San Giacomo, detto il Maggiore per distinguerlo da Giacomo di Alfeo detto il Minore, è uno degli uomini più vividi del Nuovo Testamento, capace di unire la dimensione evangelica, il martirio, la tradizione popolare e il simbolismo agricolo.
Nasce a Betsaida, in Galilea, da Salomè e Zebedeo, è un pescatore come il padre e il fratello Giovanni detto l'Evangelista; la professione dei due fratelli, parte integrante della loro identità, diviene emblema della missione a cui sono chiamati quando tra i primi scelti da Gesù si trasformano da pescatori di pesci in pescatori di uomini sublimando l'archetipo del ΙΧΘΥΣ/Ichthys - pesce che nel II secolo, attraverso l’acrostico Ἰησοῦς Χριστός Θεοῦ Υἱός Σωτήρ - Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, diviene una delle icone più distintive di Cristo in cui il nutrimento fisico coesiste con quello spirituale e salvifico.
"Καὶ προβὰς ἐκεῖθεν εἶδεν ἄλλους δύο ἀδελφούς, Ἰάκωβον τὸν τοῦ Ζεβεδαίου καὶ Ἰωάννην τὸν ἀδελφὸν αὐτοῦ, ἐν τῷ πλοίῳ μετὰ Ζεβεδαίου τοῦ πατρὸς αὐτῶν καταρτίζοντας τὰ δίκτυα αὐτῶν· καὶ ἐκάλεσεν αὐτούς.
E andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò."
Matteo 4:21
Il Messia soprannomina Giacomo e Giovanni Boanerghes, che dall’aramaico bānē - figli di e rēḡeš - tumulto, commozione, rumore e dalla forma simile ebraica בְּנֵי/bene - figli di e רֶגֶשׁ/regesh - emozione, sentimento, commozione, si traduce come "figli del tumulto" o "figli dell’ira", e nel contesto evangelico è interpretato come "figli del tuono" per indicare il loro carattere ardente, impetuoso, la potenza del loro annuncio e la funzione apotropaica del rumore celeste che attraverso loro scaccia il male e protegge la terra.
"Καὶ Ἰάκωβον τὸν τοῦ Ζεβεδαίου καὶ Ἰωάννην τὸν ἀδελφὸν Ἰακώβου· καὶ ἐπέθηκεν αὐτοῖς ὀνόματα Βοανηργές, ὅ ἐστιν Υἱοὶ βροντῆς.
Giacomo, figlio di Zebedeo e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali pose nome Boanerges, che vuol dire figli del tuono."
Marco 3, 17
San Giacomo il Maggiore, testimone della Trafigurazione:
"Καὶ μεθ’ ἡμέρας ἓξ παραλαμβάνει ὁ Ἰησοῦς τὸν Πέτρον καὶ Ἰάκωβον καὶ Ἰωάννην τὸν ἀδελφὸν αὐτοῦ, καὶ ἀναφέρει αὐτοὺς εἰς ὄρος ὑψηλὸν κατ’ ἰδίαν. καὶ μετεμορφώθη ἔμπροσθεν αὐτῶν, καὶ ἔλαμψεν τὸ πρόσωπον αὐτοῦ ὡς ὁ ἥλιος, τὰ δὲ ἱμάτια αὐτοῦ ἐγένετο λευκὰ ὡς τὸ φῶς.
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte; e fu trasfigurato davanti a loro."
Matteo 17,1 - 2
della risurrezione della figlia di Giairo:
"Καὶ οὐκ ἀφῆκεν οὐδένα μετ’ αὐτοῦ συνακολουθῆσαι εἰ μὴ τὸν Πέτρον καὶ Ἰάκωβον καὶ Ἰωάννην τὸν ἀδελφὸν Ἰακώβου [...] καὶ εὐθὺς ἀνέστη τὸ κοράσιον καὶ περιεπάτει· ἦν γὰρ ἐτῶν δώδεκα· καὶ ἐξέστησαν εὐθὺς ἐκστάσει μεγάλῃ.
E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. [...] Prese la mano della bambina e le disse: ‘Talità kum’, che significa: ‘Fanciulla, io ti dico: alzati!"
Marco 5, 37 - 42
e dell’agonia nel Getsemani:
"καὶ παραλαμβάνει τὸν Πέτρον καὶ Ἰάκωβον καὶ Ἰωάννην μετ’ αὐτοῦ, καὶ ἤρξατο ἐκθαμβεῖσθαι καὶ ἀδημονεῖν. καὶ λέγει αὐτοῖς· Περίλυπός ἐστιν ἡ ψυχή μου ἕως θανάτου· μείνατε ὧδε καὶ γρηγορεῖτε.
Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: ‘La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate."
Marco 14, 33 - 34
predica il Vangelo nella penisola iberica, ma quando nel 44 d.C. torna in Giudea viene martirizzato per decapitazione su ordine di Erode Agrippa I.
