giovedì 29 febbraio 2024

Una proposta di matrimonio il 29 febbraio

" - Jack: È un anno bisestile, in Irlanda il 29 febbraio una donna può chiedere a un uomo di sposarla...
- Anna: Papà! Non andrò mai a Dublino! "

Dal film: Una proposta per dire sì - Leap Year

Gli esseri umani sono parte della natura ma quando la necessità lo richiede se ne discostano e cercano di contenerla in concetti che la semplificano, per cui lo scorrere del tempo, attraverso i calcoli astronomici e le esperienze sensoriali pratiche, viene imbrigliato, sezionato e ordinato in sette giorni che delimitano una settimana e racchiudono una fase lunare; quattro settimane delimitano un mese e racchiudono le quattro fasi lunari; 12 mesi per un totale di 365 giorni delimitano un anno, racchiudono le quattro stagioni e costituiscono il calendario che diventa un dogma lavorativo indispensabile soprattutto per i contadini impegnati nelle attività agricole come la semina, la concimazione del terreno, la raccolta, la potatura e la cura del bestiame, ma questa convenzione temporale non ha una perfetta corrispondenza con l'anno solare composto da ben 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi quindi ogni quattro anni le ore sfuggite al conteggio ci regalano il 29 febbraio che previene lo sfasamento delle stagioni. 
In inglese è conosciuto come Leap Day - giorno del salto e in senso figurato rappresenta il salto nel buio che momentaneamente rompe l'ordinarietà degli schemi costruiti a tavolino e rimanda di un giorno l'arrivo di marzo.
In Irlanda una leggenda che risale al V secolo d. C. narra che santa Brigida di Kildare si rivolse a san Patrizio per cercare di scuotere la lentezza con cui gli uomini chiedevano alle fanciulle di sposarli e il santo patrono decise di offrire il 29 febbraio alle donne affinché potessero essere loro a dichiararsi agli uomini con una proposta di matrimonio. Questa tradizione, una sorta di emancipazione e di riscossa  femminile, si palesava con l'indossare una sottoveste rossa sotto la gonna e con l'inginocchiarsi davanti al prescelto, dall'Irlanda prese piede in tutto il Regno Unito e in Scozia nel 1288 divenne protagonista di una legge che puniva con una multa gli uomini che rifiutavano la proposta di matrimonio, i più benestanti per ripagare il loro no regalavano fino a 12 paia di guanti per consentire alle donne di nascondere simbolicamente la vergogna di esser state respinte.

Claddagh Ring

Dal XVI secolo la proposta di matrimonio poteva esser accompagnata anche dal dono di un anello in oro, argento o bronzo di cui riparleremo e che raffigura due mani, simbolo d'amicizia, che sostengono un cuore, simbolo d'amore, sormontato da una corona, simbolo di lealtà; chiamato Claddagh Ring - Anello di Claddagh dal nome del villaggio dei pescatori sulla Baia di Galway in Irlanda che in gaelico si riferisce alla sabbia rocciosa tipica del luogo dove nel 2010, oltre che nelle contee di Wicklow e di Mayo, venne girato il film Una proposta per dire sì - Leap Year, con Amy Adams e Matthew Goode, in cui si racconta della tradizione di cui oggi vi ho parlato.

domenica 25 febbraio 2024

Dalla Seconda Domenica di Quaresima un salto nel tempo

Dalla nostra Seconda Domenica di Quaresima proviamo a fare un salto indietro nel tempo e torniamo al 25 febbraio del 1774 nel primo martedì di quaresima che segue di una settimana il Martedì Grasso e di sei giorni il Mercoledì delle Ceneri, siamo ad Ancona e incontriamo Giacomo Casanova che non vuol saperne di mangiar di magro perché è dispensato del Santo Padre:

