venerdì 25 novembre 2016

Il profumo di Novembre


Se il mese di novembre ha i fiori dei nespoli che inebriano l'aria con il loro profumo intenso, Io e Sorellina abbiamo te, tantissimi auguri Raggio di Sole !

Dalla parte delle donne contro la violenza, sempre. 

lunedì 21 novembre 2016

La pioggia cade incessante dietro i vetri - Insieme raccontiamo 15

La pioggia cade incessante dietro i vetri nel quindicesimo incipit di Patricia dedicato a Insieme Raccontiamo, cliccando sul nome dell'iniziativa potrete conoscere le regole e partecipare.
Il mio finale è di 548 battute e ho sforato un bel po' dalle 300 consentite, ma Patricia mi perdonerà per l'istintività con cui l'ho scritto. 

Buona lettura e un bacio a tutti.


Guardava la pioggia che dietro ai vetri cadeva incessante. Gocce fitte, allungate come tagli arrivavano da un coperchio nero che sovrastava la città.
Formavano una cortina così fitta da isolarla dal resto del mondo. Sparite le altre case. Via il campanile che di solito si ergeva contro l’orizzonte come un guardiano silenzioso e severo. Solo acqua, tuoni e fulmini. Per il resto, buio completo. Notte in pieno giorno. Una notte improvvisa e strana. Nata in cinque minuti. Senza preavviso.
Poi, accadde.

Patricia Moll

Sentì un urlo straziante provenire dal piano di sotto, si precipitò nell'ingresso, aprì la porta, scese di corsa i gradini e trovò la sua vicina in lacrime circondata dagli altri condomini; tra un singhiozzo e l'altro stava spiegando che il suo gattino, spaventato dal fragore di un tuono, era scappato in strada e attraverso la feritoia sotto il marciapiede era andato a finire nella fogna che si stava riempendo d'acqua. Era necessario trovare il modo per salvarlo altrimenti sarebbe annegato quanto prima. Ismaele provò a intervenire: - " Signor... " ma la figlia della vicina non lo fece finire di parlare e con un' acredine immotivata lo aggredì:
- " Sta zitto brutto nano, lascia parlare chi è capace e non farci perdere tempo. "
Ismaele abbassò la testa, si voltò, si diresse verso il portone e uscì sotto la pioggia battente mentre gli altri ritornarono a formulare ipotesi sul possibile salvataggio. Il gettito d'acqua era così abbondante e il vento così violento che si faceva molta fatica a camminare. Il piccolo grande uomo spinto dalla sua caparbietà riuscì a raggiungere il marciapiede che si trovava davanti alla casa, si piegò per individuare la feritoia da cui proveniva il miagolio dello sfortunato gattino, si avvicinò e senza pensarci due volte si calò dentro. Un odore nauseante lo travolse, ma non era importante per lui, si guardò intorno ed ecco che subito vide quel batuffolo nero che annaspava per rimanere a galla, lo prese, lo accarezzò per rincuorarlo e lo adagiò delicatamente tra il suo petto e la camicia, si aggrappò alla feritoia con le spalle all'ingiù per non far male al gattino e si tirò fuori da quel luogo maleodorante, corse verso casa, provò a spingere il portone, ma si era chiuso, suonò il campanello della vicina che aveva perso il gattino e si attaccò al vetro per far capire ai presenti che era lui. La stessa ragazza che precedentemente l'aveva insultato, entrò indispettita nel suo appartamento e aprì il portone pronta a vomitare tutta la sua rabbia addosso a Ismaele: - " Coglione! " gli disse accompagnando la voce con un gesto del dito medio della mano destra.
- " Insignificante mostriciattolo venuto al mondo, grondi acqua da tutte le parti e sporchi il pavimento. " aggiunse la madre della ragazza.
Poi entrambe spostarono l'attenzione verso quel circolo di saggi che cercava ancora una soluzione.
Ismaele si avvicinò al gruppo, ma  tutti si ritrassero per l'olezzo che emanava, lui si sbottonò la camicia quel tanto che bastava per far uscire il gattino, lo cinse con attenzione, lo salutò e lo poggiò sulle mani della vicina che rimase a bocca aperta. Senza guardare nessuno, quel grande cuore generoso andò verso le scale, salì al suo piano, entrò in casa e si richiuse la porta alle spalle. Si tuffò sotto il getto caldo della doccia, poi riprese a lavorare come se niente fosse accaduto e a tarda notte andò a dormire.
Il mattino seguente fu svegliato da un rumore insolito, aprì prima un occhio e sbirciò, aprì poi anche l'altro e vide il gattino che faceva avanti e indietro sul davanzale con dei piccoli intervalli in cui graffiava l'intelaiatura della finestra, si alzò, andò ad aprire e raccolse il piccolo che pieno di gioia gli fece le fusa.

Sciarada Sciaranti


Dedico questo post a tutti coloro che da una parte, senza rispetto e sensibilità, usano il termine nano in modo dispregiativo mentre dall'altra fanno l'elenco delle parole "politicamente" scorrette per esaltare sé stessi in un "raffinato" e "dettagliato" sfoggio di presunta superiorità concettuale. Andare a toccare la condizione fisica naturale di una persona allargando il concetto alla metafora della piccolezza morale e intellettiva, per quanto mi riguarda, è davvero sgradevole.
Il saggio Gesù in Luca 6, 41-42 diceva:
" ...Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? - Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello... "

