" ... La consegna di lavoro di quella settimana riguardava il Natale, ma non c’era nulla di strano al riguardo. Spesso a dicembre doveva scrivere dei testi a proposito della Pasqua, e magari i biglietti di «Buon Halloween» venivano scritti a marzo. Molto spesso scriveva rime su Babbo Natale quando i titoli dei quotidiani dicevano: «Accidenti, che giornate torride». Era un peccato che nessuno mandasse dei biglietti di «Buon autunno». Era un così piacevole periodo dell’anno.
Eppure le persone camminavano freneticamente sulle foglie, accorgendosi soltanto della fastidiosa sporcizia della natura, senza prestare attenzione alla meravigliosa mescolanza di colori: scarlatto, oro, ruggine, bronzo, bordeaux, ambra, porpora, rame. Lanciavano un’occhiata frettolosa verso l’alto, in direzione della grande e rossastra luna settembrina, che una volta era stata tanto importante poiché aiutava i contadini a lavorare la sera fino a tardi ai loro raccolti.
Non riuscivano a scorgere tra i rovi i lamponi e le more, che si facevano sempre più grandi e dolci, o lo smisurato sanguinamento dei papaveri nei campi.
Dell’autunno Floz aveva sempre amato il fatto che brulicasse di attività. Alle feste del raccolto, la gente nelle chiese cantava inni appassionati a proposito di “chicchi di cereali maturi” e della “dolce e rinfrescante pioggia”,
i bambini raccoglievano svariati generi alimentari dentro delle ceste, per poi darle in regalo ai poveri. A Halloween, le famiglie svuotavano le zucche e le posizionavano fuori dalle loro porte per far sapere a scheletri e streghette che in quella casa avrebbero potuto esserci dei “dolcetti” se avessero bussato e promesso di non fare degli “scherzetti”. Poi, quando arrivava novembre, l’aria serale si riempiva di crepitii, di fumo e di sfrigolanti barbecue, di scoppiettanti fuochi d’artificio e dei loro boati, di scoppi e di festeggiamenti.
Eppure, la maggior parte della gente pensava d’istinto che l’autunno fosse una “non-stagione”, ovvero una semplice stagione tappabuchi tra l’amata estate e lo scintillante inverno.
Floz avrebbe avuto più ragioni degli altri per odiare l’autunno, tuttavia non riusciva a convincersi che Dio avesse scelto di dipingere quella stagione usando una tavolozza così bella di colori se non avesse avuto l’intenzione di trasmettere un messaggio di speranza:
la terra non stava morendo, bensì si stava preparando a riposarsi e rinnovarsi e sarebbe sopravvissuta per tornare a fiorire. E lei aveva davvero bisogno di continuare a credere che ci fosse un Dio – e un paradiso.
Un indimenticabile autunno d'amore
Milly Johnson
Traduzione Annalisa Volta
Buon autunno!
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