venerdì 10 ottobre 2025

Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - XII Edizione 2025

 "... So che non avrai bisogno di me e che non ti mancherò, ma, se non è chiedere troppo, di tanto in tanto, anche se soltanto a Natale, chiamami. Lo farai? ..."

Il labirinto degli spiriti
Carlos Ruiz Zafón
Traduzione Bruno Arpaia

Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima - XII Edizione 2025

E voi che con i vostri blog rendete questo mondo più umano, più vivo, più bello, mi chiamerete per inoltrarci insieme sulla strada del Calendario dell'Avvento che ci condurrà al Natale 2025? Che sia un gioco, un pensiero, una poesia, una ricetta o una storia, ogni contributo è un dono. Le adesioni sono aperte.


Acrostico natalizio

L'acrostico natalizio è facoltativo, se volete crearlo lo inserirò all'interno della sezione che vi riguarda nel post di presentazione del calendario che sarà pubblicato in questo blog il 30 novembre 2025. Potete spedirmelo via e-mail o lasciarlo nei commenti.
Chi vuole farsi un'idea può cliccare Natale Express verso il Giubileo

Abete - Acqua di Neve - Adventus - Agrifoglio - Albero - Alleluia - Angeli - Asinello - Astro - Atmosfera di Natale - Attesa - Auguri - Augurio - Avvento - Babbo Natale - Ballerina - Befana - Betlemme - Biancospino - Brina - Bue - Calendario dell'Avvento - Calabrosa - Camino - Campane - Campanelle - Canditi - Canti - Canti natalizi - Capanna - Carole - Censimento - Ceppo - Chiave Magica - Ciocco - Cometa - Concerto - Concerto di Natale - Cori - Cori di Natale - Cornamusa - Cottio - Credo - Cristallo di Ghiaccio - Cristo - Cupido - Decorazioni - Deserto - Dodicesima Notte - Domeniche d'Avvento - Donato - Doni - Donnola - Dromedari - Elleboro - Elfi - Epifania - Episcopellus - Erode - Fede - Festa - Fiocco - Fiocco di Neve - Folletti - Freccia - Fulmine - Galaverna - Gelicidio - Gerusalemme - Gesù - Gesù Bambino - Ghiaccio - Ghirlanda - Ginepro - Giuseppe - Gloria - Gnomi - Gragnola - Grani di Neve - Greppia - Grotta - Hallelulia - Humanitas - Iesus - Incenso - Innocenti - Inverno - Jubilum - Krampus - Luce - Luminarie - Magia di Natale - Maria - Maria Vergine - Mangiatoia - Mezzanotte - Mirra - Mirto - Muschio - Natale - Natività - Nazareth - Neve - Nevischio - Notte Santa - Novena - Novena di Natale - Omino di Pan di Zenzero - Oro - Osanna - Ospitalità - Pane di Natale - Pandoro - Panettone - Panfrutto - Pastori - Pastorelle - Pesce - Pigne - Pifferai - Pifferi - Presepe - Pungitopo - Questua - Rampante - Regali - Re Magi - Renne - Rito - Rosa di Natale - Rudolph - Saltarello - San Giuseppe - San Nicola - Santa Lucia - Santo - Stella Cometa - Strenna - Strenna di Natale - Tempesta - Tintinnio - Tombola - Tormenta - Torrone - Tradizione - Uomo di Neve - Uvetta - Uvetta Sultanina - Vergine Immacolata - Veglia - Vetrone - Vigilia - Vischio - Xenia - Yahweh -Yeshua  - Walzer - Zampogna - Zampognari - Zenzero

Giorni liberi; 19

Giorni prenotabili: 1 dicembre - 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 6 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 9 dicembre - 10 dicembre - 11 dicembre - 12 dicembre - 13 dicembre - 14 dicembre - 15 dicembre - 16 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 20 dicembre - 21 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre - 24 dicembre 