lunedì 31 ottobre 2016

La Vigilia di Tutti i Santi è Halloween


Sono ancora in tanti a pensare che Halloween sia una festa americana, non cattolica, frequentata da zucche vuote che in un vortice macabro e funesto celebrano, onorano e adorano Satana. Le cose non stanno esattamente così, Halloween è una festa europea, cattolica, dedicata alla " Vigilia di Tutti i Santi " come si evince anche palesemente dalla traduzione italiana del nome ed è frequentata da zucche che contengono un lume che indica la strada alle anime dei morti in una metafora di ricerca dell'illuminazione spirituale. Ma andiamo per ordine a grandi linee in maniera piuttosto sintetica e schematica:
Nel V secolo a.C., esattamente nel 401 a. C. i celti travalicano le Alpi e si espandono in quella che oggi è l'Italia settentrionale.
Nel IV secolo a. C. ovvero nel 390 a. C. secondo Polibio e nel 386 secondo alcuni studi più recenti, la tribù celtica dei galli senoni giunge nell'Italia centrale e sotto il comando di Brenno mette in atto il primo Sacco di Roma per poi ritirarsi grazie alla difesa a opera di colui che viene definito Pater Patriae: Marco Furio Camillo.
Nel II secolo a. C. invece inizia il lento cammino verso il declino dei celti che, tra il I secolo a. C. e il I secolo d. C. in cui germoglia il seme della religione cristiana, attraversa la dominazione romana ancora politeista e pagana e si confronta prima con Augusto che proibisce i culti druidici ai cives romani che vivono nelle Gallie e poi con Claudio che estende il divieto a tutto il popolo; però come è ovvio che sia è inevitabile che alcune credenze religiose celtiche, nel simile approccio che accomuna tutti gli uomini nell'osservare la natura, si amalgamino e si confondano con quelle romane.

" ... Claudio ... abolì completamente
in Gallia la religione dei druidi, che
era estremamente crudele e che
Augusto aveva proibito soltanto ai cittadini ... "

Vita divi Claudi - De vita Caesarum libro VIII
Svetonio


La Persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano nel 301
Acquaforte - Jan Luyken
Eeghen 686

I primi secoli del cristianesimo sono caratterizzati dalle persecuzioni perpetrate ai danni dei fedeli perché la nuova religione si scontra con i vecchi culti pagani e dai patrizi romani è considerata come una minaccia alla pax deorum, è una superstitio prava, immodica, externa, ovvero una superstizione depravata, smodata, straniera che professa l'ateismo, l'incesto e anche gli omicidi rituali e solo nel IV secolo d. C. con l'imperatore Costantino il Grande queste credenze iniziano a dissolversi gradualmente concedendole un più ampio respiro che nel 391 si concretizza giuridicamente con Teodosio I che le fa indossare la corona della religione di Stato, fatto che facilita l'evangelizzazione in tutti i territori connessi.

" ... Se si vuole prestar fede alle tradizioni locali, le prime predicazioni cristiane nella Provenza risalirebbero al I secolo, e già nel III secolo si sarebbero estese alla maggior parte della Gallia: nella seconda metà del secolo IV anche gli abitanti delle campagne abbracciano il Cristianesimo, per l’opera zelante di San Martino, vescovo di Tours ed apostolo delle Gallie; presso i Franchi, invasori del Nord, il battesimo di Clodoveo, dopo la battaglia di Tolbiac (anno 496), suggella definitivamente il dominio del paganesimo nelle contrade settentrionali della regione francese.
Nell’Irlanda (Ierne dei Greci, Hibernia dei Romani), convertita, nel secolo V, al Cristianesimo da San Patrizio (Patrik), fondatore e vescovo della città di Armagh, gli stabilimenti religiosi si succedono così rapidamente e tanto numerosi, che l’isola diventa ben presto il più attivo centro dell’Europa per la propagazione della Fede, e riceve il nome di Isola dei Santi (Sanctorum Insula) che ricorda quello di Isola Sacra già datole dagli antichi, secondo la relazione del cartaginese Imilcon ... "

Storia della geografia e delle scoperte geografiche esposta da Luigi Hugues
Luigi Hugues

Le persecuzioni producono la naturale conseguenza di voler onorare i martiri che hanno perso la vita in nome di Dio e nell' 835 queste celebrazioni si riversano definitivamente nella festività di Ognissanti fissata al 1° novembre che nel 998, insieme alla vigilia che la precede, andrà a formare quasi un corpo unico con la più antica Commemorazione dei Defunti la cui festa verrà fissata al 2 novembre.


Tutti i Santi
Predella della Pala di Fiesole
1423/1424 -XV secolo
- Beato Angelico
National Gallery

La festa di Ognissanti nasce dunque a Roma, in inglese si traduce All Hallows day e nei rituali che le vengono dedicati dalla cultura popolare la memoria medievale innesca il respiro incerto di Samhain, di cui non sappiamo nulla, sincretizzato con quello storicamente più consistente delle antiche ricorrenze romane; le celebrazioni iniziano al tramonto della vigilia - All Hallows's Even che in una contrazione linguistica diventa Halloween, termine che compare per la prima volta nel 1556 e che arriva in America tra il 1845 e il 1850 quando gli irlandesi sono costretti a emigrarvi a causa di una disastrosa carestia; tra gli usi e costumi che si portano dietro e che servono per salvaguardare la loro identità culturale c'è anche la maschera allegorica di Jack O' Lantern nata nel 1750 per rappresentare, come spiegavo all'inizio, le anime dei morti in cerca di redenzione. In America i cattolici si scontrano con le altre confessioni religiose che dando sfogo al loro immaginario e storpiando gli elementi che nell'immaginario collettivo sono confluiti in Halloween attraverso Samhain, le cuciono addosso il falso marchio di festa dai rituali macabri, atta a diffondere il male, il che la rende oggetto di attrazione per tutti coloro che non hanno una grande simpatia per i santi o ancor peggio per Dio. Halloween continua per la sua strada con questo pesante bagaglio che non le appartiene, che riesce a ingolfarla senza però farle perdere la sua vera natura. Nonostante le difficoltà la sua fama cresce così tanto che ritorna da mamma Europa che per lei, soprattutto nell'ambito italiano, è diventata ormai una Mater matrigna che non la riconosce più per gli abiti che porta con sé e la disconosce lasciandola avvinghiata tra gli artigli di chi ha il gusto per l'orrido mentre lei si occupa con amore delle tradizioni che si sono sviluppate nel suo ventre, tradizioni che per la notte della Vigilia della Commemorazione dei Defunti, che corrisponde a Ognissanti, prevedono anche la visita simbolica delle famiglie da parte dei morti che portano dei doni che al mattino verranno consegnati ai più piccoli, questi doni solitamente sono dei biscotti a forma di ossa di morto che si fanno mangiare ai bambini con lo scopo di far sentir loro la presenza di chi non c'è più e in un certo senso con l'intento di esorcizzare la morte; vi risparmio i dettagli antropologici che per associazione mentale sono anche facilmente intuibili e che cadono, nella prospettiva ordinaria, oltre che nel macabro, anche nell'agghiacciante, se non molto di più, ma, almeno quanto alcuni rituali attribuiti, dai suoi detrattori, a Halloween attraverso Samhain.
Chi ogni anno massacra la festa della Vigilia di Tutti i Santi per avvalorare la propria tesi strumentalizza spesso i bambini asserendo che subiscono dei grandi traumi davanti alle immagini cruente di questa festa, ma viene spontaneo chiedermi: " Per quale motivo i bambini che vengono invitati a ingurgitare ' Ossa di Morto ' non subiscono traumi ? "


