"... Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand'ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l'uno dall'altro, ed Elia salì al cielo in un turbine ..."
2 Re 2, 11
La Pesach ebraica segue l'anno cerimoniale ebraico che inizia con la luna nuova, cade nel primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera e di solito precede di una o due settimane la Pasqua cristiana che segue l'anno gregoriano e cade nel primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera.
A volte, come quest'anno, le due festività invece si allineano. La sera del primo giorno delle celebrazioni ebraiche che coincide con la Domenica delle Palme in cui si celebra l'entrata di Gesù a Gerusalemme è caratterizzata dal סֵדֶר/Séder - ordine, sequenza, un pasto rituale che segue una sequenza precisa stabilita dall’Haggadah, in cui si commemorano l’uscita degli ebrei dall’Egitto e la loro liberazione dalla schiavitù.
Il pasto si apre con קַדֵּשׁ/Kadesh, la benedizione del vino, si beve la prima delle quattro coppe che accompagneranno lo svolgimento del Séder. Questo gesto sancisce l’inizio della festività e richiama la prima promessa divina: "Io vi farò uscire", simbolo della liberazione dalla schiavitù.
Segue וּרְחַץ/Urchatz, un primo lavaggio delle mani, eseguito senza benedizione, un atto che invita alla riflessione e alla purificazione. Subito dopo, si consuma il כַּרְפַּס/Karpas, una verdura immersa in acqua salata, il cui sapore richiama le lacrime versate dagli ebrei durante la loro schiavitù.
Uno dei momenti più carichi di significato arriva con יַחַץ/Yachatz, quando si spezza la מַצָּה/Matzah al centro del tavolo. La metà più grande viene messa da parte per essere consumata più avanti come אֲפִיקוֹמָן/Afikoman, un gesto che porta con sé il senso dell’attesa e della speranza nella redenzione futura.
A questo punto si entra nel cuore della celebrazione con מַגִּיד/Maggid, il racconto dell’Esodo. Qui si narra la storia della liberazione, si pongono domande e si condividono riflessioni sul significato della libertà. Durante questo momento si beve la seconda coppa di vino, che simboleggia la salvezza dall’oppressione, la seconda promessa divina: "Io vi salverò".
Dopo il racconto, si passa a רַחְצָה/Rachtzah, un nuovo lavaggio delle mani, questa volta accompagnato da una benedizione, che prepara al consumo della מַצָּה/Matzah. Si recita מוֹצִיא/Motzi מַצָּה/Matzah, la benedizione del pane azzimo, seguita dal suo consumo, ricordando il pane che gli ebrei portarono con sé uscendo dall’Egitto, senza avere il tempo di farlo lievitare. (vedi Purificazione per la Risurrezione di Cristo)
Segue מָרוֹר/Maror, il momento in cui si mangiano le erbe amare, per evocare la durezza della schiavitù. (Vedi Marrubio ) A questo punto si celebra כּוֹרֵךְ/Korech, l’antica tradizione del saggio הִלֵּל/Hillel, in cui si unisce la מַצָּה/Matzah alle erbe amare in un panino simbolico.
Arriva poi שֻׁלְחָן עוֹרֵךְ/Shulchan Orech, il pasto festivo, il momento più conviviale della serata, in cui si condividono i piatti tradizionali di Pesach, ciascuno con un proprio significato.
Alla fine del pasto si recupera l’אֲפִיקוֹמָן/Afikoman, nascosto all’inizio della serata, e lo si consuma צָפוּן/Tzafun, segnando un passaggio verso la chiusura del Séder.
Segue בָּרֵךְ/Barech, la benedizione dopo il pasto, accompagnata dalla terza coppa di vino, simbolo della redenzione, terza promessa divina: "Io vi riscatterò con un braccio potente".
Ci si avvia verso la fine della celebrazione con i הַלֵּל/Canti dell’Hallel, inni di lode e ringraziamento per la liberazione. Dopo questi canti viene bevuta la quarta coppa di vino, che rappresenta l’elezione del popolo ebraico come nazione santa, quarta promessa divina: "Io vi prenderò come mio popolo" e infine si dichiara la נִרְצָה Nirtzah, conclusione del Séder.
