martedì 24 dicembre 2024

Gli zoccoli della Vigilia di Natale

Eccoci giunti alla ventriquattresima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima con la quale conosceremo la tradizione del novarese di porre alla finestra gli zoccoli per la strenna della notte più coinvolgente e più bella dell'anno in cui nasce Gesù Cristo.
Abbiamo vissuto l'Avvento grazie alla vostra immensa disponibilità, come ogni anno è stato bellissimo seguirvi giorno dopo giorno per fare un tuffo nelle storie, nelle poesie, nelle riflessioni e nei gochi che ci avete proposto e che ci hanno arricchito con infinito amore.
Ragazze e ragazzi, avete superato anche le vostre difficoltà per esserci, avete dedicato il vostro tempo più prezioso a questo cammino e io vi ringrazio dal più profondo del cuore.

Sciarada

24 dicembre - Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima

Siamo alla resa dei conti e Nanna è a un solo passo dalla sua rivincita, ma, quando si trova faccia a faccia con il dolore del fratello Pietro le si apre il cuore e fa un'inversione di marcia che risolve la situazione per tutti: 

Golconda

" ... La vigilia di Natale, Nanna disse a Maddalena:
- Mamma, me la lasciate fare a me la torta per domani?
- Possiamo farla insieme.
- No; lasciate che la faccia io, mentre gli uomini saranno fuori per la messa della mezzanotte. Mi piace di stare alzata la sera di Natale, finché suonano le campane. Debbo dire delle orazioni lunghe.
Maddalena non fece altre difficoltà.
La sera andarono prestissimo nella stalla. Quasi subito giunse Gaudenzio. Gli uomini dovevano recarsi insieme all'osteria, e di là alla messa della mezzanotte.
Lucia cinguettò tutta la sera di zoccoli e di strenne. Rosetta non osava parlare. Gli occhi del marito erano intenti su di lei, e dopo la piccola scherma di parole sostenuta colla cognata per l'affare della pezzuola, la povera sposa era sempre impaurita.
Non aveva nulla di grave da rimproverarsi. Tra lei e Gaudenzio non esisteva nessuna intimità. Ma sentiva di volergli bene piú che non dovesse; si conosceva debole accanto a lui; aveva capita la sua intenzione di regalarle lo spillo, e non aveva il coraggio di respingerlo. E tutto codesto la turbava, e la faceva tremare dinanzi al marito come una colpevole.
Ed il marito s'era fatto piú cupo. Il suo sguardo era pieno di sospetti e di misteri.
Prima delle dieci gli uomini si alzarono per uscire.
— Dunque lo zoccolo? Lo metterete fuori? — disse Gaudenzio senza rivolgersi particolarmente a Rosetta perché si sentiva vigilato da Pietro.
- Sí - disse Lucia con entusiasmo.
- Sí - disse Nanna fingendo la stessa animazione.
Rosetta non disse nulla. Gaudenzio non poteva decidersi ad uscire. Pietro s'avviò pel primo; ma si fermò sull'uscio nell'oscurità. Gaudenzio, che lo credette nel cortile profittò del momento per accostarsi a Rosetta dondolandosi sui fianchi e canticchiando:
Va là va là Pepin...
- L'avete a mettere fuori anche voi lo zoccolo - sussurrò. E s'avviò per uscire riprendendo la sconcia canzone.
Nanna che era accanto alla porta udí un sospiro represso, e vide Pietro che s'allontanava soltanto in quel momento, affrettandosi prima che Gaudenzio giungesse alla porta.
- Bene - pensò. - Sospetta già qualche cosa. Mi sarà piú facile aprirgli gli occhi - e gli tenne dietro collo sguardo, e lo vide che se ne andava con passo lento, a capo chino, in atto di profondo scoraggiamento.
In quel momento tutto il passato di quel fratello, timido, amoroso e buono, le passò nella mente come una visione. La sua ammirazione infantile per lei, la spontaneità con cui s'era offerto d'andare nelle risaie per aiutarla a guadagnarsi l'argento, le cure che le aveva prestate nella sua malattia lontana da casa, l'offerta generosa di rifarle il letto nuziale co' suoi risparmi. E provò una fitta al cuore pensando al dolore che si disponeva a recargli. Ma tutto codesto passò in un lampo. Il tempo che Gaudenzio impiegò a traversare la stalla. Rosetta usciva anch'essa. Senza interrompere la sua canzone, quando furono nel buio della porta, Gaudenzio allungò un braccio, prese Rosetta per la vita e la strinse forte, gridando a squarciagola:
Te gh'et la donna bella
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Poi se ne andò cantando sempre, senza avvedersi di Nanna che era celata nell'oscurità. Quell'abbraccio fece dileguare nel cuore geloso della fanciulla tutta la pietà pel fratello.
... Ed uscí dall'ombra, e si diresse verso la cucina. Rosetta si voltò al rumore degli zoccoli, vide che Nanna era dietro a lei, e capí che aveva assistito a quella scena di cui era ancora tutta agitata. In cucina Rosetta, impaziente di ritirarsi nella sua stanza, prese la lucerna che era sulla tavola. Nanna le si accostò per accendere la sua. La luce le rischiarò tutte e due in volto. Nanna fissò la cognata negli occhi; questa li abbassò. Si sentiva scrutata fin in fondo al cuore. Arrossí vivamente e salí in fretta nella sua camera. Ma Lucia la seguí gridando:
- Dammi lo zoccolo.
- No, lascia.
- Sí, me lo devi dare. Sai pure che Gaudenzio ha raccomandato di metterlo tutte e tre. Via, sii buona, dammelo.
E la piccina corse alla cassa, ne tolse uno zoccolo da festa rosso a fiori gialli, e fuggí tenendo in alto la sua conquista col braccio disteso.
- Quella ragazza è innamorata - pensava Rosetta. - Si figura che Gaudenzio le voglia bene; ed egli fa la corte a me che sono maritata. Oh santo Dio! E nell'ottava di Natale bisognerà andare a confessarsi. Cosa ho da fare io? Non me lo posso cacciare via dal cuore, cosí come una mosca. Io non ci ho colpa. Non ho fatto nulla per volergli bene. È venuto da sé. Oh, se Pietro fosse un altro uomo! - Intanto la bimba proseguiva allegramente la sua raccolta. Scese, entrò nella stanza di Nanna, prese lo zoccolo nero lucido; poi aperse il fagotto che le teneva luogo di valigia, cavò fuori il suo zoccoletto verde, piccino piccino, e corse in cucina a schierarli sulla finestra.
- Guarda, Nanna, come stanno bene. Ci batte sopra la luna. Si distinguono perfettamente. Il Bambino non può sbagliare.
- Bene - disse Nanna. - Ora va a coricarti, se vuoi avere la strenna. Il Bambino non vuol essere veduto.
- Síí! Il Bambino! È un bambino grande, quello... - rispose la fanciulletta con malizia; e si ritirò ridendo nella camera di Nanna, e si cacciò in letto, e fu ben presto rapita in sogni deliziosi di strenne, di fiori d'argento, d'amori, di nozze.

