giovedì 25 dicembre 2025

Natale, impronta di una civiltà

Presepe

Sacra Famiglia

Gesù Cristo - Natale

Nei manoscritti e nelle iscrizioni romane antiche, le lettere erano scritte in forme alte e uniformi, senza distinzione tra maiuscole e minuscole. I Romani non avevano nomi specifici per gli stili di scrittura; li distinguevano principalmente in base al supporto e alla funzione, iscrizioni monumentali su pietra, manoscritti religiosi su pergamena o documenti amministrativi su papiro. Il termine "capitalis - principale - di rilievo", è stato adottato dai paleografi per classificare le forme in cui non esiste distinzione tra maiuscole e minuscole.
Tra le forme più antiche troviamo la Capitalis Monumentalis (I sec. a.C. – II sec. d.C.), usata nelle iscrizioni pubbliche su pietra, con lettere alte, distanziate e verticali, dall'effetto monumentale:

D I E S N A T A L I S

Segue la Capitalis Quadrata del tardo I sec. a.C. – IV sec. d.C., tipica dei manoscritti religiosi o astronomici su pergamena, lettere proporzionate e leggermente quadrate, vicine e uniformi, dall'effetto ordinato e codicologico:

DIESNATALIS

La Capitalis Rustica del I – V sec. d.C., introduce lettere più snelle e compresse, adatte ai manoscritti su papiro e pergamena, testi letterari e biblici. Parallelamente, la Cursiva Romana Antica delI sec. a.C. – III sec. d.C., si sviluppa per documenti pratici o annotazioni amministrative: lettere unite, corsive e rapide, privilegiano la velocità rispetto alla regolarità. Dalla Cursiva Romana Antica evolve la Cursiva Romana Nuova del III – VI/VII sec. d.C., più arrotondata e fluida, ponte verso le minuscole. 
In ambito librario, l'Onciale del IV – VIII sec. d.C., utilizza lettere maiuscole arrotondate, separate e molto leggibili, usata soprattutto nei codici biblici e testi cristiani.
Tra il V e il IX secolo compare la Semionciale, una scrittura di transizione tra onciale e minuscole mature. Bernhard Bischoff distingue due fasi: semionciale antica orientale e semionciale nuova occidentale. Entrambe mostrano la coesistenza di lettere maiuscole e forme minuscole ancora embrionali, preludio alla Scrittura Carolina che, dall'VIII secolo, attraverso i monasteri carolingi, consoliderà definitivamente la distinzione tra maiuscole, inizio frase e nomi propri; e minuscole, corpo del testo; e crea le condizioni materiali per distinguere visivamente parole generiche da parole con valore speciale.

ΙΧΘΥΣ/Ichthys - pesce   Ἰησοῦς Χριστός Θεοῦ Υἱός Σωτήρ - Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore,

ΙΧΘΥΣ/Ichthys - Pesce 
 Ἰησοῦς Χριστός Θεοῦ Υἱός Σωτήρ - Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, 

San Nicola - Babbo Natale

San Nicola - Babbo Natale

Angelo e Uomo di Neve

In origine l'aggettivo natalis veniva affiancato al sostantivo dies, per formare la locuzione dies natalis - "giorno relativo alla nascita", e poteva riferirsi alla nascita della persone comuni, degli imperatori e delle divinità.
Con il cristianesimo, nei testi tardoantichi, come quelli di Sant'Agostino, compaiono espressioni quali natalis Domini, dove l'aggiunta di Domini ne specifica il senso religioso cristiano. All'inizio non esisteva una formula fissa e universale, il significato della nascita emergeva dal contesto liturgico e teologico più che dalla forma linguistica.
Con l'evoluzione del volgare italiano, si consolida progressivamente, una separazione grafico-semantica, natale, con l'iniziale minuscola, conserva la sua funzione aggettivale riferita alle nascite in senso generico, è la parola che appartiene a tutti, che descrive l'arrivo al mondo di ogni creatura e il fluire naturale della vita; Natale con l'iniziale maiuscola si fa sostantivo sacro, eleva il suo significato e descrive la nascita per eccellenza che ha segnato la storia spirituale dell'Occidente, diviene traccia esclusiva che caratterizza la celebrazione della Natività di Cristo.
Natale si trasforma in una parola-soglia, si apre a un mistero, a un racconto fondativo, a un'identità che appartiene alla cultura cristiana e ne definisce uno dei suoi tratti più riconoscibili, diventa un simbolo, un codice culturale che attraversa secoli di fede, arte, liturgia e tradizioni popolari. È una parola che custodisce un immaginario condiviso, che richiama immediatamente un patrimonio di significati, riti e memoria collettiva.