Giorni sospesi: 25 dicembre  

Aggiornamento 13 ottobre 2025

Giorni liberi; 16

Giorni prenotabili: 1 dicembre - 2 dicembre - 3 dicembre - 4 dicembre - 5 dicembre - 6 dicembre - 7 dicembre - 8 dicembre - 9 dicembre - 10 dicembre - 11 dicembre - 12 dicembre - 13 dicembre - 15 dicembre - 16 dicembre - 17 dicembre - 18 dicembre - 19 dicembre - 20 dicembre - 21 dicembre - 22 dicembre - 23 dicembre - 24 dicembre 

Giorni sospesi: 25 dicembre  

Indicatemi se volete più giorni

giovedì 9 ottobre 2025

La notte dell'accordo

La notte porta consiglio recita un proverbio e alle 01:47 del 9 ottobre ora egiziana, 00:47 ora italiana, mediato dall'Egitto, dal Qatar, dagli Stati Uniti e dalla Turchia, è stato firmato l'accordo di pace tra Israele e Hamas che prevede:
Il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.
Il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas, vivi e deceduti.
Il ritiro delle truppe israeliane da gran parte del territorio di Gaza, con una linea di confine concordata.
Lo scambio di prigionieri, inclusi centinaia di detenuti palestinesi.

9 ottobre 2025 Pace fatta - elaborazione bandiera israeliana e palestinese

Non sappiamo se durerà, ma sappiamo che è successo. Ogni passo verso la pace, anche incerto, è meglio di un altro giorno di guerra.

martedì 7 ottobre 2025

Superluna del Raccolto in ottobre

Alle 5.48 di questa mattina nel silenzio incorrotto dell'alba, mentre il mondo dorme e il cielo palpita nei suoi respiri più profondi, la luna al perigeo è entrata nella fase di plenilunio; più vicina alla Terra e ancor di più al cuore degli uomini, si è mostrata in tutta la sua maestosa bellezza come Superluna, il nostro meraviglioso punto luce d'argento d'ottobre più vicino all'equinozio d'autunno, tra le foglie che mutano colore e dal verde virano verso l'oro, il bronzo, e il ruggine, ha sospeso il nome di Luna del Cacciatore, ha assunto quello di Luna del Raccolto, e in un gesto ancestrale che sa di poesia e leggenda, ha dato il cambio alla sorella di settembre restituendole il nome di Luna del Mais.

Luna del Raccolto in ottobre

Sotto questa luce che invita alla memoria, non si può ignorare un anniversario che ricorda il 7 ottobre 2023, giorno in cui Hamas ha compiuto un massacro contro Israele. E mentre alcuni manifestanti, in nome della Palestina, innalzano striscioni che usano questa data come simbolo di resistenza, si dimentica o forse non si sa cosa significhi davvero resistere.
La Resistenza, quella che ha segnato la Seconda Guerra Mondiale, non fu fatta di massacri, di stupri, di rapimenti, di ostaggi e di terrore contro i civili; fu lotta per la libertà, fu difesa contro l'oppressione, fu sacrificio e dignità. Non è il numero delle vittime a definire se una causa sia giusta o meno, ma il modo in cui essa viene perseguita. Che siano mille o uno, senza giustificare niente e nessuno, il dolore non si pesa con due misure ma, si riconosce, si rispetta e si piange da qualsiasi parte provenga. Che senso ha alimentare l'antisionismo che inevitabilmente sfocia nell'antisemitismo? Per Restare Umani, in coscienza, è davvero necessario far passare l'odio per solidarietà?

Lieta Superluna del Raccolto in ottobre!

