martedì 1 luglio 2014

" I caldi tramonti di luglio ... "


" I caldi tramonti di luglio non sono fatti per le meditazioni ascetiche. Il sole che discende rosso ... saetta i raggi orizzontali sui colli dalle forme curve, quasi muliebri, li veste di un colore roseo che par di carne. Sembra che la terra intorpidita dall’arsura diurna si risvegli come ad una nuova aurora e frema alla carezza delle fresche aure serali. Le foglie immobili cominciano ad agitarsi lente lente e il fiume, già fulgido specchio d’argento, prende il color verde degli occhi delle ondine tentatrici. Tutto si risveglia, anche il desiderio.
Le prime ore della notte, col tremulo bagliore delle stelle, con le vampe tiepide e profumate che alitano per la valle, con quel mistero della penombra dove s’indovina un fermento di amore e di fecondità, danno una molle sensazione che pare un principio di ebbrezza. Ai profondi silenzi succedono larghe vibrazioni di voluttà, e passano le lucciole a sciami sulle stoppie arse, cantano gli usignoli nelle macchie, e il fiume mormora gli ineffabili epitalami della notte. Nelle tenebre tiepide si compiono nozze misteriose, e l’amore palpita nel grembo della terra come il sangue nelle arterie dell’uomo.
È allora che il pieno disco della luna si leva e sale diffondendo la sua luce fredda sui campi deserti. Le ombre nere si allungano sui piani argentei e la corrente risplende qua e là di pagliuzze d’oro. Tutto a poco a poco si calma e riposa nella formidabile solennità della notte. "

 Brani di vita
Olindo Guerrini

sabato 21 giugno 2014

L'estate è venuta

All'interno del manoscritto irlandese Ms Rawlinson B.502, risalente al XII secolo, è conservato un poema lirico composto nella prima metà del IX secolo e attribuito al leggendario capo dei Fianna: Fionn mac Cumhaill (vedi Le voci delle colline), il quale, attraverso l'arte poetica, spiega ad un suo sottoposto che uscire per rifornirsi d'acqua è ora possibile senza più alcuna difficoltà perché l'inverno si è concluso, il freddo è passato ed è finalmente sopraggiunta l'estate (Per i celti e i loro discendenti l'anno era diviso in due parti inverno ed estate - vedi Samhain , Beltane e Litha ).



1
" L'estate è venuta, esuberante, libera,
fa incurvare il bosco ombroso;
salta la cerva, veloce, sottile,
e liscio è il percorso delle foche.

2
Dolce canzone canta il cuculo,
induce a sonni lievi;
saltellano gli uccelli sulle placide colline
e balzano gli agili cervi grigi.

3
Il caldo ha invaso la tana del cerbiatto
e i cani lanciano grida armoniose;
la spiaggia sorride, bionda distesa
che inasprisce il rapido mare.

4
Suono di folli venti sulla cima
dal nero querceto di Drum Daill;
corrono levigate mandrie di cavalli
ai quali è rifugio Cúan Caill.

5
Il verde prorompe da ogni pianta,
frondosi i cespugli nel verde querceto.
L'estate è venuta, l'inverno è finito:
agrifogli contorti feriscono i cani.

6
Il merlo, erede del bosco spinoso,
canta vigorose melodie;
il mare selvaggio stanco si riposa
e salta il salmone screziato.

7
Il sole sorride su ogni terra
allontanando il brutto tempo.
Latrano i cani, i cervi s'aggruppano,
s'addensano i corvi. L'estate è venuta. "

