mercoledì 30 novembre 2022

La stagione del Natale Express

"...Era prossimo il Natale, in tutta la sua onestà cordiale e gioconda era la stagione dell’ospitalità, dell’allegria, della franchezza di cuore. L’anno vecchio s’andava preparando, come un filosofo dell’antichità, a chiamarsi intorno gli amici, e a morire dolcemente fra il suono delle feste e dei conviti. Il tempo era lieto e sereno..."
"...Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa..."
...Così dicendo, il giocondo vecchio incominciò subito con voce robusta e sonora:

La canzone di Natale

Non amo la mite stagione de’ fiori
Dai prati ridenti, dai molli tepori
Feconda e distrugge; il fior pur mo nato
Abbrucia col dardo del raggio infocato.
Volubile e strana, lo stesso momento,
D’aspetto, di voglie, si muta col vento;
Or ride, or carezza la speme che nasce,
E prima che sbocci, la soffoca in fasce.
Non amo d’estate il sol rifulgente
Il capo ricinto di luce rovente
Se un giorno per caso mi guarda un po’ scuro
Di dietro alle nuvole, ne rido e nol curo.
Adora la figlia selvatica e ria
La febbre d’amore, che ha nome follìa.
E amor troppo forte non dura mezz’anno,
Lo sanno pur troppo gli amanti, lo sanno!
Seguita a un bel giorno di messe ben piena
È bella d’autunno la notte serena
Col raggio lunare modesto, pacato,
Più bella del pieno meriggio sfacciato.
Mi piace il susurro dell’umida brezza
Che pare in un punto sospiro e carezza
Pur triste è la foglia che cade dal ramo
Per questo l’autunno tranquillo non amo.
Saluta il mio canto l’amico Natale,
L’amico più vecchio, più schietto e leale
Evviva il Natale! con tutto il potere
Tre volte gridando, vuotiamo il bicchiere
Tocchiamo, beviamo! sussulta di brio
Il cor del buon vecchio al bel tintinnio.
E qui col suo riso rallegri la festa
Fintanto che un solo boccone ci resta.
Onesto e superbo, non cela a niun patto
I segni che il tempo sul viso gli ha fatto
Il bravo marino così l’onorato
Solleva orgoglioso suo volto sfregiato.
E dunque s’intuoni con voce gioconda
E l’eco alla gaia canzone risponda
A coro e di core s’intuoni con me:
Ben venga dei dodici mesi il gran re!

Il Circolo Pickwick
Charles Dickens
Traduzione Federigo Verdinois

Natale Express - Calendario dell'Avvento 2022

Eccoci arrivati alla nona stagione del Natale Express; a bordo ospitalità, doni, auguri e tanta allegria che quest'anno dedicheremo ad Agnese, lo scorso 14 novembre ha compiuto tre mesi di vita, è la nipotina di Graziana e dunque siamo tutti diventati zii della piccola.
I link dei partecipanti al Calendario dell'Avvento 2022 verranno attivati dal giorno della pubblicazione in poi.

Che sia un lieto Avvento per tutti voi e grazie! 


Gesù Ha Inteso Amarci Con Cuore Innocente Ognora



Irrompono Nel Natale Nove Onirici Conducenti Esperti Nel Trasporto Internazionale



Mulattiere Arrampicate Nel Gelo Invernale Aspettano Tradizioni Osannanti Inni Augurali





Furia Incandescente Ammali Muti Magicamente Ardi



Biscotti Ridondano In Natalizia Attesa



Festoni E Decorazioni Estrose



Immacolata Nasce Cresce E Nobilita Suo Operato



Natale Arriva Tanto Amore Luci Emozioni



Bianca Ugola Esegue



Aria Sacra Si Introduce Nelle Odi



Oh! Minuscola Icona Natalizia. Oh!! Dolce Impastato: Pandizenzero Atteso Natale Di Desideri; Immergiamoci In Incanti, Immagini, Zufoli, Zuccherini, Zabaioni. Eteree, Entusiastiche, Eterne Novità. Notte Nuova: Zampogne, Zampognari. Emmanuele Ritorna, Orsù.