Oltre alle quattro coppe rituali, la tradizione ne prevede una quinta posta al centro della tavola e destinata al profeta Elia. Il suo arrivo annuncerà la venuta del Messia e per accoglierlo, le famiglie lasciano la porta di casa aperta durante il Séder, in segno di speranza e di attesa.
Il racconto biblico riportato nel Secondo Libro dei Re, capitolo 2, versetto 11, su citato, spiega che Elia fu separato dal suo discepolo Eliseo da un carro di fuoco trainato da cavalli di fuoco e ascese al cielo in un turbine. Questo evento, carico di simbolismo, ha ispirato diverse interpretazioni nel corso dei secoli e nella tradizione dell’Europa Orientale, si ritiene che questa scena sia raffigurata nel cielo attraverso la costellazione dell’Orsa Maggiore, che rappresenta il carro di fuoco su cui Elia fu trasportato. Il legame tra il racconto biblico e la disposizione delle stelle offre un suggestivo parallelismo tra la dimensione spirituale della narrazione e il cosmo, rendendo la figura di Elia ancora più connessa all’eternità e al mistero dell’universo, il suo ritorno per annunciare la venuta del Messia è profetizzato nell'Antico Testamento in Malachia capitolo 4 versetto 5
"... Ecco, io vi mando il profeta Elia,
prima che venga il giorno del Signore ..."
Malachia 4, 5
e la coppa di vino che viene aggiunta a tavola in attesa del suo arrivo lasciando gli usci aperti durante la sera del Seder si fa antenata del gesto di lasciare un posto vuoto a tavola alla Vigilia di Ognissanti, quando si prepara un piatto di cibo per le anime dei defunti che, secondo l'antica credenza, fanno ritorno nelle case dei loro cari. In entrambi i casi, la tavola diventa un luogo di accoglienza, memoria e attesa: nell’uno, per il profeta che con il suo ritorno annuncia la venuta del Messia; nell’altro, per i defunti che rientrano simbolicamente tra i vivi e l'assenza diventa presenza attraverso il dono che Elia e i defunti consegnano.
Diffusore con foglie d'ulivo benedette
Per la religione cristiana il pentagramma simboleggia i cinque sensi, cinque delle gioie di Maria, cinque delle sue virtù e le Cinque Piaghe di Cristo, inscritto in un cerchio diventa un pentacolo e simboleggia l'amore di Dio che circonda i quattro elementi acqua, aria, terra e fuoco più lo Spirito.
Lieta Domenica delle Palme
Il reel sull'accensione della candela della Domenica delle Palme potrà vederlo solo chi mi segue su instagram e non per mia scelta.
Per ulteriori informazioni
Sei un mito e sfido i Segugi a non pensarla come me. Buona Domenica delle Palme.
RispondiEliminaOh grazie Segugio!
EliminaLieto Lunedì dell'Angelo!
Sei una fantastica dispensatrice di notizie!
RispondiEliminaFelice e serena Domenica delle Palme, un abbraccio
enrico
Grazie carissimo Enrico, ti riabbraccio!
EliminaBuona domenica delle Palme MITICA Sciarada. Non accetto la sfida.
RispondiEliminaSegugio
Ahahah!
EliminaGrazie Segugio e lieto Lunedì dell'Angelo!
Buona Domenica delle Palme, buona Settimana Santa.
RispondiEliminaGrazie Mirty!
EliminaBuona domenica delle Palme a tutti. La Sciarada è tutta nostra e guai a chi la tocca. Segugio
RispondiEliminaMi sento tanto protetta :-)
EliminaLieto Lunedì dell'Angelo Segugio!
Padroneggi l'arte della conoscenza cara Sciarada. Buona settimana santa.
RispondiEliminaSegugio
Grazie Segugio, lieto Lunedì dell'Angelo a te!
EliminaInteressantissimo
RispondiEliminaGrazie!
EliminaWoooow!!!!!! Miticaaaaaaa!!!!!!!!!
RispondiEliminaCiao B.S. grazieeeeeee!
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