Cripta dei Capuccini di via Veneto - Roma

L'atteggiamento del cristianesimo di un tempo non è che sia stato proprio un corollario di leggerezza e serenità nei confronti della morte del corpo fisico. Gli scheletri decostituiti vengono esposti per una sorta di monito da tenere sempre presente che dice " Memento mori - Ricordati che devi morire " .

" ... Ecco l'oratorio della Morte, presso il ponte Sisto; scendiamo nella chiesa sotterranea. Vi scorgeremo cose strane. Tutte le pareti, tutti i soffitti sono ricoperti di rilievi, di rabeschi e di mosaici fantastici. Sono fiori, rose, stelle, quadrati, croci, ornamenti di ogni maniera, quali soltanto un'immaginazione orientale può concepire, e tutto è combinato nel modo più ingegnoso, soltanto con ossa umane. Si dura fatica a prestare fede ai propri sensi. S'immagini una cappella sotterranea, riccamente illuminata, costruita tutta di teschi, di scheletri, colle pareti formate di ogni maniera di ossami, e la si popoli di una folla di creature viventi, donne per la maggior parte e ragazze, signore in abiti di seta, dalle belle e vivaci fisionomie, che ridono e cinguettano in mezzo a tutto quell'apparato di morte, in quell'atmosfera impregnata di effluvi cadaverici, avviluppate nei vortici del fumo degli incensi.
Presi posto a lato di una ragazza seduta precisamente sotto uno scheletro che sghignazzava; ella stava chiacchierando allegramente colla sua vicina di cose che avevano a che fare con tutt'altro che con la morte: pensoso e quasi atterrito, stavo contemplando lo scheletro e la sua giovane preda, sulla quale stendeva le mani, poiché la ragazza era seduta in modo che sembrava caduta fra le braccia dello scheletro. Era proprio la danza dei morti del nostro Holbein rappresentata al vero.
Interi scheletri sono posti nelle nicchie della cappella. Ciascuno tiene fra le ossa delle mani un cartello, su cui si legge una sentenza morale, un ricordo della vanità della vita, un eccitamento ai vivi di pregare per i defunti che soffrono e sperano. Certamente ci volle non poca abilità artistica e pazienza a disporre tutta questa funebre decorazione. Qui parte delle mura fu ricoperta unicamente di teschi di bambini, là, di persone adulte, altrove vennero formati arabeschi di clavicole, di costole, di ossa del petto, di dita, di articolazioni. Gli stessi candelabri sono formati in modo fantastico di ossa umane, ed è meraviglioso scorgere come il senso artistico e la legge estetica siano quasi riusciti a vincere il ribrezzo ispirato dalla materia adoperata. Ma quantunque l'arte sia riuscita a tanto, e abbia scherzato colla morte, riducendo a creazioni artistiche quanto ispira il maggior ribrezzo ai viventi, quanto si usa tener sepolto nelle viscere della terra, quello spettacolo riesce sempre penoso e repulsivo. Mi parve rappresentare il colmo dell'abnegazione religiosa più fanatica o, nella forma più bizzarra, il trionfo sopra la morte e sopra l'orrore che essa ispira. Se fosse possibile che una di queste cappelle mortuarie dell'anno 1853 dopo la nascita di Cristo rimanesse sepolta sotto terra tanto tempo, quanto le tombe degli egiziani e degli etruschi, e venisse scoperta dopo tre mila anni, sarebbe senza dubbio un monumento importantissimo per la storia della civiltà, dal quale la posterità potrebbe farsi un'idea della essenza intrinseca del culto cristiano. Ma, anche per noi contemporanei, è abbastanza istruttiva la vista di una di queste cappelle mortuarie dei cristiani di Roma, perché ci fa penetrare in modo meraviglioso nella essenza stessa del cristianesimo ...
... In nessuna rappresentazione mistica di una religione la morte e i cadaveri ebbero tanta parte; la passione, la crocifissione, la deposizione dalla croce, la sepoltura di Cristo, la sua risurrezione, la lunga schiera dei martiri durante le persecuzioni di Nerone, Domiziano, Decio, Diocleziano e altri imperatori hanno dato al culto cristiano un'impronta funerea, han determinato l'intera concezione della vita e così hanno dato alla vita cristiana, alla musica, alla scultura, alla pittura, l'idea della morte...
... Ma, a chi mai potrà esser venuto in mente per il primo di formare un mosaico di ossa umane? Mentre stavo esaminando quella cappella dei morti, mi sembrava che l'idea ne dovesse esser germogliata nella pazza fantasia del nostro Hoffmann, oppure mi immaginavo di scorgere un cappuccino impazzito che, nel cuore della notte, alla luce incerta di una lampada, stesse ammucchiando e ordinando tutte queste ossa, prorompendo in una risata quando gli riusciva comporre un rabesco. Uno scheletro lo aiutava in questo lavoro, era lo scheletro di un artista, che da vivo era pazzo. Ora stavano vicini l'uno all'altro, maneggiando tutte quelle ossa, e ridevano ridevano soddisfatti, quando riusciva loro di disporle artisticamente. Ma è ancor più probabile che tutto quello strano lavoro sia stato compiuto nelle tenebre da due pazzi fatti scheletri. ' Padre, dicevo ad un cappuccino che mi stava vicino, quale confusione quando tutte queste ossa, questi teschi dovranno ricercare il loro posto ' - ' Sicuro, mi rispose serio il frate, nel giorno del giudizio universale, quando i morti risorgeranno, qui dentro dovrà esserci un gran chiasso '.
Anche la cappella dei morti al convento dei cappuccini, in piazza Barberini, è disposta ed ordinata nello stesso modo di quella di ponte Sisto. Se non che qui l'arte non è riuscita a superare ugualmente l'orrore che ispira l'aspetto della morte. Qua e là gli scheletri furono rivestiti dell'abito cappuccino, ciò che produce un'impressione terribile. Uno scheletro nudo ispira minor ribrezzo, poiché è cosa naturale, mentre al contrario, coperto di un abito è orribile, e ha veramente l'aspetto di uno spettro. Vidi pendere dalla volta due piccoli spettri, sospesi per aria, come si rappresentano talvolta graziose figure di angioli; erano gli scheletri di due principessine della casa Barberini. Mi dissero che la terra che serve per la sepoltura dei cadaveri, fu portata da Gerusalemme e li consuma rapidamente ..."