sabato 4 ottobre 2025

Il canto di Francesco torna in Festa

Nel cuore dell'Italia medievale, tra il silenzio mistico delle meravigliose colline umbre, lì dove gli ulivi si piegano al vento e l'aria profuma di lavanda, nel 1182 nasce il figlio di Pietro di Bernardone, ricco mercante di Assisi, e di Pica Bourlemont, battezzato con il nome di Giovanni viene ribattezzato come Francesco per rendere omaggio alle origini francesi della madre; cresce tra stoffe pregiate, sogni cavallereschi e feste cittadine, immerso in un mondo che celebra il denaro e l'onore. Ma lui è inquieto e sensibile, sente che quel mondo non gli basta.
A vent'anni partecipa alla guerra tra Assisi e Perugia, viene fatto prigioniero e trascorre un anno in carcere. Tornato a casa, una lunga malattia lo cambia e inizia a frequentare i lebbrosi, a meditare nei boschi, a cercare Dio nel volto degli ultimi.
Nella chiesetta di San Damiano, mentre prega davanti al crocifisso, Francesco avverte nel cuore la chiamata di Dio, "Francesco, va’ e ripara la mia casa", che segna una svolta radicale nella sua vita, inzia a vivere il Vangelo in modo concreto e totale, rinuncia ai beni paterni, si spoglia pubblicamente davanti al vescovo, abbraccia la povertà come via di libertà e sceglie di affidarsi alla Provvidenza.
Nel 1209 fonda l'Ordine dei Frati Minori, la cui regola, approvata da Papa Innocenzo III, si basa sulla povertà, sull'umiltà e sulla fraternità universale; predica ovunque, parla anche con gli animali.
Nel 1219 parte per l'Egitto dove si svolge la Quinta Crociata; con se non porta armi, ma il Vangelo, attraversa le linee nemiche, con infinita dolcezza si mostra come testimone di fede, viene accolto con rispetto dal sultano al-Malik al-Kamil e il loro incontro diventa simbolo di dialogo interreligioso.
Nel 1223, a Greccio, per evocare la nascita di Gesù, costruisce il primo presepe vivente con un bue, un asinello e una mangiatoia, li unisce in un gesto che intreccia liturgia e tenerezza, trasforma la celebrazione in esperienza viva, è una preghiera visibile, un modo per far toccare con mano il mistero dell'Incarnazione. Con il presepe che parla di nascita, di vicinanza, di umiltà e amore concreto Francesco da origine a una tradizione cristiana universale. 
Nel 1224 mentre è malato e quasi cieco nel convento di San Damiano ad Assisi, tormentato dalla sofferenza fisica e dalla presenza di topi nella sua cella, trova consolazione nella contemplazione del creato e scrive il Cantico delle Creature, il primo capolavoro poetico della lingua italiana in cui ogni elemento è fratello o sorella, un inno che riflette una profonda gioia spirituale nonostante le prove, celebra la bellezza del mondo come manifestazione dell'amore divino e ancora oggi vibra di spiritualità ecologica. Nel settembre del 1224, sul monte della Verna, riceve le stigmate, segni della passione di Cristo. È il primo santo nella storia a portare nel corpo le ferite del Redentore. Due anni dopo, il 3 ottobre 1226, muore nella Porziuncola, nudo sulla terra, come aveva vissuto: povero, libero, amato. Viene canonizzato nel 1228 da Papa Gregorio IX, la Basilica di San Francesco ad Assisi diventa meta di pellegrinaggio e la sua festa come memoria liturgica, non di precetto, si celebra il 4 ottobre in quanto muore nella prima ora della sera del 3 ottobre che liturgicamente corrisponde già ai primi vespri del giorno 4 ottobre. 
Nel 1859, il Regno di Sardegna la riconosce come festività nazionale civile poi estesa al neonato Regno d'Italia, nel 1939 Pio XII proclama San Francesco e Santa Caterina da Siena patroni d'Italia con un atto religioso che ne simboleggia il ruolo spirituale  per la nazione, nel 1958 lo Stato italiano istituisce la solennità civile, nel 1977, in un clima di austerità economica, la festa viene soppressa come giorno festivo; ma poiché San Francesco d'Assisi rappresenta uno dei pilastri spirituali e culturali dell'identità collettiva italiana, in vista degli 800 anni dalla sua morte, il primo ottobre del 2025, il Parlamento italiano approva la reintroduzione della festa nazionale del 4 ottobre che entrerà in vigore dal 2026. La giornata viene definita anche come "Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni". Il suo messaggio e la sua eredità attraversano i secoli e vengono riconfermati in una missiva universale. San Francesco con la sua santità è un'idea vivente, un linguaggio di pace, un ponte tra creature. In un mondo segnato da guerre, crisi ambientali e solitudini, il suo canto di fraternità torna a risuonare. Celebrare il 4 ottobre significa riscoprire l'Italia spirituale, quella che parla con il vento, che abbraccia il diverso, che cammina scalza verso l'essenziale.