Corona dell'Avvento

Diffusore con scorze di cedro

Nel diffusore scorze di cedro

Il TLIO documenta numerose occorrenze del termine Natale in volgare riferito alla Nascita di Cristo, mentre il termine natale minuscolo indica nascita di persone o anniversari comuni:
XIII secolo (prima metà e metà) Le attestazioni più antiche provengono da testi documentari toscani e settentrionali: Doc. mugellano, XIII m.: "iu paia di buoni kapponi per Natale"- una delle prime occorrenze in volgare di valore cristiano. Bonvesin da la Riva, Disputatio mensium (XIII t.): "La festa de Nadal…" - uso letterario nella varietà lombarda. Testi romagnoli e veneti del XIII secolo confermano la diffusione del lessema (natale, Nadal, Naalo).
XIII secolo (seconda metà) Il termine è ormai pienamente stabilizzato: Statuti fiorentini (1284): "il die di Natale". Statuti senesi (1280–1297): "la pasqua di Natale". Jacopone da Todi (fine XIII): "Lo Natal non trovaria…".
XIV secolo La documentazione aumenta e copre l'intero territorio italiano, Toscana: Giordano da Pisa (1306), statuti di Perugia e Volterra. Veneto e Trentino: Nadal, Nadalo in vari statuti e documenti. Sicilia: "lu Natali di lu Signuri" (Stat. catan., c. 1344); Simone da Lentini (1358). Centro Italia: Buccio di Ranallo (1362), documenti spoletini, testi romani e umbri. In tutti i casi, la valenza semantica è univoca e si riferisce alla festività cristiana della Natività di Cristo.

Candela di Natale

Natale non è un neologismo stile "petaloso", è un nome che affonda le sue radici in una storia solida, stratificata, ancorata nei secoli. Proprio per questo risulta inaccettabile ogni tentativo di svuotarla del suo significato originario, piegandolo a interpretazioni che la vorrebbero semplice espressione del solstizio d'inverno.
Il solstizio è un evento astronomico e pur nel suo aspetto simbolico resta un fenomeno naturale, un'immagine che come metafora evoca rinascita, luce e in quanto tale si lega al Natale, non è la matrice da cui deriva la festa cristiana. Sostituire alle fonti storiche una lettura costruita a posteriori vuol dire ignorare il percorso linguistico e culturale che ha portato Natale a diventare ciò che è, ovvero l'impronta che custodisce la forza di una civiltà, la Cristiana.

Lieto Natale! 

Ricordatevi che oggi in Viaggio nel Vento del Folletto del Vento si conclude il Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - XII Edizione 2025. 
Grazie ad ognuno di voi dal profondo del cuore!

Più tardi il reel sul Presepe

3 commenti:

  1. Un post monumentale, che rimette al centro la storia e non le mode interpretative del momento, aspettavamo questo dono in silenziosa preghiera, grazie, buon Natale! Segugio

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  2. Bellissimo messaggio, che unisce cultura, storia e fede. Ti auguro un Natale pieno di serenità e amore!

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  3. Certo, il Natale sarebbe uguale al solstizio, come dire che la Divina Commedia è uguale a una gita all'inferno. Buon Natale a tutti! Segugio

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