Il conte Giovan Francesco Mastiani Brunacci, ciambellano del Serenissimo granduca di Toscana Leopoldo II, gran croce e cavaliere dell'ordine del merito sotto il titolo di san Giuseppe, cavaliere della Legion d'Onore, gonfaloniere della città di Pisa, governatore della Pia casa della Misericordia, membro dell'Accademia dei Georgofili e socio fondatore della Cassa di risparmio di Pisa, chiede, al poeta Antonio Guadagnoli di Arezzo, un componimento poetico sull'origine della Befana che viene pubblicato nel 1827, un piccolo poema di XXII ottave di cui vi propongo una selezione:
I
Ma che diavol d’idea bizzarra e strana
Venuta è in capo a vostra Signoria
Di volervi occupar della Befana
Nella vigilia dell’Epifanìa?
Tra una sacra funzione, e una profana,
Possibil che vi passi analogia?
Pur voi gradite ch’io la trovi in verso:
Ma, Signor Conte, sarà tempo perso.
...
IV
Della Befana sull’origin varia
Molto si è detto, e molto si è stampato;
Chi vuol che fosse quell’Ancilla ostiaria
Che si trovò nell’atrio di Pilato;
Chi la Nonna d’Erode ottuagenaria,
Chi la Zia di Barabba, e chi ha pensato
Che venga da due Celtiche parole
Adatte ad indicar « Fuoco del Sole ».
VI
Voleva dirvi, ma mi uscì di mente,
Che fin da quando v’erano i Romani,
(Già i Romani ci sono anco al presente,
Ma intender voglio dei Roman Pagani,
Non di quelli che vivono attualmente
I quali son buonissimi Cristiani, )
Si festeggiava all’uso orientale
Con lieti fuochi il Solstizio brumale.
VII.
Ma apparso ai Magi il sospirato Sole
Le nebbie a dissipar d’ldolatria,
(Giacché null’altro intendere si vuole
Con la greca parola Epifania;)
Il Popolo festevol, come suole,
Volle perpetuarne l’allegria
Con una pia rappresentanza in tre,
Figurando che fossero i tre Re;
VIII.
E quando Guido Monaco* inventò
Le famose do, re, mi, fa, sol, la,
In Roma in questa sera si cantò
Più d'un aria nel tuono di be-fa;
Con flauti e corni poi s’accompagnò,
(Chè i corni sono usati in ogni età,)
E dette forse questa intuonazione
Alla Befana la derivazione.
IX
Ma poiché la Discordia armò le destre,
E più non si vedea neppure un cane,
Non che un Re Mago, per le vie maestre;
Le Donne più devote, e grossolane,
Ponean dei Re di cencio alle finestre,
E che abusivamente per Befane
Che si prendesser poi creder convienci
Tutte le Donne ch’eran ossa, e cenci.
...
XV
E giacché in sera tal le Donne belle,
In memoria de’ Magici regali,
Gli amici lor trattavano a ciambelle,
A fichi, a confetture, e cose tali;
Però Befane oggi si chiaman quelle
Che son larghe di core e liberali;
Sicché da questo argomentar conviene
Che Befane provenga da fa bene*.
fa bene* = Anagramma di Befane
XVI
Se’ tu Poeta? Letterato? Artista?
Il massimo ti manca de’conforti
Se non hai la Befana che t’assista,
Se non hai la Befana che ti porti.
Tutto sta nel conoscere quae est ista*:
E noi siam di cervello così corti
Ch’è dato a pochi della specie umana
Il saper quanto possa una Befana! -
quae est ista* = Chi è colei
...
XIX
Tempo felice! Sotto al caminetto
Allor ponea la calza dopo cena,
Poi tutto allegro me ne andav’a letto,
E la mattina la trovava piena.
Dove se’ ito tempo benedetto?
Fossi piccol tuttor! .... Ma oh questa è amena!
Che non vi son Befane in molte bande
Che s’occupan del piccolo, e del grande?
Buona Epifania a tutte le sorelle Befane e a tutti gli amici!
Per chi vuole approfondire: