" ...Nella Pasqua imminente io vo’ invitargli ad una festicciuola campestre ; mentre bello è, che un giorno si ricordevole rendasi giorno di gioia a’ragazzi, potendosene trar sempre anche un morale vantaggio. Ma, cosa potrei dar loro? Nel Natale potei regalare delle mele e delle noci, fattemi recare appositamente per essi. Ora però,che la campagna non ci somministra prodotto di sorta; mentre gli
alberi sono senza poma, e i frutici privi di nocciuòle, non trovo in casa che delle uova, primo regalo della natura, che tutta or vedasi ringiovanire.
- Allora disse la Marta - Sarebbe egli un’ottima risoluzione, quante volte le uova non fossero all’intutto prive di colori! Non è a negare, che anche il bianco piace d’assai; ma que’ svariati colori delle frutta, delle avellane, e massimamente le rosse facce delle me le formano un assieme molto più bello a vedere. -
- Brava ! rispose la Dama: la tua riflessione mi fa suscitare un’idea di cosa, che tornerà bene a proposito. Io vo’ lessar le uova, e in pari tempo colorarle; lo che si può agevolmente ottenere nell’atto, che vengonsi lessando. Certo il vederle tutt'e screziate, apporterà non piccola gioia ai fanciulli. -
La Signora, che a tale 'scopo ben si conosceva di vari muschi,e di una moltiplicità di radici, si diè studiosamente a colorar delle uova in isvariate maniere. Alcune presero un bel colore cilestro; altre un giallo tale, che parean limoncelli; altre un rosso in tutto simile all’interno delle rose. Ad alcune
avea ben legato all’ intorno delicate picciolissime foglie, onde l’effigie lasciatavi presentava un rabesco a belli e diversi colori. Altre poi, oltre a’colori, si videro iscritte di morali aforismi.
Come a prima giunta le vide il mugnaio, tolse a dire - Oh ! le uovo dipinte! Non potevano essere più acconce per la festa, in un'epoca , in che la natura si sveste del suo bianco ammanto, per adornarsi di altro tutto variopinto e gentile! ..."
" ... Cosa veramente singolare ed amabile era il vedere quel circolo di graziosi bambini, e chi artificiosamente inanellato il nero crine, chi biondo e naturalmente ricciuto; tutti però vispi vivaci e di forme aggraziate. Non v’ha certo corona di fiori si bella, disse tra sé, e se la Dama, quand’anche fosse intrecciata delle rose più vivaci, e dei più candidi gigli. Sul bel principio con molta affabilità e chiarezza si fece a raccontar loro la causa, onde nel santo giorno di Pasqua si mena festa, e tripudio sì grande e universale. Quindi si recò a tavola un piatto colmo di uova, e caldo latte. Ciascun fanciullo, avente innanzi a se un terso piattino, n’ebbe la sua porzione, assaporandola oltremodo. Fatto ciò, uscendo la Dama per una porta laterale del giardinetto, gli menò tutti seco, e fece i in un attiguo piccolo bosco. Di tratto in tratto fra i giovani abeti si vedeano freschissimi erbosi pratelli. - Qui, disse la Dama, ciascun di voi dee formare un picciol nido di muschio, che in abbondanza vedesi cresciuto su queste rupi, e sulle cortecce di questi alberi. - Pronti ed allegri ubbidirono tutti, e i più grandicelli davan mano nell'opra ai più piccoli,che non sapeano venirne a capo. Ognuno dovette apporvi un contrassegno, e, quindi, lasciatili, tornerei teste al giardino, ove gran maraviglia apportò loro la vista di una gran torta all’uovo foggiata a modo di ghirlanda sulla tavola , donde poco fa eransi levati.
N’ebbero tutti una buona porzione, e, nel mentre che stavano gustosamente mangiandone, la Marta con un bel paniere colmo di uova dipinte, all’insaputa loro, si recò nel boschetto; quivi tutta sollecita le accomodò nei singoli nidi, il di cui verde mirabilmente armonizzava con quelle uova tinte ad azzurro , giallo e rosso. Come i fanciulli ebbero terminata quella merenduola, la Dama sì prese a dire - Ora andiamo, miei cari, guardiamo un po’ que' nidi lasciati nel bosco. - Vi si recarono, e al vedere che in ciascun nido erano cinque uova egualmente colorate, ed alcune iscritte di un motto, immense furono le voci di giubilo, che alzarono unanimi que’ ragazzi. - Uova rosse! uova rosse al mio nido! gridò l’un d’ essi: vi son delle uova rosse !. .. tutte rosse! - E nel mio , disse un altro , sono tutte azzurre, come lo è appunto ora il cielo! - Gridò un terzo - nel mio poi son tutte gialle, e di un giallo assai più vivace del fior di verbasco, e più grazioso di quello della farfalla ! -Ve’, ve’, sclamò un quarto, il mio nido le contiene quasi tutte di vario colore! Saranno veramente mirabili que’polli, disse un altro, perché fanno uova così belle! Oh quanto sarei desideroso di vederli!
Allora la più piccola di que’ ragazzi, la sorella di Marta, soggiunse - Eh! non sono già i polli, che fanno uova si belle Credo bene, che le abbia fatte quel lepratto, il quale ho veduto saltar fuora di que’ ginepri nell’atto, che io mi feci loro d’appresso a fabbricarvi il nido. - In udir ciò tutti i ragazzi scoppiarone in altissime risa, e dicevano scherzando - Oh! la lepre fa le uova di più colori! Ciò è tanto strano, che in queste e in altre contrade formerà lo scherzo anche di di quei, che ne verran dopo! ... "
L'Uovo di Pasqua
Racconto tradotto da Ferdinando Mansi