domenica 27 gennaio 2013

Il mio nome è ...


"...per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere quest'offesa, la demolizione, di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. 
Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga... 
Haftling*: ho imparato che io sono uno Haftling. Il mio nome è 174517; siamo stati battezzati, porteremo finché vivremo il marchio tatuato sul braccio sinistro. 
L'operazione è stata lievemente dolorosa, e straordinariamente rapida: ci hanno messi tutti in fila, e uno ad uno, secondo l'ordine alfabetico dei nostri nomi, siamo passati davanti a un abile funzionario munito di una specie di punteruolo dall'ago cortissimo. Pare che questa sia l'iniziazione vera e propria: solo " mostrando il numero" si riceve il pane e la zuppa. Sono occorsi vari giorni, e non pochi schiaffi e pugni, perché ci abituassimo a mostrare il numero prontamente, in modo da non intralciare le quotidiane operazioni annonarie di distribuzione; ci son voluti settimane e mesi perché ne apprendessimo il suono in lingua tedesca. E per molti giorni, quando l'abitudine dei giorni liberi mi spinge a cercare l'ora sull'orologio a polso, mi appare invece ironicamente il mio nuovo nome, il numero trapunto in segni azzurrognoli sotto l'epidermide. 
Solo molto più tardi, e a poco a poco, alcuni di noi hanno poi imparato qualcosa della funerea scienza dei numeri di Auschwitz, in cui si compendiano le tappe della distruzione dell'ebraismo d'Europa. Ai vecchi del campo, il numero dice tutto: l'epoca di ingresso al campo, il convoglio di cui faceva parte, e di conseguenza la nazionalità..." 

Haftling*= Detenuto 

Sul fondo - Se questo è un uomo 
Primo Levi


15 commenti:

  1. Cerchiamo in modo che i giovani conservino questi tragici ricordi! noi che li abbiamo vissuti quei tempi ce ne andremo ma lasciamo i ricordi hai giovani. Mai più questi orrori del Razzismo.
    Buona domenica cara Sciarada.
    Tomaso

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  2. prima della vita hanno tolto loro, la dignità.
    Vengono i brividi a vedere foto e sentire testimonianze,una follia omicida che ha avuto per complice l'indifferenza .Auguriamoci che tale tragedia serva da monito e che non ce ne siano mai più.
    buona giornata

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  3. E' stato un lungo periodo di una ferocia inaudita. Pur ricordando, non so se non si ripeterà, magari verso un'altra etnia religiosa. Non dimentichiamo nemmeno tutti i crimini contro l'umanità che si sono verificati e si verificano in tanti parti del mondo.
    Terribile la voce che dice che la nostalgia non c'era, dato che le sofferenze primarie erano così forti da superare qualsiasi altra sofferenza.

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  4. Non si può e non si devono dimenticare quegli orrori...

    Baci, mia Diletta.

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  5. il più feroce crimine della parte bestiale dell'essere umano...e insiste e continua..anche oggi tuonna il cannone, esistono campi di concentramento, e noi?...ciechi, muti e sordi....mariantonietta

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  6. Bel post . se vuoi passa da me c'é qualcosa in merito

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  7. I racconti di mio nonno sono bastati per capire quel periodo atroce. E poi con il tempo, la curiosità ha fatto venire voglia di legere i libri su questo argomento. Non c'è niente di simile nel mondo.Non dobbiamo dimenticarlo per nessun motivo.
    Buona domenica !

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  8. I numeri si dice che abbiano una loro logica, rigida logica....qui hanno un significato TREMENDO...significato DISUMANO!
    Ciao.

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  9. Alcune scuole organizzano viaggi per mostrare ai ragazzi i luoghi di queste nefandezze, Dovrebbero anche fare leggere Pimo Levi, mostrare documenti, forse allora anche i giovani capirebbero. Chi visita i campi di sterminio, vede i forni, le foto, sente testimonianze di chi ha vissuto quel periodo, sicuramente non dimenticherà mai.
    Ciao buona settimana, un abbraccio
    enrico

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  10. Nessun commento, solo sgomento. Ciao

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  11. ...la memoria serve per ricordare e certi avvenimenti non devono assolutamente cadere nell'oblio. L'uomo, per quanto io sia scettico che possa riflettere sulle atrocità commesse nel passato quanto nel presente, spero che un giorno faccia suo l'assioma che la vita è una sola; che tutti hanno il diritto sanzionato dalla natura, di viverla in armonia accettando ogni differenza etnica e religiosa, e che la sua eloquente stupidità possa essere vinta dal buon senso della ragione....ps: cara Sciarada, mentre scrivo, in alcune parti del mondo vengono torturati e uccisi migliaia di esseri innocenti, in altre invece, si sta a guardare per motivi di sottili interessi politici ed economici: questo è l'uomo! un abbraccio...

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  12. Una pagina di storia da non domenticare
    Un saluto
    Maurizio

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  13. Meravigliosa Sciarada,
    hai menzionato un periodo storico umanamente devastante..
    la sottomissione della specie, e l' annullamento..
    le brutture, le violenze.
    Cosa ancor peggiore ci ha insegnato che il terrore.. la paura,
    Possiedono il loro odore.
    Quello delle povere anime nei forni crematori,
    e nelle camere a Gas,
    Corpi senza sacralità,gettati nelle fosse comuni,
    in qualsiasi modo venissero trucidati ..uccisi...
    il suono della morte diveniva Silenzio.
    le dittature ci hanno insegnato ad aver terrore dell'uomo.
    Orrori che non potranno esser mai dimenticati.
    Bellissimo il tuo post scritto così il video, decisamente interessante.
    A presto!
    Gabry

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  14. La testimonianza di Primo Levi sugli orrori del nazifascismo è un monito per tutti, particolarmente per le nuove generazioni.
    L'olocausto purtroppo c'è stato, ben vengano le iniziative a vari livelli per portare le persone nei luoghi dove si consumarono tali atrocità.
    Mio zio non era ebreo, ma anche lui fu "prelevato" dai tedeschi....e nonostante le ricerche successive portate avanti dalla famiglia di mia mamma, tutte si arenarono ai confini dell'odierna Polonia.
    Se fosse sopravvissuto, avrebbe certamente aggiunto altre tessere a quello spaventoso mosaico.

    Ciao, a presto!

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  15. Oggi una donna di nome Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e con quel numero tatuato sul braccio siede in Parlamento come Senatrice a Vita. Non era mai successo prima, un bel riconoscimento anche se un po' tardivo.
    Un caro abbraccio e complimenti, bel post.

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