Nanna rimase sola, e s'affrettò a porre le mani in pasta per la torta del Natale. Era agitata, convulsa...
... Quella torta dovette riescire soffice come una spugna, grazie all'energia febbrile con cui Nanna maneggiò la pasta, stirandola, battendola, ravvoltolandola in tutti i sensi.
Finalmente suonarono le undici e mezza:
- A momenti sarà qui - pensò Nanna. - Porterà la sua strenna prima della messa, per dar tempo a Rosetta di pigliarla avanti che torni Pietro. Ma non la piglierà. Ci sarò io prima di lei a raccogliere il fiore. E la bellezza dovrà spiegare a suo marito da che parte viene.
Ed intanto stese la torta rapidamente, l'arrotondò, v’impresse col dito tante piccole fossette, la spolverò di zuccaro; poi si lavò le mani, e si pose in ascolto dietro la finestra del forno.
Gaudenzio era già entrato nella siepe. Nanna lo seguí coll'occhio fino alla finestra accanto, ed il suo cuore balzava come quando era stata presa dal tifo...
... Che Natale, mio Dio! - mormorò Nanna. - Ho mai avuto tanto veleno nel cuore. Che cosa ho fatto per essere disprezzata, avvilita, come sono? Ma è venuta la mia volta. Li avvilirò anche loro e resterò io la padrona di casa.
La campana tacque e s'udí un passo lento avanzarsi verso il cortile dalla parte del viale. Nanna balzò in cucina, nell'idea di impadronirsi dello zoccolo di Rosetta, e portarlo nella sua stanza, per presentarlo poi la mattina alla cognata dinanzi al marito, e dirle:
- Ecco la strenna che ho trovato nel tuo zoccolo, chi ce l'ha posta?
Si alzò sulla punta dei piedi aggrappandosi al davanzale della finestra, e guardò. Il suo zoccolo e quello della bimba erano pieni di chicchi; ne uscivano le carte frastagliate. Questa volta l'avevano trattata bene anche lei. Non s'era voluto irritarla. Nello zoccolo rosso e giallo di Rosetta, c’era ancora il famoso fiore in filigrana.
Nanna alzò la mano per pigliarlo, ma in quella l'uscio della cucina venne aperto, ed entrò Pietro...
... - Ho portato lo spillo per quella donna, che ne ha tanta voglia — disse senza guardare la sorella, e mettendo sulla tavola un involtino leggero...
... - Sono sempre troppo asciutto con lei! Le metto soggezione, e non so farmi voler bene...
Dacché questo fiore le fa piacere... Non mi è poi costato tanto...
... Era ansioso di mettere il fiore nello zoccolo e di assicurarsi se Gaudenzio non l'aveva prevenuto...
... - Ecco com'è amata quella sguaiata! - pensava Nanna. - È lí annientato per lei. Piú maltratta gli uomini, e piú l'adorano. Io non sono piú nulla dacché è entrata in casa. Babbo, mamma, fratello, amanti, sono tutti per lei. Ah! Se potessi schiacciarla!
E nell'esasperazione del suo cuore invidioso attinse il coraggio feroce di dire a quel povero uomo:
- Sei giunto tardi; ce n'è già un altro fiore.
Un grido disperato, straziante, uscí dal petto di Pietro, e finí in un singulto che lo scosse tutto...
... Nanna fu atterrita. In quel momento soltanto vide tutta l'enormità dell'azione che stava per commettere, lo scioglimento orribile che potrebbe avere. Ella aveva pensato soltanto a quanto desiderava lei. Ma ora vedeva che un marito innamorato e tradito non si limita a rimandare la moglie, ed a vivere tranquillamente co' parenti. È una parte della sua vita che si stacca da lui. I parenti non sono nulla dinanzi a tanto dolore...
... Bisognava distruggere il sospetto geloso ch'ella stessa aveva suscitato con tanta perfidia...
... - Ah grullo di uomo! Geloso dopo pochi mesi di matrimonio! Ah! Ah! Ah!
- Ebbene, se sono geloso di chi è la colpa? - disse Pietro tutto confuso. - Sei stata tu a venirmi a dire delle sciocchezze, di Gaudenzio, e di quella donna...
- Se lo dico che ci sei cascato, e che sei un grullo! Non l'hai capito che facevo apposta per farti ammattire? E tu subito a farti scorgere, a far il geloso. Stupido, va'! Dammi qui il fiore che lo metta nello zoccolo della tua donna.
Pietro sporse il fiore, esitante, quasi inebetito tra la speranza ed il timore. Ma appena l'ebbe dato gli tornò il dubbio angoscioso, ed afferrando Nanna pel braccio le domandò a bassa voce:
- Ma l'altro? Hai detto che ce n'è un altro. In che zoccolo l'hanno posto? - E fissandola negli occhi continuò: - Non può essere nel tuo, Nanna.
Quest'ultima parola era crudele. Nanna ne risentí una fitta al cuore. Ma aveva veduto troppo davvicino l'orrore del male. Represse l'impeto del suo orgoglio offeso, e rispose con uno sforzo di generosità, eroico sotto la sua forma volgare e grottesca:
- L'altro è nello zoccolo di Lucia. Ce l'ha posto Gaudenzio; che è innamorato di lei, e si confida con Rosetta. E la ragazza pure è cotta di lui. Anche questo non l'avevi capito? Che ci hai la cateratta agli occhi? Ah! Povero sciocco!
A quelle parole i nervi di Pietro, tanto lungamente eccitati, si allentarono; abbandonò il braccio di Nanna, ricadde a sedere, e gettando sulla tavola un coltello affilato che teneva nella tasca del farsetto, disse con voce cupa:
- Hai giocato un brutto gioco, guarda. Mi sarei ammazzato!
E scoppiò in un pianto convulso.
Nanna a quella vista, al pensiero ch'era stata sul punto di uccidere il fratello, fu presa da un brivido che la scoteva tutta; e per nascondere la propria agitazione andò ad aprire la finestra per mettere il fiore di Pietro nello zoccolo di Rosetta...