" ... Arrivai ad Ancona il 25 febbraio del 1744 e presi alloggio nel migliore albergo. Soddisfatto della mia camera, dissi all’oste che volevo mangiar di grasso, e lui mi rispose che in Quaresima i cristiani mangiano di magro.
«Il Santo Padre mi ha dato la dispensa.»
«Fatemela vedere.»
«Me l’ha data a voce.»
«Signor abate, non sono tenuto a credervi.»
«Siete uno stupido.»
«Qui il padrone sono io, quindi vi prego di cercare alloggio altrove.»
Una risposta del genere, accompagnata da un’intimazione che proprio non mi aspettavo, mi fece montare in collera. Mi misi a bestemmiare, a imprecare, a far baccano, quando improvvisamente un individuo dall’aria solenne entrò in camera mia dicendo: «Signore, avete torto a voler mangiare di grasso, mentre ad Ancona si mangia meglio di magro; avete torto a voler costringere l’oste a credervi sulla parola e, se avete la dispensa del papa, avete torto ad averla chiesta alla vostra età; avete torto a non averla chiesta per iscritto; avete torto a dare dello stupido allo oste, perché nessuno è tenuto ad accettare in casa propria un complimento del genere; ed infine avete torto a fare tanto baccano».
Quel tipo che era entrato in camera mia solo per farmi la predica e attribuirmi tutti i torti possibili e immaginabili, invece di accrescere il mio malumore mi fece venir voglia di ridere.
«Sottoscrivo di buon grado, signore,» gli risposi «tutti i torti che mi attribuite; ma piove, si sta facendo tardi, sono stanco e ho un grande appetito; vale a dire che non ho nessuna voglia di sloggiare. In mancanza dell’oste, volete darmi voi da cenare?»
«No» mi rispose con gran flemma «perché sono un buon cattolico e osservo il digiuno; ma penserò ad ammansire l’oste che vi darà un’ottima cena.»
Così dicendo scese al pianterreno; ed io comparando la mia petulanza al suo sangue freddo, lo riconobbi degno di darmi lezione. Risalì un momento dopo, e mi disse che tutto era stato accomodato e che mi avrebbero ben servito ... "

Le donne e gli amori
Giacomo Casanova

Candela della Seconda Domenica di Quaresima

Accensione della candela della Seconda Domenica di Quaresima

Croce delle Domeniche di Quaresima

Diffusore con foglie di alloro per la Seconda Domenica di Quaresima

Diffusore con foglie di alloro per la Seconda Domenica di Quaresima

Lieta Seconda Domenica di Quaresima

A breve il reel sull'accensione della seconda candela



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giovedì 22 febbraio 2024

Un colombo a Villa Borghese

Mentre una moltitudine di gente presa dai propri pensieri cammina distratta a Villa Borghese senza offrire uno sguardo a ciò che la circonda, un colombo si disseta avvolto in un inverno che ha il sapore della primavera.

Colombo a Villa Borghese

 

domenica 18 febbraio 2024

Il Valzer della Prima Domenica di Quaresima

Candela del Mercoledì delle Ceneri

Croce delle Domeniche di Quaresima

" ... Inoltrandosi la serata, i giovani provarono il desiderio di fare quattro salti. 
Era la prima domenica di quaresima ed il fuoco del carnevale serpeggiava ancora in tutto il loro essere, dai piedi al cervello. Il salotto era vasto, di forma rettangolare allungata, e aveva un bel pavimento di noce, un po’ screpolato e logoro, ma abbastanza lucido. Tirando da una parte il tavolino che stava di solito davanti al divano, rimaneva abbastanza spazio da poter ballare.
L’illuminazione era fatta dalle due lampade a piedestallo, portate dalla sala da pranzo e collocate sulla caminiera, e da varie candele comprese quelle del pianoforte. Maria stava suonando un valzer. Le coppie si slanciavano, non più di tre alla volta, però ... "

Signorine povere
Beatrice Speraz

Candela della Prima Domenica di Quaresima

Invocábit me, et ego exáudiam eum - Prima Domenica di Quaresima

Diffusore con foglie di Virga Aurea per la Prima Domenica di Quaresima

Diffusore con foglie di Virga Aurea per la Prima Domenica di Quaresima 

Lieta Prima Domenica di Quaresima

A breve il reel dell'accensione della prima candela 



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mercoledì 14 febbraio 2024

San Valentino si cosparge di Ceneri

L'amore impregna l'aria mentre si cosparge di Ceneri e si fa primavera in una Roma che con la sua bellezza scalda i cuori. 