San Francesco e storie della sua vita- 1235 - Bonaventura Berlinghieri - Chiesa di San Francesco, Pescia  - Sagoma cuspidata e scene laterali - Considerata la più antica rappresentazione pittorica del santo

San Francesco e storie della sua vita - 1235 - Bonaventura Berlinghieri - Chiesa di San Francesco, Pescia  - Sagoma cuspidata e scene laterali - Considerata la più antica rappresentazione pittorica del santo

Lieta Festa di San Francesco d'Assisi!

Per ulteriori informazioni:

mercoledì 1 ottobre 2025

Lacrime d'ottobre

Mediterraneo d'ottobre

Ottobre, dalle guance rubiconde, giunge sui campi,
E con l'andare frusciante procede.
I suoi passi scandiscono la musica del canto del raccolto.
Risuona lontano, forte e chiaro, mentre i carri carichi

Rifugiano il grano dorato sotto le grondaie protettrici.
I boschi ora si tingono di colori splendidi.
E sembrano prendere in prestito dai cieli del tramonto
Le loro varie tonalità: ma presto, troppo presto, le foglie

Cadranno come lacrime sul sepolcro dell'estate.
Gli uccelli indugianti canteranno il loro addio,
E su questo fulgore che appassisce fino al decadimento,

La gelida brezza di novembre batterà e infurierà,
Oh, glorie svanite delle ore autunnali,
Quanto siete simili al vano orgoglio e al potere dell'uomo!

Ottobre
Albert Laighton
Liberamente tradotto da Me Medesima

Lieto ottobre!

lunedì 22 settembre 2025

Madre Terra all'equinozio d'autunno

Varrone nel suo Dell'Agricoltura spiega che il tempo è di due maniere, uno segue il ciclo annuale del sole e l'altro il ciclo della luna. Il ciclo solare è diviso in quattro stagioni di tre mesi ciascuna e dopo la primavera e l'estate:

"... nell'autunno bisogna vendemmiare nelle giornate secche, e coltivare i boschi: opportunamente in allora bisogna tagliar gli alberi appresso la terra. Bisogna poi fin dalle prime piogge strappar le radici, acciocché non germoglino ..."

Dell'agricoltura - libri tre
Marcus Terentius Varro 
Traduzione Gian Grolamo Pagani

Madre Terra all'equinozio d'autunno

Il furore dell'estate cede la forza dei suoi colori accesi all'autunno e la dimensione interiore inizia a espandersi mentre quella esteriore si contrae, l'aria è fresca e ci si appresta a riaccendere i fuochi per mantenere l'energia vitale che scaturisce dal calore, il calendario contadino accompagna gesti antichi, il grano lasciato asciugare al sole dopo la mietitura è riposto nei granai, le mandrie si accingono a lasciare i pascoli per rientrare nelle stalle, l'uva ormai matura si stacca dalla vite per la vendemmia e il terreno viene liberato dal superfluo per non affaticare ulteriormente Madre Terra.

Madre Terra all'equinozio d'autunno

Lieto equinozio d'autunno!

A breve il link del reel sull'equinozio d'autunno

Ecco il link del reel:



Per ulteriori informazioni

domenica 14 settembre 2025

Astratto in Materia - L'incanto

Astratto in Materia - L'incanto

L'incanto: Una foglia che si specchia in un'altra con la complicità della luce.

Sciarada Sciaranti

L'incanto: Gli occhi di mio figlio che mi guardano e sorridono.

Augusto - Segugio

L'incanto è il tramonto sul mare, ma è la luce che trasforma tutto e incanta.

Verbena - Simple life in Tuscany

L'incanto: quella virgola lassù.
ma c'è un mucchio di punteggiatura anche in basso.

Antonypoe

Se vi va di partecipare, materializzate il vostro concetto di incanto attraverso un oggetto concreto che possa rappresentarlo. Sono ben accette anche le definizioni, il gioco non è così fiscale; il tutto sarà riportato nel post.

P.S. Segugi, se partecipate lasciate il nome di battesimo o anche il soprannome, giusto per distinguervi. 