... Rosetta, dalla finestra della sua stanza che dava anch'essa sull'orto, aveva veduto giungere e ripartire il bel Gaudenzio. Aveva aspettato trepidamente che suonasse l'ultimo segno della messa per esser sicura che tutti gli uomini fossero fuori. Nanna a quell'ora doveva aver finito di preparare la torta, ed essersi coricata.
Era il momento buono per scendere a togliere lo spillo dallo zoccolo.
Il rimorso e la paura le torturavano il cuore.
- Vorrei che non l'avesse portato - pensava. - Non avrò che il fastidio di nasconderlo. E poi? Avrò un'obbligazione con Gaudenzio. Cosa pretenderà in compenso? Ah! Quel demonio di uomo è tanto bello, e sa tanto fare; non gli si può dire di no. Oh Signor Iddio benedetto! Come andrà a finire? Io voglio essere una brava donna. Mi piace di ridere; ma non voglio fare del male.
Pietro non lo merita. È un po' selvatico; ma mi vuol bene, ed è buono come il pane, poveretto...

... Nell'aprire l'uscio della cucina rimase sorpresa di trovarci il lume acceso. Vide il marito e la cognata, e si fermò esitante non osando entrare.
Nanna comprese che, se non l'aiutava, quella comparsa avrebbe ridestato i sospetti del fratello.
- Oh! Qui c'è Rosetta - disse forzandosi di apparire tranquilla - Ti sta sul cuore, eh, la strenna del Bambino?
- Oh no... - rispose Rosetta affrettandosi alla finestra, senza osare di alzare gli occhi. -
So bene che non mi porterà nulla. Voglio soltanto ritirare il mio zoccolo dalla finestra. Temo che l'umido della notte lo guasti. Sta per nevicare...
... Rosetta prese il suo zoccolo, e sentendoci dentro il fiore, allungò la mano per gettarlo a terra di fuori. Ma Nanna le tirò dentro rapidamente il braccio e le sussurrò:
- Non lo gettare. È lui che ce l'ha posto. Ringrazialo. - E la spinse verso Pietro.
Rosetta guardò la cognata, la vide commossa e rimase atterrita. Che sarebbe di lei? Che sarebbe del fiore di quell'altro?
Intanto Pietro rientrava. Nanna spinse di nuovo la cognata verso di lui, e disse:
- Ne vuoi sentire una buona, Rosetta? Questo povero grullo, grande e grosso com'è, aveva paura di Gaudenzio. Era geloso...
... - Oh! Io non penso a Gaudenzio - disse Rosa che cominciava a comprendere d'aver nella cognata un appoggio.
- Síí! Vaglielo a dire. Ho dovuto raccontargli tutto; che Gaudenzio è innamorato della bimba, che te lo confida, che ha messo il fiore d'argento nel suo zoccoletto verde; tutto, se ho voluto che mi credesse. Ed ora si vergogna; ma non sarà tranquillo, guarda, finché non glieli fai vedere sposati. Io lo conosco...