Monte Mario 1835 - Anonimo

Monte Mario 1835 - Anonimo

" ... Con i primi giorni di quaresima il tepore molle della primavera, della dolce primavera romana, si diffuse sulla città, sui colli, sulla campagna inondata di sole. Monte Mario perdeva alquanto della sua solenne tetraggine, poiché i raggi del giorno avvolgevano quasi di una irradiazione luminosa le cime ondeggianti dei suoi cipressi; i monti laziali, coperti ancora di neve, si distendevano per una curva ineguale e cerulea; il Gianicolo, lieto delle sue due ville maggiori, Villa Corsini e Villa Pamphili, verdeggiava già tutto, attorno la fontana monumentale di Paolo V, che si levava bianca nel cielo azzurro in cospetto della sottostante metropoli ... "

L'innamorata - 1901
Evelina Cattermole 

Tramonto dal Convento di Sant'Onofrio sul Gianicolo - Roma - 1857 - David Roberts

Tramonto dal Convento di Sant'Onofrio sul Gianicolo - Roma - 1857 - David Roberts

Mercoledì delle Ceneri e San Valentino con le ceneri del mio ramo d'ulivo benedetto la Domenica delle Palme l'anno scorso

I cuori di San Valentino e le ceneri del mio ramo d'ulivo benedetto la Domenica delle Palme l'anno scorso

Baci fatti in casa per San Valentino

Baci fatti in casa per San Valentino


Lieto San Valentino e lieto Mercoledì delle Ceneri!

A breve il link del reel

Ecco: San Valentino e Mercoledì delle Ceneri

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martedì 13 febbraio 2024

Le frittelle del Martedì Grasso

Burro, farina, latte e uova nelle frittelle del Martedì Grasso.  Elaborazione da un disegno di L. Gallina per il settimanale Cenerentola

Burro, farina, latte e uova nelle frittelle del Martedì Grasso. 
Elaborazione da un disegno di L. Gallina per il settimanale Cenerentola

