"... Vapori accesi non vid’io sì tosto
di prima notte mai fender sereno,
né, sol calando, nuvole d’agosto,
che color non tornasser suso in meno;
e, giunti là, con li altri a noi dier volta,
come schiera che scorre sanza freno.
"Questa gente che preme a noi è molta,
e vegnonti a pregar", disse ’l poeta:
"però pur va, e in andando ascolta".
"O anima che vai per esser lieta
con quelle membra con le quai nascesti",
venian gridando, "un poco il passo queta ..."
Purgatorio - Canto V versi 36 - 47
Divina Commedia
Dante Alighieri
Purgatorio Canto V - Divina Commedia 1883 - Gustave Doré
Nei versi 36-42 del V canto del Purgatorio, Dante paragona la rapidità con cui le anime si slanciano verso di lui alla fugace apparizione dei "vapori accesi" che fendono le nubi nei temporali d’agosto. Sono anime morte di morte violenta, ma redente all’ultimo istante, che si affrettano con ardore e speranza verso il poeta come le stelle cadenti che illuminano il cielo durante la notte di San Lorenzo. Il loro impeto non è solo desiderio di essere ascoltate, ma anelito di purificazione, e raccontare la propria storia è il primo passo verso la luce.
Nella tradizione popolare, come fulgidi bagliori che attraversano le tenebre, esse si fanno simili alle lacrime celesti del martire, scintille di misericordia accese nel cuore del Purgatorio. Si presentano per un istante nel cielo come segni luminosi che mostrano la via della redenzione e della liberazione avvenuta.
Evocano i fuochi fatui (Vedi Halloween) che, nella notte della Vigilia di Ognissanti-Halloween, brillano attraverso le zucche illuminate, simboli degli spiriti del purgatorio che errano in cerca di pace.
Lieta Festa di San Lorenzo!
Post programmato
Per ulteriori informazioni: La notte delle stelle cadenti Cumsidera desidera L'epoca delle stelle cadenti |
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