martedì 23 maggio 2023

Botri in ruscelli, strade e valli

" E andando insino al fiume che si chiama Botri, tagliarono li rami con l'uve, quanto due uomini poteano portare. Delle mele granate e dei fichi di quello luogo tolsero. E chiamossi quello luogo Neel Escol, cioè Raspolo di uva Appresso Al Fiume. E questo fu detto per l'uve che ne portarono a figliuoli d'Israel. "

Numeri 13, 24-24

Botri - Chenopodio botrys - Dysphania botrys - Farinello botri - Foglia

La locuzione ebraica אֶשְׁכֹּ֗ל - Eshkool - נַ֣חַל - Nahal, nella Vulgata viene tradotta in base al contesto con Valle o Fiume/Ruscello del Botri, e la parola botri, che deriva dal greco βότρυς e dal corrispettivo latino bŏtrus, indica il grappolo che in sé contiene gli acini dell'uva e tra la fine del IV e l'inizio del V secolo entra nel mito delle Dionisiache di Nonno di Panopoli per diventare nome proprio di un personaggio che con il padre re d'Assiria Stafilo, da σταφύλιον/stafiulon - uva, con la madre Meti, da μέθη/mete - ubriachezza, e con Pito capitano degli uomini al servizio di Stafilo, da πίθος/pitos - botte, in quanto allegoria legata al vino, accoglie e offre ospitalità, amicizia e alleanza a Dioniso impegnato nella lotta contro gli Indiani.
In botanica il termine botrys si associa a Dysphania, dal greco δυσφανες/diusphanes o dysphanes composto dal prefisso avversativo δυσ/dius o dys più φανερός/phaneros - visibile, per denotare una pianta medicinale annuale dai fiori poco vistosi raccolti in grappoli, detta inizialmente Chenopodium botrys per la caratteristica conformazione delle foglie che ricordano un piede d'oca, dal greco χήν/chen - oca e πούς/pous - piede, soprattutto nella specie album più familiare che molti di voi conosceranno come farinello.

Botri - Chenopodio botrys - Dysphania botrys - Farinello botri

Il botri è una herba folta, ramosa, rossa tutta, e sparta in molte ali. Il suo seme nasce attorno à tutti i fusti: le sue frondi sono simili alla cichorea. Respira tutta di soave odore
però si mette ella tra i vestimenti. Ritrovasi nelle rive de i torrenti, e nelle valli. Bevuta cura gli asmatici. Chiamano questaa quei di Cappadocia ambrosia, e altri artemisia.

Il vero Botri nasce copioso per tutto in su’l Trentino in su la ghiaia, della Ferfena, e del Lavigio rapidissimi torrenti, e similmente e in più vallicelle della valle Anania, come in su’l contado di Goritia: dove le donne lo seminano negli horti, stimandosi ch’egli giovi alle prefocationi della madrice. Cresce con frondi di cichorea, rosse, folto di rami, carichi per tutto del suo seme, molto al toccarlo tenace, e gommoso, il quale respira di soave, e acutissimo odore. Il che disse parimente Plinio all’VIII. Cap. del XXVII. Libro. Ha il Botri virtù di scaldare, d’assottigliare, d'incidere, di aspergere, e di aprire. Vale à tutte le infermità del petto causate da freddi homori , Immo che giova agli empiemaci, à gli asmatici, e agli stretti di petto così beendosene la decottione, come pigliandosene la polvere dell'herba secca con decottione di regolitia. Vale anchora à i Tisici che sutano la marcia, presa nel medesimo modo.
L'herba fresca scaldata sopra una tegola, e irrorata con malvagia e applicata in sul ventre, mtiiga i dolori della Madrice. E però è buona per i dolori delle donne di parto, se insieme con matricaria, e fiori di Chamamilla, si cuoce tagliata minuta nel olio di gigli, e di poi con tre ò quattro uova battute se ne fa una frittata, e mettesi così calda sopra il ventre loro. E io posso affermare essere in ciò medicamento valoroso e presentaneo. Fomentandosi le donne con il vapore della decottione di tutta la pianta provoca loro i mestrui, e tira fuore del corpo le creature morte . Messa secca fra le vestimente non solamente le preserva dalle tarme, e dalle tignuole, ma dà anchora loro buon odore. Di questa non ritrovo io, che facesse mentione alcuna Galeno: quantunque la descrivesse tra gli altri semplici nel VII. Libro Paolo Egineta, così dicendo. Il Botri, il qual chiamano alcuni ambrosia, e altri artemisia, è una pianta valorosamente odorata. Bevuta questaa nel vino aita gli asmatici. Chiamano i Greci il Botri, βότρυς: i Latini, Botrys: i Tedeschi, Traben, Krotten kraut: i Francesi, Pymen.