Le pellegrinazioni in Italia
Ferdinand Grigorovius


È vero quello che dice questa vignetta non bisogna aspettare Halloween per vedere delle zucche vuote in giro, basta uscire di casa ogni giorno per incontrare zucche vuote che non offrono a sé stessi l'occasione di capire e comprendere mentre si aggirano con i paraocchi entro un gregge di pecore.
Ora, secondo il mio punto di vista, chi di dovere, con più onestà intellettuale e meno ipocrisia che tende generalmente a offendere l'intelligenza umana senza riuscirci per quanto mi riguarda, con l'intento di restituirle dignità, dovrebbe impegnarsi nel riconquistare la festa di Halloween che è stata maltrattata per anni senza alcuna pietà proprio perché cattolica.

Auguro a tutti voi di celebrare i vostri cari nel modo che più vi appartiene senza essere turbati e disturbati dalla stupidità.

Sciarada Sciaranti
P.S. Cliccare su Calendario dell'Avvento del Focolare dell' Anima - III Edizione 2016 per aderire all'iniziativa e per prenotare - 6 posti liberi

domenica 30 ottobre 2016

Ancora una volta ...


Basilica di San Benedetto a Norcia prima e dopo il terremoto

Alle 7.41 - Nuova scossa di magnitudo 6.5 con epicentro tra Norcia e Preci alla profondità di circa 10 chilometri. 


Piena solidarietà a voi e ad Amatrice,  Acquasanta Terme,  Arquata del Tronto, Ascoli Piceno, Caldarola, Camerino, Cascia, Castelsantangelo sul Nera, Pieve Torina, Tolentino, Ussita, Visso e a tutti i territori colpiti.

giovedì 27 ottobre 2016

Astratto in Materia - La delusione


La delusione: Un palloncino che scoppia e cade per terra

Sciarada Sciaranti

La delusione: Un palloncino che ti sfugge dalle mani e si guadagna la sua libertà

domenica 23 ottobre 2016

Sotto alla vecchia quercia - Insieme raccontiamo 14

Sotto alla vecchia quercia si apre il quattordicesimo racconto formato da un incipit creato dalla simpaticissima Patricia Moll del blog Myrtilla's house e da un finale, di 200/300 battute o 200/300 parole, scritto da chi ha voglia di cimentarsi in questo gioco letterario mensile. Il finale si può lasciare tra i commenti del post Insieme raccontiamo 14 fino al 30 di ottobre oppure arricchito a piacere anche da foto, video e musiche lo si può pubblicare nel proprio blog entro la stessa data comunicando a Patricia il link affinché chi abitualmente non ci segue abbia la possibilità di raggiungerci per leggerlo e in modo che lei possa raccogliere tutti i testi dei partecipanti  in un successivo post di riepilogo. Io in effetti ho fatto entrambe le cose: ho lasciato il mio finale tra i commenti del post di Patricia e oggi l'ho pubblicato qui nel mio blog corredato di una fotografia.
E' un interessante esercizio mentale che stimola la fantasia.


L'incipit di Patricia è scritto in giallo e il mio finale di 216 parole è scritto in celeste, buona lettura !


Seduta ai margini del bosco sotto alla vecchia quercia spoglia rimuginava. Un peso le gravava sulla coscienza. Forse era giunta l’ora di liberarsene ma con chi parlarne? A chi rivolgersi? Chi avrebbe capito?
D’un tratto il tappeto di foglie ingiallite dall’autunno scricchiolò vicino a lei. Si voltò.


Un vigoroso lupo dai grandi occhi azzurri e dal folto pelo argentato che lo rendeva ancor più maestoso la stava fissando, mentre dalle felci, uno alla volta, sbucavano fuori gli altri componenti del branco; era circondata, ogni via di fuga era bloccata. Aveva camminato per giorni senza sosta e nonostante fosse esausta si alzò lentamente ponendo la mano sull'elsa, alzò lo sguardo per catturare gli ultimi raggi di sole della sua vita, sfoderò la spada e la puntò contro quel magnifico esemplare di maschio alfa che iniziò a ululare innescando un concerto che si diffuse per tutto il bosco, era il loro canto di guerra pensò, una guerra già vinta in partenza anche se non gli avrebbe reso le cose così semplici. All'improvviso il silenzio, erano pronti all'attacco, ma il lupo invece stese una zampa e chinò il capo, seguito subito dopo dai suoi compagni, le stavano facendo un inchino. Sbarrò gli occhi stupita, non capiva cosa stesse succedendo, si sentì avvolgere in un abbraccio che le levò il respiro e il suo lui le sussurrò dolcemente in un orecchio:- " Benvenuta amore mio. Hai mantenuto la promessa. Sei riuscita a tornare da me quando ormai ogni speranza era persa. Vieni ti presento i miei nuovi amici, sono loro ad avermi ululato che eri qui. "

P.S. Ultimi 6 posti liberi, cliccate su Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - Edizione 2016 se avete il piacere di aderire anche a questa iniziativa e potete prenotare tra i giorni disponibili.

giovedì 20 ottobre 2016

A volte un segno


" ... A volte, nella prostrazione più grande, quando ci sentiamo completamente abbandonati, quando meno ce lo aspettiamo appare un segno che ci indica la via da seguire. Chi osa avanzare al buio, anche se ha perso la speranza, alla fine trova una meta luminosa ... "


La Danza della Realtà
Alejandro Jodorowsky

martedì 18 ottobre 2016

Astratto in Materia - La felicità


La felicità : Lo zampillio dell'acqua illuminata dai raggi del sole


Sciarada Sciaranti

La felicità: è quello stato di grazia che ti accorgi di avere avuto solo quando hai perso

mercoledì 12 ottobre 2016

Il viaggio continua ...

