Anastasia: «Guarda! La mia sciarpa… se l’è messa lei!»
Genoveffa: «Anche questa è mia!»
Anastasia: «E anche questo nastro!»
Anastasia (gridando): «Impudente!»
Genoveffa: «Vergognati!»
Matrigna (con tono glaciale, mentre le figlie strappano l'abito): «Avanti, ragazze…»
Le sorellastre ridono e strappano via pezzo dopo pezzo l'abito, lasciando Cenerentola in lacrime.
Cenerentola - Film Disney 1950
Le sorellastre di Cenerentola, quando la vedono pronta a brillare al gran ballo, si avventano su di lei con la grazia che le contraddistingue e le strappano l'abito reclamando come propri i pezzi di cui è composto. Una scena tragicomica, che per certi versi ricorda ciò che accade alle tradizioni cristiane, si tenta di smembrarne il tessuto spirituale, di lacerarne la trama e l'ordito e di svilirne il valore cercando di arraffare i fili più antichi piegandoli e distorcendone la più intima essenza, per forzare un'origine pagana atta a ridurre l'Eterno a un misero inganno.
Il nostro Natale Express ci porta oggi alla quinta finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima, siamo alla Vigilia della Festa di San Nicola, di lui vi parlo e del suo alter ego Babbo Natale.
San Nicola di Mira già dal IV secolo è ricordato come un benefattore discreto, dal VI al IX secolo, le agiografie diffondono la sua fama in Europa e il 6 dicembre diventa giorno dei doni ai bambini. Nella Praxis de Stratelatis de lV secolo si legge:
E nella Vita delle tre fanciulle del IX secolo di Michele Archimandrita; ripresa nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine del XIII secolo:
"Il santo, mosso a compassione, prese tre sacchi pieni d'oro e, di notte, li gettò nella casa dell'uomo, affinché le figlie potessero avere dote e non cadere nella vergogna."
Il suo muoversi di notte, per portare un soccorso miracoloso, si intreccia dunque con il gesto materiale di donare di nascosto e nell'immaginario popolare questa associazione diventa centrale nella rappresentazione del suo culto.
Nel pieno Medioevo la figura del vescovo di Mira si incastona nelle pratiche popolari. In molte regioni si lasciano fieno e carote all'asinello del santo che, in un gesto di pedagogia domestica intessuta di carità, porta dolci ai bambini. Con un ruolo punitivo che si contrappone alla bontà del santo lo accompagnano figure severe come Ruprecht in Germania, Fouettard in Francia, Krampus nelle Alpi. In questo clima in Italia e in Europa si sviluppa anche l'Episcopellus, per la festa degli Innocenti del 28 dicembre, un bambino viene eletto "vescovo" per un giorno, guidando processioni e ricevendo omaggi in una rappresentazione rituale che educa senza voler banalizzare la gerarchia. Siamo di fronte a una rete di tradizioni cristiane con rituali folkloristici che strutturano l'infanzia radicata nel ciclo natalizio.
Tra il XVI e il XVII secolo, nei Paesi Bassi, la tradizione di San Nicola si fa urbana e spettacolare, il santo giunge "da lontano", spesso per nave, e cavalca un cavallo bianco, invece del consueto asinello, mentre ill suo aiutante Zwarte Piet distribuisce dolci e affianca la gestione della dimensione disciplinare. Con la Riforma, il culto dei santi viene ostacolato e in molti luoghi proibito; ma, la figura di San Nicola non scompare, il vescovo di Myra nell'iconografia rimane nascosto nel volto popolare di Sinterklaas, un adattamento culturale di matrice cristiana necessario per aggirare un divieto, l'immagine e il significato rimangono, il contesto cambia, il 6 dicembre che non può più essere celebrato ufficialmente cede il portatore di doni al 25 dicembre, la tradizione così non si spegne e continua nel giorno della natività di Gesù.
