giovedì 25 dicembre 2014

La tregua di Natale


Il 28 giugno 1914 l'assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono austro-ungarico, commesso dallo studente serbo Gavrilo Princip, innescò la scintilla che il 28 luglio 1914 accese il primo conflitto mondiale che durò 4 anni e coinvolse ben 28 nazioni contrapposte in due schieramenti. 
Durante il primo Natale di guerra sul fronte occidentale nelle trincee della città belga di Ipro (in olandese Ieper e in francese Ypres) situata nelle Fiandre, i soldati britannici e quelli tedeschi instaurarono la prima tregua di Natale che negli anni successivi fu ripetuta anche su altri fronti e ostacolata dagli alti comandi dei due eserciti.


Giorno di Natale, 1914

Janet, sorella cara,

sono le due del mattino e la maggior parte dei nostri uomini sta dormendo nelle loro buche, ma io non riesco ad addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi eventi della vigilia di Natale. In verità, quello che è successo sembra quasi una favola e se non lo avessi visto con i miei occhi, avrei fatto fatica a crederci. Prova a immaginare: mentre tu e la tua famiglia cantavate davanti al fuoco lì a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia!

Le prime battaglie della guerra hanno fatto così tanti morti da portare entrambe le parti a rimanere in attesa dei rinforzi. Siamo quindi rimasti nelle nostre trincee ad aspettare. 

Ma che attesa tremenda! Siamo consapevoli che da un momento all’altro un colpo di artiglieria potrebbe caderci addosso ed esplodere accanto a noi in trincea, uccidendo o mutilando molti uomini. E quando è giorno non abbiamo il coraggio di alzare la testa da terra, per paura dei proiettile di un cecchino. 

E poi la pioggia. E’ caduta quasi ogni giorno. Naturalmente, si raccoglie proprio nelle nostre trincee, dove dobbiamo toglierla con pentole e padelle. E con la pioggia è venuto il fango, profondo un piede o qualcosa di più. Sporca tutto e risucchia i nostri stivali. Una nuova recluta è rimasta con i piedi bloccati nel fango e, quando ha cercato di liberarsi, è rimasta bloccata anche con le mani, proprio come in quella storia americana del bambino di catrame! 

Nonostante ciò, non potevamo fare a meno di provare curiosità per i soldati tedeschi al fronte. Dopo tutto, hanno affrontato gli stessi pericoli che abbiamo affrontato noi e sono impantanati nello stesso fango. E la loro prima trincea è a soli 50 metri dalle nostre. Lo spazio che ci separa da loro è la Terra di Nessuno, delimitata su entrambi i lati dal filo spinato, ma i tedeschi sono abbastanza vicini a noi che a volte sentiamo le loro voci. 

Naturalmente, noi li odiamo quando uccidono i nostri amici. Ma altre volte abbiamo scherzato su di loro e ci sembra quasi di avere qualcosa in comune. E ora sembra che anche loro provino lo stesso. 

Proprio ieri mattina, il giorno della vigilia di Natale, abbiamo avuto la nostra prima gelata. Infreddoliti come eravamo, l’abbiamo accolta con favore, perché almeno ha indurito il fango. Tutto era tinto di bianco dalla brina, mentre splendeva un bel sole. Un perfetto tempo natalizio! 

Durante il giorno ci sono stati piccoli scambi d’artiglieria da entrambi i lati. E quando il buio è sceso sulla nostra vigilia di Natale, le ostilità si sono fermate del tutto. Il nostro primo totale silenzio da mesi! Speravamo che promettesse una vacanza tranquilla, ma non ci contavamo molto. Ci avevano detto che i tedeschi avrebbero attaccato e cercato di prenderci alla sprovvista. 