Vista E Giochi Lucia Illustra Attenta



Bello Ritrovarsi Incidendo Nuovi Affetti





Non Avere Timore Avvicinati Libera Emozioni



Opimi Suadenti Pensieri Ingrandiscono Territori Amichevoli Lungo Itinerari Tortuosi Affascinanti



Dilagano Oltre Natale Impressioni



 Auguri Urlano Gioiose Ugole Rientrando IOratorio





Inizia Nuovo Verno E Ritorna Natale Ovunque





Natale E Vigilia Emozionano



Sacro Atteso Natale Torna Ora




domenica 27 novembre 2022

Ad te levavi

La Prima Domenica d'Avvento, che ha visto al vespro della sua vigilia l'apertura del tempo dell'attesa,  è dedicata alla venuta del Signore e svela il nuovo anno liturgico con l'introito Ad te levavi tratto dal salmo 24 (25), a cui seguono i versetti 3-5, 7-9 del Salmo 24

Candela della Prima Domenica D'Avvento 2022

Ad te levavi animam meam:

Deus meus, in te confido, non erubescam:
Neque irrideant me inimici mei:

Etenim universi qui te espectant non confundentur.

Vias tuas, Domine, demonstra mihi:
et semitas tuas edoce me.

Ad te levavi - Prima Domenica d'Avvento

A te, Signore, elevo l'anima mia,

Dio mio, in te confido: non sia confuso!
Non trionfino su di me i miei nemici!

Chiunque spera in te non resti deluso,
sia confuso chi tradisce per un nulla.

Corona dell'Avvento  - Prima Domenica d'Avvento 2022

Lieta Prima Domenica d'Avvento


A breve il link per vedere il reel della Corona dell'Avvento
 
Ecco:


Nel diffusore di essenze scorze d'arancia

venerdì 25 novembre 2022

Alleate

Alleate nate 
In un Raggio di sole
Cielo* sereno

Sciarada Sciaranti
Cielo*= Un abbraccio al mio papà 

Auguri Raggio di Sole

Auguri Raggio di Sole da me e Sorellina




Con voi contro la violenza, sempre...

" «Non può aiutarmi nessuno» disse Damsa. «Tu non puoi aiutarmi.»
Avanzò barcollando verso l’estremità del tetto dell’edificio in rovina.
«Invece posso.» La poliziotta si trovava alle spalle della ragazza. Si avvicinò di un passo.
«È tutto inutile» disse Damsa. Strusciò un piede, facendo rotolare dei sassi in strada, sui blocchi di cemento sbrecciato tre piani più sotto. «Mio padre vuole uccidermi.»
«Sì, me lo immagino.» La poliziotta fece altri due passi. «Ci sono uomini che vorrebbero uccidere anche me.»
Tese la mano verso Damsa e le rivolse un sorriso inaspettato.
«Ma prima dovranno trovarci.» "