"Κατ᾽ ἐκεῖνον δὲ τὸν καιρὸν ἐπέβαλεν Ἡρῴδης ὁ βασιλεὺς τὰς χεῖρας κακοῦσαι τινὰς τῶν ἀπὸ τῆς ἐκκλησίας· ἀνεῖλέ τε Ἰάκωβον τὸν ἀδελφὸν Ἰωάννου μαχαίρῃ.
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni."
Atti degli Apostoli 12, 1 - 2
San Giacomo il Maggiore - miniatura dal Libro fiammingo delle Ore di Maria de' Medici
1515 - 1520
Artista anonimo
È il primo apostolo martire, la Legenda Aurea narra che i suoi discepoli trasportano il suo corpo in Galizia dove viene sepolto; nell’831, un eremita scopre il sepolcro grazie a una stella che brilla nel cielo, il luogo prende il nome di Campus Stellae -Campo della Stella da cui deriva Compostela, una delle mete di pellegrinaggio devozionale più importanti della tradizione cristiana e Roma istituisce la festa liturgica, crocevia di spiritualità, cultura e natura, confermandola al 25 luglio, data che ricorda il martirio del santo.
Nel 1630, Papa Urbano VIII lo proclama patrono ufficiale della Spagna e quando il giorno della sua festa cade di domenica, si celebra l’Anno Santo Compostelano.
Ci troviamo nel cuore della levata eliaca di Sirio, per gli Egizi intorno al 21 luglio del calendario egizio, 31 luglio se fosse esistito il gregoriano, dopo circa 70 giorni di invisibilità, apriva la stagione di Akhet o stagione delle inondazioni, l'inizio dell'anno, e annunciava le piene del Nilo che depositavano sul terreno uno strato di limo ricco di sali minerali e nutrienti, trasformando il deserto in terra fertile atta a garantire la sopravvivenza della civiltà, rappresentava un evento vitale per l’agricoltura. Per gli antichi romani che chiamavano Sirio canicula - cagnolina, in quanto stella più brillante della costellazione del Cane Maggiore, e del firmamento, il suo sorgere all’alba, in concomitanza con il sole, che nel periodo imperiale avveniva intorno al 19 - 20 luglio del calelendario giuliano, 30 - 31 luglio se fosse esistito il gregoriano, segnava, per convenzione intorno al 24 luglio, l’inizio dei "dies caniculares - giorni canicolari", i più caldi e critici per la salute, l’agricoltura e la navigazione che si concludevano intorno al 24 agosto, 4 settembre se fosse esistito il gregoriano.
"... Quando Sirio sorge, le ginocchia si fiaccano e il cuore si brucia per il calore del sole ..."
Le opere e i giorni
Esiodo
Traduzione Giovanni Tarditi
"Ὅτε δὲ ὁ Σείριος ἀνατέλλει, τότε μάλιστα αἱ νόσοι ἐπικρατοῦσιν, καὶ οἱ ἄνθρωποι ἀσθενέστεροι γίγνονται.
Quando Sirio sorge, allora le malattie prevalgono maggiormente, e gli uomini diventano più deboli."
Corpus Hippocraticum, De aere, aquis et locis
Ippocrate
Traduzione Giovanni Dall'Orto
Per i cristiani che festeggiano San Giacomo il Maggiore con il sentire attento dei contadini, il 25 luglio diventa una soglia, un confine invisibile tra la pienezza dell’estate e il suo lento dissolversi. Nel momento culmine del calore San Giacomo porta il primo fresco recita il detto popolare. Si colgono quei mutamenti sottili come il sole che comincia a inclinarsi diversamente, le giornate che visibilmente si accorciano, il vento che cambia tono nelle brezze serali, i tramonti che cambiano colore e l’aria che muta il suo profumo mentre si ascoltano i racconti antichi; si avvertono i primi temporali pomeridiani, segni di instabilità atmosferica, con il grano appena mietuto si prepara il pane che sarà consacrato in chiesa per poi essere condiviso, eco di quel pane spezzato che nell'Ultima Cena si fa corpo di Cristo e che viene distribuito agli apostoli tra cui Giacomo il Maggiore, si raccolgono le mele di San Giacomo, così chiamate perché giungono a maturazione proprio nel tempo in cui il santo viene celebrato, si partecipa alle messe votive in cui si ringrazia per il raccolto e alle processioni per la benedizione dei campi, dei frutti, dei prodotti del territorio e delle sementi in attesa della vendemmia perché San Giacomo con i tetti bagnati, del vin siamo privati.
San Giacomo il Maggiore, apostolo coraggioso, martire della fede, guerriero e pellegrino, custode del tempo compiuto, è patrono dei cavalieri, dei cappellai, dei calzettai, dei contadini, dei droghieri, dei farmacisti, dei pellegrini, dei soldati, dei veterinari, dei viaggiatori; è invocato contro i reumatismi, il mal tempo, i fulmini, i tuoni, il cui suono evoca il suono degli zoccoli del suo cavallo celeste, e sempre a lui ci si rivolge per la protezione dei raccolti e del bestiame.
Lieta festa di San Giacomo!
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