Sono andato a riposare e, sdraiato sulla mia branda, mi sono addormentato. Il mio amico John è corso a svegliarmi, urlando: ”Vieni a vedere! Guarda cosa fanno i tedeschi! “. Ho preso il fucile, barcollando nella trincea, alzando la testa con cautela al di sopra dei sacchi di sabbia. 
Mai avrei sperato di vedere uno spettacolo più strano e più bello di quello. Grappoli di piccole luci brillavano lungo tutta la linea tedesca, a destra e a sinistra, a perdita d’occhio. 
“Cosa è?” ho chiesto a John, e mi ha risposto: “Alberi di Natale!“ 
Era tutto vero. I tedeschi avevano messo gli alberi di Natale di fronte alle loro trincee, illuminati con candele o lanterne. E poi li abbiamo sentiti cantare. “Stille nacht, heilige nacht …” 
John conosceva quel canto e l’ha tradotto: ” Notte silenziosa, notte santa“. 
Non avevo mai sentito un canto più bello, o più significativo, in quella tranquilla e chiara notte. 
Quando i tedeschi finirono di cantare, gli uomini nella nostra trincea applaudirono. Sì, i soldati britannici applaudivano i tedeschi! Poi, uno dei nostri ha cominciato a cantare e, subito, ci siamo uniti tutti con lui.. “The first Nowell, the angel did say…”. Sinceramente, nel canto non eravamo bravi come i tedeschi, con le loro sottili armonie. Ma hanno risposto con applausi entusiasti e subito hanno cominciato a ricantare: “O Tannenbaum, o Tannenbaum…“ 
A cui abbiamo risposto: ”O Come All Ye Faithful… ” 
E questa volta si sono uniti al nostro coro cantando le stesse parole in latino “ Adeste Fideles…“ 
Inglesi e tedeschi che cantano insieme nella Terra di Nessuno! Ho pensato che niente sarebbe potuto essere più stupefacente di questo ma, quello accadde dopo, lo fu ancora di più . 
“Inglese, esci fuori!” ha urlato uno di loro. ”Tu non sparare, noi non spariamo“. 
Ci siamo guardati l’ un l’altro con una certa perplessità nella trincea. Poi uno di noi ha gridato scherzosamente: ” Vieni fuori tu!.” 
Siamo rimasti stupiti nel vedere due di loro uscire dalla trincea, scavalcare il filo spinato e avanzare senza protezione lungo la Terra di Nessuno. Uno di loro ci ha gridato: “Mandate un ufficiale per parlare.“ 
Ho visto uno dei nostri uomini sollevare il fucile e, senza dubbio, anche altri hanno fatto lo stesso, ma il nostro capitano non era d’accordo: “Non sparate!“. Poi è andato incontro ai tedeschi a metà strada. Li abbiamo sentiti parlare e, pochi minuti dopo, il capitano è tornato con un sigaro tedesco in bocca!. “Abbiamo concordato che non ci sarà alcuno scontro prima della mezzanotte di domani. Ma le sentinelle devono rimanere in servizio e il resto di voi deve stare all’erta“. 
In pochi minuti però più di un centinaio di soldati e ufficiali di entrambi le parti erano nella Terra di Nessuno, stringendo la mano a uomini che fino a poche ore prima avevamo cercato di uccidere! 
Abbiamo accesso un falò e intorno c’erano seduti gli inglesi in khaki e i tedeschi in grigio. Devo ammettere che i tedeschi erano vestiti meglio, con le loro nuove uniformi. 
Solo un paio di nostri uomini conoscevano il tedesco, invece molti tedeschi parlavano l’inglese. Ho chiesto a uno di loro il perché. 
“Perché molti di noi hanno lavorato in Inghilterra!” mi ha detto. ”Prima di tutto questo facevo il cameriere al Cecil Hotel. Magari ho servito anche al tuo tavolo! “ 
“Forse!“, gli ho risposto ridendo. 
Mi ha raccontato che la sua fidanzata era a Londra e che la guerra aveva interrotto i loro piani per il matrimonio. Gli ho detto: “Non ti preoccupare. Per Pasqua vi avremo battuti e allora potrai tornare indietro e sposarla.” 
Lui ha sorriso. Poi mi ha chiesto se potevo inviare alla ragazza una cartolina che mi avrebbe dato più tardi, e gli ho promesso che lo avrei fatto. 
Un altro tedesco era stato un facchino alla stazione Victoria. Mi ha fatto vedere una foto della sua famiglia che sta a Monaco di Baviera. Gli ho detto che sua sorella maggiore era così bella che sarei stato felice di poterla incontrare un giorno. Mi ha risposto che gli sarebbe piaciuto moltissimo e mi ha lasciato l’indirizzo della sua famiglia. 
Anche quelli che non riuscivano a conversare si scambiavano i regali- le nostre sigarette per i loro sigari, il nostro tè per il loro caffè, la nostra carne in scatola per le loro salsicce. Abbiamo scambiato anche distintivi e bottoni delle uniformi e uno dei nostri ragazzi se ne è uscito con l’elmetto con il chiodo! Ho scambiato un coltello a serramanico per una cintura di cuoio, un ricordo che ti mostrerò quando farò ritorno a casa. 
Ci siamo scambiati anche i giornali. I tedeschi, mentre li leggevano, ridevano. Ci hanno assicurato che la Francia era quasi alle corde e la Russia prossima alla disfatta. Gli abbiamo risposto che non era assolutamente vero e uno di loro ci ha detto: “Bene, voi credete ai vostri giornali e noi ai nostri “. 
Chiaramente gli avevano mentito, ma dopo aver incontrato questi uomini, mi chiedo quanto veritieri erano i nostri giornali. Questi non sono i “barbari selvaggi” di cui tanto avevo letto. Sono uomini con case e famiglie, con le loro speranze e le loro paure, i loro principi e, sì, il loro amore per la Patria. In altre parole, uomini come noi. Perché ci hanno portato a credere il contrario? 
Dato che cominciava a farsi tardi, abbiamo intonato un altro paio di canzoni intorno al fuoco e poi tutti insieme abbiamo cantato -non ti sto dicendo una bugia- “Auld Lang Syne.” Ci siamo lasciati con la promessa di rivederci domani e organizzare magari una partita di calcio. 
Stavo per tornare in trincea quando un tedesco più vecchio mi ha afferrato il braccio. ”Mio Dio,” mi ha detto, “perché non possiamo avere la pace e andarcene tutti a casa?” 
Gli ho risposto : ”Bisogna chiederlo al vostro imperatore.” 
E lui: ”Forse, amico mio. Ma anche noi dobbiamo chiederlo ai nostri cuori. “ 
E così, cara sorella, dimmi, c’è mai stata una vigilia di Natale come questa? E che cosa significa tutto questo? 
Per i combattimenti qui, naturalmente, significa poco purtroppo. Per quanto quei soldati possano essere buoni compagni, eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. Inoltre, noi siamo qui per fermare il loro esercito e rimandarli a casa, e non possiamo sottrarci a questo dovere. 
Eppure, non si può non immaginare cosa accadrebbe se lo spirito che si è rilevato qui fosse colto dalle nazioni del mondo. Certo, le controversie devono sempre sorgere. Ma cosa accadrebbe se i nostri capi si scambiassero auguri al posto degli avvertimenti? Canzoni invece di insulti? Regali invece di rappresaglie? Non sarebbe la fine di tutte le guerre? 
Tutte le nazioni dicono di volere la pace. Eppure, in questa mattina di Natale, mi chiedo se la vogliamo abbastanza.