Nel XVII secolo gli olandesi portano questa tradizione a Nuova Amsterdam che diverrà l'odierna New York e qui, nel XIX secolo, San Nicola riacquista la festa del 6 dicembre e non perde quella del 25, si sdoppia ed evolve ancora con Washington Irving che nel 1809 descrive San Nicola in questo passaggio del suo libro A History of New York:
"... L'architetto, che era un uomo piuttosto religioso, lungi dall'adornare la nave con idoli pagani, come Giove, Nettuno o Ercole (abomini pagani che, senza dubbio, sono causa di sventure e naufragi per molte nobili imbarcazioni), al contrario, dico, eresse lodevolmente, come testa, una bella immagine di San Nicola, dotata di un cappello basso a tesa larga, un paio di enormi calzoni da marinaio fiamminghi e una pipa che arrivava fino all'estremità del bompresso. Così elegantemente equipaggiata, la robusta nave galleggiò di traverso, come un'oca maestosa, fuori dal porto della grande città di Amsterdam, e tutte le campane, che non erano altrimenti impegnate, suonarono un triplo bobmajor per la gioiosa occasione. Il mio trisavolo osserva che il viaggio fu insolitamente prospero, poiché, essendo sotto la speciale cura del veneratissimo San Nicola, la Goede Vrouw sembrava dotata di qualità sconosciute alle navi comuni. Così sfruttava tanto scarroccio quanto avanzamento, poteva procedere con il vento in poppa quasi altrettanto velocemente di quanto con il vento in poppa, ed era particolarmente forte in caso di bonaccia; in conseguenza di questi singolari vantaggi, riuscì a completare il suo viaggio in pochissimi mesi e gettò l'ancora alla foce dell'Hudson, un po' a est dell'isola di Gibbet ..."
A History of New York
Washington Irving
Liberamente tradotto da Me Medesima
e introduce il volo notturno sul carro che contiene i doni da portare ai bambini:
"... E il saggio Oloffe fece un sogno - ed ecco, il buon San Nicola veniva cavalcando sopra le cime degli alberi, sul medesimo carro con cui porta ogni anno i suoi doni ai bambini, e discese proprio accanto al luogo dove gli eroi di Communipaw avevano consumato il loro recente pasto. Egli accese la sua pipa al fuoco, si sedette e fumò; e mentre fumava, il fumo della pipa si alzava nell'aria e si diffondeva come una nuvola sopra di loro. Oloffe ci pensò su, e si affrettò a salire in cima a uno degli alberi più alti, e vide che il fumo si stendeva su una grande estensione di paese - e osservandolo più attentamente, gli parve che la grande massa di fumo assumesse una varietà di forme meravigliose, nelle quali, nell’oscurità indistinta, scorgeva abbozzati palazzi, cupole e alte guglie, tutte durate solo un istante, poi svanite, finché tutto si dissipò e non rimasero che i verdi boschi..."
A History of New York
Washington Irving
Liberamente tradotto da Me Medesima
Nel 1823 nella poesia A Visit from St. Nicholas che nel titolo rsalta l'omonimia San Nicola/Babbo Natale - Sinterklaas che americanizzato diventa Santa Claus; Clement Moore professore di letteratura orientale e greca, teologia e studi biblici presso il General Theological Seminary di New York segna il passaggio dal carro alla slitta e dal cavallo alle con otto renne ispirato probabilmente dalle 8 Beatitudini di Matteo:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Mt 5,1-12
Thomas Nast (1860–1880) colloca San Nicola, Babbo Natale, Sinterklaas, Santa Claus al Polo Nord e ne definisce l'iconografia ripresa nel Novecento dalla cultura di massa (Coca-Cola, 1931) con l'aggiunta di Rudolf che ne fissa l'immagine moderna.
Nel corso del XX secolo, alcuni folkloristi, mitologi e ambienti neopagani hanno diffuso l'idea che Babbo Natale possieda un'origine pagana, ma in realta si tratta di costruzioni moderne, elaborate per attribuire una radice "pre-cristiana" a una figura carismatica e affascinante la cui genesi è invece solidamente attestata nella tradizione cristiana.
Il cammino che da San Nicola conduce a Babbo Natale è indiscutibile e affonda le sue radici in una lunga e robusta tradizione cristiana. Lo spostamento della consegna dei doni ai bambini dal 6 al 25 dicembre non deriva da antichi riti legati al solstizio d'inverno, è il frutto di una continuità storica che, tra adattamenti e trasformazioni, mantiene intatto il nucleo cristiano del suo significato, in cui San Nicola/Babbo Natale celebra e rende onore alla nascita di Gesù Cristo. Questa continuità è stata sottolineata anche dagli studi forensi che, scegliendo colori e i dettagli tipici di un uomo caucasico proveniente dalla zona greco - bizantina dell'Asia Minore, hanno ricostruito il volto autentico di San Nicola, nel 2004 con Caroline Wilkinson e a distanza di vent'anni nel dicembre 2024 con Cícero Moraes; gli antropologi hanno mostrato come i suoi connotati, la fronte ampia, il naso pronunciato, la barba folta, richiamino sorprendentemente l'immagine popolare di Babbo Natale. Non è una coincidenza, ma la testimonianza visibile di un legame che attraversa i secoli, il vescovo di Myra, venerato per la sua generosità verso i bambini e i poveri, è la radice storica e spirituale della figura che ancora oggi incarna lo spirito del dono e la gioia del Natale.
Continua domani in un altro post...
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