Ti stavo aspettando Ambra ... ti aspettavo perché sapevo che tu saresti venuta, ma il destino ha voluto che t'inoltrassi lungo l'altra via.
Io ti porto lo stesso con me però, ti porto ancora una volta con tutti noi, il 25 dicembre su questo blog sarai tu a concludere il nostro Calendario dell'Avvento 2016 e adesso per te il tuo fiore preferito. 


- Non credevo sarebbe finita così..
- Finita? No. Il viaggio non finisce qui. La morte è solo un' altra via. Dovremo prenderla tutti. La grande cortina di pioggia di questo mondo si apre e tutto si trasforma in vetro argentato. E poi lo vedi...
- Cosa... ? Vedi cosa?
- Bianche sponde e, al di là di queste, un verde paesaggio sotto una lesta aurora.
- Beh, non è poi così male!
- No... No non lo è.

Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
John Ronald Revel Tolkien 

lunedì 10 ottobre 2016

Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - III Edizione 2016

Buongiorno dame e cavalieri, sapete che giorno è oggi ? Il dieci ottobre mi direte, e cosa succede il dieci ottobre di ogni anno ? 
Iniziamo a pensare ai preparativi del nostro Calendario dell'Avvento ed ecco qui sotto l'invito con una piccola chiave consegnata simbolicamente a tutti coloro che vorranno fare del loro blog una finestra del calendario.



" Un giorno d'inverno, mentre una spessa coltre di neve copriva la terra, un povero ragazzo fu mandato a cercare della legna. Dopo averla raccolta, siccome sentiva molto freddo, prima di rincasare decise di accendere un fuoco per scaldarsi un po'. Sul terreno, dove la neve si era sciolta, vide una chiave d'oro. Ritenendo che dove c'è una chiave non possa non esserci anche una serratura, scavò e scavò finché trovò una piccola scatola di ferro. ' Se con questa chiave riesco ad aprirla, ' pensò,  ' di sicuro dentro troverò qualcosa di grande valore. ' Così si mise a cercare il buco della serratura, ma non riusciva a trovarlo. Alla fine lo vide, ma era così piccolo che lo si poteva appena vedere. Provò la chiave e questa entrò perfettamente. La girò una volta e... adesso dobbiamo aspettare che sollevi il coperchio per sapere quali grandi meraviglie la scatola contiene. "


In questa breve favola, " La chiave d'oro ", dei fratelli Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm, che nel libro " Saggezza misterica della fiaba popolare tedesca " del teosofo Arthur Schult viene associata al Natale per il valore intrinseco dell'attesa che vi è espresso, troviamo una piccola scatola di ferro che diverrà il nostro scrigno segreto da aprire gradatamente giorno dopo giorno dal primo al venticinque dicembre per svelare le meraviglie che contiene. Non sono richiesti trattati di filosofia o elaborazioni matematiche e di fisica quantistica, ma la vostra semplice presenza per vivere insieme l'attesa al Natale con qualsiasi cosa voi abbiate in mente. Come sempre a chi vorrà offrire la sua adesione spedirò via posta elettronica il logo del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - III Edizione 2016 da aggiungere al vostro post/finestra solo se lo riterrete opportuno. Il logo  riporterà il nome del blog e del suo autore e il giorno di pubblicazione che mi avrete indicato nei commenti di questo post che verrà aggiornato di continuo segnalando i posti liberi rimasti. Come sempre di giorno in giorno ogni post/finestra verrà linkato nel mio blog in modo che sia più facile seguire il calendario. Se non sono stata abbastanza chiara nelle spiegazioni, chiedete pure nei commenti. In ultimo la cosa più importante, l'anno scorso abbiamo tutti partecipato ad un calendario veramente speciale dedicato ad un bambino che è diventato un angelo, so che nessuno di voi lo ha dimenticato e so che Alessandro sarà per sempre con noi, il nostro abbraccio va a lui. Detto questo buon Calendario dell' Avvento a tutti e buon divertimento.

P.S. L'anno scorso nei commenti del post che avete dedicato al Calendario dell'Avvento alcuni dei vostri amici hanno espresso il desiderio di partecipare, se vi ricordate chi sono, e se vi va, invitateli pure e fate presente che non è necessario iscriversi al mio blog.

Aggiornamento 10/ 10/ 2016


9 adesioni, 1 prenotazione ancora da specificare tra gli ultimi giorni del calendario e 1 specificata - posti liberi 16 e 23 prenotabili

Aggiornamento 11/ 10/ 2016

11 adesioni, 1 prenotazione ancora da specificare tra gli ultimi giorni del calendario e 2 specificate - posti liberi 14 e 22 prenotabili

Aggiornamento 12/ 10/ 2016

15 adesioni,  - 10 posti liberi -  giorni ancora prenotabili: 1 dicembre, 2 dicembre, 3 dicembre, 4 dicembre, 5 dicembre, 6 dicembre, 7 dicembre, 9 dicembre, 10 dicembre, 11 dicembre, 12 dicembre, 13 dicembre, 14 dicembre, 15 dicembre, 16 dicembre, 17 dicembre, 18 dicembre, 19 dicembre e 21 dicembre. 
Il 24 dicembre per ora lo tengo in sospeso perché è il giorno del compleanno del nostro amico Elio e se decide di partecipare non può che essere suo.


Aggiornamento 13/10 2016

16 adesioni,  - 9 posti liberi -  giorni ancora prenotabili: 1 dicembre, 2 dicembre, 3 dicembre, 4 dicembre, 5 dicembre, 6 dicembre, 7 dicembre, 9 dicembre, 10 dicembre, 11 dicembre, 12 dicembre, 13 dicembre, 15 dicembre, 16 dicembre, 18 dicembre, 19 dicembre e 21 dicembre. 

Il 24 dicembre è ancora in sospeso 

Aggiornamento 14/10 2016


17 adesioni, - 8 posti liberi - giorni ancora prenotabili: 1 dicembre, 2 dicembre, 3 dicembre, 4 dicembre, 5 dicembre, 6 dicembre, 7 dicembre, 9 dicembre, 10 dicembre, 11 dicembre, 12 dicembre, 13 dicembre, 15 dicembre, 16 dicembre, 18 dicembre, 19 dicembre e 21 dicembre.

