mercoledì 12 dicembre 2018

Le venticinque parole di Natale

" ... Le parole: scrigni che raccolgono una realtà isolata e la trasformano in un momento da antologia; maghi che mutano la faccia della realtà, la impreziosiscono al punto da renderla memorabile e le offrono un posto nella biblioteca dei ricordi. Ogni esistenza è tale grazie al rapporto osmotico fra parola ed evento, in cui la prima riveste il secondo con l'abito di gala ... " 

Estasi culinarie 
Muriel Barbery
Traduzione Emanuelle Caillat e Cinzia Poli


Parabola deriva dal latino tardo parabŏla che si lega al greco παράβάλλω formato da parà - a lato e ballo - mettere, e vuol dire confrontareAttraverso la Vulgata, che la contiene, la parabola in quanto insegnamento di Dio per eccellenza diventa nel latino popolare paraula che in italiano si trasforma in parola, significante di un significato.
Golconda di parole ne ha estrapolate 25 dal Devoto-Oli aprendolo a caso e ve le offre come augurio di Natale. Chi vuole può scegliere il numero che preferisce compreso tra 1 e 25, anche se già scelto da qualcun altro, e domani qui, con la tredicesima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima 2018, scoprirete la vostra parola augurale, ma attenzione alle aspettative perché non è come potrebbe sembrare, le parole acquisteranno un valore augurale solo attraverso la vostra interpretazione. 

 Buon divertimento!

P. S. Aggiungiamo una variante: se il vostro numero preferito non è compreso tra l'uno e il venticinque, datemi i numeri che addizionati lo formano, quindi deliziosa Pia il tuo 28 conta.



Finestra del 13 dicembre 2018

Arrivo con il carretto di santa Lucia e porto in dono parole misteriose a cui solo voi con il vostro vissuto potrete dare il giusto senso e se lo vorrete condividere sorrideremo insieme.
Le parole mancanti verranno aggiunte su richiesta fino al 25 dicembre, dopodiché verranno  svelate tutte.


P.S. Ovviamente essendo l'addetta alla trascrizione, il numero 23 l'ho scelto a priori. 




Abbreviazioni

Agg. = Aggettivo
Chim. = Chimica
Class. = Classico
Com. = Comunemente
Contr. = Contrario - Contrariamente
Ecc. = Eccetera
Es. = Esempio
Fig. = Figurato - Figuratamente
Fis. = Fisica
Genrl = Generalmente
Gr. = Greco
Incr. = Incrocio - Incrociato
Ing. = Inglese
It. = Italiano
Lat. = Latino
Lett. = Letterario
Loc. = Locuzione
Mus. = Musica
Part. = Particolarmente
Pl. = Plurale
Poet = Poetico
Rar. = Raramente
Scherz. = Scherzoso - Scherzosamente
S. F. = Sostantivo Femminile
S. M. = Sostantivo Maschile
Spec. = Specialmente
Tr. = Transitivo
V. = Vedi

Parola numero 1 per Negus
Kòmos s. m. In origine, il giro festoso che nell'antica Grecia i giovani compivano per la città dopo un simposio, con canti e suoni di flauti;  quindi, la festa dionisiaca, messa in rapporto con le origini della commedia. [ trascrizione dal gr, kòmos ].

Parola numero 2 per Costantino
Convergenza s. f. Direzione strettamente mantenuta nei confronti di un identico punto d'arrivo : c. di due strade | fig. Tendenza più o meno accentuata a un reciproco avvicinamento o incontro: c. di cause, d'interessi; c. politica, accordo fra partiti politici di ideologie diverse su un particolare programma il quale però non coinvolge le rispettive ideologie.