-

1
Tánic sam slán sóer
díambi clóen cail cíar,
lingid ag* seng snéid,
díambi réid rón rían*.

2
Canaid cuí céol mbinn mblaith,
díambi súan sáim séim,
lengait éoin cínin crúaich
ocus dailm* lúaith léith.

3
Foss n-oss* rogab tess,
gáir dess cass cúan,
tibid trácht find fonn,
díambi lond ler lúath.

4
Fúam ngaeth báeth barr
dairi duib Drum Daill,
rethid graig máel múad,
díambi dín Cúan Caill.

5
Maidid glass for cach luss,
bilech doss dairi glaiss:
tánic sam. rofáith gaim,
gonit coin cuilinn caiss.

6
Canaid lon dron dord
díambi forbb caille cerbb,
súanaid ler lonn líac,
foling íach brec bedc.

7
Tibid grían dar cach tírm
dedlai lim fris-sil snom,
gárit coin, dáilit daim*,
for-berat brain, tánic sam.

Ag, daim e oss* = Sono termini che letteralmente si riferiscono alla mucca e al bue, ma nella forma poetica metaforica alludono alla cerva e al cervo:
dam allaid - bue della foresta
oss alta - bue che salta
Rón rían* = Letteralmente - percorso delle foche - è una locuzione che denota il mare, rafforzata da rìan che in termini poetici da solo indica sempre il mare.

Solstizio Estivo

Per ulteriori informazioni

domenica 15 giugno 2014

Esordio italiano al Campionato Mondiale di Calcio 2014

Il 15 giugno a mezzanotte (ora italiana) per gli azzurri è iniziato il Campionato Mondiale di Calcio, abbiamo esordito a Manaus - Brasile con una vittoria sull'Inghilterra - 2 a 1 - marcatori Claudio Marchisio e Mario Balotelli; al di la di tutte le polemiche, viva la Nazionale Calcio Italiana che riunisce nel cuore tutti gli italiani sparsi per il mondo e fa ritrovare nella gioia uno spirito di appartenenza comune!


Logo FIGC

-
" Viva l'Italia, l'Italia liberata, 
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè. 
L'Italia derubata e colpita al cuore, 
viva l'Italia, l'Italia che non muore. 
Viva l'Italia, presa a tradimento, 
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento, 
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, 
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura. 
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, 
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare, 
l'Italia metà giardino e metà galera, 
viva l'Italia, l'Italia tutta intera. 
Viva l'Italia, l'Italia che lavora, 
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora, 
l'Italia metà dovere e metà fortuna, 
viva l'Italia, l'Italia sulla luna. 
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre*
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre, 
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste, 
viva l'Italia, l'Italia che resiste. "

12 dicembre* = Francesco De Gregori si riferisce alla reazione dell'Italia alla strategia della tensione, iniziata storicamente  con la strage di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969.

Viva l'Italia 
Francesco De Gregori


Italia - Inghilterra 
Abbraccio dei giocatori con Gigi Buffon che è rimasto in panchina a causa di una distorsione 

giovedì 12 giugno 2014

La forza dell'anello debole


" Una catena è forte quanto il suo anello più debole. "

Christiaan Barnard
Chirurgo sudafricano

" L'anello più debole è anche il più forte. Spezza la catena. "

Stanisław Jerzy Lec
Scrittore e poeta polacco



L'anello più debole è il più potente, ha il controllo di vita e di morte sulla catena, con la sua fragilità è l'unico che può scardinare lo status quo, gli altri, quelli più forti troppo impegnati a dimostrare la loro virilità non ne hanno la competenza né il coraggio ed è qui che la forza diventa debolezza e la debolezza forza. L'anello più debole è la perdita dell'equilibrio e la caduta nel caos che concepisce la ricerca di un nuovo assetto, offre una possibilità di cambiamento, è un'occasione di crescita interiore, resta solo da vedere in quali casi determina una vittoria o una sconfitta.

Sciarada Sciaranti

giovedì 22 maggio 2014

L'occhio del T-Rex


L'occhio del T-Rex

"La fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla ragione, né smussa l'appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, migliori fantasie produrrà." 