" ... Prese la vacca per la cavezza e le parlò, dolcemente. " Su bella, vieni, vieni."
Rossina non oppose più resistenza e seguì il mercante che, giunto sulla strada, l'attaccò al suo calesse, costrigendola così a tenere il passo con il cavallo.
Rientrammo in casa, ma per molto tempo udimmo ancora, sempre più flebili, i suoi muggiti.
Niente più latte, niente più burro. La mattina a colazione, solo un pezzo di pane. La sera, a cena, solo patate e sale.
Il martedì grasso arrivò poco dopo la vendita della vacca.
L'anno prima, per quel giorno di festa, mamma Barberin mi aveva preparato un gran piatto di frittelle e io, con sua grande soddisfazione, ne avevo mangiate tantissime. Ma allora avevamo Rossina che ci dava latte e burro in abbondanza.
Scomparsa lei, scomparsi latte e burro, sarebbero scomparse anche le frittelle del martedì grasso, pensavo, rattristato.
Ma mamma Barberin aveva in serbo una sorpresa per me. Vincendo la sua riservatezza, aveva chiesto una tazza di latte a una vicina, un po' di burro a un'altra e quando tornai a casa, verso mezzogiorno, la trovai affaccendata a versare della farina in una grande ciotola di terracotta.
"Oh, guarda... farina!" esclamai, avvicinandomi.
"Sì, è proprio farina" confermò lei, con un sorriso. "E' proprio farina, mio caro Remì, ottima farina di grano. Senti che buon profumo?"
Se ne avessi avuto il coraggio, avrei chiesto a che cosa doveva servire, quella farina, ma proprio perché avevo una gran voglia di saperlo non osavo fare la domanda. E poi, volevo fingere di non ricordare che quello era il giorno del martedì grasso, per non mortificare mamma Barberin.
Fu lei a chiedermi, sempre sorridendo: "Che cosa si fa, con la farina?"
"Il pane" risposi.
"Epoi?"
"La farinata."
"E che altro?"
"Mah... non saprei."
"Oh, lo sai benissimo. Ma siccome sei un bravo ragazzo, non osi dirlo. Sai bene che oggi è martedì grasso, giorno di frittelle ma, siccome sai anche che non abbiamo né burro né latte, non osi parlare . E' cos', vero?"
"Oh, mamma Barberin..."
"Ma io ho letto nei tuoi pensieri e ho fatto in modo che tu non avessi un cattivo ricordo di questo martedì grasso. Guarda nella credenza."
Alzai cautamente il ripiano e vidi il latte, il burro, le uova e tre patate.
"Ora dammi le uova e, mentre le sbatto, sbuccia le patate."
Mentre tagliavo a fette le patate, lei ruppe le uova nella farina e si mise a impastare, aggiungendo di tanto in tanto una cucchiaiata di latte.
Quando la pasta fu pronta, mamma Barberin mise la ciotola nella cenere calda. Ora non ci restava che aspettare, le frittelle sarebbero state pronte giusto per l'ora di cena.
Mi sembrava che le ore non passassero mai e confesso che più di una volta sollevai il tovagliolo che copriva la ciotola.
"Farai prendere freddo alla pasta e rovinerai la lievitazione" mi rimproverava dolcemente mamma Barberin.
Ma la pasta lievitava magnificamente; sulla superficie si erano formate delle bolle e il profumo delle uova e del latte era delizioso.
" Spezza una fascina" mi disse, alla fine. "Ci serve un fuoco vivace, senza fumo."
E quando il fuoco divampò, alto e chiaro, mamma Barberin staccò dal muro la padella e la mise sulle braci.
"Ora, il burro."
Con la punta del coltello ne prese un pezzetto grosso come una noce e lo fece scivolare nella padella dove si fuse, crepitando. Com'era delicato e stuzzicante, il profumo del burro fuso che non sentivamo oramai da tempo, e com'era allegro il suo sfrigolio!
Sebbene concentrato sulla musica che saliva dalla padella, non mi sfuggì un rumore di passi che proveniva dal cortile. Chi poteva venire a disturbarci a quell'ora? Forse una vicina che aveva bisogno di un po' di fuoco, pensai.
Ma subito mi distrassi perché mamma Barberin, che aveva immerso il mestolo nella ciotola, ne faceva cadere il contenuto, chiaro e soffice, nella padella e quello non era certo il momento di concedersi distrazioni ... "

Senza famiglia
Hector Malot
Traduzione Rossana Guarnieri

domenica 11 febbraio 2024

Ultima Domenica di Carnevale

655 anni fa, esattamente l'11 febbraio del 1369, mentre il popolo era coinvolto nei festeggiamenti dell'ultima Domenica di Carnevale conosciuta anche come Domenica di Quinquagesima e nel rito ambrosiano come Domenica Prima di Quaresima, veniva data la notizia della pace conchiusa alla fine dell'anno precedente tra:

Bernabò Visconte, suo fratello Galeazzo, e Consignore della Scala per una parte; e per l'altra il sommo pontefice, l'imperatore, la regina di Napoli, il marchese d'Este, i signori Gonzaga, i Malatesti, Francesco da Carrara, e i Comuni di Perugia e di Siena ...

Bernabò Visconti Duca di Milano riceve i Nunzi di Papa  Innocenzo VI - 1361 - Anonimo

Bernabò Visconti Duca di Milano riceve i Nunzi di Papa  Innocenzo VI - 1361 - Anonimo

... il cronista di Bologna, che allora scriveva e Matteo de' Griffoni ... ci additano che ciò seguì agli undici di quel mese, ch'era la domenica di Carnevale. In quel giorno correva appunto la domenica di quinquagesima, la quale essendo l'ultima in cui si poteva mangiar carne, perciò fu dal cronista chiamata domenica di Carnevale. Secondo il rito ambrosiano la domenica di Carnevale, come ho già mostrato altrove, era la stessa domenica prima di Quaresima.

Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi 
1856
Giorgio Giulini 

giovedì 8 febbraio 2024

Giovedì Grasso sullo scalino di Palazzo Ruspoli

Tra il '700' e l'800 in una Roma ammantata dall'atmosfera festosa della settimana carnascialesca, al numero 418 di via del Corso, le donne in maschera si accomodavano su delle sedie di paglia posizionate sullo scalino di Palazzo Ruspoli, qui, intrattenevano delle interessanti conversazioni amorose, non concesse durante il resto dell'anno, con i giovani cavalieri che passeggiavano nelle vicinanze. Se solo avesse avuto il dono della parola, quante cose avrebbe potuto raccontare quello scalino:

Chi desidera scoprire un segreto, sciogliere od annodare un intrigo, domandare una spiegazione, far una dichiarazione, ec, e non trova tempo né luogo nelle condizioni ordinarie della vita, fa i suoi calcoli sul carnevale. La consuetudine, in quella settimana, concede al sesso, cui si unisce quell'ipocrita aggettivo di debole, una libertà ed un'indipendenza assoluta. Le dico io, che a stare a Roma in quei giorni, si vede se è debole. Le donne, le amiche si riuniscono fra loro, e non vogliono né assistenti né sorveglianti. Non parlo dei mariti, nemmeno a nominarli; ma neppure gli amanti. I primi si rassegnano completamente; e ne ho visti buttarsi sul letto nelle ore del corso, e passarle dormendo. Per i secondi è il momento invece di non dormire, e star con tanto d'occhi. Ma non è da scordarsi il poco usato secondo titolo del Barbiere di Siviglia. Le precauzioni più sono giustificate e più sono inutili. Stante il modo col quale sono fatte le mascherate, è quasi impossibile sapere quello che v'accade. Generalmente s'ha l'idea che una donna mettendosi in maschera, non trascuri per questo di aggiustarsi meglio che può. Per non essere conosciuta non occorre avere né la gobba né un piede da mandarino.
Ma a Roma in carnevalo si pensa altrimenti. Una donna si trasforma in un fagotto, in uno scalda-panni, e non deve aver più forma umana quando va (o andava) a sedere durante il corso sullo scalino del palazzo Ruspoli.

Palazzo Ruspoli - Il quarto libro del nuovo Teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna 1699 - Alessandro Specchi

Palazzo Ruspoli, già Gaetani
Il quarto libro del nuovo Teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna
1699
Alessandro Specchi