Il tuo caro fratello
Tom.




La tregua di Natale in un'illustrazione del settimanale London News

Grazie alle lettere dei soldati spedite ai familiari, la notizia della tregua fu fatta trapelare dal New York Times anche se gli organi di stampa erano sottoposti a censura; seguirono poi le pubblicazioni in Europa e il 1° gennaio 1915 sul Times apparve un articolo che riportava il risultato finale della partita tra britannici e tedeschi: 3 a 2 per i tedeschi. 

Il primo dicembre abbiamo intrapreso insieme un viaggio con la voglia di calarci nella spiritualità che la nostra meta meritava, mi sono commossa con voi, mi sono emozionata, ho sorriso, ho pianto e in un certo senso ho affidato la mia anima alla vostra come credo voi abbiate affidato la vostra alla mia, è stata un'esperienza magica che mi ha arricchito perché oggi mi sento ancor più vicina ad ognuno di voi, quindi grazie di cuore a tutti coloro che con tanta generosità hanno donato il loro tempo al nostro  Calendario dell'Avvento che è stato molto di più di una semplice staffetta e grazie anche a chi lo ha sostenuto con i propri commenti.

In questo centesimo anniversario della tregua di Natale, un abbraccio e i miei più sentiti auguri di buon Natale a tutti voi! 