Parola numero 3 per Pia e Graziana
Farfalla s. f. 1. Nome comune di tutti gli insetti appartenenti all'ordine dei Lepidotteri ( v ). 2. fig. Persona ( spec. donna ) leggera e volubile | scherz. Cambiale, citazione in giudizio, ordine di servizio o altro foglio volante che giunga non gradito | al pl. Sorta di pasta piccola da minestra a forma di fiocchetti |  Nodo a f., nodo a quattro capi, con due code e due cocche, simili alle ali della farfalla; cravatta a f., così accomodata | Valvola a f., valvola girevole intorno a un asse, che chiudendo o aprendo la sua luce permette un maggiore o minore deflusso di un fluido in un condotto ( es. quella del carburatore degli autoveicoli ) | Nuoto a f., ( ing., butterfly ), tipo di nuoto sul petto, in cui la spinta delle braccia, portate oltre la testa fuor d'acqua, e richiamate rapidamente sui fianchi, segue e continua la spinta delle gambe. [ incr. di *farfalla e * palpilla, risalendo la prima all'incr. del gr. phalaina col lat. farfara, la seconda all'incr. del lat. papilio-onis con palpitare ].

Parola numero 4 - Non scelta 
Madrigale s. m. Breve componimento letterario di origine popolare, consistente in un nitido quadretto di ispirazione pastorale, spesso rivolto come espressione di un omaggio galante | In mus., componimento musicale dell'Ars antiqua, che rispecchia lo schema metrico del testo poetico, inizialmente a due o tre voci e poi, con l'andare del tempo, sempre maggiormente sviluppato sia nella forma che nell'organico vocale, cui talvolta si associava l'accompagnamento del liuto. 2. fig. Galanteria arguta e leziosa fatta pervenire a una donna da un corteggiatore. [ dal lat. tardo matricalis ' appartenente alla matrice ' e cioè elementare ].

Parola numero 5 per Sari
Pilotina s. f. Imbarcazione destinata a pilotare le navi in porto o a portare il pilota a bordo della nave da pilotare. [ da pilota ].

Parola numero 6 per Elio ( per te c'è anche la parola numero 24 )
Tenace agg. 1. Di sostanza che possiede notevole forza adesiva o presenta caratteristiche considerevoli di coesione o indeformabilità: colla t.; 2. fig. Di atteggiamento o sentimento costante o ostinato: per raggiungere il fine desiderato occorre un t. sforzo; odio tenace., inestinguibile; spesso riferito a persona con tono ammirativo: un uomo giusto e t. nei suoi propositi | lett. Talvolta, sin. di avaro. [ dal lat. tenax -acis ]

Parola numero 7 per Graziana, Patrizia e per Pia ( sommato con il 3 e il 18 il 7 da 28, come do bene i numeri io, nessuno mai!) 
Oasi s. f. 1. Area limitata all'interno di un deserto, in corrispondenza di una certa disponibilità d'acqua, dove si può formare vegetazione e quindi un ambiente favorevole all'insediamento umano. 2. fig. ( lett. ). Quanto offre sollievo o ristoro dall'assiduo ripetersi di fatti sgradevoli o opprimenti nello spazio o nel tempo: una verde o. di tranquillità; una breve o. di serenità nella vita. [ dal gr. òasis ].

Parola numero 8 - Non scelta
Declinabile agg. Atto a essere declinato ( in senso grammaticale): le parti d. del discorso | Cui si può rinunciare, che si può non accettare: un'offerta d. [ dal latino tardo declinabilis ].

Parola numero 9 per Patricia
Cabrata s. f. 1. La rotazione del velivolo attorno al proprio asse trasversale, per mezzo della quale esso si solleva con la prua verso l'alto ( contr. di picchiata ). 2. L'impennata che ne deriva.

Parola numero 10 - Non scelta
Adduttore agg. e s. m. ( f. -trice ) 1. agg. Che adduce ( nel senso di portare in una direzione o a una meta determinata ); condotta adduttrice, negli acquedotti, che serve a portare l'acqua dal luogo dove è captata a quello dove è utilizzata. 2. s. m. Conduttore che convoglia la corrente elettrica in un apparecchio | in anatomia, muscolo che ha per azione principale il movimento di adduzione: a. della coscia; a. dell'alluce, del pollice, ecc. [ dal lat. adductor - oris ].

