lunedì 26 aprile 2021

Risorgi e vinci

" ... Come distinta da minori e maggi
lumi biancheggia tra’ poli del mondo
Galassia sì che fa dubbiar ben saggi,
sì costellati facean nel profondo
Marte quei raggi il venerabil segno
che fan giunture di quadranti in tondo.
Qui vince la memoria mia lo ingegno,
ché quella croce lampeggiava Cristo
sì ch’io non so trovare esemplo degno;
ma chi prende sua croce e segue Cristo,
ancor mi scuserà di quel ch’io lasso,
vedendo in quell’albor balenar Cristo.
Di corno in corno e tra la cima e ’l basso
si movean lumi, scintillando forte
nel congiungersi insieme e nel trapasso:
così si veggion qui diritte e torte,
veloci e tarde, rinovando vista,
le minuzie de’ corpi, lunghe e corte,
moversi per lo raggio onde si lista
tal volta l’ombra che, per sua difesa,
la gente con ingegno e arte acquista.
E come giga e arpa, in tempra tesa
di molte corde, fa dolce tintinno
a tal da cui la nota non è intesa,
così da’ lumi che lì m’apparinno
s’accogliea per la croce una melode
che mi rapiva, sanza intender l’inno.
Ben m’accors’io ch’egli era d’alte lode,
però ch’a me venia Risurgi e Vinci,
come a colui che non intende e ode.
Io m’innamorava tanto quinci,
che infino a lì non fu alcuna cosa
che mi legasse con sì dolci vinci.
Forse la mia parola par tropp’osa,
posponendo il piacer de gli occhi belli
ne’ quai mirando mio disio ha posa;
ma chi s’avvede che i vivi suggelli
d’ogni bellezza più fanno più suso,
e ch’io non m’era lì rivolto a quelli,
escusar puommi di quel ch’io m’accuso
per escusarmi, e vedermi dir vero;
ché ’l piacer santo non è qui dischiuso,
perché si fa, montando, più sincero. "

Canto XIV del Paradiso
Divina Commedia
Dante Alighieri

" Risorgi e vinci. Questa è la parola d'ordine dell'esercito che milita sotto Gesù Cristo: questo è il motto inciso a lettere di rubino nel nostro vessillo, la Croce. La Croce è il labaro, pel quale hanno disfatto le potenze infernali tutti i beati , massime quelli che sfidando la ferità de' tiranni e la rabbia dei carnefici furono testimoni di sangue e di martirio. Già Dante era giunto all'affocato viso del pianeta Marte, e gli apparvero splendori dentro a due raggi, cioè due liste di splendore che formavano una croce.
E nel modo che la via lattea, distinta da lumi maggiori o minori, biancheggia sì che dubitare della cagione di questo suo chiarore; così costellati, seminati di stelle maggiori e minori, que' raggi formavano nel centro del pianeta il venerabil segno (la Croce) alla quale in tondo (nel cerchio) formano giunture di quadranti; cioè dai diametri che si intersecano ad angolo retto, congiungendo quattro quadranti. E in quella croce lampeggiava Cristo siffattamente che il Poeta riverente e pio dice non trovar similitudine atta a rappresentarla degnamente. Da un'estremità all'altra di essa croce si muovevano lumi, cioè anime beate tutte raggianti, scintillando forte nel punto ove si univano e trapassavano; mirabile effetto della reciproca carità.
E da questi spiriti si stendeva per tutta la croce una melodia indistinta, della quale si udivano solo le parole: risorgi e vinci, ma che rapiva in dolce estasi il Poeta, e l'innamorava di questo canto, di questo spettacolo, sì che fino a quel tempo non era cosa che l'avesse legato con vincolo di siffatta soavità. "

La Festa di Dante
Giornale del Centenario

Croce di foglie di fresie con gocce d'acqua

Io la croce non l'ho vista su Marte come Dante, l'ho vista in un giardino segreto, era formata da due foglie di fresie intersecate e delle bellissime gocce d'acqua si adagiavano su di essa come perle lucenti.
Vale lo stesso?   

2 commenti:

  1. La foto è davvero molto bella, complimenti Sciarada
    un abbraccio
    Maurizio

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  2. E tanto basta per veder il Paradiso. Anche in un piccolo giardino essa si ripone.
    Ciao Sciarada! Bella la foto e tutto ciò che ci proponi sempre.
    Abbraccio e buona giornata.

    RispondiElimina

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