Le ragazze di Parvana
Deborah Ellis
Traduzione Mara Pace

venerdì 11 novembre 2022

Estate di San Martino

Il geologo, paleontologo Antonio Stoppani nel suo libro " Il Bel Paese ", regala all'Italia il soprannome con cui è conosciuta nel mondo, ispira il nome di un famoso formaggio e riferendosi all'Estate di San Martino dice: " È questo uno di que' nomi proverbiali in cui il pòpolo compendia, non senza poesia, il risultato di secolari esperiènze. Questo nome infatti èra, assai prima che la sciènza se ne occupasse, l'espressione di uno dei fatti più rilevanti della nostra meteorologia subalpina; uno di quei fatti, che di mèzzo al caos delle vicissitùdini atmosfèriche, in un paese soggètto al clima forse più variàbile del glòbo, servono a tracciare i primi lineamenti del sistèma regolare, che presiede alla climatologia del glòbo, e per cui altrove (nelle regioni tropicali, per esempio) si alternano le stagioni con una regolarità sorprendènte. Nelle regioni subalpine distinguonsi tra il principio e la fine d'autunno, quasi due stagioni: l'una di pióggie, l'altra di sereno. La prima è quella delle piòggie che accompagnano l'equinòzio d'autunno, volgarmente dette piògge ottobrine. A queste tién diètro una stagione di sereno, che è appunto l'estate di S. Martino. Come le piògge ottobrine sembrano un'anticipazione dell'inverno, cosi il sereno che le segue pare un ritorno dell'estate. I limiti di quelle due stagioni oscillano assai da un anno all'altro, anticipando o ritardando di giorni o di mesi. Il caso più normale, e più propizio per la nòstra agricoltura, è quello che le piògge si sfoghino nella prima metà di ottobre, lasciando all'estate di San Martino di occuparne l'altra metà, di prolungarsi a tutto novèmbre, e, se le circostanze sono molto favorévoli, a tutto dicèmbre. "

San Martino L'Estate di San martino 1478-81 - Bottega di Domenico Ghirlandaio - Attribuito a Francesco D'Antonio - Oratorio dei Buonomini di San Martino - Firenze

San Martino dona parte del mantello al povero 
1478-81
Bottega di Domenico Ghirlandaio - Attribuito a Francesco D'Antonio
Oratorio dei Buonomini di San Martino - Firenze 

Questo fenomeno meteorologico, che si manifesta in tutto l'emisfero boreale, è intitolato a San Martino e il perché lo capiamo ufficialmente dal 397 anno in cui viene diffusa la storia della sua vita scritta da Sulpicio Severo, in cui la cultura popolare innesca varie leggende e racconta del bel tempo che sgorga nel freddo, nel gelo, nella neve, nella pioggia e nel vento del mezzo dell'inverno, grazie al gesto di Martino che sulla porta di Amiens dona metà del suo mantello a un povero seminudo che la notte in sogno gli rivela di essere Gesù Cristo. (Vedi San Martino)
Bel tempo che dalla saggezza contadina viene consacrato nell'espressione " l'Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino ".
In Francia dove nasce il culto del santo si parla di Été de la Saint-Martin, in Spagna di Veranillo de San Martín, nei paesi che parlano il catalano di Estiuet de Sant Martí, in Portogallo di Verão de São Martinho, nel Regno Unito di St. Martin's summer, di Martinmas summer in relazione alla celebrazione di San Martino nella messa dell'11 novembre, di All Hallown Summer - Estate di Ognissanti, espressione che viene usata per la prima volta da William Shakespeare nel suo Enrico IV

Falstaff - Well, God give thee the spirit of persuasion and him the ears of profiting, that what thou speakest may move and what he hears may be believed, that the true prince may (for recreation sake) prove a false thief; for the poor abuses of the time want countenance. Farewell; you shall find me in Eastcheap.

Prince - Farewell, thou latter spring! farewell, All-hallown summer!

Falstaff - Bene, Dio doni a te lo spirito della persuasione, e doni a lui le orecchie del profitto, perché quel che tu dici possa commuovere e quel che egli ode possa essere creduto, affinché il Principe vero possa (tanto per divertimento) dimostrarsi un ladro falso. Infatti le povere mascalzonate dei nostri giorni hanno bisogno di incoraggiamento. Addio, potete trovarmi a Eastcheap.

Principe - Addio, seconda primavera! Addio, estate di San Martino!