Dioscoride a cura di M. Pietro Andrea Matthioli

Botri - Chenopodio botrys - Dysphania botrys - Farinello botri

Dysphania botrys, Chenopodio botrys, popolarmente Farinello Botri o semplicemente Botri, a Bologna e in Emilia Romagna Lisne, in Liguria Erba che spussa, Erba de musc e Farinella botri, in Piemonte Milgrana, Mingrana o Pitacolomb, e in Toscana, oltre che Botri, Patientia o Pazienzia.
In americano Jerusalem Oak Goosefoot o Feathered geranium, in inglese Sticky Goosefoot, in spagnolo Hierba hormigera, in portoghese Ambrósia-das-boticas, in tedesco Klebriger Gänsefuß e in francese Ansérine à épis o Chénopode à grappes.
È di origine Euroasiatica e appartiene alla famiglia delle Amaranthaceae; raggiunge un'altezza che varia dai 10 ai 40 cm, il fusto cilindrico e costoluto è eretto con rami irregolari di color rosso alle ascelle, ricco di ghiandole odorifere come le foglie alterne, oblunghe astate e lobate che concolori di un verde intenso tendono al giallo e al rossiccio verso la maturità inoltrata e si sviluppano prevalentemente alla base con una rada presenza lungo le ascelle, e i fiori divisi in 5 segmenti, ermafroditi, verdi e privi di corolla che producono frutti a capsula ovoidale che contengono un solo seme.
Nel dizionario economico rustico del 1797 è descritta così:

Chenopodio, Botri, lat. Botrys, Chenopodium ambrosioides, folio sinuato, Tourn. Chenopodium botrys, Linn. fr. Botrys vulgaire, ou Piment, Ambroisie.

Si trova questa pianta ne’ luoghi sabbionosi, aridi, nelle valli e nelle rive dei torrenti. Cresce a guisa d’un arboscello alto da terra poco più d’un piede; ha foglie frastagliate come quelle della quercia, ma attraversate da vene rosse e sostenute da lunghi peduncoli rossi. I suoi fiori sono disposti a spiga in cima al tronco e ai rami e vengono sul finir dell’estate, nel qual tempo accadendo delle inondazioni che le fanno perdere parte della sua bontà, bisogna raccorla prontamente. Ha un odore forte sì, ma non disgustoso, anzi alquanto soave, vinoso e simile quasi a quello della fragola ed il sapore ne è acre, aromatico e resinoso, che lo partecipa alle mani di chi lo tocca. Essa è pettorale, risolvente, isterica e calmante, cosicché dai medici si loda assai per ristorare le forze vitali e muscolari, facilitare l’espettorazione nella tosse catarrale, nell’asma pituitosa, guarire la tabe polmonare nel suo principio, calmare la colica ventosa, utile essendo anche nell’affezione ipocondriaca ed isterica, come pure nelle malattie verminose. Si pratica in forma di thè, in elettuario e per fomenti. Lodasi questa pianta esternamente usata fresca scaldandola in padella e spruzzandola di vino generoso applicata o alla regione dell’utero per li dolori nelle donne o al basso ventre per la distensione flatulenta nei fanciulli. La lisciva in cui sia bollita ammazza i pidocchi e monda la testa da ogni sozzura, e molti la mettono fra le vesti per difenderle dalle tarle e per dar loro buon odore.

Dizionario universale economico rustico

Botri - Chenopodio botrys - Dysphania botrys - Farinello botri - Fiori

La Botri contiene olio essenziale, in piccola misura saponine che sono sì tossiche, ma poco assorbite dal corpo soprattutto se l'alimento che le contiene viene cotto, e acido ossalico nocivo se assunto in dosi elevate, la cottura ne diminuisce la quantità.
L'uso interno è altamente sconsigliato a chi soffre di artrite, calcoli renali, gotta, iperacidità, reumatismi, alle donne incinta e ai bambini.
La medicina popolare la usava per le sue proprietà antiasmatiche, anticatarrali, antielmintiche, diuretiche ed espettoranti.
Un tempo le foglie essiccate e triturate venivano adoperate per preparare un sostituto del tè mentre con i semi, essiccati dopo esser stati immersi in acqua una notte per deporre le saponine, si produceva una farina per preparare il pane; si conosce l'uso della pianta anche come colorante.
Inserita nei cuscini o nei cassetti della biancheria rilascia un profumo gradevolissimo, intenso e persistente, io la uso come incenso.
Nel linguaggio dei fiori la Botri è una sconosciuta, un rametto può andare a comporre il mazzetto delle sette o nove erbe di san Giovanni, entrambi i numeri sono sacri.
 
N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.

Brucia con le coccole il legno di ginepro

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