Parola numero 11 - Non scelta
Raggiante agg. 1. Emanante lo splendore proprio dei raggi di una sorgente luminosa di notevole intensità: sole r.; a fior dell'immensa onda r. ( Foscolo ) | fig. 8 più com. ). Di persona che nell'aspetto mostra visibilmente l'intensità dei sentimenti che la pervadono: r. di gioia, di amore, di felicità; anche r. di bellezza, di giovinezza; assol.: un volto r.; arrivò tutto r. 2. In fis., che irradia o è irradiato da un corpo: calore, energia raggiante.

Parola numero 12 - Non scelta
Paragrafare v. tr. ( paragrafo, ecc. ) Distinguere o distribuire in paragrafi.

Parola numero 13 - Non scelta
Tangere v. tr. ( tango , tangi, ecc.; oggi usato soltanto nelle terze persone; mancano il pass. remoto, il participio passato e i tempi composti ), lett. Toccare; nell'uso comune per lo più fig. e con un senso di preziosa affettazione: le tue insinuazioni non mi tangono

Parola numero 14 per Mirty
Eseguire v. tr. ( eseguisco, eseguisci, ecc; anche eséguo, ecc. ). 1. Attuare sul piano pratico o materiale: e. un ordine, una sentenza; e. un progetto; e. una riparazione | Effettuare sulla scena  o davanti a un pubblico: e. una danza. 2. Interpretare ( un testo musicale ): e. una sonata; e. Beethoven. [dal lat. exsequi, incr. con l'it. seguire ].

Parola numero 15 - Non scelta
Buonafede ( più con. buona fede ) s. f. Convinzione soggettiva di pensare e operare rettamente: essere, agire in b.; estens., fiducia, ingenuità: sorprendere la b. di qlc,, ingannarlo.

Parola numero 16 - Non scelta
Ottimo agg. Superlativo di buono, in senso morale ( o. cuore ), sociale (o. famiglia ), tecnico ( o. operaio; apparecchio, vino o. ), economico  ( la dimensione o. di una impresa ) | Nel linguaggio scientifico, anche come s. m. con valore neutro: l'o. delle condizioni ambientali. [ dal lat. optimus ].

Parola numero 17 - Non scelta
Magmatico agg. ( pl. m.-ci ) Attinente alla presenza e alla costituzione del magma.

Parola numero 18 per Pia
Guatare v. tr., lett. Guardare intentamente ( con un senso di interesse, o di sospetto o risentimento ) : Si volge all'acqua perigliosaa e guata ( Dante ) | Anticamente, anche con gli altri significati di guardare; raro e poet., nel senso di vedere: E cavalcando poi meglio la guata Molto esser bella, e di maniere accorte ( Ariosto ). [ da guaitare , tratto da guaita ].

Parola numero 19 per Albert
Ad libitum < ad li- > loc. lat. ' A piacere '; part., in mus., libertà di esecuzione di un passo, genrl. riguardo al movimento da parte dell'esecutore.

Parola numero 20 per Elettra
Ingegnosità s. f. Qualità definita dalla presenza di una certa dose di  di talento e di originalità cui spesso fa riscontro una compiaciuta sottigliezza di accorgimenti e artifici. [ dal lat. tardo ingegnositas -atis ]

Parola numero 21 per Tomaso
Salùbre ( meno corretto sàlubre ) agg. ( superlativo salubèrrimo ). Del clima o di un ambiente, giovevole alla salute o addirittura capace di arrecare benessere e sollievo: zona s., fig. ( meno com. ), capace di apportare salvezza spirituale. [dal lat. saluber -ibris -bre ].

Parola numero 22 - Non scelta
Ravviata s. f. Sommaria e frettolosa rimessa in ordine: darsi una r.; dare una r. alla camera.

Parola numero 23 per me
Frantumare v. tr. Ridurre in pezzi di piccolezza utilizzabile ( p. es. nel corso di una lavorazione ) || genrc. Ridurre in pezzi, fare a pezzi ( con un senso di accentuata violenza ); medio intr. ( frantumarsi ) andare in frantumi: il bicchiere cadde per terra e si frantumò.
    
Parola numero 24 per Elio
Qualitativo agg. e s. m. Relativo alla qualità, sia in riferimento al giudizio ( una valutazione q. ; una differenza q. ) sia in riferimento alla classificazione, o al modo di essere; part., in chim.: analisi chimica q.,  che determina la natura  dei componenti di una sostanza || Come s. m. il q. di una merce, nel linguaggio commerciale, lo stesso che qualità. [ dal lat. tardo qualitativus ].

Parola numero 25 per Sinforosa
Nitido agg. Rispondente a un criterio di perspicua chiarezza e precisione di contorni: linea, pagina, fotografia n. | lett. Lucente, lucido. [dal lat. nitidus ]


Passo il testimone a Mirty del Blog Mirtillo14-camminando che aprirà la finestra 14

giovedì 6 dicembre 2018

Viaggio verso il Polo Nord


Avreste mai pensato che quell'uomo panciuto, dalle guanciotte rosse e paffutelle, che porta i regali ai bambini e risponde al nome di Babbo Natale potesse essere un rinnegato?  ... Vi state chiedendo il perché?
Nell'Anello di congiunzione tra San Nicola e Babbo Natale, vi ho parlato della festa dell'Episcopellus caratterizzata da scherzi eccessivi e irriverenti, considerati così tanto carnevaleschi che il Concilio di Basilea nel 1435 decide di proibirne le celebrazioni in Italia e nell'Europa cattolica, il nostro Babbo Natale uscito dalla crisalide dell'Episcopellus, anche se concretamente dalla cultura popolare non viene abbandonato, è costretto a intraprendere la strada dell'esilio che dirige verso nord. L'accoglienza che trova però non è delle migliori a causa della Riforma protestante del 1517 che vieta il culto dei santi e Babbo Natale che non può certo tradire il suo alter ego San Nicola prosegue nel suo peregrinare che attraverso l'arrivo in America lo conduce al gelo del profondo nord, qui Babbo fa un saluto a Odino con cui condivide alcune caratteristiche fisiche, ovviamente non le deriva come a qualcuno piace immaginare, raggiunge il Polo e si ferma per costruire la sua nuova dimora.


Il testimone va a Negus ritornato nella blogsfera per passare l'Avvento e il Natale con noi - Ad Nutum

venerdì 30 novembre 2018

Sul Natale Express

" ... canto per te
Cosicché tu mi possa sentire
Quando ti passo attraverso
E ti sento vicino
Guido verso casa per Natale
Guido verso casa per Natale
Con un migliaio di ricordi ... "

Dreaming home for Christmas
Chris Rea

Al vespro della festa di sant'Andrea inizia la stagione natalizia e io presento la squadra che salirà sul Natale Express per andare a comporre il Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima 2018.
I link saranno attivi dal giorno della pubblicazione in poi in questo post e le finestre potranno anche essere aperte sul lato destro di questo blog.
E dopo un voluto e sentito abbraccio ad Alessandro e ad Ambra con cui abbiamo condiviso gli anni precedenti, dopo gli auguri a chi oggi festeggia l'onomastico... Buon divertimento a tutti!

Pia io non sono delusa, sono dispiaciuta perché, se le motivazioni del tuo abbandono sono ancora quelle che già avevi espresso in precedenza, il peso del modo di essere degli altri è diventato più importante del tuo, comunque sia, il tuo posto nel calendario non sarà toccato fino al 18 mattina e se deciderai di esserci, non farlo per dovere andando contro te stessa e pensando di aver mancato un appuntamento preso, non è così, le cose cambiano fuori e dentro di noi, è naturale, non c'è offesa o mancanza di rispetto e sappi che in questo mondo c'è chi ti vuol bene al di là di quelle che possono sembrare le apparenze.