Per chi è interessato: 

mercoledì 10 settembre 2025

Il Colosseo sotto la pioggia

Il Colosseo è eterna memoria di pietra, sotto la pioggia è storia che piange, ogni goccia che tocca le sue arcate è un brusio del passato, un'eco di gladiatori e di imperatori dimenticati. Il cielo grigio azzurro lo avvolge come un mantello e il vento porta con sé voci spezzate, applausi lontani, il clangore di spade ormai deposte. La pioggia lo purifica, lo rende meno monumento e più anima; mentre ogni suo arco, ogni sua crepa, ogni sua ombra sussurra lambita, lo si sente respirare e in quell’istante, mentre il mondo corre e si ripara, lo guardi; capisci che non stai osservando una rovina, ma il cuore di Roma che sotto l'acqua batte anche dentro di te.

Sciarada Sciaranti

Arcate del Colosseo sotto la pioggia

"... Dunque. C'era un posto dove non arrivava mai nessuno di nuovo. Finché un mattino di pioggia arrivò…
... Iniziò a piovere. La pioggia fece parlare le foglie, ogni foglia una parola. Una foglia gli cadde in testa, poi un'altra.
Sì, disse a occhi chiusi, sto diventando un vecchio albero in un bosco. Gli alberi diventano pagine, il libro mi circonda. Sarebbe bello durare quanto i racconti che abbiamo ascoltato e che raccontiamo. Ma loro dureranno più di noi...
... Cominciò a piovere forte. Ma la chioma dell'albero lo copriva. Voleva alzarsi in piedi e andarsene, ma il muschio era così morbido, e il rumore della pioggia così amico. Non aveva più freddo."

Pane e Tempesta
Stefano Benni

Ciao Stefano...

Ecco il link del reel:

lunedì 8 settembre 2025

La Natività della Vergine Maria tra eclissi di Luna e Calendario Bizantino

Eclissi di Luna 7 settembre 2025 - Sciarada Sciaranti

Eclissi di Luna 7 settembre 2025
Fase finale con l'ombra della Terra sulla Luna
Vigilia della Natività della Vergine Maria

La festa della Natività della Vergine Maria, che si celebra l'8 settembre, affonda le sue radici nel V secolo, all'interno dell’Impero Romano d'Oriente in cui la commemorazione della nascita della Madre di Dio comincia a diffondersi probabilmente in relazione alla dedicazione della basilica di Gerusalemme, costruita nel luogo ritenuto tradizionalmente la casa dei genitori di Maria.
Come tutte le grandi feste della tradizione bizantina, la Natività di Maria non si limita a un solo giorno, ma si articola in un vero e proprio ciclo liturgico; è preceduta da una Προεόρτια/Proeortia, da πρό/pro - prima più ἑορτή/eorté - festa, nell'accezione prima della festa, che inizia il 5 settembre con i giorni di preparazione spirituale in cui la Chiesa propone inni e letture che annunciano la nascita della Θεοτόκος/Theotokos da Θεός/Theós - Dio più τίκτω/tíkto - generare, partorire, nell'accezione colei che genera Dio. Il 7 settembre, che quest'anno ha visto una bellissima eclissi totale di luna, è la vigilia liturgica, momento culminante della Proeortia, con i vespri solenni, la proclamazione delle profezie veterotestamentarie, i canti mariani e, in alcune tradizioni locali, la benedizione dei frutti della terra, in segno di gratitudine e speranza per il nuovo ciclo agricolo.
Il giorno seguente, l'8 settembre, la Chiesa celebra la nascita di Maria con la Divina Liturgia, le letture evangeliche, le omelie e le processioni. Maria è presentata come "Aurora della Salvezza", colei che inaugura il mistero dell'Incarnazione. Ma la festa non si conclude con il giorno della celebrazione, si prolunga fino al 12 settembre, giorno dell'Ἀπόδοσις/Apodosis, da ἀπό/apo - da più δίδωμι/didōmi - dare, nell'accezione di restituzione in cui si "congeda" liturgicamente la solennità. Durante l'Apodosis si ripetono gli inni principali della festa e si rinnova la contemplazione del mistero mariano, offrendo ai fedeli un tempo di riflessione e interiorizzazione.
La festa della Natività di Maria Vergine, è collocata appena una settimana dopo l'inizio dell'anno ecclesiastico orientale e assume un significato profondo, è la prima grande celebrazione del nuovo ciclo liturgico.
Ma per comprenderne appieno il valore bisogna risalire alla nascita del calendario bizantino, introdotto nel 312 d.C. sotto l'imperatore Costantino I, in un momento cruciale per la cristianizzazione dell'Impero.

