sabato 11 dicembre 2010

C'era una strada che si snodava attraverso un paesino di montagna...


" ... C'è solo la strada su cui puoi contare

la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia, il bisogno di uscire
di esporsi nella strada, nella piazza.

Perché il giudizio universale 
non passa per le case 
in casa non si sentono le trombe 
in casa ti allontani dalla vita ... "

C'è solo la strada
Giorgio Gaber




mercoledì 8 dicembre 2010

La colonna dell'Immacolata

L'otto dicembre del 1854 con l'enciclica " Ineffabilis Deus "

"declaramus, pronuntiamus et definimus, doctrinam quae tenet beatissimam Virginem Mariam in primo instanti suae conceptionis fuisse singulari omnipotentis Dei gratia et privilegio, intuitu meritorum Christi Iesu Salvatoris humani generis, ab omni originalis culpae labe praeservatam immunem, esse a Deo revelatam atque idcirco ab omnibus fidelibus firmiter constanterque credendam."


"dichiariamo, affermiamo e definiamo la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli."

papa Pio IX sancisce il dogma dell'Immacolata concezione e per celebrare questo evento fa erigere tre anni dopo nel 1857 dall'architetto Luigi Poletti e da 200 vigili del fuoco "la colonna dell'Immacolata", a piazza Mignatelli, un' estensione di Piazza di Spagna, di fronte all'ambasciata spagnola, per ringraziare la Spagna che si era interessata dell'istituzione del dogma. 


La colonna di marmo cipollino rosso, alta 11.81 metri, ritrovata nel 1777 nel monastero di Santa Maria della concezione a Campo Marzio che sostiene la statua in bronzo dell'Immacolata opera di Giuseppe Obici, poggia su un basamento ottagonale di marmi policromi, decorato con scalini, con quattro statue e relativi versi sottostanti tratti dalla Bibbia, con quattro bassorilievi, lo stemma papale e due scritte che celebrano la Madonna e l'avvenuta inaugurazione di quest'opera che nella sua totalità raggiunge i 29 metri di altezza.





Nelle statue sono raffigurati:



David scolpito da Adamo Tadolini,



Isaia scolpito da Salvatore Revelli,



Ezechiele scolpito da Carlo Chelli e



Mosè scolpito da Ignazio Jacometti che divenne vittima delle ironiche pasquinate: Pasquino incitava Mosè a parlare che sussurrando rispondeva: " non posso ", Pasquino allora gli chiedeva di fischiare e Mosè rispondeva: " si fischio lo scultore ".

I bassi rilievi eseguiti da Pietro Galli, Nicola Cantalamessa Papotti e Giovanni Maria Benzoni, rappresentano:


la definizione del dogma,


il sogno di S.Giuseppe,


l'incoronazione di Maria in cielo e


l'Annunciazione.

Nel 1923 i vigili del fuoco iniziarono a offrire fiori all'Immacolata e negli anni '50 papa Pio XXIII volle partecipare personalmente a questa cerimonia, portando un cesto di fiori bianchi da porre ai piedi della statua benedicendola insieme a tutti i presenti, da allora nacque la tradizione che viene rappresentata oggi con la processione del papa e l'intervento dei vigili del fuoco che con una scala ornano l'Immacolata con una ghirlanda di fiori. 

" ... Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle ... "

Apocalisse 12,1

La visione di Giovanni apostolo crea l'iconografia dell'Immacolata,



che solitamente viene raffigurata con una veste bianca che indica la purezza e un mantello blu che ricorda il colore del cielo da cui proviene la grazia che le è stata donata, è poggiata sulla falce di luna che avvia una nuova fase lunare simboleggiando l'atto primo della salvezza per l'umanità, questa falce di luna poggia a sua volta su un globo che rappresenta la terra insidiata dal serpente simbolo del peccato originale, a cui l'Immacolata schiaccia la testa con i piedi. Nella foto, sotto il globo terrestre vengono raffigurati anche i simboli dei quattro evangelisti: il leone di Marco, il toro di Luca, l'uomo di Matteo e l'aquila di Giovanni.

" ... Il primo vivente era simile a un leone , il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola; i quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi ... "

Apocalisse 4,7



© Sciarada Sciaranti

lunedì 6 dicembre 2010

San Nicola si veste da Babbo Natale

Ogni paese ha le sue leggende su Babbo Natale e tante fanno riferimento a un'unica origine comune, la figura storica di san Nicola che nasce tra il 260 e il 280 circa a Patara, una città della Licia, provincia dell'impero bizantino, corrispondente oggi a Demre in Anatolia, nell'odierna Turchia. Nicola che perse precocemente, a causa della peste, i suoi genitori Epifanio e Giovanna, avendo ottenuto improvvisamente la sua eredità, si impegnò a distribuire questa considerevole somma di denaro, a tutti coloro che ne avevano più bisogno e a tal proposito nella "Legenda Aurea del frate domenicano Jacopo De' Fazio da Varagine" del XIII secolo si legge:

" Un suo vicino, che aveva tre figlie ancora giovani, aveva deciso, a causa dell’estrema povertà e nonostante la nobiltà del casato, di spingerle alla prostituzione, per ricavare di che vivere da quello sconcio commercio. Il santo seppe la cosa, ne ebbe orrore e, avvolto dell’oro in un panno, di notte, attraverso una finestra lo gettò in casa del vicino e fuggì. La mattina, svegliandosi, il vicino trovò l’oro, rese grazie a Dio e con quella cifra maritò la primogenita. Non molto tempo dopo il servo di Dio rifece la stessa cosa. L’uomo trovò di nuovo l’oro e scoppiando di gioia e di gratitudine decise di far di tutto per riuscire a sapere chi era che rimediava in quel modo alla sua povertà. Dopo pochi giorni, raddoppiata la somma, Nicola gettò di nuovo il sacchetto dentro la casa; l’uomo, svegliatosi dal rumore, si mise a inseguire Nicola che fuggiva, gridandogli: “Fermati, fatti riconoscere!”. E, riuscito a raggiungerlo, riconobbe Nicola; subito si gettò a terra e cercò di baciargli i piedi, ma Nicola non volle e anzi gli fece promettere che non avrebbe mai rivelato la cosa a nessuno, per tutta la vita. "


Divenne sacerdote a Myra e quando il vescovo morì, prese il suo posto per volere divino come spiega nel IX secolo Michele Archimandrita nella "Vita per Michaelem":

" - Recati con altri alla casa di Dio di notte; appostati nell'atrio e il primo che all'alba entrerà prendilo e fallo ordinare vescovo. Il suo nome è Nicola -
Colui che da Dio aveva udito quella mirabile voce andò a comunicarla agli altri vescovi e al popolo che si trovavano all'interno della chiesa ad innalzare continue preghiere a Dio. Quindi, obbedendo all'annuncio divino si andò a mettere presso l'uscita. Alle prime ore del mattino il grande Nicola vennemandato da Dio e fu il primo a varcare la soglia della chiesa. …
Essendosi riuniti i cittadini della metropoli di Mira ed avendo ascoltato e creduto a quanto era
stato detto dai vescovi amati da Dio, accolsero con gioia quanto riguardava il santo, anzi vi apportarono pure la loro testimonianza. Così, colui che portava il nome di Nicola fu innalzato alla cattedra episcopale. Ed egli divenne ottimo pastore di quelle pecorelle ragionevoli di Cristo, dando per primo l'esempio. "

Invitò i sacerdoti a uscire dalle chiese per andare a raccontare la vita e la parola di Cristo portando copiosi doni a tutti quei bambini intrappolati in casa dalla neve. Durante le persecuzioni anticristiane di Diocleziano del 305 fu imprigionato ed esiliato e venne poi liberato nel 313 da Costantino che gli permise di riprendere il suo apostolato a Myra; probabilmente nel 325 partecipò al consiglio di Nicea e morì nel monastero di Sion il 6 dicembre del 343.


La fama dei suoi miracoli ammantati nella leggenda si diffuse in oriente e in Italia generando una grande devozione nei suoi confronti e quando Myra cadde nelle mani dei musulmani gli abitanti di Bari e Venezia entrarono in competizione per trafugare le reliquie del santo conservate nella cattedrale di Myra.


La spedizione barese ebbe la meglio, riuscì nell'intento di prelevare i resti del santo che a quanto sostengono Niceforo e Giovanni Arcidiacono galleggiavano nella manna, un liquido sacro di acqua pura che trasuda dalle reliquie.
Nella documentazione settecentesca di Niccolò Putignano sulla spedizione, in riferimento a un pellegrino greco e uno francese, si legge:

"... I due riferirono che la chiesa era situata in luogo solitario, senza clero e senza popolo, custodita soltanto da tre monaci, fuori de’ quali niun altro vi era che impedir potesse l’impresa. La via dunque era libera. I baresi potevano avviarsi verso il sacro luogo a compiere la memoranda impresa ..."

Le spoglie giunsero a Bari il 9 maggio del 1087 per essere depositate come sostiene la leggenda:

" li dove i buoi che trainavano il prezioso carico si fermarono "

ovvero nella chiesa dei Benedettini, il cui abate Elia si impegnò per far costruire una nuova chiesa dedicata al santo che fu consacrata, due anni dopo l'edificazione, da Urbano II in occasione dell'ufficiale collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta; questa chiesa oggi porta il nome di San Michele Arcangelo.

(A Bari, dal 6 dicembre data in cui san Nicola morì al 9 dicembre data in cui arrivarono le sue reliquie nella città, si celebra una grande festa che ripropone:
il corteo storico in abiti d'epoca,
l'arrivo sul lungomare della caravella che trasportò le reliquie
e l'estrazione della manna ovvero un liquido che fu ritrovato vicino le reliquie.)


Durante la prima Crociata tra il 1099 e il 1100 i veneziani, che avevano mal digerito il mancato possesso delle reliquie, si recarono sul luogo del sepolcro e nelle vicinanze trovarono dei frammenti ossei non prelevati dai baresi e se li portarono finalmente soddisfatti nell'abbazzia di San Nicolò del Lido.