Sulle fiabe - Albero e foglia
J.R.R. Tolkien

domenica 11 maggio 2014

" Aurea Madre "


Aurea Madre
 Dall' Orientale Raggio
Effonde  Amor

© Sciarada


Felice Festa della Mamma  a te Raggio  di Sole da me e Sorellina e tantissimi auguri a tutte le Mamme!

mercoledì 30 aprile 2014

" Un palombaro in cerca di navi e oggetti perduti "

" Scrivendo sprofondo dentro le masse di acqua marina come un palombaro in cerca di navi e oggetti perduti. Poi, venendo fuori, metto ad asciugare sulle rive i tesori che ho trovato; poi ragiono su come comporli, come renderli riconoscibili e identificabili. "

Dentro le parole 
Dacia Maraini


Voi riuscite a riconoscere un palombaro in questa foto?

Buon 1° Maggio

domenica 27 aprile 2014

Nel segno della santità


L'affetto che mi lega a papa Giovanni Paolo II è infinito, mi limito solo a dire che la sua santità l'ho sentita sulla mia pelle, la sua grande Anima ha sorriso alla mia donandole la leggerezza che le era stata tolta ed oggi sono felicissima di rendere omaggio a lui e a papa Giovanni XXIII che saranno canonizzati da papa Francesco alla presenza del papa emerito Benedetto XVI.

Le celebrazioni per questo storico evento sono iniziate sabato 26 aprile con la Notte bianca della preghiera ospitata nelle chiese di Roma e continueranno domenica 27 aprile con lettura della coroncina della Divina Misericordia e di alcuni scritti di papa Roncalli e di papa Wojtyla sulla misericordia, alle ore 10.00 seguirà la santa messa a piazza San Pietro che si concluderà alle 12.30, ci sarà poi libero ingresso alla basilica fino all' 1.00 di notte.



" Quelle dei due papi sono vite di speranza per tutti noi e Roma vuole vivere questo "

Cardinale Villini
vicario del Papa per la diocesi di Roma



" Il senso della mia pochezza e del mio niente mi ha sempre fatto buona compagnia, tenendomi umile e quieto. "

" Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera. Osservatela in alto, a guardare questo spettacolo.
... Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. "

Papa Giovanni XXIII


" Damose da fa'! Volemose bene! Semo romani! "

Incontro con i Parroci e il Clero della Diocesi di Roma
26 febbraio 2004

" Una volta che si è tolta la verità all'uomo, è pura illusione pretendere di renderlo libero. Verità e libertà, infatti, o si coniugano insieme o insieme miseramente periscono. "

Fides et Ratio
Papa Giovanni Paolo II


venerdì 25 aprile 2014

I tetti di Roma


"La forma vera della città è in questo sali e scendi di tetti, tegole vecchie e nuove, coppi ed embrici, comignoli esili o tarchiati, pergole di cannucce e tettoie d'eternit ondulata, ringhiere, balaustre, pilastrini che reggono vasi, serbatoi d'acqua in lamiera, abbaini, lucernari di vetro, e su ogni cosa s'innalza l'alberature delle antenne televisive, dritte o storte, smaltate o arrugginite, in modelli di generazioni successive, variamente ramificate e cornute e schermate, ma tutte magre come scheletri e inquietanti come totem. Separati da golfi di vuoto irregolari e frastagliati, si fronteggiano terrazzi proletari con corde per i panni stesi e pomodori piantati in catini di zinco; terrazzi residenziali con spalliere di rampicanti su tralicci di legno, mobili da giardino in ghisa verniciata di bianco, tendoni arrotolabili; campanili con la loggia campanaria scampanante; frontoni di palazzi pubblici di fronte e di profilo; attici e superattici, sopraelevamenti abusivi e impunibili; impalcature in tubi metallici di costruzioni in corso o rimaste a mezzo; finestroni con tendaggi e finestrini di gabinetti; muri color ocra e color siena; muri color muffa dalle cui crepe cespi d'erba riversano il loro pendulo fogliame; colonne d'ascensori; torri con bifore e con trifore; guglie di chiese con madonne; statue di cavalli e quadrighe; magioni decadute a tuguri, tuguri ristrutturati a garçonnières; e cupole che tondeggiano sul cielo in ogni direzione e a ogni distanza come a confermare l'essenza femminile, giunonica della città: cupole bianche o rosa o viola a seconda dell'ora e della luce, venate di nervature, culminanti in lanterne sormontante da altre cupole più piccole.
Nulla di tutto questo può essere visto da chi muove i piedi o le sue ruote sui selciati della città. E, inversamente, di quassù si ha l'impressione che la vera crosta terrestre sia questa, ineguale ma compatta, anche se solcata  da fratture non si sa quanto profonde, crepacci o pozzi o crateri, i cui orli in prospettiva appaiono ravvicinati come scaglie d'una pigna, e non viene neppure da domandarsi cosa nascondano nel loro fondo, perché già tanta e tanto ricca e varia è la vista in superficie che basta e avanza a saturare la mente d'informazioni e di significati. "
... " Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, - conclude, - ci si può spingere a cercare quel che c'è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile".

