"... Stava acciambellata, gli occhi chiusi, forse sognava, e all'improvviso saltò con un balzo in avanti come un pallone calciato da un piede invisibile e abbaiò, all'improvviso, inseguendo il vento d'aprile che odorava di zagara. Certo stordiva, quel profumo, riempiva le narici, la testa, lo stomaco e accresceva la mia pigrizia come un buon pasto abbondante: ero seduto sul muretto del vicolo di casa e annusavo il vento che scappava inseguito dal mio cane ..."
La festa del ritorno
Carmine Abate
Assomiglia a un cono gelato.
RispondiEliminaNon male, avrei potuto pensarci anch'io, brava-o!
EliminaChe bello, sembra proprio di sentire il profumo di Sicilia ( per me, che lo so che non sono solo in Sicilia)
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