"L'anno sacro bizantino comincia col settembre, il mese della Nativita della Madonna. Gia nel primo giorno si commemora il ritrovamento dell'icona mariana del monastero dei Miasini presso Melitina in Armenia, che era stata sprofondata nel lago di Gazuro per salvarla dalla profanazione degli iconoclasti, e venne poi miracolosamente ritrovata. Ma la grande festa iniziale é quella dell'8 settembre, la Nativita, festa delle principali, preceduta da una vigilia e seguita, nel giorno successivo, come si suole per le massime feste, dalla memoria dei personaggi secondari di quel mistero, i Santi « antenati » (προπάτορες), Gioacchino ed Anna. Tra la ricca messe poética di questi tre giorni scegliamo la seguente strofa di propria melodía di Stefano Agiopolita per il Grande Véspero:
« Quest’oggi
dell'universale letizia i proemi;
oggi spirarono l’aure
di salvezza prenunzie;
della nostra natura
la sterilità restò sciolta;
che la sterile, madre ci appare
di Colei che vergin sará dopo il parto
del Crearore, da cui
l’aliecno s'appropria il Dio per natura,
ed agli erranti, per via della carne,
salvezza oprerá
Cristo il filántropo
e redentore dell’anime nostre ».

E quest’altra in onore dei due Genitori:

« O Diade beata,
i genitori tutti voi superaste,
che all’intero creato
una superior germinaste.
Davver sei beato, Gioacchino,
padre ordinato a tale figliuola.
Beato il tuo útero, Anna,
perché esso la Madre
della vita a noi germinó.
Beato quel seno con cui allattasti
Leí che di latte nutrì
Colui che nutre ogni spirito...»."

Enciclopedia Mariana Theotócos

Nascita di Maria Vergine  - prima metà del XVII secolo - Pietro da Cortona -  Galleria Nazionale dell'Umbria - Perugia

Nascita di Maria Vergine
Prima metà del XVII secolo
Pietro da Cortona
Galleria Nazionale dell'Umbria - Perugia