Palomar
Italo Calvino

mercoledì 23 aprile 2014

Dies Natalis - Anno IV


"E' il principio che muove tutte le cose," disse. 
"Nell'Alchimia è chiamato l'Anima del Mondo. Quando desideri qualcosa con tutto il cuore, sei più vicino all'Anima del Mondo, che è sempre una forza positiva."
Aggiunse, poi, che non era soltanto un dono degli uomini: tutte le cose sulla superficie della Terra possedevano un'anima, e non importava che si trattasse di un minerale, di un vegetale, di un animale o di un semplice pensiero.
"Tutto quello che si trova al di sotto e al di sopra della superficie della Terra si trasforma sempre, perché la Terra è viva, e possiede un'Anima. Anche noi ne facciamo parte ma ben di rado siamo consapevoli che essa agisce sempre a nostro favore."
L'Alchimista
Paulo Coelho

Grazie a tutti coloro che in questi quattro anni nell'Anima del Mondo hanno voluto condividere e intrecciare la loro Anima con la mia!

domenica 20 aprile 2014

" È Pasqua "


 Risurrezione di Cristo
 1611 - 1612
Pete Paul Rubens
Cattedrale di Anversa

" È Pasqua. Anche il sole stamane è arrivato per tempo; anzi, anzi, con un leggero anticipo.
Anch'io mi sento buono, più buono del solito. Siamo tutti un po' angeli, oggi.
Mi pare quasi di volare, leggero come sono.
Esco di casa canticchiando. Voglio bene a tutti.
Distribuisco saluti a destra e a sinistra.
Vorrei compiere una buona azione, ma è impossibile, poiché tutti, lo si vede dai volti raggianti, hanno questo segreto proposito.
Guarda guarda chi c'è... Il signor Antonio, il mio sarto.
Faccio un fulmineo dietro-front e mi nascondo nel primo portone che trovo.
Le automobili vanno a passo d'uomo; i treni si fermano ai passaggi a livello: ne scende il fuochista, dà un'occhiatina a destra e a sinistra e, se non c'è proprio nessuno, rimette in moto la macchina.
Anche i ladri stanno a casa a pitturare le uova per i loro bambini.
Le galline razzolano nell'aia con visibile orgoglio: è un po' la loro festa. Ma il sole non tramonta ancora che la massara le chiude nel pollaio.
«È un sopruso», esse pensano «almeno oggi un'oretta di piu! ».
La chioccia dice: Ahimè, i bambini preferiscono le uova a sorpresa... Si addormentano pensando a queste strane uova.
Chissà, col tempo riusciranno a farle anche loro.
E sognano, sognano un fanciullo pieno d'ansia, che rompe il bianco guscio. Che cosa trova?
Oh, un pulcino che recita la poesia. Il bambino batte le mani, le galline piangono in sogno, di tenerezza materna. "

Cesare Zavattini

Buona Pasqua!