24 dicembre in sospeso

Aggiornamento 15/10/2016

18 adesioni,  - 7 posti liberi - giorni ancora prenotabili: 1 dicembre, 2 dicembre, 3 dicembre, 4 dicembre, 5 dicembre, 6 dicembre, 9 dicembre, 10 dicembre, 11 dicembre, 12 dicembre, 13 dicembre, 15 dicembre, 16 dicembre, 18 dicembre, 19 dicembre e 21 dicembre.

24 dicembre in sospeso


Aggiornamento 19/10/2016

19 adesioni,  - 6 posti liberi - giorni ancora prenotabili: 1 dicembre, 2 dicembre, 3 dicembre, 4 dicembre, 5 dicembre, 6 dicembre, 9 dicembre, 10 dicembre, 11 dicembre, 12 dicembre, 13 dicembre, 15 dicembre, 16 dicembre, 18 dicembre, 19 dicembre e 21 dicembre.


Aggiornamento 9/11/2016 

22 adesioni, - 3 posti liberi - giorni ancora prenotabili: 9 dicembre, 10 dicembre, 12 dicembre.


Aggiornamento 16/11/2016

24 adesioni, - 1 posto libero - giorni ancora prenotabili: 9 dicembre e 10 dicembre. 


Aggiornamento 17/11/2016 

24 adesioni, - 1 posto libero - giorni ancora prenotabili: 10 dicembre. 


Aggiornamento 20/11/2016 


25 adesioni - Calendario dell'Avvento al completo


Elfi - Elf2mani, ti affido il 22 dicembre perché Elio se vorrà partecipare anche quest'anno probabilmente prenoterà il 24 dicembre
Patricia - Myrtilla's house, affidato il 2 e 12 dicembre
Johakim - LA CROCE DEL SUD, affidato 1 dicembre
Antonella - Il tempo ritrovato, ha prenotato il 20 dicembre
Chicchina - Acquadifuoco, affidato il 3 dicembre
Gianna - Gianna: Il bene in noi, affidato il 4 dicembre
Graziana - Attimi, ha prenotato il 23 dicembre
Ambra - Tra sogni e realtà su Anima Mundi, ho prenotato il 25 dicembre
Elettra - Ad Maiora, ha prenotato l' 8 dicembre e il 19 dicembre
Ofelia - PRIDE , ha prenotato il 14 dicembre
Lorenza - Me & Loro, ha prenotato il 17 dicembre
Azzurro Cielo - UnAzzurroCielo, affidato il 15 dicembre
Costantino - Mostrelibriluoghi, affidato il 16 dicembre
Pia - Mondo d' Arte, affidato il 18 dicembre
Clelia - Klelia crea, ha prenotato il 7 dicembre
Elio - De qua e de la, ha prenotato il 24 dicembre 
Sciarada - Anima Mundi, ho prenotato il 5 dicembre
Golconda - Anima Mundi, ha prenotato l'11 dicembre
Negus - Ad Nutum, ha prenotato il 6 e il 13 dicembre
Monica - su ?, ha prenotato il 21 dicembre
Audrey - L'atelier du Fantastique, ha prenotato il 9 dicembre
Folletto del Vento - Viaggio nel vento, affidato il 10 dicembre

domenica 2 ottobre 2016

Ottobre intesse la nuova veste di Madre Terra

L'autunno non è pronto a rinunciare al caldo furore dell'estate e dipinge le sue foglie di rosso, di arancione, di giallo, le intarsia  di bronzo e nel suo mite andare chiede a ottobre di  intesserle in una nuova veste da regalare a Madre Terra. 

Buon ottobre a tutti e auguri ai nonni !

Sciarada Sciaranti


" ... Dopo i silenziosi e appassionati giorni di Settembre, il sole di Ottobre riempiva il mondo con un dolce tepore… L' acero di fronte alla porta di casa bruciava come una gigantesca torcia rossa. Le querce lungo la strada brillavano di giallo e bronzo. I campi si estendevano come un tappeto di gioielli, smeraldi, topazi e granati. Ovunque lei camminasse il colore urlava e cantava intorno a lei… Nel mese di Ottobre ogni cosa meravigliosa e inaspettata poteva essere possibile ... "

La strega di Blackbird Pond
Elizabeth George Speare

giovedì 29 settembre 2016

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?


Settembre volgeva alla fine, l'estate aveva ceduto il passo all'autunno e il caldo si era addolcito e trasformato in un tenue tepore. Interior era intenta a osservare un bicchiere di vino sul tavolo:- " Secondo te è mezzo pieno o mezzo vuoto? " . 
Sasha inspirò profondamente per dare il tempo alle sinapsi di fornirle una risposta, guardò Interior nel riflesso del bicchiere, rilasciò lentamente l'aria che le aveva inondato i polmoni e disse d' un fiato:- " mezzo pieno se lo si stava riempendo, mezzo vuoto se lo si stava svuotando, solo mezzo se  lo si è trovato già così. "
Interior sbarrò gli occhi e li puntò su una nuvola, riconobbe la forma di un cuore e chiese ancora:- " Ma l'ottimismo e il pessimismo in questa prospettiva? "  
- " Se il fine da perseguire non è l' equilibrio tra pieno e vuoto, ma la totalità della pienezza in un caso e del vuoto nell'altro, l'ottimismo vien fuori dalla convinzione di superare l'impasse che ha lasciato le cose a metà e il pessimismo vien fuori dall'esatto contrario. "
- " E chi trova il bicchiere già a metà? "
- " Chi trova il bicchiere già a metà è ottimista se ha la convinzione di riuscire a capire la pienezza e il vuoto da quelle due metà che conosce ed è pessimista se non ce l'ha. "
- " Quindi a priori pieno non è ottimista così come vuoto non è pessimista? "
- " Brava! " , concluse Sasha.
- " Bene! " , disse Interior e tornò al suo cuore che nel frattempo era diventato un cervello.