.. Uscita la sorella, rimasto solo colla sposa, ed incoraggiato dalle espansioni di lei, Pietro le aveva narrato piangendo le sue gelosie, i suoi timori, la sua disperazione, ed il proposito orrendo di uccidersi.
Erano commossi entrambi. Ed in quell'intimità infinita che lega gli sposi, in quelle prime lagrime versate insieme, si sentivano profondamente felici.
Ad un tratto qualcuno bussò con furia all'uscio, e la voce di Pacifico gridò:
- C'è qualcuno alzato?
- Sí, ci sono io. - disse Pietro scostandosi in fretta dalla moglie, e correndo ad aprire.
- Venite con me. Temo vi siano i ladri nella mia stanza, ci vedo un lume, ed ho lassú la bambina.
I due uomini s'affrettarono su per la scala, e Rosetta, che era coraggiosa, li seguí in silenzio.
Pacifico spinse l'uscio, e rimase immobile dallo stupore. Vide una lucerna sulla cassa ai piedi del letto; e Nanna inginocchiata accanto alla culla della bambina.
Pietro si fece rosso come una vampa al vedere la sorella di notte nella camera d'un uomo, e le gridò con mal garbo:
- Nanna, cosa fai qui?
- Sto guardando il mio dono di ceppo, e ne ringrazio il Signore - disse Nanna alzandosi.
- Egli s'è ricordato anche di me, sebbene io sia vecchia e brutta; e mi ha mandato questa bambolina; e mi ha dato un cuore di mamma per volerle bene. Non è vero Pacifico, che debbo essere la sua mamma?
Pacifico nell'eccesso della gioia corse a lei colle braccia protese come per abbracciarla. Ma non osò fare quella scena davanti a tutti; e lasciandosi cadere le braccia penzoloni rimase come istupidito a guardarla a bocca aperta Rosetta fu la sola che comprese tutto. E colla sua espansione spontanea, abbracciò Nanna e le disse:
- Iddio ti benedica, Nanna, per quello che fai a questa bimba, e a questo pover'uomo che ti vuol tanto bene.
- Oh sí, per me vi voglio bene - disse Pacifico.
- Davvero? - domandò Nanna con un lampo di gioia nello sguardo.
- Non lo sapete forse? Non vi ho forse già domandata per moglie? Siete stata voi che non mi avete voluto.
- Ma per la bambina, mi avete domandato.
- Per la bambina, ed anche per me.
- E dicevate che ero vecchiotta e punto bella... - disse Nanna con un po' d'ironia, incapace di sacrificare quel meschino risentimento alla bella parte che stava rappresentando. Appunto forse perché non rappresentava una parte, e nella sincerità dell'animo, si mostrava qual era, una donna con le sue debolezze nel bene come nel male.
- Ebbene - rispose Pacifico senza curarsi di disdire quelle parole per cortesia, - a me piacevate cosí. Di Vecchiotte e punto belle se ne trovano tante. Ma avete ben veduto s'io ne ho cercata un'altra. Sarei stato sempre solo, guardate. - E curvandosi per non essere udito soggiunse:
- È da quando ci trovammo in risaia che vi voglio bene.
Rosetta capí che avevano bisogno di restar un momento soli, e dando un urto col gomito al marito, gli fece segno di uscire con lei sul balcone.
Allora Nanna, con un'espressione di civetteria, che dissimulava male l'ansietà passionata di scoprire quanta parte d'amore le fosse ancora dato sperare da quello sposo, gli disse:
- Mi volevate bene, e ne avete sposata un'altra?
- L'ho sposata, perché ho dovuto sposarla, Nanna. Ora posso dirvelo, dacché lei è morta e voi sarete presto la mia donna. Quella poveretta, requie per l'anima sua, s'era trovata con mio fratello in una di quelle risaie del Piemonte dove giovani e ragazze lavorano appaiati alla trebbiatrice. E neanche i riguardi dell'onestà ci avevano in quella fattoria. Uomini e donne dormivano sullo stesso fienile. E, capite. Quei due ragazzi si volevano bene... Basta; dopo i lavori a mio fratello toccò d'andare soldato. Aveva preso le febbri in risaia e partí che non era ben guarito.
Un po' di cruccio, un po' di male vite, che so io, si pigliò un tifo che lo mandò all'altro mondo in pochi giorni. Un pezzo d'uomo!... Basta; quando andai a trovarlo all'ospedale militare. mi disse:
"Quello che mi fa piú rincrescere di morire, è quella povera Caterina. Se il suo babbo lo sa, l'ammazza, o me la mette sulla strada".
- E piangeva che era una compassione. Io pensai soltanto a consolarlo e gli risposi:
"Senti, Michele. Siamo sempre stati buoni fratelli; metti il tuo cuore in pace, che alla Caterina ci penso io”.
- E capite, Nanna; io avrei voluto sposare voi; ma la promessa fatta ad un moribondo si deve mantenerla. L'ho sposata io quella povera disgraziata, e le ho fatta buona compagnia; di rimorsi non ne ho; ma ho sempre voluto bene a voi.
- Ma allora questa bambina...? Disse Nanna quasi in atto di respingere la culla.
- Non ha piú né babbo né mamma - disse Pacifico in tono supplichevole; - ed io le ho preso a voler bene...
- Ed io pure gliene vorrò, e sarà come se fosse nostra - mormorò Nanna curvandosi verso la bimba addormentata, e baciandola sulla bocchina socchiusa. Poi soggiunse carezzandole i bei ricci biondi:
- E non andrà mai in risaia... "

