un inferno. Vale anche per me, che sono figlio di due persone cresciute in quel mondo, ma questo non vuol dire che i miei genitori mi abbiano cresciuto facendomelo pesare. Né io né mia sorella Annamaria abbiamo mai dovuto sorbirci racconti epici di marce nella neve o di interminabili digiuni, eppure mia madre e mio padre avevano cominciato a lavorare che erano ancora piccoli, beccandosi la dose di fatica e sacrificio comune ai bambini della loro epoca ... "

Tutto sommato
Gigi Proietti

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