sabato 9 aprile 2022

Alea

" 17. L'effetto della polarità è spesso distrutto dalla superiorità della difesa relativa all'attacco, e ciò spiega la sosta nell'azione bellica

Se, come dimostreremo più tardi, la forma difensiva è più forte di quella offensiva, è d'uopo chiedersi se il vantaggio del differimento della decisione equivalga, per uno degli avversari, a quello offerto dalla difesa. Se tale equivalenza, quest'ultimo vantaggio può neutralizzare l'altro e non esiste sull'andamento della guerra. Vediamo dunque che l'energia incitatrice risultante dalla polarità degli interessi può essere dovuto dalla differenza di forza fra attacco e difesa ed esser con ciò resa inefficace.
E quindi, se il belligerante, cui l'istante attuale è favorevole, è troppo debole per poter rinunciare al vantaggio della difesa, egli deve rassegnarsi a correr l'alea di un avvenire forse più sfavorevole, poiché vi può essere per lui maggior vantaggio ad accettare in avvenire un combattimento difensivo, che a subito l'offensiva oa prendere la pace. Perché, secondo il nostro convincimento, la superiorità della difesa (bene intesa) è molto grande, e più di quanto non si può spiegare a prima vista, la numerosi tempi di arresto che si verifica in guerra è facile, e l'apparenza illogica di questo fatto scompare. Quanto più deboli sono i motivi di azione, tanto più saranno essi assorbiti e neutralizzati da questa differenza fra attacco e difesa, e tanto saranno più frequenti le soste dell'atto bellico: ciò collima d'altronde con l'esperienza.

18. Una seconda causa risiede nell'imperfetta conoscenza della situazione

Ma vi è ancora un'altra ragione che può produrre arresti nell'azione bellica: e cioè l'incompleta conoscenza della situazione. Ogni condottiero non conosce esattamente che la propria situazione: quella dell'avversario non gli è rivelata che da informazioni incerte; egli può perciò errare nell'apprezzarla, e in conseguenza di tale errore, credere che all'avversario convenga prendere l'iniziativa, mentre converrebbe realmente a lui stesso il farlo.
Vero è che questa mancanza di intuito della situazione potrebbe condurre tanto a un'azione intempestiva quanto a un tempo d'arresto intempestivo, e quindi, di per se stessa, non essere principalmente a ritardare, che ad acellerare, l'azione bellica: ma insomma essa è pur sempre da ritenersi come una delle cause naturali che possono contenere una sosta nell'azione stessa, senza intimità contraddizione . Quando poi si consideri che si è generalmente proclivi e indotti piuttosto a sopravalutare che a sottovalutare la forza dell'avversario, essendo ciò insito nella natura umana, si converrà che la imperfetta conoscenza dello stato di fatto contribuirà molto a ritardare l'attività bellica ea moderarne il principio vitale.
La possibilità di una sosta dell'azione presenta un nuovo elemento moderatore nell'atto bellico, giacché, in certo qual modo, lo diluisce nel tempo, argina il pericolo nel suo progredire e moltiplica i mezzi per ristabilire un equilibrio perduto. Quanto maggiori sono le tensioni donde la guerra è nata, e maggiore perciò l'energia colla quale essa vien condotta, tanto più brevi diverranno questi periodi di sosta; quanto più debole è il principio vitale della guerra, tanto più lunghi essi saranno: poiché i motivi possenti accrescono l'energia di volontà, che è sempre, come abbiamo veduto, elemento e prodotto delle forze.

19. La frequenza delle soste nell'atto bellico allontana ancor più la guerra dall'assoluto e la fa divenire anche maggiormente un calcolo delle probabilità 

Quanto più lento è lo sviluppo dell'azione bellica, quanto più numerosi e lunghi sono i suoi tempi d'arresto, tanto maggiore diviene la possibilità di rimediare a un errore, tanto più diviene ardito, nelle proprie previsioni, colui che agisce, tanto maggiormente egli si terrà indietro alla linea dell'assoluto e baserà tutto indietro su probabilità e supposizioni.
Così, l'andamento più o meno lento della guerra lascia maggiore o minore tempo disponibile per quel calcolo delle probabilità, in base alla conclusione di fatto, che è già richiesto dalla natura del caso concreto.