San Nicola protettore dei bambini, scolari, ragazze che vogliono sposarsi, marinai, pescatori, bottai, farmacisti, mercanti, commercianti, profumieri, avvocati e vittime di errori giudiziari, venne raffigurato vestito da vescovo, con la mitra, il bastone pastorale simbolo del vescovato e con tre sacchetti di monete o in alternativa con tre palle d'oro e durante il Medioevo, nei conventi, il 5 dicembre vigilia della sua festa, cominciò a essere impersonificato da un uomo che consegnava dei regali ai ragazzi che studiavano diligentemente e del carbone ai più capricciosi.
Nel XVII secolo il ruolo punitivo fu assunto da un personaggio che diventò il terrore di tutti i bambini: " l'uomo oscuro ", rappresentato inizialmente da un servo con indosso un mantello e stivali neri, che si contrapponeva al candore e alla bontà di san Nicola e che portava con se rametti di betulla per fustigare i bambini cattivi, delle catene per incatenarli e un cesto per contenerli; con il passare del tempo nel XIX secolo assunse le sembianze di un satiro con le corna, la coda e le zampe di capra e con una lunga lingua; divenne in effetti l'allegoria del demonio asservito, vinto miracolosamente da san Nicola quando si era infiltrato in un gruppo di ragazzi che durante i periodi di carestia, addobbati con pelli di animali, piume e maschere con corna, terrorizzavano e razziavano i villaggi vicini per procacciarsi le provviste necessarie alla loro sopravvivenza; nelle zone alpine del Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e del Tirolo venne chiamato Krampus da krampen - artiglio, e :

Hans Trapp in Alsazia,
Belsnickel nella Germania sud occidentale,
Cert nella Repubblica Ceca,
Houseker nel Lussemburgo,
Klaubauf in Baviera e Austria,
Knecht Ruprecht nella Germania del nord,
Perè Fouettard in Francia,
Schmutzli in Svizzera
e Zwarte Piet nei Paesi Bassi


In questo pezzo che vi propongo tratto dai Buddenbrook scritto nel 1901, Thomas Mann descrive addirittura il Kamprus come unico portatore di doni o di vergate e ci fa percepire tutta l'ambivalenza emozionale vissuta dal bambino:

"... un pomeriggio in soggiorno … fu annunciato come tutti gli anni, eppure anche quella volta con sua grandissima sorpresa, un “vecchio” che “chiedeva del bambino”. Fu fatto entrare, il vecchio, e arrivò strascicando i piedi, avvolto in una lunga pelliccia con la parte ruvida all’esterno, e coperta di lustrini dorati e fiocchi di neve, un berretto uguale, il viso segnato di nero e un’enorme barba bianca frammischiata di scintillanti fili d’argento, come le sopracciglia innaturalmente folte. Come ogni anno dichiarò con voce inflessibile che il sacco – sulla spalla sinistra – per i bambini buoni che sapevano dire le preghiere, era pieno di mele e noci dorate, mentre la verga – sulla spalla destra- era destinata ai bambini cattivi…Era Knecht Ruprecht. O meglio, naturalmente non era in tutto e per tutto quello autentico, e anzi, forse era solo il barbiere Wenzel, con la pelliccia rovesciata del papà; ma, ammesso che un Knecht Ruprecht fosse possibile, questo era lui, e Hanno, sinceramente impressionato recitò anche quell’anno il Padre Nostro interrotto solo un paio di volte dal pianto. "

E in questa ninna nanna è evidente il riferimento alla figura del Krampus

Ninna nanna, ninna oh
Il mio bimbo a chi lo dò?
Se lo dò all'uomo bianco
Se lo tiene tanto tanto
Se lo dò all'uomo nero
Se lo tiene un anno intero
Se lo dò alla befana
Se lo tiene una settimana
Se lo tiene la sua mamma
Che gli canta la ninna nanna

San Nicola oltrepassa l'oceano con gli olandesi e conquista anche l'America con il nome di Santa Klaus o Claus, punto di arrivo della contrazione di Sint Nicolaas-Sanctus Nicolaus in Sinterklaas-Santa Klaus o Claus e il 20 novembre 1804 diventa patrono della New York Historical Society istituita da John Pintard con la collaborazione di altri notabili allo scopo di esplorare la storia culturale, sociale e politica della loro città.

1 Il suo primo ritratto contenuto nel libro del 1809 "History of New York" di Diedrich Knickerbocker pseudonimo di Washington Irving in cui è descritto un uomo minuto vestito di scuro e la riedizione del 1812 dello stesso libro in cui si racconta che la notte di Natale il vescovo di Myra guida una carrozza trainata dai cavalli che si eleva in volo sui tetti delle case per raggiungere i camini attraverso cui verranno consegnati dei doni ai bambini buoni:


2 il poema del 1821 del tipografo newyorkese William Gilley dedicato a "Sancteclaus" che guida non più una carrozza trainata dai cavalli ma una slitta con una sola renna e il poema del 1822 "The Children’s Friend - L’Amico dei bambini" in cui la slitta diventa volante:

" ... Old Santeclaus with much delight
His reindeer drives this frosty night.
O’er chimney tops, and tracks of snow,
To bring his yearly gifts to you…
Each Christmas eve he joys to come
Where love and peace have made their home..."

" ... Il saggio Santeclaus con molto piacere
La sua renna spinge in questa notte gelida.
Sovra i comignoli, e le tracce di neve,
Per portare i suoi doni annuali a voi .....
Ogni vigilia di Natale lui gioisce a giungere
Dove l'amore e la pace hanno fatto la loro casa... "

3 il poema "A visit from St. Nicholas" scritto da Clement Clarke Moore* da alcuni invece attribuito a Henry Livingston e pubblicato Il 23 dicembre del 1823 sul quotidiano Sentinel nella città di Troy, capoluogo della Contea di Rensselaer nello stato di New York, che descrive san Nicola come un anziano, paffuto ed allegro signore con la barba bianca, le fossette, le guance rosa e il naso rosso come una ciliegia:


A Visit From Saint Nicholas

Twas the night before Christmas, when all through the house
Not a creature was stirring, not even a mouse.
The stockings were hung by the chimney with care,
In hopes that St Nicholas soon would be there.
The children were nestled all snug in their beds,
While visions of sugar-plums danced in their heads.
And mamma in her ‘kerchief, and I in my cap,
Had just settled our brains for a long winter’s nap.


When out on the lawn there arose such a clatter,
I sprang from the bed to see what was the matter.
Away to the window I flew like a flash,
Tore open the shutters and threw up the sash.
The moon on the breast of the new-fallen snow
Gave the lustre of mid-day to objects below.
When, what to my wondering eyes should appear,
But a miniature sleigh, and eight tinny reindeer.
With a little old driver, so lively and quick,
I knew in a moment it must be St Nick.
More rapid than eagles his coursers they came,
And he whistled, and shouted, and called them by name!


"Now Dasher! now, Dancer! now, Prancer and Vixen!
On, Comet! On, Cupid! on, on Donner and Blitzen!
To the top of the porch! to the top of the wall!
Now dash away! Dash away! Dash away all!"
As dry leaves that before the wild hurricane fly,
When they meet with an obstacle, mount to the sky.
So up to the house-top the coursers they flew,
With the sleigh full of Toys, and St Nicholas too.
And then, in a twinkling, I heard on the roof
The prancing and pawing of each little hoof.
As I drew in my head, and was turning around,
Down the chimney St Nicholas came with a bound.



He was dressed all in fur, from his head to his foot,
And his clothes were all tarnished with ashes and soot.
A bundle of Toys he had flung on his back,
And he looked like a peddler, just opening his pack.
His eyes-how they twinkled! his dimples how merry!
His cheeks were like roses, his nose like a cherry!



His droll little mouth was drawn up like a bow,
And the beard of his chin was as white as the snow.
The stump of a pipe he held tight in his teeth,
And the smoke it encircled his head like a wreath.
He had a broad face and a little round belly,
That shook when he laughed, like a bowlful of jelly!



He was chubby and plump, a right jolly old elf,
And I laughed when I saw him, in spite of myself!
A wink of his eye and a twist of his head,
Soon gave me to know I had nothing to dread.
He spoke not a word, but went straight to his work,
And filled all the stockings, then turned with a jerk.
And laying his finger aside of his nose,
And giving a nod, up the chimney he rose!
He sprang to his sleigh, to his team gave a whistle,
And away they all flew like the down of a thistle.
But I heard him exclaim, ‘ere he drove out of sight,
"Happy Christmas to all, and to all a good-night!"



Una Visita Da San Nicola

Era la notte prima di Natale e tutta la casa era in silenzio,
nulla si muoveva, neppure un topino.
Le calze, appese in bell’ordine al camino,
aspettavano che Babbo Natale arrivasse.
I bambini rannicchiati al calduccio nei loro lettini
sognavano dolcetti e zuccherini;
La mamma nel suo scialle ed io col mio berretto
stavamo per andare a dormire
quando, dal giardino di fronte alla casa, giunse un rumore
Corsi alla finestra per vedere che cosa fosse successo,
spalancai le imposte e alzai il saliscendi.
La luna sul manto di neve appena caduta
illuminava a giorno ogni cosa
ed io vidi , con mia grande sorpresa,
una slitta in miniatura tirata da otto minuscole renne
e guidata da un piccolo vecchio conducente arzillo e vivace;
capii subito che doveva essere Babbo Natale.
Le renne erano più veloci delle aquile
e lui le incitava chiamandole per nome.
“Dai, Fulmine! Dai, Ballerina!
Dai, Rampante e Freccia!
Su, Cometa! Su, Cupido! Su, Saltarello e Tempesta!
Su in cima al portico e su per la parete!
Dai presto, Muovetevi!”
Leggere come foglie portate da un mulinello di vento,
le renne volarono sul tetto della casa,
trainando la slitta piena di giocattoli.