Aggiornamento 03/12//2018

Il Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima è nato nel 2014 come momento di aggregazione senza vincoli o regole da seguire, abbiamo sì un logo personalizzato e un passaggio di testimone che hanno l'intento di dare continuità al tutto, ma senza obbligo per nessuno, per cui se qualcuno volesse aggiungersi in corsa, con il consenso di Negus, Elettra e Golconda, metto a disposizione delle doppie finestre nei giorni 6 - 7 - 8 - 9 - 12 - 13 - 16 e 17 dicembre. Conoscendovi un po' sono consapevole ovviamente che ognuno di voi  condividerebbe con  altri partecipanti il proprio giorno di pubblicazione, ma per ora non è necessario. Grazie Sari per la tua generosa offerta. Monica ciò che ho detto vale anche per te, Alessandro è nei nostri cuori e se tu volessi scrivere qualcosa mandami una mail con il giorno in cui desideri che avvenga la pubblicazione. Vi abbraccio tutti!  



Nuova Attesa Tanta Allegria Liete Emozioni

Annunciazione Sinfonia Inni  Nascita  Emmanuele Luce Luminarie Ohhh!

Gnomi Intrecciano Nepetella E Perilla Realizzando Ornamenti

Rigenera Entusiasmo Nella Notte Eccelsa

Gaudio Nell'Oscurità Musica Immette

Coreografie Arabesquate Natalizie Tra Innevature

Santa Lucia fonte di gioia e di grande paura
Avresti portato un sacco di dolci o solo carbone?
Nulla ti ferma, né gelo ne' neve
Torni puntuale ogni dicembre, la notte del tredici
Alle redini tieni il tuo asinello carico di giochi e altri regali
Lucia, forse sei cieca ma vedi nel cuore di mille bambini
Una dopo l altra riempi ogni cesta
Così il mattino si riempie dei loro sorrisi
Insieme felici ti cercano in cielo
All'alba però, Santa Lucia, sei già scomparsa

Nato è Gesù
Alleluja
Tutti arrivano alla grotta
Ancor oggi
Le luci si accendono
Ed è euforia nel cuore.

Alla Veglia Vespertina Effluvi Natalizi Tra Oranti

Roma  Ancora Marcia Portando Armi NeTempio Ebreo

Alto Luccichi Blu E Rosso Oro

Ballerina Ritardataria Incoccia Neve Alta

Donnola Ostinata Nell'Attesa Trova Omeolicheni

Fare Insieme Oggi Caldi Canti Osannanti Dolci Inni Nell' Evento Vivo Emozionante

Canta un coro su nel cielo
Or ch'è nato al freddo e al gelo
Molte genti da lontano
Ecco scendon sino al piano
Tra quel bue e quell'asinello
Alleluja al Bambinello!

domenica 25 novembre 2018

Il valore della disubbidienza

Il pensiero di Ismene:

" ... femmine
siamo, e non tali da lottar con gli uomini;
e assai più forti son quelli che imperano;
e obbedire dobbiam dunque ai loro ordini,
e se fosser più duri. Io dunque, ai morti
chiedo perdono, poi che son costretta,
ed ai potenti obbedirò: ché ardire
oltre le proprie forze, è cosa stolta ... "

Il pensiero di Antigone:

" ... Quando più non potrò, desisterò ...

e

... Or me, la mia follia, lascia che soffrano
l’orrenda pena: niun saprà convincermi
ch’io non affronti questa morte bella ...  "

Antigone -Prologo - 442 a.C.
Sofocle
Traduzione Ettore Romagnoli

" Prendi tua figlia, ... e insegnale lo splendore della disubbidienza. È rischioso ma è più rischioso non farlo mai. "

Cercasi Antigone per la Rivoluzione 
Gabriele Romagnoli


... E tu Raggio di Sole, insieme al nostro Raggio di Cielo che adesso sta lassù, il valore antico della disubbidienza l'hai insegnato a me e a Sorellina per riconoscere quello della libertà che oggi ci appartiene e disconosce l'obbiedenza.
Auguri! 