Questo calendario cristiano, basato sul giuliano, si distingue per il conteggio degli anni che partono dalla creazione del mondo fissata al 1° settembre 5509 a.C. Nel sistema bizantino, questo computo prende il nome di Anno Mundi, ovvero "Anno del Mondo", e rappresenta il tempo trascorso dalla creazione secondo la cronologia biblica. I teologi bizantini, basandosi sulle genealogie bibliche e sulla tradizione della versione dei Settanta, calcolarono che tra la creazione e la nascita di Cristo intercorressero 5509 anni. Così, l'anno 1 d.C. corrisponde all'anno 5509 dalla creazione, e il 1° settembre 5509 a.C. diventa l'inizio del tempo sacro.
La scelta del 1° settembre come inizio dell'anno liturgico è simbolica dal punto di vista cosmico, agricolo, ma anche profondamente teologica, sugella il legame tra l'Antico e il Nuovo Testamento. La creazione, collocata all'origine del tempo sacro, appartiene alla narrazione dell'Antico Testamento, mentre la nascita di Maria, celebrata subito dopo, apre il cammino verso il Nuovo Testamento e il compimento della promessa. In questo modo, il calendario bizantino non solo scandisce il tempo, ma lo trasfigura, il principio del mondo e il principio della redenzione si affiancano, come due atti di un'unica storia di salvezza.
Il calendario bizantino non fu il primo calendario usato dai cristiani, ma fu il primo sistema ufficiale e teologico adottato a livello imperiale. A differenza delle comunità cristiane dei primi secoli, che seguivano il calendario giuliano e celebravano le feste secondo tradizioni locali, il calendario bizantino offrì una visione del tempo sacro, scandito dalla creazione e integrato nella liturgia; dalle Chiese ortodosse orientali venne assimilato nella ritualità come struttura del tempo ecclesiastico.
Nel 1° settembre confluiscono anche radici pratiche unite alle simboliche: in Oriente, questa data segnava l'inizio dell'anno agricolo e del ciclo fiscale imperiale, regolato dall'indizione, un sistema quindicennale in cui ogni anno era numerato da 1 a 15. Il tempo agricolo, fiscale e liturgico si armonizzavano in questa data, che diventava così un punto di convergenza tra vita rurale, amministrazione e spiritualità.
Era il tempo della vendemmia, della raccolta, e della preparazione dei campi per la semina autunnale. Questo momento di rinnovamento naturale si intrecciava con la visione teologica della creazione, così come Dio, nel primo giorno, separò la luce dalle tenebre e fece germogliare la terra, anche l'uomo, in quel tempo, separava il grano dalla paglia e preparava il terreno per la nuova vita. Il parallelo tra la creazione cosmica e il ciclo agricolo è evidente, il tempo divino e il tempo umano si incontrano nel ritmo della liturgia.
Nel mondo romano occidentale invece, l'anno agricolo tradizionalmente iniziava a marzo, mese dedicato a Marte, dio della guerra e della primavera, che segnava il risveglio della terra e l'avvio delle attività nei campi. Anche dopo la riforma del calendario civile, che spostò l'nizio dell'anno al 1° gennaio, il ciclo agricolo romano continuò a seguire il ritmo stagionale, mantenendo la primavera come punto di partenza. Questo contrasto evidenzia la diversa concezione del tempo che per Roma era scandito dalle stagioni e dalle attività civili e militari; e per Bisanzio era teologico, legato alla creazione e alla liturgia.
A rafforzare il legame tra il capodanno ecclesiastico e la protezione mariana, la Chiesa bizantina celebra il 1° settembre anche la Sinassi della Madre di Dio dei Miasseni. Secondo la tradizione, durante l'iconoclastia (VIII - IX secolo), i monaci del monastero di Miasena, presso Melitene in Armenia, immersero un'icona della Theotokos nel lago Gazuro per salvarla dalla distruzione. L'icona rimase sommersa per anni, ma riemerse miracolosamente, intatta. Questo evento, commemorato proprio il primo giorno dell'anno liturgico, suggella il legame tra la creazione, la protezione divina e la figura di Maria.
La festa della Natività di Maria, inserita nel calendario bizantino come prima grande celebrazione dell'anno, si diffonde in Occidente nel VII secolo, grazie a Papa Sergio I (687 - 701), di origine siriaca, che introdusse nella liturgia romana diverse feste mariane di matrice orientale, tra cui la Natività, la Presentazione e la Dormizione. In Italia, la festa si radicò profondamente e nella liturgia ambrosiana, la troviamo attestata nel X secolo. Il Duomo di Milano, consacrato nel 1572, è dedicato proprio a Mariae Nascenti, segno della forte devozione locale.
C'è da dire che la diffusione del calendario bizantino in Italia non fu immediata né uniforme. Essa avvenne con la presenza diretta dei Bizantini nelle regioni meridionali e insulari. A partire dal VI secolo, l'Impero d'Oriente riconquistò vaste aree dell'Italia, portando con sé la liturgia greca, la teologia orientale e il computo bizantino del tempo. In Sardegna, la dominazione iniziò nel 534 d.C. dopo la sconfitta dei Vandali; in Calabria, Puglia e Basilicata, il controllo bizantino si consolidò tra il 535 e il 553, durante la guerra gotica. In Sicilia, la presenza bizantina durò dal 535 fino alla conquista araba, conclusa nel 902.
In queste terre, il calendario bizantino venne adottato nelle strutture ecclesiastiche locali, soprattutto nei monasteri e nelle diocesi che seguivano il rito greco e la liturgia orientale. Le feste mariane, come la Natività di Maria, venivano celebrate secondo il computo bizantino, e il 1° settembre segnava l’inizio del ciclo liturgico. Questa integrazione si riflette anche nella cultura popolare dove il tempo sacro bizantino si fonde con il ritmo agricolo e le tradizioni locali.
Nel 1699 Pietro il Grande, zar di Russia, decretò la fine del calendario bizantino come sistema ufficiale, nell'ambito delle sue riforme di occidentalizzazione. Con l'introduzione del calendario giuliano e lo spostamento dell'inizio dell'anno al 1° gennaio, la Russia si allineava al modello europeo, abbandonando una visione del tempo che non era solo cronologica, ma teologica.
La fine dell'uso civile non ne segnò però la scomparsa, il calendario sopravvive tuttora nella liturgia delle comunità ortodosse, presenti anche in Italia, che ne mantengono viva l'impronta sacra e il 1° settembre continua a segnare l'inizio dell'anno ecclesiastico. Le letture bibliche, le preghiere e le commemorazioni mantengono intatto il respiro sacro del tempo, scandito non da convenzioni numeriche, ma da misteri e ricorrenze. La Natività di Maria, celebrata l’8 settembre, resta la prima grande festa del ciclo liturgico, come avviene da secoli.
In questo calendario, il tempo non si misura, si contempla; non si consuma si celebra. È un tempo che non corre, ma ritorna; che non si impone, ma accompagna.
In molte regioni del Sud Italia, l'8 settembre è vissuto come consacrazione del capodanno mariano, nei proverbi e nei dialetti locali, si parla della Madonna Bambina come colei che "porta l'anno nuovo". In Calabria si dice "Lu capudannu di la Madonna", in Sicilia "A la Madonna Bambina si cambia stagione", in Puglia "La Madonna piccinna porta l’annu novu", e in Sardegna si parla del "primu de s’annu de sa cresia", riferendosi all’inizio del ciclo liturgico.
Queste espressioni testimoniano la persistenza culturale del calendario bizantino, non solo nella liturgia, ma nella memoria collettiva, nei ritmi agricoli e nella devozione popolare. Il tempo, nella visione bizantina, come abbiamo visto, non è solo cronologico, è sacro, ritmato, abitato dalla presenza divina, e la Natività di Maria, celebrata all'inizio dell'anno ecclesiastico, ne è il primo segno luminoso.

