mercoledì 17 dicembre 2025

Il pellegrinaggio dell'anima nella Novena di Natale

Nella diciassettesima tappa del Natale Express, con la diciassettesima finestra e con il Golky, diventiamo pellegrini dell'anima nella Novena di Natale.

17 dicembre Novena di Natale - Natale Express 2025

La Novena di Natale, discende dai nove giorni di preghiera che Maria e gli Apostoli compirono dopo l'Ascensione, si radica nel tardo Medioevo e nella sua forma popolare si diffonde in Italia tra il XVII e il XVIII secolo come un lento cammino verso la luce.
San Sebastiano Valfrè, sacerdote dell'Oratorio di San Filippo Neri a Torino, ne intuì la forza educativa e spirituale, proponendola come tempo di catechesi e di preghiera capace di parlare al cuore del popolo. Nel Settecento, questa pratica si consolidò e si arricchì di forme liturgiche e popolari, diffondendosi in tutta la penisola come un rito dell'attesa.
Nei primi giorni risuonano le parole antiche dei profeti, promesse sussurrate nella notte della storia, attese mai spente, speranze custodite di generazione in generazione. È l'umanità intera che veglia, in attesa di una luce capace di rischiarare le tenebre.
Giorno dopo giorno, l'attesa si fa più vicina e concreta. La preghiera si sofferma sui volti di Maria, avvolta nella grazia  del suo "", e di Giuseppe, custode discreto di un mistero che supera ogni comprensione. Al centro si staglia il cuore della fede cristiana, il Verbo eterno che sceglie la fragilità della carne, entrando nel tempo e nella povertà degli uomini.
Dal 17 al 23 dicembre, la liturgia innalza le solenni Antifone O, antichi richiami che si alzano come un canto notturno: O Sapienza, O Germoglio, O Chiave, O Sole che sorge*. In queste invocazioni, la Chiesa raccoglie il desiderio di tutti e lo trasforma in preghiera ardente, Vieni, Signore, non tardare.
Quando la novena volge al termine, lo sguardo si posa su Betlemme. Una casa povera, una mangiatoia, la notte. I pastori, uomini semplici, diventano i primi testimoni di una gioia inattesa. Nell'ultimo giorno, la vigilia di Natale, le parole si fanno più rare e il silenzio più denso, tutto è pronto per accogliere il Bambino che sta per nascere.
La novena vive anche nei gesti e nei suoni della tradizione. In molte regioni d'Italia, soprattutto nel Sud, il respiro profondo delle zampogne e il canto delle ciaramelle accompagnano la preghiera, evocando i pascoli e la notte santa. Davanti ai presepi, la musica diventa memoria viva dell'annuncio fatto ai semplici. Altrove, come in Spagna e in America Latina, la novena si intreccia con la vita quotidiana delle famiglie, tra letture bibliche, canti, preghiere e condivisione, segno di un'attesa vissuta insieme.
Tra i canti tradizionali emergono anche espressioni locali, come il "Missus" friulano, che in versi e melodie antiche racconta lo stupore del Verbo che si fa carne e viene ad abitare tra gli uomini.
La Novena di Natale diventa un pellegrinaggio dell'anima, nove passi nella notte, nove giorni per imparare ad attendere. E quando il cammino giunge al suo compimento, nella luce della Notte di Natale, il cuore riconosce che l'attesa non è stata vana, perché Dio ha scelto di farsi vicino, umano e presente.

Buon Natale!

Golconda

Novena di Natale 16 - 24 dicembre

Sole che sorge* = Oriens - Sole che sorge è uno dei titoli messianici attribuiti a Cristo nelle Antifone O. Non indica una divinità solare né un richiamo a culti astrali, ma è un epiteto simbolico, tratto dalla Sacra Scrittura che esprime Cristo come luce vera che viene a rischiarare le tenebre.
L'immagine del sole nascente appartiene al linguaggio biblico e profetico, usato per annunciare la salvezza che viene da Dio, e non va confusa, scambiando lucciole per lanterne, con il culto del sole; nel cristianesimo non è il sole a essere divino, ma è Cristo che illumina ogni uomo.
Ne riparliamo l'anno prossimo.

La diciottesima finestra del Calendario l'aprirà Chicchina nel suo AcquadiFuoco

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