Enrico IV - Atto I - Scena II
William Shakespeare
Traduzione - Massimo Bacigalupo

Seconda Primavera e Seconda Estate è dunque l'Estate di San Martino e Shakespeare per ragioni stilistiche in Romeo e Giulietta e Re Lear in un gioco di parole la contiene nel termine gossamer che William Bell, amministratore del Museo Nazionale di Norimberga, fa derivare da gossomer contrazione della locuzione tedesca Gottes Sommer - Estate di Dio. Nel tardo inglese (1300) il senso originario di gossomer viene spostato etimologicamente nella parola gos/oca - sumer/estate, la sostituzione della o con la a forma la parola di cui sopra gossamer che rappresenta il filo della ragnatela; le oche imbandiscono le tavole della Festa di San Martino e i ragni proprio in questo periodo per spostarsi tra le stoppie dei campi lanciano in aria i fili con cui compongono le loro ragnatele e poiché le piume d'oca assomigliano ai fili di seta dei ragni ecco che in un'unica parola si raccolgono due caratteristiche dell'Estate di San Martino:

Enter Juliet somewhat fast and embraces Romeo.

Here comes the lady. O, so light a foot
Will ne’er wear out the everlasting flint.
A lover may bestride the gossamers
That idles in the wanton summer air
And yet not fall; so light is vanity.

Entra Giulietta un po’ in fretta e abbraccia Romeo.

Ecco la sposa. Oh, un piede così leggero non consumerà mai
la pietra che dura per sempre.
Chi ama riesce a cavalcare il filo d’una ragnatela oscillante
nella gioiosa aria d’estate, senza mai cadere:
leggera è la vanità!

Romeo e Giulietta - Atto IV - Scena VI
William Shakespeare
Traduzione - Silvano Sabbadini

Edgar - Hadst thou been aught but gossamer, feathers, air,
So many fathom down precipitating,
Thou’dst shiver’d like an egg; but thou dost breathe,
Hast heavy substance, bleed’st not, speak’st, art sound.
Ten masts at each make not the altitude
Which thou hast perpendicularly fell;
Thy life’s a miracle. Speak yet again.

Edgar - Se fossi stato altro che ragnatela,
piume, aria, precipitando giù per tante
tese, ti saresti rotto come un uovo.
Ma tu respiri, hai una sostanza dura,
non sanguini, parli, sei intero. Dieci
alberi maestri uno sull’altro
non fanno l’altezza da cui tu a perpendicolo
sei caduto. La tua vita è un miracolo.
Parla di nuovo.

Re Lear
William Shakespeare
Traduzione - Agostino Lombardo

I fili delle ragnatele impregnate di gocce d'acqua in diversi luoghi vengono chiamati Capelli di Maria o Fili di Maria per indicare il filato del mantello che la Madonna indossa durante l'Ascensione per cui l'Estate di San Martino è conosciuta anche come Estate di Maria; lo scintillio delle ragnatele che ricorda l'argento dei capelli delle donne e le espressioni che segnano la primavera con il nome di giovane estate femminile e l'autunno con il nome di vecchia estate femminile nell'alto tedesco portano gossamer a diventare sinonimo di Altweibersommer da alt/vecchio, weiber/delle donne e sommer/estate, paragonabile all'ungherese Vénasszonyok nyara da vén/vecchio, asszony/donna, ok/suffisso plurale, nyár/estate e a/suffisso possessivo, al polacco Babie lato - estate della donna, sinonimo di Złota jesień - autunno dorato, al ceco Babské léto e al russo ба́бье ле́то/Bábʹje léto che sta per l'estate delle vecchie mogli inglesi, old wives' summer.
In questa prospettiva l'espressione Estate di San Martino diventa metafora per indicare una piacente signora in età.

Falstaff - È anch' essa de' miei pregi invaghita.
E anch'essa tien le chiavi dello scrigno. Costoro
Saran le mie Golconde e le mie Coste d' oro!
Guardate. Io sono ancora una piacente estate
Di San Martino. A voi, due lettere infuocate.

Falstaff; commedia lirica in tre atti - 1893
Giuseppe Verdi - Arrigo Boito

L'Estate di San Martino Eleuterio Pagliano 1883 - National Gallery of Art -Washingston D. C.

L'Estate di San Martino 
1883
Eleuterio Pagliano 
National Gallery of Art -Washingston D. C.