Lieta Natività della Vergine Maria!


domenica 7 settembre 2025

Luna del Mais in eclissi alla Vigilia della Natività della Vergine Maria

Nel crepuscolo di questo 7 settembre 2025, mentre l’estate sfuma in un silenzio dorato, la Luna nella fase di plenilunio si veste di rosso sangue; come un cuore che pulsa nel cielo incantato, la madre delle notti, si eclissa per accogliere la nascita di colei che ha portato la luce nel mondo. È la vigilia della Natività della Vergine Maria e il firmamento si fa preghiera visiva, un segno celeste, un manto d’ombra e di luce, che avvolge la notte in un abbraccio mistico.
L'eclissi totale di Luna si apre nel tardo pomeriggio, con la penombra che inizia a velare il nostro satellite alle 17.28. Verso le 18.30, l’ombra terrestre comincerà a scolpire il disco lunare, e alle 19.30 la totalità prenderà il suo posto nel cielo. Il momento più intenso arriverà alle 20.11, quando la Luna, che quest'anno non è quella del Raccolto ma, quella del Mais, che chiamata Luna del Grano dagli algonchini, Luna Dell'Accoppiamento o del Bramito dai cree in riferimento alla la stagione degli amori delle alci, Luna delle Foglie che Cadono dagli ojibwe; completamente immersa, brillerà di un rosso profondo e suggestivo. La fase totale durerà poco più di un'ora e venti minuti, e l’intero evento si concluderà intorno alle 22.55, dopo oltre cinque ore di danza celeste. 
In Italia potrete osservala, a partire dalle 19.30, da un luogo alto, rivolti a est, lontano dalle luci e vicini al silenzio.
Che sia spiaggia, collina, montagna o terrazza solitaria, questa Luna rosso sangue è un invito alla meraviglia in una notte che parla di grazia, di nascita, e di quella bellezza che solo il cielo sa raccontare.

Eclissi di luna piena rosso sangue

Lieta eclissi! 

Eclissi di Luna 7 settembre 2025 - Sciarada Sciaranti

Eclissi di Luna 7 settembre 2025 - Sciarada Sciaranti


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