Sasha nel cuore di Interior
© Sciarada Sciaranti

giovedì 22 settembre 2016

Proserpina ritorna all'oscurità


Il ratto di Proserpina

Omero, nel raccontare il ratto di Proserpina la temibile, alter ego latino della dea greca Persefone colei che porta distruzione, ci dice che:

" ... mentr’essa scherzava con l’altoprecinte
figlie d’Ocèano, e fiori coglieva sul morbido prato*:
iridi, crochi, rose, viole, giacinti, e il narciso ... "

prato* = Dove si troverà mai il prato testimone bucolico del ratto di Proserpina ? Non tutti gli autori che se ne sono interessati sono d'accordo: Per Omero è " nell’ampia contrada di Nisa " in   Meonia/Lidia regione dell' Asia Minore.
Per Ovidio è a " Pergusa il nome il lago " vicino Enna e con lui  Cicerone " Proserpina, sia stata rapita dal bosco di Enna ", e Claudiano " Era Pergusa, dal lago ceruleo, alimentato da ruscelli armoniosi e illeggiadriti da fiori di tante varietà che mischiando i profumi creavano soavi odori e così intensi da inebriare ".
Per il filosofo Proclo e lo storico geografo Strabone , l'agreste prato è a  " Hipponion " l'odierna Vibo Valentia in Calabria.

Inno a Demetra
Attribuito a Omero


Venere


Cupido

e Ovidio  che affida il suo racconto alla voce della musa dell'epica Calliope continua dicendo che la bella figlia di Cerere mentre è intenta a raccogliere fiori con le sue compagne di gioco viene vista dall'astuta Venere dea della bellezza che per accrescere la fama del figlio Cupido dio dell'amore gli suggerisce di scoccare la sua freccia verso Plutone dio dispensatore delle ricchezze che si celano negli antri più profondi della terra e re degli inferi, Cupido coglie al volo il consiglio della madre e:

L’ale il lascivo Amor subito stende,
E trova l’arco, e la faretra, e guarda,
E fra mille saette una ne prende,
Più giusta, più sicura, e più gagliarda.
E che talmente il volo, e l’arco intende,
Ch’ogni sorella sua fà parer tarda,
Et aguzzato il ferro à un duro sasso,
Ferma co’l piè sinistro innanzi il passo.

Lo stral nel nervo incocca, e insieme accorda
E la cocca, e la punta, e l’occhio à un segno:
Poi con la destra tira à se la corda,
E con la manca spinge innanzi il legno.
La destra allenta poi, lo stral si scorda,
E contra il Re del tenebroso regno
Fendendo l’aria, e sibilando giunge,
E dove accenna l’occhio il coglie, e punge.

Le Metamorfosi - Libro V
Publio Ovidio Nasone


Plutone

Plutone trafitto e innamorato:

" ... Dio figlio di Crono, che tutti i defunti riceve;
e la rapí reluttante, piangente la trasse sul carro
d’oro... "

Inno a Demetra
Attribuito a Omero


Proserpina

che trainato da quattro magnifici destrieri neri porta Proserpina nel regno dell'oltretomba e:

Quando tornar la madre non la vede
La sera in compagnia de le donzelle,
La qual con tutte ne ragiona, e chiede,
E non è, chi ne sappia dir novelle,
Move per tutto il doloroso piede,
Cercandola hor co’l Sole, hor con le stelle,
Fà poi con alte, e dolorose strida
Palese il gran dolor, che in lei s’annida.

Le Metamorfosi - Libro V
Publio Ovidio Nasone


Cerere

Cerere, colei che ha in sé il principio della crescita, dea della fertilità, signora delle stagioni e nume tutelare dei raccolti, alter ego latino della dea greca Demetra , cerca in ogni dove e con disperazione Proserpina:

"... Per nove dí, sovressa la terra, la Dea veneranda
corse, in entrambe le mani stringendo una fiaccola ardente;
né, pel suo cruccio, mai di nèttare dolce o d’ambrosia
cibo toccava, mai non tuffò nei lavacri le membra ... "

Inno a Demetra
Attribuito a Omero


Ecate


Helios

Nel suo peregrinare Cerere incontra Ecate colei che colpisce da lontano, dea della magia che le consiglia di parlare con il dio del sole Helios*.  Lei corre subito da lui e gli dice:

Ma tu, che sopra tutta la terra e sul pelago tutto,
dal sommo ètra divino, dei raggi lo sguardo rivolgi,
dimmi la verità, se la sai, la diletta mia figlia
quale dei Numi, quale degli uomini nati a morire
l'ha, mal suo grado, ghermita, mentre ero lontana, e s’invola».

Così diceva; e il Sole rispose con queste parole:
«Dèmetra, figlia di Rea chioma fulgida, tutto saprai:
ché assai t'onoro, e assai mi duole vederti crucciata
per la tua figlia bella da l’agil malleolo. Nessuno
dei Numi colpa n’ha, se non Giove signore dei nembi:
ad Ade, al suo germano, la diede, ché fosse sua sposa;
e questi la rapí sui suoi corridori, l’addusse,
che strida alte levava, per nebbie, per tramiti d’ombra.

Helios* = In Ovidio è la ninfa Aretusa a svelare la verità a Cerere. La ninfa figlia di Nereo " vegliardo del mare " ( così lo chiama Omero ) e dell'oceanina Doride fu trasformata in fonte da Diana, alter ego della dea greca Artemide,  per sfuggire alla corte spietata del dio del fiume Alfeo figlio di Oceano 

Inno a Demetra
Attribuito a Omero

Cerere adesso sa la verità e nella versione di Omero raggiunge inconsapevolmente Elèusi e qui " col cuore serrato d’angoscia " si siede " presso la fonte Partenia " , assume un aspetto da vecchia e si fa umana agli occhi delle quattro figlie del re Celèo venute alla fonte per riempire le loro brocche d' acqua. La dea racconta di chiamarsi Deo, proviene da Creta ed è stata rapita dai pirati da cui successivamente riesce a scappare, diviene serva di tanti padroni fin quando la sorte la porta in quel luogo a lei sconosciuto. Si propone come nutrice o come ancella e le belle figlie di Celèo la portano a corte dove la regina Metanìra ha da poco partorito Demofoónte. Cerere quindi sotto mentite spoglie si prende cura del piccolo principe, lo unge con l'ambrosia e nell'oscurità, con l'intento di renderlo immortale come un dio, lo custodisce tra le sacre fiamme del fuoco. Una notte Metanìra si alza, vede il figlio tra le fiamme, si spaventa e urla, Cerere si indigna per la mancanza di fede che a lei si deve e lascia cadere al suolo Demofoónte che muore. La dea svela ora la sua vera natura e inveisce contro gli " Uomini ciechi senza sagacia " , incapaci di capire la differenza tra bene e male; chiede ai mortali di edificare un tempio in suo onore e ne fa la sua dimora. Da qui da sfogo al suo dolore per il rapimento di Proserpina e:

" ... I curvi aratri, e i vomeri lucenti,
I rastri, e gl’istrumenti d’ogni sorte,
Tutti rompe, e distrugge, e gl’innocenti
Huomini, et animai condanna à morte.
Comanda poi, che sterile diventi
Il fertil campo, e frutto non apporte
À chi il seme in deposito gli crede,
E manchi de l’usura, e de la fede... "

" ... La terra, non più matre, anzi matrigna,
Ogni herbaggio nutrisce infame, e strano,
E fà, che ’l seme buon manca, e traligna,
E diventa di nobile villano.
Fà, che l’inespugnabile gramigna,
E che ’l loglio, e la vecchia affoghi il grano.
Se la pioggia il corrompe, il Sole il coce,
La terra, il foco, e l’acqua, e ’l ciel li noce ... "

Le Metamorfosi - Libro V
Publio Ovidio Nasone


Giove

Il Signore della folgore Giove, il supremo tra gli dei, alter ego latino del dio greco Zeus, davanti a tanta devastazione convoca Cerere e le dice:

" ... D’oltraggio io non saprei dannar Plutone,
Di danno si nel pegno amato, e fido,
Ch’ei non v’andò con questa intentione,
E lo sforzò la face di Cupido.
Anzi io sarei di ferma opinione
Di dar Regina al sotterraneo lido,
E consorte à colui la nostra prole,
Che ’l terzo tien de l’universa mole ... "

" ... Ma se pure il desio, che ti conduce,
Cerca disfar questo connubio à fatto,
Ritornerà Proserpina à la luce
Per sententia del ciel con questo patto;
Se nel paese de l’infernal duce
Non ha del cibo al gusto satisfatto:
Ma non se i frutti Stigij ha già gustati,
Che cosi voglion de le Parche i fati .., "

Le Metamorfosi
Attribuito a Omero


Mercurio

Quindi Giove non attribuisce alcuna colpa al fratello Plutone colpito dalla freccia dell'amore scoccata dal fervente Cupido, ma per placare il dolore di Cerere decide che se Proserpina non ha toccato cibo negli inferi potrà tornare alla madre, ordina a Mercurio di andare a liberarla, il dio dalle ali argentate, alter ego latino del dio greco Hermes, scende nell'Averno e dice:

" ... ' Ade ceruleo crine, che sei dei defunti signore,
a me Giove ordinò che la bella Persèfone a luce
io conducessi fra loro, dall’Èrebo, si che la madre
lei rivedere potesse, calmasse il rancore e la furia
funesta ai Numi tutti: ché medita un fiero disegno:
sotto la terra i germi nasconde; e perdute le offerte
vanno dei Numi: fiero corruccio la preme; e in Olimpo
tornare più non vuole: seduta in un tempio fragrante,
soletta se ne sta, d’Elèusi la rocca protegge ' ... " 

Inno a Demetra
Publio Ovidio Nasone

Plutone alter ego del dio greco Ade non può che obbedire al volere del tribunale degli dei, ma prima di lasciar andare Proserpina, con astuzia le offre un melograno, lei affamata ingenuamente lo prende e ne mangia sei chicchi. Adesso Giove ha un altro problema da risolvere: come può Proserpina ritornare alla madre dopo aver mangiato il cibo degli inferi? 

" ... Dal Re del più felice alto soggiorno
Le liti al fin fur giudicate, e rotte,
Fra lei, ch’anchor piangea l’havuto scorno,
E fra il rettor de le tartaree grotte,
E fe, che stesse fuor sei mesi* al giorno,
Sei mesi dentro à la perpetua notte
Proserpina, hor fra lor l’anno hà partito,
E si gode hor la madre, hora il marito ... "


Le metamorfosi - Libro V
Publio Ovidio Nasone


Sei mesi* = In Omero:


" ... un chicco soave lo sposo, 
di melagrano le die’ di nascosto, perché lo mangiasse, 
e a sé cosí provvide, perché non restasse la sposa 
eternamente presso la Diva dal cerulo peplo ... "


per cui due terzi dell'anno Proserpina li condivide con la madre Cerere alla luce e per un terzo vive nell'oscurità con Plutone agli inferi.
In Ovidio il numero dei chicchi di melograno mangiati da Proserpina non è specificato:


" ... ritrovando nel giardino Averno
Molti pomi granati, ne prese uno, 
E ruppe prima il pomo, e poi il digiuno ... "

e divide l'anno di Proserpina in due metà esatte

Proserpina ha dunque una duplice natura, con l' arrivo dell' equinozio d'autunno trascorre sei mesi nell'oscurità con il consorte Plutone e come seme di frumento emergerà*, rinascerà e ritornerà alla luce all'equinozio di primavera per vivere con la madre Cerere.
Il ratto di Proserpina si lega ai Misteri Eleusini che meritano un ulteriore approfondimento. I Grandi Misteri duravano 9 giorni e iniziavano il 13 di Boedromione mese che nel nostro calendario corrisponde a settembre/ottobre e i Piccoli Misteri si celebravano dal 19 al 21 di Antesterione che nel nostro calendario corrisponde a febbraio/marzo.

emergerà* = Il nome Proserpina in latino deriva dal verbo latino proserpere che significa emergere

" ... Proserpina (il nome è di origine greca, trattandosi di quella dea che i Greci chiamano Persefone) che simboleggerebbe il seme del frumento e che la madre avrebbe cercata dopo la sua scomparsa ... "

De natura deorum  - Libro II
Marco Tullio Cicerone


Buon equinozio d'autunno
Un abbraccio e  bentornati!

Per ulteriori informazioni

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