Udii lo scalpiccio degli zoccoli sul tetto,
non feci in tempo a voltarmi che
Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo.
Era tutto vestito di pelliccia, do capo a piedi,
tutto sporco di cenere e fuliggine
con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli:
sembrava un venditore ambulante
sul punto di mostrate la sua mercanzia!
I suoi occhi come brillavano! Le sue fossette che allegria!
Le guance rubiconde, il naso a ciliegia!
La bocca piccola e buffa arcuata in un sorriso,
la barba bianca come la neve,
aveva in bocca una pipa
è il fumo circondava la sua testa come una ghirlanda.
Il viso era largo e la pancia rotonda
sobbalzava come una ciotola di gelatina quando rideva.
Era paffuto e grassottello, metteva allegria,
e senza volerlo io scoppiai in una risata.
Mi fece un cenno col capo ammiccando
e la mia paura spari,
non disse una parola e tornò al suo lavoro.
Riempì una per una tutte le calze, poi si voltò,
accennò un saluto col capo e sparì su per il camino.
Balzò sulla slitta, diede un fischio alle renne
e volò via veloce come il piumino di un cardo.
Ma prima di sparire dalla mia vista lo udii esclamare:
Buon Natale a tutti e a tutti buona notte!


4 l'illustrazione di John Leech che nel 1843 rappresenta lo spirito del "Natale Presente" nel "Canto di Natale" di Charles Dickens:


5 la tavola del 1860 commissionata dal presidente Abram Lincoln e la caricatura del 1863 di Thomas Nast che sulla rivista americana Harper's Weekly illustra san Nicola, come un uomo paffuto con la barba bianca, vestito con una livrea fermata alla vita da una grossa cintura:


6 e la pubblicità del 1931 di Haddon Sundblom che dà alla caricatura di Nast i colori della Coca Cola:

" Sunny, un forte bevitore svedese professionalmente brillante, ma sempre in ritardo, si rese indispensabile, malgrado le sue abitudini, inventando il classico Babbo Natale della Coca-Cola nel 1931. Il Babbo Natale di Sundblom era il perfetto uomo della Coca-Cola: più grosso del normale, di un rosso brillante, sempre allegro e colto in stravaganti situazioni che si concludevano con una famosa bibita come ricompensa per una dura notte di lavoro passata a consegnare giocattoli. Ogni Natale, Sundblom partoriva un'altra pubblicità, avidamente attesa, raffigurante il Babbo Natale della Coca-Cola. Quando morì il suo primo modello, un ex-venditore della Coca-Cola, Sundblom lo sostituì personalmente. Se si può dire che la Coca-Cola abbia esercitato una sottile, penetrante influenza nella cultura americana, occorre ammettere che essa ha forgiato direttamente il concetto americano di Babbo Natale. Prima delle illustrazioni di Sundblom, Babbo Natale (alias Santa Claus) era stato variamente dipinto con abiti blu, gialli, verdi o rossi; nell'arte europea era generalmente alto e macilento, mentre Clement Moore l'aveva dipinto come un elfo in “Una visita da St. Nicholas”. Dopo le pubblicità della bibita, invece, Babbo Natale sarebbe sempre stato un uomo enorme, grasso, sempre contento, con un ampio giro-vita e stivali neri fino all'anca, sempre rigorosamente vestito di rosso Coca-Cola. "

Per Dio, la Patria e la Coca Cola.
La vera storia (non autorizzata) della bibita più famosa del mondo
Mark Pendergrast
1993


vestono san Nicola con gli abiti di Babbo Natale e la sua immagine viene consacrata con l'abito rosso che si impone sulla tradizione britannica in cui Babbo Natale indossa un abito verde e su quella russa in cui Babbo Natale indossa un abito blu.

Clement Clarke Moore* = Moore ci svela i nomi delle otto renne compagne di Babbo natale, ma nel 1939 si unisce al gruppo una nuova renna: Rudolph dal naso rosso creata dal pubblicitario Robert L. May, per la catena di arredamento e decorazione americana Montgomery Ward di Chicago, con la collaborazione del disegnatore Denver Gillen ispirato da una renna del Lincoln Park Zoo, May scrive un racconto che ha l'intento di aumentare l'autostima dei bambini più timidi, insicuri, diversi dagli altri a causa delle fragilità fisiche, nel 1947 il testo viene riadattato e musicato da Johnny Marks diventando un successo cantato da Bing Crosby ed Ella Fitzgerald

Rudolph the red-nosed reindeer

You know Dasher and Dancer, Prancer and Vixen
Comet and Cupid, Donner and Blitzen
But do you recall
The most famous reindeer of all?
Hey Rudolph
Wo-hoah, Rudolph
Rudolph the Red-Nosed Reindeer
Had a very shiny nose
And if you ever saw it
You would even say it glowed
All of the other reindeer
Used to laugh and call him names
They never let poor Rudolph
Join in any reindeer games
Oh, then one foggy Christmas Eve
Santa came to say "(hey Rudolph)
Rudolph, with your nose so bright,
Won’t you guide my sleigh tonight"
Then how the reindeer loved him,
As they shouted out with glee…
"Rudolph the Red-Nosed Reindeer
You ll go down in history"
Hey Rudolph
Wo-hoah, Rudolph