Mariupol - Ucraina 2022

Mariupol - Ucraina 2022

20. Perché la guerra divenga un giuoco non le manca dunque più che il caso; ora, essa non ne è davvero scevra

Da quanto precede vediamo come la natura obbiettiva della guerra si riduca a un calcolo di probabilità; non occorre più che un solo elemento per farne un giuoco, ed esso non le fa difetto: il caso. Nessun genere di attività umana è così costantemente e generalmente in rapporto con il caso, come la guerra. Ma con il caso viene ad avere anche gran parte l'elemento incertezza, e con questo l'elemento fortuna.

21. La guerra diviene un giuoco, non solo per la sua natura obbiettiva, ma anche per la sua natura subbiettiva

Gettando un colpo d'occhio sulla natura subbiettiva della guerra e cioè su quelle energie colle quali vien condotta, essa ci apparira sempre più come un giuoco. L'elemento nel quale la guerra si muove è il pericolo; ora, quale è nel pericolo la più importante fra le forze dell'animo? Il coraggio. Il coraggio può, è vero, conciliarsi con la saggezza del calcolo, ma trattasi di cose loro differenti, appartenenti a facoltà dell'anima. Invece la propensione al rischio , la fiducia nella fortuna , l'audacia , larità sono solo manifestazioni del coraggio, e tutte queste tendenze dell'anima aspirano all'incertezza dell'esito, poiché essa è il loro elemento.
Vediamo dunque come, fin dal principio, l'assoluto, il cosiddetto elemento matematico, non trova alcun saldo punto d'appoggio nei calcoli dell'arte di guerra; e che già fin dal principio la guerra si estrinseca in un giuoco di possibilità, probabilità, fortuna e sfortuna, quale il continua in tutti i grandi e piccoli fili della sua intelaiatura, e fa sì che, di tutti i rami dell'attività umana, la guerra sia quello che più rassomiglia a una partita con le carte da giuoco.

22. Come questo giuoco presenti in generale la massima attrattiva per lo spirito umano

Sebbene l'intelligenza si senta costantemente attratta verso la chiarezza e la certezza, è l'incerto che attrae spesso il nostro spirito. Invece di seguire pen lo stretto sentiero delle ricerche filosofiche e delle deduzioni per apparentemente inconsapevolmente nelle regioni alle quali si sente estraneo, e in cui non si scorgono più punti di riferimento, lo spirito preferisce arrestarsi nei campi del caso e della fortuna. Invece di vedersi limitato dalla nuda e arida indigenza delle necessità logiche, esso si diletta in mezzo agli illimitati tesori del possibile; il coraggio, esaltato da ciò, spicca il volo; il rischio e il pericolo sono gli elementi fra cui si lancia, come l'audace nuotatore nella corrente.
Deve la teoria abbandonarlo, in tale campo, e rinchiudersi, compiacendosi di se stessa, in un cerchio di conclusioni e di massime assolute? No certo, poiché essa diverrebbe priva di ogni utilità pratica. La teoria non può far astrazione dalla natura umana, deve lasciare la parte necessaria anche al coraggio, all'audacia e altresì alla temerità. L'arte della guerra si muove nel campo delle forze viventi e delle  forze morali e non può quindi mai raggiungere l'assoluto e la certezza. Le restano dovunque, nei grandi casi come nei minimi eventi, larghe lacune per l'improvviso e per l'ignoto. Come da una parte vi è l'incerto, dall'altra debbono entrare in giuoco, per colmare le lacune, il coraggio e la fiducia in se stessi. Più il coraggio e la fede in sé sono grandi, più grande è la parte che si può lasciare all'uno e all'altra. Queste qualità sono in guerra elementi essenzialissimi: la teoria deve dettare soltanto norme, entro le quali queste virtù guerriere, che sono le più nobili e le più necessarie fra le virtù militari, hanno un campo più vasto per potersi liberamente esplicare nelle loro varie entità e nei loro vari aspetti. Esiste una  sagacia, e altresì una preveggenza, anche nel rischio: solo, occorre misurarle con un'altra unità di misura. "

Della Guerra
Carl Philipp Gottlieb von Clausewitz
Traduzione - Ambrogio Bollati ed Emilio Canevari


Vedi: 



P.S. Il colore verde nel testo segnala il corsivo nell'originale

1 commento:

  1. Discorso molto complesso piuttosto contorto che però contiene elementi interessanti per la valutazione degli atti e dei fatti inerenti la guerra
    Un cordiale saluto

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