Continua domani... 

Io e il Golky auguriamo a tutti voi una lieta Vigilia e un lieto Natale e ricordate che domani il calendario si concluderà nel blog del Folletto del Vento Viaggio nel vento mentre qui da me ci sarà fuori calendario l'epilogo della storia di Nanna.

Alle 19.00 di questo 24 dicembre 2024 l'apertura della Porta Santa che darà inizio al Giubileo 2025

7 commenti:

  1. Tornerò domani per l'epilogo della storia di Nanna. Spero di riuscire a recarmi a Roma per il Giubileo. Ho già prenotato l'hotel, stasera seguirò l'apertura della Porta Santa. Buona Vigilia di Natale.

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  2. I buoni sentimenti, pur intenti a lottare con gli altri, quelli che ci portano lontano da noi stessi, vincono e lo fanno senza vergogna nè vanto. Che bella storia ci avete raccontato tu e Golconda.
    Si sta bene qui, ad ascoltare storie e vivere la festa in modo tale da poterla tenere in cuore tutto l'anno.
    Il mio Buon Natale a voi, a tutti i partecipanti al bel Calendario d'Avvento e a chi l'ha seguito con il cuore.
    A domani.

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  3. C'era il lieto fine che belloooooooo!!!! Buon Natale Sciary, buon Natale a Golconda, ai compagni di viaggio, buon Natale a tuttiiiiiiii!!!!!!!!

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  4. Grazie Sciarada, leggerò l'ultima parte nei prossimi giorni. Grazie di tutto e buon Natale a te e a tutti i tuoi cari.
    sinforosa

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  5. Bellissima storia!Buon Natale da Olga

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  6. E daje Nanna chi la dura la vince. Buon Natale Sciarà'.

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  7. Bella storia e domani non mi perderò il lieto fine!Grazie ancora,Sciarada,per averci aiutati a stare insieme durante questo Avvento e quest'anno anche nell'attesa dell'apertura della Porta Santa:che possa davvero segnare un momento impegnativo nella vita di tutti noi,per la costruzione di un mondo più umano.A te ai tuoi cari ed a tutti gli amici con i quali ci siamo fatti compagnia in questo cammino di fede,gli auguri di serenità e pace.

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