Nell'America settentrionale l'Estate di San Martino e il suo sinonimo Estate di Tutti i Santi sono contenute nella locuzione Indian Summer che comprende tutti gli intervalli di bel tempo che si manifestano tra metà settembre e dicembre all'interno del brutto tempo:
Estate di San Michele 29 settembre
Estate di San Luca o Piccola Estate di San Luca 18 ottobre
Estate di San Martino o Estate di Tutti i Santi 11 novembre
Gli studi del lessicografo Albert Matthews trovano una citazione sull'Estate Indiana come sinonimo di Estate di San Martino nel 1851, in seguito si scopre che in questo senso era stata citata per la prima volta nel 1778 da Michel Guillaume Jean de Crèvecoeurda un ex soldato franco-americano che si diede all'agricoltura e  in " Lettere di un contadino americano " scrisse:

"... Allora giunge una forte gelata che prepara a ricevere il voluminoso strato di neve che presto seguirà; anche se è spesso preceduto da un breve intervallo di fumo e mitezza, chiamato estate indiana ... "

Il libro fu reso pubblico dal 1920. L'estate Indiana attraversò l'oceano atlantico e si sviluppò in Gran Bretagna solo a partire dal 1950.
Vi lascio con l'atmosfera dell'Estate di San Martino raccontata dal nostro Ernesto Ragazzoni

I

È una tepida estate
di San Martino, tanto
dolce che le giornate
d’April non hanno incanto

maggior. Le stesse foglie
secche, per i viali
più che l’aria di spoglie,
hanno un aspetto d’ali

mutevoli, lunghesso
i fossi e dentro i carri,
che se le tiran presso
in turbini bizzarri.

Io vo’ pei campi; avanzo
oltre i sentieri, e fumo,
contandomi un romanzo
per mio uso e consumo;

dove, com’è disegno
nelle oleografie,
ci son isbe di legno
sotto la neve, vie

tra pioppi ermi al tramonto,
cacciatori in cucina
attorno a un pasto pronto;
un’Ada, un’Ermelina

che guardan pei cancelli
se giunge Adolfo, Arturo;
rovine di castelli
chiuse in un cielo oscuro,

sassi di muriccioli
coll’edera, e un mendìco...
mulini... boscaiuoli...
un pozzo sotto un fico,

bimbi affacciati ai vetri
che guardan, chi sa dove;
passan forme di spetri
(son tanti dì che piove);

nubi, e una spiaggia incolta.
Insomma, l’arsenale
completo d’una volta,
romantico - autunnale.

II

Io vo’ pei campi, fiuto
per l’aria odor di tordi
arrosto, in un velluto
- cari! - di lardo a fior di

fiamma sovra uno spiedo;
e il buon odor mi viene
da un luogo che non vedo,
ma certo assai dabbene.

O pace! Che mai l’oste
mi servirà stasera?
Forse le caldarroste
- o pace! - e del barbera?

O le pere in giulebbe...
(che giorni ha San Martino!)
Né mi dispiacerebbe
prima uno stufatino.

Che pace! È come un lento
lasciarsi andare a caso
s’un fiume sonnolento,
incontro a un bell’occaso...

L’acque, in un loro velo
viola e d’or, pare ardano;
e sono l’acque e il cielo
silenzi che si guardano.

Io vo’ pei campi. Lungi
bruciano forse stipa,
c’è un fumo, e ve ne aggiunge
pur uno la mia pipa.

Oh, il fumo? Chi la sente
la nostalgia che ha
il fumo - che, silente -,
d’autunno se ne va,

(esule e senza casa)
d’autunno, e verso sera...
sulla campagna rasa...
ombra che si fa nera!

Con che, detta la mia,
(come la mulinavo!)
brava corbelleria,
fo’ punto, e vi son schiavo.

Insalata di San Martino 
Poesie a cura di Arrigo Cajumi - 1956
Ernesto Ragazzoni

Lieta Festa di San Martino

Per ulteriori informazioni cliccare su:

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