Dante nel 1300 si addentra Il Giovedì Santo in una selva oscura a ridosso dell'equinozio di primavera che si fa culla del disegno cosmico, accoglie luce e tenebra, stabilisce una tregua che le scatena da sé stesse e le assesta su quel punto di equilibrio che nella divisione perfetta genera la vita dalla libera unione di bene e male.
" ... La dottrina persiana, cui Manete* aderì, insegnava che, appunto in quell‘equinozio, il dio del bene e il dio del male, venuti a contesa e a sfida, crearono il mondo. Il dio benevolo, nato dalla luce, produsse sei numi luminosi; e il dio malevolo, nato dalla caligine, ne produsse sei tenebrosi. Queste due serie vengono interpretate dai dotti pei dodici segni zodiacali: i sei luminosi son quei dell’emisfero superiore, il cui zenit è il solstizio estivo; i sei tenebrosi son quei dell’emisfero inferiore, il cui nadir è il solstizio invernale: il che stabilisce esattamente i due equinozi equidistanti, che dividono in due parti eguali la sfera celeste, adombrata nel grand’uovo cosmologico. Quindi è detto in quella teologia, ch’essendo stati i sei numi buoni chiusi in un uovo, e i sei cattivi in un altro, questi secondi ruppero il guscio; e sbucati di la si confusero di modo coi primi, che produssero quel misto di beni e di mali che fa continuo contrasto nell’ordine di natura. L’equinozio di primavera, divenuto così il principio dell’ anno persiano, ricordava quella fantastica creazione di opposte forze equibilanciate; e Dante nel cominciare il suo poema cosmologico (Inferno, Terra, Cielo), dovendo porre in contrasto la region delle tenebre e quella della luce, Lucifero fonte dell’errore e Dio fonte della verità, prese le mosse nel creare il mondo suo dall’equinozio di primavera, quando luce e tenebre sono parimente divise, per offrire quel mischio di verità ed errore che già sponemmo. La teologia persiana facea dal principio del mattino montare il sol con le stelle dell’Ariete, per rimembrare il momento che l’amore del Dio benevolo mosse da prima le belle sfere celesti, e Dante aprì il suo poema cosmologico con dire:
Sciarada Sciaranti
" ... La dottrina persiana, cui Manete* aderì, insegnava che, appunto in quell‘equinozio, il dio del bene e il dio del male, venuti a contesa e a sfida, crearono il mondo. Il dio benevolo, nato dalla luce, produsse sei numi luminosi; e il dio malevolo, nato dalla caligine, ne produsse sei tenebrosi. Queste due serie vengono interpretate dai dotti pei dodici segni zodiacali: i sei luminosi son quei dell’emisfero superiore, il cui zenit è il solstizio estivo; i sei tenebrosi son quei dell’emisfero inferiore, il cui nadir è il solstizio invernale: il che stabilisce esattamente i due equinozi equidistanti, che dividono in due parti eguali la sfera celeste, adombrata nel grand’uovo cosmologico. Quindi è detto in quella teologia, ch’essendo stati i sei numi buoni chiusi in un uovo, e i sei cattivi in un altro, questi secondi ruppero il guscio; e sbucati di la si confusero di modo coi primi, che produssero quel misto di beni e di mali che fa continuo contrasto nell’ordine di natura. L’equinozio di primavera, divenuto così il principio dell’ anno persiano, ricordava quella fantastica creazione di opposte forze equibilanciate; e Dante nel cominciare il suo poema cosmologico (Inferno, Terra, Cielo), dovendo porre in contrasto la region delle tenebre e quella della luce, Lucifero fonte dell’errore e Dio fonte della verità, prese le mosse nel creare il mondo suo dall’equinozio di primavera, quando luce e tenebre sono parimente divise, per offrire quel mischio di verità ed errore che già sponemmo. La teologia persiana facea dal principio del mattino montare il sol con le stelle dell’Ariete, per rimembrare il momento che l’amore del Dio benevolo mosse da prima le belle sfere celesti, e Dante aprì il suo poema cosmologico con dire:
Tempo era dal principio del mattino,
E ’l Sol montava in su con quelle stelle
Ch’eran con lui, quando 1’amor divino
Mosse da prima quelle cose belle ... "
Il mistero dell'amor platonico del Medioevo - derivato da' misteri antichi
Gabriele Rossetti
Manete* = Mānī in greco Μάνης da cui Μανιχαῖος, in latino Manes, gen. Manetis da cui Manichaeus, in italiano Manete ovvero nome del fondatore del manicheismo
Buon equinozio di primavera!
Happy Equinox to you my friend....wishing you a joyful and creative Spring.
RispondiEliminaLove and blessings,
Ruby
Che meraviglioso racconto è la nostra Divina Commedia.
RispondiEliminaSarà una buona primavera, quella che comincia con una lettura come questa.
RispondiEliminaBuona serata e buona giornata della poesia.
"Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi addentrai in una selva oscura ..." (ricordi scolastici). Solo con il tempo ho potuto apprezzare Dante perché la nostra professoressa di italiano preferiva farcelo apprendere a memoria invece che spiegarci quello che lui intendeva dire. Oggi mi ricordo appena una decina di strofe iniziali su una trentina di canti imparati. Il tuo post è semplicemente favoloso.
RispondiEliminaCome inizio di primavera, qui in Francia, è nevicato a Marsiglia. Un abbraccio.
Grazie a tutti e il mio abbraccio per voi!
RispondiEliminaCe risvegliamo Sciara?
RispondiEliminaPatrizia
Boh!
EliminaOh!
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