Rudolph la renna dal naso rosso

Sapete che ci sono Dasher e Dancer Prancer e Vixen
Cometa e Cupido Donnner e Blitzen
Ma vi ricordate
della renna più famosa di tutte?
Hey Rudolph
Wo-hoah, Rudolph
Rudolph la renna dal naso rosso
Aveva un naso lucido
E se lo aveste visto
Avreste persino detto brillante.
Tutte le altre renne
Ridevano di lui e gli davano dei soprannomi
Non hanno mai lasciato che il povero Rudolph
Partecipasse ai giochi delle renne.
Poi una nebbiosa vigilia di Natale
Babbo Natale venne a dire
"Rudolph con il tuo naso così luminoso
Guideresti la mia slitta stanotte? "
Allora tutte le renne lo amarono
Mentre gridavano con gioia
"Rudolph la renna dal naso rosso
Passerai alla storia!"
Hey Rudolph
Wo-hoah, Rudolph

Ognuna di esse ha il suo ruolo:
Fulmine osservando il cielo prevede il tempo
Ballerina scandisce il tempo della corsa notturna
Rampante - Donnola sceglie il vento favorevole per agevolare il percorso
Freccia controlla che il tempo di marcia sia rispettato al secondo
Cometa osserva le stelle e sceglie le coordinate per raggiungere la meta
Cupido ha il cuore d'oro e sorveglia il carico da trasportare
Saltarello scalpita per dare il segnale di partenza
Tempesta - Donato porta le lettere di Babbo Natale ai bambini meritevoli
Rudolph è il capo guida che con il suo naso rosso e brillante illumina la strada nella nebbia.

La tradizione islandese invece dà i nomi agli jólasveinar (plurale di jólasveinn che deriva da jól - Natale e veinn - amico o ragazzo):


Stekkjarstaur - Gimpy - Palo di recinto, infastidisce le pecore
Giljagaur - Gully Imp - passa attraverso i canali di irrigazione per raggiungere le stalle per mangiare la schiuma di latte
Stúfur - Itty Bitty - Tozzo Omiciattolo, ruba le pentole
Þvörusleikir - Pot-Scraper Licker - Colui che lecca il cucchiaio, ruba il Þvörur - cucchiaio di legno per appunto leccarlo
Pottasleikir - Pot Licker - Gratta Pentole, lecca le pentole
Askasleikir - Bowl Licker - Colui che lecca le scodelle, si nasconde sotto il letto e ruba l’askur - tipo di scodella
Hurðaskellir - Door Slammer - Colui che sbatte le porte, sbatte le porte soprattutto di notte e spaventa la gente
Skyrgámur - Skyr Gobbler - Goloso di Formaggi, è sempre alla ricerca dello skyr - latticino islandese simile allo youghurt
Bjúgnakrækir - Sausage Snatcher - Colui che ruba le salsicce, le travi dei tetti gli fanno da nascondiglio per rubare le salsicce
Gluggagægir - Window Peeper - Colui che spia dalle finestre, sbircia dalle finestra in cerca di qualcosa da rubare
Gáttaþefur - Doorway Sniffer - Colui che annusa le fessure delle porte, ha un grande olfatto per merito del suo grande naso che gli è utile per sentire il profumo del laufabrauð - dolce natalizio islandese
Ketkrókur - Meat Hooker - Uncina Carne, si serve di un uncino per rubare la carne
Kertasníkir - Candle Beggar - Colui che porta le candele, segue i bambini e gli ruba le candele
nati da Grýla - Madre e Leppalúði - Padre originariamente per spaventare i bambini, nel tempo hanno acquisito una valenza positiva e sono stati assimilati ai folletti aiutanti di Babbo Natale che compaiono al suo fianco nel 1850 nelle illustrazioni del libro "Little Messenger Birds" di Caroline H. Butler.

Chi è interessato a continuare il viaggio nel mondo della letteratura e in quello dell' illustrazione che ha reso immortale san Nicola e il suo alter ego Babbo Natale clicchi su San Nicola e Babbo Natale tra leggenda e realtà

Per ulteriori informazioni:





Ringrazio Elettra per avermi fornito le immaginette di San Nicola che fanno parte della sua ricca collezione.

© Sciarada Sciaranti

sabato 4 dicembre 2010

Canto di Natale


Illustrazione - George Alfred Williams


"...Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro! - ripetè Scrooge, sgusciando fuori del letto. - I tre Spiriti mi parleranno dentro. O Giacobbe Marley! Benedetto sia il cielo e il giorno di Natale! Lo dico in ginocchio, mio vecchio Giacobbe; in ginocchio! ..."