Questo scalino, ora scomparso, era un marciapiede lungo il Caffè Nuovo, alto circa 70 centimetri dal piano del Corso. Su di esso stava una fila di sedie di paglia, che venivano ad occupare le signore mascherate. La gente che passeggiava davanti allo scalino, si trovava così ad averle ad un'altezza infinitamente comoda, per far conversazione più o meno intima e segreta, secondo le disposizioni delle parti. È chiaro che v'era un solo ostacolo da superare, a chi desiderasse aver un colloquio con una signora invisibile il resto dell'anno; riconoscerla allo scalino. Mi ricordo in questo genere aver eseguito in certa occasione un vero tour de force di diplomazia. Mi trovavo appunto con un gran desiderio di parlare, un po' con comodo con una signora, alla quale non ero presentato. Riuscii ad essere informato che volendo essa il giovedì grasso andare al famoso scalino, cercava un mantello da uomo, tondo, senza maniche come usavano allora; e tanto m'andai ingegnando, che riuscii a farle giungere nelle mani e scegliere il mio, senza che sapesse di chi fosse. Così la difficoltà d'incontrarla cadde da sé. Questo scalino è dunque il terreno neutro sul quale s'incontrano, s'imbrogliano, o s'accomodano i mille interessi della vita amorosa. Ma per terminare 1'esposizione dei suoi statuti, aggiungerò che non sempre è permesso agli amanti godere di questo scalino, come di nessun altro divertimento carnevalesco. Se la diva, o per puerperio, o per incomodo, o per altro motivo di qualsiasi genere, è costretta a star in casa, neppure il suo fedele deve divertirsi. Mentre il chiasso è al culmine da piazza del Popolo a quella di Venezia, gli è permesso andare a spasso a Campo Vaccino, o a San Pietro o a villa Borghese. E la sera in società, se si vien a sapere che X*** il quale ha la dama a letto con un po' di raffreddore, è stato veduto a ora del corso, solo, a cavallo, fuor di porta Angelica, verbigrazia, le donne dicono: - Che caro giovane quel 1'X***, quello davvero è un buon amico! - E se è presente il loro proprio, e che abbia una coscienza un po' meno illibata, riceve a titolo di rappresaglia un'occhiata nella quale sta scritto: Imparate! 
Altro degli statuti è poi che in caso di disgrazia di qualunque specie caduta sulla famiglia di lei come del marito, lui deve sacrificar tutto, la vita, se occorresse, per ripararla. Quest'insieme pare ed è certamente strano, ed altrettanto lontano mille miglia dagli usi del mondo presente; ma nessuno potrà, credo io, preferire il modo attuale a quello d'allora. L'amore che cercando soddisfazioni accetta però i sacrifici; che sostiene indicibili dolori per 1'ineffabile felicità d'un minuto, è bello e nobile; ha in sé, sto per dire, qualche cosa di virtuoso, come ogni dolore volontario virilmente portato. L'amore, invece, al quale si vuol tolta ogni spina, che cosa è? Un'ignobile decadenza morale, ed un più ignobile istinto animalesco. La conseguenza estrema e più comoda di quest' istinto è la mantenuta.... Parlar di mantenute fra noi in quel tempo, era parlar dell'assurdo, dell'incredibile. E quei pochi forestieri che capitavano a Roma con simili compagnie, o che si sapevano aspirare a tali negozi con donne di teatro, ci parevano tipi di stupidità, e non si finiva di riderne e di canzonarli. A poter sollevare il velo che cuopriva i misteri dello scalino, se ne sarebber vedute delle belle. Qualche segno esterno ne traspariva in qua e in là. Mi ricordo d'un giovane (fui presente al fatto) che s'era trattenuto durante tutto il tempo del corso con due di questi fagotti; fattosi sera, venne pregato da loro di accompagnarli a casa: e s'avviarono per San Lorenzo. Traversando lo il palazzo Fiano, a metà del cortile, una delle due mascherine cominciò a suonar a doppio sul giovane; e l'accompagnò a pugni e scappellotti fino a piazza di Pietra. Doveva averla fatta grossa costui.

I miei ricordi - 1899
Massimo d'Azeglio

venerdì 2 febbraio 2024

La Festa della Candelora

Proviamo a immaginare di tornare indietro nel tempo fino al 1922 e mentre i cardinali sono riuniti in conclave per l'elezione del nuovo Papa dopo la morte di Benedetto XV avvenuta il 22 gennaio, noi, giovedì 2 febbraio, potremmo partecipare alle celebrazioni della Candelora e venerdì 3 febbraio, potremmo leggere il numero 28 del giornale Il Popolo di Roma - Anno 50° - su cui, nella sezione Cronaca di Roma, troveremmo un sentito articolo emotivamente partecipato sulla festa della Candelora:

Candela della Festa della Candelora su radice naturale

La Festa della Candelora
Candelora Candelora
dall'inverno semo fora

Malgrado che la tradizione abbia ormi perduto, attraverso le lunghe vicende di secoli, la ricchezza e la pompa della celebrazioni sacre e popolesche, malgrado il gran velo d'oblio che s'è andato addensando man mano su queste nostre autoctone usanze, pur tuttavia la festa della Candelora serba ancora tutto, il profumo dei più lieti ricordi. E c'è ancora fra il popolo, chi non nasconde la sua stima verso la consuetudine per la quale il giorno della Candelora è il giorno più significativo ed adatto per trarre l'oroscopo sulla bontà del tempo profuso.
Candelora... Candelora... Quanti visini i bimbi schiacciati contro i vetri per esaminare l'orizzonte... Quanta lietezza nei cuori se durante la giornata sorride il dorato sole invernale, così tiepido e così lusingatore...È una delle tradizioni più belle, come nei tempi che noi non ricordiamo, era una delle più festose manifestazioni di splendore, la cerimonia si celebrava in S. Pietro in occasione della Candelora; come era una delle più schiette feste del popolo quella a cui esso si abbandonava, calata l'ombra della notte.
Candelora... Perché? Perché era una festa di luce e di fuoco. E le grosse candele sorrette la mattina dai maggiori dignitari nella Basilica grandiosa, in onore della Vergine Maria, trovavano la sera il riscontro nelle migliaia e migliaia di moccoletti che illuminavano le vie e ridevano tremolanti dai balconi mentre si snodavano incomposte e tumultuose le lunghe file dei buoni romani che si recavano verso il centro della città. Era per i romani una delle feste sacre più accette e grate. Allorché poi, alla tradizione
chiesastica si disposò anche la tradizione, diremo così,... scientifica, essa acquistò maggior significato, e divenne l'arbitro delle speranze che i cittadini potevano riporre sui futuri sorrisi del tempo durante i rimanenti mesi invernali divenne, per i campagnoli, la giudiziosa suggeritrice per le loro semenze
e le loro coltivazioni.
Vano sarebbe il ricercare il rapporto che unisce la credenza popolare alla ricorrenza della « Candelora ». Vano, e forse impossibile poiché se si sa che sin nel mille la festa dei ceri solennemente si celebrava, solò verso il secolo XIV., si fa menzione, nelle cronache, dell'esistenza del pregiudizio che pur assurgeva ad una indubbia importanza. Ora la tradizione può dirsi scomparsa.
La processione che ancora viene celebrata in Vaticano non si distingue dalle altre molte che in differenti occasioni anno luogo, né per ricchezza di paramenti; né per dovizia di ceri. Ed anche dal pregiudizio popolare sono cadute molte di quelle fronde che lo rendevano sì tanto suggestivo. Come qualche secolo fa, allorché tutta Roma vi si riversava, nelle chiese il sacerdote impartiva ancora la benedizione a tutte le candele di cera che gli venivano con mano fidente profferte; e le candele benedette acquistavano un verace potere contro la jéttatura.... E ci sono ancora molte donne, che la tradizione non vogliono abbandonare, le quali stringendo fra le dita il sottile stelo di cera, assistono commosse alla funzione che ogni anno: si ripete, ed appendono poi il talismano al loro capezzale. Così come ci sono ancora i contadini che, vedendo terso il cielo nel giorno della Candelora, sognano lieto germogliare di messi sotto il sole giocondo....
Ma l'anima di Roma, che s'agita e freme e indugia, è ormai per sempre lontana... e taccia di melanconici sentimentali coloro che s'addolorano per la scomparsa delle sue tradizioni più belle." 

Tre giorni dopo, il 6 febbraio scopriremmo  che a salire sul trono pontificio con il motto "Pax Christi in regno Christi" - "La pace di Cristo nel Regno di Cristo" è Pio XI, nato Ambrogio Damiano Achille Ratti.

Albero di Natale 2023

Lucine natalizie accese sull'Albero di Natale 2023

Lucine natalizie spente sull'Albero di Natale 2023

Villaggio natalizio con lucine accese

Villaggio natalizio con lucine spente

Palline natalizie

Scatola natalizia con le decorazioni riposte

Lieta festa della Candelora!

A breve il link del reel sulla mia candela benedetta e sulla disinstallazione delle decorazioni natalizie. 

Per ulteriori informazioni:


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