Raggio di Sole che appari
più bello fra quanti
ne apparvero innanzi, sovresse
le porte di Tebe,
infine tu giungi, o pupilla
dell’aureo giorno, movendo
sui fluidi rivi ...

Antigone - Parodo - 442 a.C.
Sofocle
Traduzione Ettore Romagnoli

Antigone è sola e da sola si contrappone alla violenza, con determinazione guarda in faccia la prevaricazione, prende in mano il suo difficile destino e sceglie di non subirlo più, non si fa vittima, si ribella, lo affronta e ne accetta le conseguenze anche se è consapevole di quella che sarà la sua fine, morirà, ma morirà per sé stessa, non permetterà agli Impositori di vincere sulle sue convinzioni e di spezzare la sua integrità. Loro saranno forti con il suo corpo, ma non con la sua mente in cui vige il valore della disubbidienza.


Non una di meno contro la violenza

mercoledì 7 novembre 2018

7 novembre dell'anno 1628

" Per una di queste stradicciuole, tornava bel bello dal passeggio verso casa, in sulla sera del giorno 7 di novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, nè il casato del personaggio, non si trovano nel manoscritto, nè a questo luogo nè in seguito. Diceva tranquillamente il suo ufizio, e alcuna volta, tra un salmo e l’altro, richiudeva il breviario, tenendovi entro, per segno l’indice della mano destra; e messa poi questa nell’altra dietro le reni, proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e rigettando verso il muro col piede i ciottoli che facevano inciampo nel sentiero: poi alzava la faccia, e girati oziosamente gli occhi all’intorno, li fissava alla schiena d’un monte, dove la luce del sole già scomparso, scappando pei fessi del monte opposto, si dipingeva qua e là sui massi sporgenti, come a larghe ed ineguali pezze di porpora. Aperto poi di nuovo il breviario, e recitato un altro squarcio, giunse ad una rivolta della stradetta, dove era solito di levar sempre gli occhi dal libro e di guardarsi dinanzi: e così fece anche quel giorno. Dopo la rivolta la strada correva diritta forse una sessantina di passi, e poi si divideva in due viottoli a foggia di un ipsilon: a destra saliva verso il monte, ed era la via che conduceva alla cura: il ramo a sinistra scendeva nella valle fino ad un torrente; e da questo lato il muro non giungeva che alle anche del passeggiero. I muri interni dei due viottoli, invece di riunirsi ad angolo, si terminavano in una cappelletta, sulla quale erano dipinte certe figure lunghe, serpeggianti, terminate in punta, che nella intenzione dell’artista e agli occhi degli abitanti del vicinato volevano dir fiamme; e alternate colle fiamme certe altre figure da non potersi descrivere, che volevano dire anime del purgatorio: anime e fiamme a color di mattone, sur un fondo grigiastro, con qualche scalcinatura qua e là. Il curato, voltato il canto, dirizzando, come era solito, il guardo alla cappelletta, vide una cosa che non si aspettava, e che non avrebbe voluto vedere ... "

I promessi sposi 

Alessandro Manzoni



giovedì 1 novembre 2018

Vigilia della Commemorazione dei Defunti

1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.
6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno.
9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu. 10 Dio chiamò l'asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. 13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno.
14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. 16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 18 per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. 19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno.
20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo». 21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. 22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra». 23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno.
24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. 25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono. 26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno. 

Genesi 1, 1-31

" Fu sera, poi fu mattina, " nella Genesi diventa quasi un mantra che conclude ognuno dei sei giorni della creazione in cui è la notte a precedere il giorno, un percorso iniziatico lungo il quale, durante le feste, vengono puntellati i gradi di preparazione che permettono di vivere a pieno la spiritualità delle celebrazioni. Si parte dunque dal tramonto in uno stato di veglia - vigilia, dal latino vigil-ilis - vigile, per raggiungere passo dopo passo l'alba e per trasformare l'oscurità in luce in un crescendo che dalla posa conquista il movimento e dalla morte la vita. 


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