" ... Era così acceso, così affollato dalle sue buone intenzioni, che la voce rotta non rispondeva al pensiero. Nel suo conflitto con lo Spirito, aveva singhiozzato violentemente e tutta la faccia aveva bagnata di pianto ... "

"... Fu arrestato nelle sue effusioni dalle campane che mandavano all'aria i più lieti squilli che avesse mai uditi. Bom, bam, din, don, dan! Dan, don, din, bom, bam! Oh, che armonia, oh, che gloria!
Corse alla finestra, l'aprì, mise fuori il capo. Niente nebbia: un'aria limpida, cristallina, gioconda; un freddino salubre, pungente; un sole d'oro; un cielo di zaffiro; freschetto, non freddo; e quelle campane, così allegre, così allegre! Oh, bello, magnifico! ... "

"...Con gli Spiriti non ebbe più da fare; ma se ne rifece con gli uomini. E di lui fu sempre detto che non c'era uomo al mondo che sapesse così bene festeggiare il Natale. Così lo stesso si dica di noi, di tutti noi e di ciascuno! E così, come Tiny Tim diceva: ' Dio ci protegga tutti e ci benedica ' . "

Canto di Natale
Charles Dickens
Traduzione Federigo Verdinois

mercoledì 1 dicembre 2010

Adventus

"... Or se volete far del Cielo acquisto,
E far di Cristo le vostr’alme spose,
Digiunerete questo sacro Avvento;
E da quei monti eco rispose, vento..."

La Cortona convertita
Francesco Moneti
Religioso, astronomo e letterato


Le tradizioni dell'Avvento si sono influenzate, si sono mescolate, si sono confuse tra loro e hanno creato nel corso del tempo un corpo comune che le ha integrate tutte; la più antica sorta tra il IV e VI secolo ottempera un periodo solenne di digiuno e penitenza che celebra il nuovo anno liturgico e la preparazione al Natale di quattro settimane nel rito romano che inizia la prima domenica vicina alla festa di sant' Andrea e di sei settimane nel rito ambrosiano e mozarabico che inizia la prima domenica vicina alla festa di san Martino e che si chiama anche " Quaresima di san Martino ".

Durante questo periodo:
I sacerdoti indossano paramenti sacri di colore viola nella prima, seconda e quarta domenica d'Avvento, rosa nella terza.
Nelle funzioni non viene recitato il Te Deum e il Gloria in excelsis.
I matrimoni vengono celebrati senza sfarzi e si medita sulle tre venute del Cristo: nell'incarnazione, nel giudizio finale e nell'anima pulita dal peccato.

La tradizione, nel rito romano, dell'introitus - anthiphona ad introitum, cioè l'uso di accompagnare con il canto la processione dei celebranti all'altare da a ogni domenica dell'Avvento un nome estrapolato dalle prime parole pronunciate nel canto: 

1 Ad te levavi - Ad te levavi animam meam
2 Populus Sion - Popuulus Sion, ecce Dominus veniet ad salvandas gentes
3 Gaudete - Gaudete in Domino semper
4 Rorate - Rorate, coeli desuper et nubes pluant iustum

Le domeniche dell'Avvento nel rito ambrosiano sono invece 

1 domenica della venuta del Signore
2 domenica dei figli del regno 
3 domenica delle profezie adempiute
4 domenica dell'ingresso del Messia
5 domenica del precursore
6 domenica dell'incarnazione

Al XV secolo risale l'uso di inaugurare il primo dicembre il Calendario dell'Avvento, composto da 24 caselle in cui si inseriscono biscotti, cioccolatini, caramelle, zucchero candito, disegni, strofe bibliche e giocattoli che ogni giorno, solitamente i bambini prendono facendo, meditazioni, riflessioni e proponimenti nell'attesa della Natività

Qualche giorno prima, seguendo una tradizione del XVI secolo, si prepara invece la Corona dell'Avvento

Corona dell'Avvento

che rappresenta la regalità di Cristo che vince le tenebre con la sua luce. Si tratta di una ghirlanda composta da rami di sempreverdi, agrifoglio, alloro e pino intrecciati, che simboleggiano la speranza e la vita, a cui vengono aggiunte quattro candele.

1 La prima originariamente di colore viola in alternativa azzurra o in un uso più recente rossa, ricorda i profeti e le loro profezie sulla venuta di Gesù, è detta anche  della speranza.
2 La seconda  originariamente di colore viola in alternativa azzurra o in un uso più recente rossa, ricorda Betlemme, luogo in cui nasce Gesù, è detta anche della pace o della salvezza.
3 La terza di colore rosa, ricorda i pastori che sono i primi a vedere Gesù, è detta anche della gioia.
4 La quarta  originariamente di colore viola in alternativa azzurra o in un uso più recente rossa, ricorda gli angeli che annunciano la nascita di Gesù, è detta anche  dell'amore.

Nel rito romano vengono accese una alla volta durante le quattro domeniche d'Avvento tutelate da quattro angeli: 

1 l'angelo dal mantello blu 

Prima settimana dell'Avvento: l'Angelo blu 

Come possiamo sapere che il Natale sta per arrivare? Non lo si può vedere con gli occhi, perché i giorni e le notti sono come sempre e gli uomini vivono e si occupano delle loro faccende come al solito. Non lo si può sentire con le orecchie, perché i rumori che risuonano sono sempre gli stessi: auto, aerei che passano, bambini che gridano e così via. 
Pur tuttavia, quattro settimane prima di Natale, avviene qualcosa di molto importante: un grande angelo discende dal cielo, per invitare gli abitanti della terra a preparare il Natale. Indossa un grande mantello blu, intessuto di silenzio e di pace. 
La maggior parte delle persone non se ne accorge perché sono troppo occupate a fare altro. Ma l'angelo canta con voce profonda e solamente coloro che hanno un cuore attento possono sentirlo. 
Egli canta: «Il cielo viene sulla terra, Dio viene ad abitare nel cuore degli uomini. Siate desti! Apritegli la porta!». È oggi che questo angelo passa e parla a tutti gli uomini. E coloro che lo sentono si mettono a preparare il Natale cantando canzoni e accendendo candele... 


Festeggiare l'Avvento
Soline Lienhard e Pierre Lienhard
Traduzione I. Proverbio


2 l'angelo dal mantello rosso 

Seconda settimana dell'Avvento - l'Angelo rosso 

Oggi un secondo angelo discende dal cielo. È vestito con un grande mantello rosso e porta nella sua mano sinistra un grande canestro, tutto d'oro. Questo canestro è vuoto e l'angelo vorrebbe riempirlo per riportarlo tutto pieno d'innanzi al trono di Dio. Ma cosa vi andrà a mettere? Il canestro è molto fine e delicato, perché è intrecciato con raggi di sole; non ci si possono mettere cose dure e pesanti dentro. 
L'angelo passa molto discretamente in tutte le case, su tutta la terra e cerca... Che cosa cerca? Egli scruta il cuore di tutti gli uomini per vedere se vi trova un po' d'amore completamente puro. E questo amore lo mette nella sua coppa e, quindi, lo porta verso il cielo. E là, coloro che abitano il cielo, gli angeli e anche gli uomini che sono morti sulla terra, prendono questo amore e ne fanno luce per le stelle. 


Festeggiare l'Avvento
Soline Lienhard e Pierre Lienhard
Traduzione I. Proverbio


3 l'angelo dal mantello bianco 

Terza settimana dell'Avvento - l'Angelo Bianco 

La terza domenica, un angelo tutto bianco e luminoso discende verso la terra. Tiene nella sua mano destra un raggio di sole che possiede un potere meraviglioso. Va verso tutti gli esseri umani nel cui cuore l'angelo rosso aveva trovato dell'amore autentico e li tocca con il suo raggio di luce. Allora questa luce penetra nel cuore di questi uomini e si mette a rischiararli e a riscaldarli dall'interno. Ed è come se il sole si accendesse nei loro occhi e discendesse nelle loro mani, nei loro piedi e in tutto il loro corpo. Persino i più poveri, i più umili fra gli uomini sono così trasformati e cominciano ad assomigliare agli angeli, perché hanno un po' d'amore puro nel loro cuore. Ma non tutto il mondo vede questo angelo bianco. Solo gli angeli lo vedono e coloro i cui occhi sono stati illuminati dalla sua luce. 
E con questa luce negli occhi che si può vedere anche il piccolo Bambino che nasce nella mangiatoia. 

Festeggiare l'Avvento
Soline Lienhard e Pierre Lienhard
Traduzione I. Proverbio


4 l'angelo dal mantello viola

L'Angelo Viola Malva - Quarta Domenica

L'ultima domenica prima di Natale un grande angelo con il mantello di un colore violetto molto delicato e caldo appare in cielo e sorvola tutta la terra. Tiene nella sua mano una grande lira. Suona con questa lira una musica molto dolce e canta un canto molto armonioso e chiaro. Ma per udirlo bisogna avere un cuore silenzioso e attento. Egli canta il grande canto della Pace, il canto del Bambino Natale e del Regno di Dio che viene sulla terra. Moltissimi angioletti lo accompagnano e anch'essi cantano e giubilano nel cielo. Allora tutti i semi che dormono nella terra si risvegliano e la terra stessa ascolta e trasale: il canto degli angeli le dice che Dio non la dimentica e che un giorno sarà di nuovo un Paradiso.


Festeggiare l'Avvento
Soline Lienhard e Pierre Lienhard
Traduzione I. Proverbio


L'accensione delle candele viene accompagnata da una preghiera e da un canto in onore della Vergine Maria, una quinta di colore bianco, che rappresenta Cristo, inserita al centro delle quattro, viene accesa ai vespri della Vigilia di Natale. 

Quindi l'Avvento, dal latino " Adventus " cioè " Venuta ", e il cammino dell'Attesa, con le sue tradizioni dal passato al presente apre il ciclo delle festività natalizie.

 Sciarada Sciaranti

Se qualcuno è interessato a conoscere le origini del Calendario dell'Avvento può cliccare su Calendario dell'Avvento

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