14 commenti:

  1. Monumentale davvero questo post cara Sciarada. Sembra un abbraccio cosmico che include tutti i nostri messaggi nel profondo significato della tregua di quella guerra di trincea. Grazie a te del tempo che hai dedicato a tutti noi, senza tregua; giorno dopo giorno: nell'ideazione dei loghi, nella personalizzazione continua della tua home, nell'aggiornamento puntuale dei link, nel seguire tutti e ciascuno. Ancora grazie per tutto questo che ha contribuito a tessere la trama di nuovi legami o a rafforzare quelli già esistenti.

    Esprimi un pensiero che è stato anche il mio: ci siamo regalati tutti uno spicchio di tempo. Cosa c'è di più grande del dono di sé ... Davvero nulla perché il tempo non ha prezzo; si colloca in un'altra dimensione ...

    Con questi pensieri ti rinnovo i miei auguri più sentiti per un Santo Natale ed un Nuovo Anno sovrabbondante di doni spirituali. Ti abbraccio.

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    1. Cara Sciarada grazie di cuore per gli auguri di buon Natale che con un caloroso abbraccio ricambio.

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  2. merci pour tes voeux..moi aussi, je te souhaite une belle journée de ce noël..en paix!

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  3. Cara Sciarada, dal profondo del mio cuore grazie di questo grandioso post!!!
    Buon Natale cara amica.
    Tomaso

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  4. Se ognuno imparasse a pensare con la proria testa invece di farsi pigramente "guidare" dagli Imperatori avremmo più partite di calcio nel fango e meno ostilità.
    Auguri

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  5. Grazie cara Sciarada per questo racconto che leggero con calma.
    Ti faccio i miei più sinceri auguri di buon Natale e un felice anno nuovo
    Tiziano

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  6. Buon Natale amica cara, buona festa d'amore!
    Auguri!
    Luci@

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  7. Carissima, hai fatto bene a ricordare questo fantastico anniversario sulla tregua tra tedeschi ed inglesi e della loro originale partita di calcio!
    E' stato molto commovente leggere la lettera così dettagliata.
    Ti auguro tante belle cose in queste Festività e non solo in questo periodo.
    Grazie.

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  8. Quanta umanità nelle parole di Tom, così tanta che gli alti comandi non potevano capire ed oggi è la stessa identica cosa!!!
    Partecipare al Calendario dell'Avvento è stato un dono che tu hai fatto a me, buon Natale!!!

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  9. Cara Sciarada, con questo post hai certamente fatto del bene.
    La tregua di Natale, durante la prima guerra mondiale, vorrei tanto che venisse attuata anche in quei paesi dove tuttora la guerra infuria, e tante persone cercano scampo attraversando il Mediterraneo con le tragiche notizie che ci pervengono ogni giorno dai media.
    Sarebbe bellissimo che l' "Adeste, Fideles" divenisse il canto della Pace per antonomasia....

    I miei più sinceri auguri !

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  10. Cara Sciarada,
    non potevi coronare meglio di così il dono che hai fatto a tutti noi.
    Partecipare al tuo calendario dell'Avvento è stato molto bello, mi sono sentita unita ad altri che cercavano di dare sempre più e sempre meglio a colui che attendevamo.
    È stata un'esperienza meravigliosa che mi ha arricchita e devo ringraziare te che mi hai dato la possibilità di parteciparvi.
    Anche il mio pensiero è sempre rivolto a chi, per colpa di guerre di vario genere, non riesce a festeggiare come desiderebbe.
    Le tue parole mi hanno profondamente commossa, di più non so dirti, solo grazie e ti auguro di passare queste prossime feste in serenità e pace.
    Ti abbraccio.

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  11. Che bella pubblicazione Sciarada!
    Che bel video!
    Quello che è successo in prima linea durante la guerra mondiale è la magia del Natale.
    Ho visto molte volte il film "Joyeux Noel", che racconta una tregua tra tedeschi e francesi soldati e parte della sfera del piede.(foot ball)
    A volte ci chiediamo perché gli uomini sono in guerra.
    Grazie mille
    Buon fine Anno e Buon Anno 2015.
    Baci

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  12. Sono le tue parole che muovono a commozione, cara Sciarada, perché ci fanno sentire il sentimento che alberga nella tua anima. Io ti dico grazie con molto affetto e ti auguro per l'Anno Nuovo tempi di pace e di serenità per te e per tutti noi.

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