Per ulteriori informazioni

venerdì 18 aprile 2014

Il Venerdì Santo di Goethe in Italia


Crocifissione
1512 - 1516
Mathis Gothart Grünewald
Musée d'Unterlinden - Colmar


A Palermo in Sicilia su Monte Pellegrino si trova incastonato nella roccia il santuario di santa Rosalia; 
Johann Wolfgang von Goethe lo visitò durante le celebrazioni del Venerdì Santo e lo descrive così nel suo libro Viaggio in Italia:

"Il vero e proprio luogo sacro si accorda con l'umiltà della Santa, che qui cercò rifugio, molto più delle feste sontuose celebrate in onore della sua rinunzia al mondo. Quando si è sulla montagna si trova un angolo di roccia e ci si vede di fronte una parete, una rupe scoscesa contro la quale la chiesa e il convento sono come incrostati. L'esterno della chiesa non ha nulla di invitante, ma nell'entrare si resta sorpresi. Si vede un vestibolo, vasi con acqua benedetta e qualche confessionale. La navata è un cortile scoperto chiuso da un lato da una rupe selvaggia, al centro sta una fontana in pietra. La grotta stessa è trasformata in coro senza perdere il suo carattere selvaggio. Vi si accede salendo alcuni scalini. Tutto è illuminato dalla luce del cortile. In fondo, nell'oscurità della grotta, c'è l'altare maggiore. Dato che le rocce gocciolavano sempre d'acqua, bisognava mantenere il luogo il più asciutto possibile. Ci si è riuscito per mezzo di condotti e grondaie di piombo, legati tra loro. L'acqua è diretta verso un serbatoio limpido ove l'attingono i fedeli per adoperarla contro ogni sorta di mali." 

Per ulteriori informazioni

mercoledì 16 aprile 2014

Matisse 9


" ... Enigmatico, il gatto è affine a quelle strane cose che l'uomo non può vedere. E' lo spirito dell'antico Egitto, depositario dei racconti a noi giunti dalle città dimenticate delle terre di Meroe e Ophir. E' parente dei signori della giungla, erede dell'Africa oscura e feroce. La Sfinge è sua cugina, e lui parla la sua lingua; ma il gatto è più vecchio della Sfinge, e ricorda ciò che lei ha dimenticato... "


I gatti di Ulthar
Howard Phillips Lovecraft

lunedì 14 aprile 2014

" Dove inizia la fine del mare? "

" Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell’onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in un sola parola tutto nascondiamo? " 

Oceano mare
Alessandro Baricco


Dipende dalla prospettiva

giovedì 10 aprile 2014

" Qual è la tua strada amico? "


" ...Qual è la tua strada amico?
... la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell'arcobaleno, la strada dell'imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi..."

Sulla strada
Jack Kerouac

lunedì 7 aprile 2014

" Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera "

La primavera di un tempo lontano s'ode attraverso la voce di un poeta che ha creato uno tra i più bei capolavori di stampo agreste della letteratura latina osservando il γεωργικός - l'abile contadino che ha imparato  l'idioma ancestrale della stagionalità e comunica con la natura  che è capace di sorprendersi del suo stesso ciclo vitale.


"... Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera; a primavera
gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
con piogge fertili nel grembo della consorte,
immenso si unisce all’immenso suo corpo,
accende ogni suo germe. Gli arbusti remoti risuonano
del canto degli uccelli, e gli armenti ricercano Venere,
e i prati rinverdiscono alle miti aure di Zèfiro.
E i campi si aprono; si sparge il tenero umore;
ora al nuovo sole si affidano i germogli.
E il tralcio della vite non teme il levarsi degli austri
né la pioggia sospinta per l’aria dai larghi aquiloni,
ma libera le gemme e spiega le sue foglie.
Giorni uguali e così luminosi credo brillarono
al sorgere del mondo; fu primavera, allora.
primavera passava per la terra. Ed Euro
trattenne il soffio gelido quando i primi
animali bevvero la luce, e la razza degli uomini
alzò il capo nei campi aspri, e le belve
furono spinte nelle foreste e le stelle nel cielo ..."


Georgiche - Libro II
Publio Virgilio Marone
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