martedì 12 aprile 2022

Di Martedì Santo

" ... I contadini lavoravano accanitamente dall'alba al tramonto. Si erano messi in testa di terminare i lavori per la seminagione del grano turco, prima delle feste. Anche il fieno, quel prezioso fieno d'aprile, doveva esser falciato e raccolto. La settimana santa avrebbe portati via i suoi tre giorni buoni alle donne, tra le funzioni, le divozioni e la pulizia delle case. E gli uomini pure ambivano di essere liberi per dedicare qualche ora al piccolo orto domestico e per altre faccende minori. Bisognava affrettarsi dunque, tanto più che quell'anno tutto era andato bene e il bel tempo durava da un pezzo. Le pioggie sarebbero arrivate nel momento più propizio, se il grano era seminato e il fieno messo sotto coperto. Ma certi nuvoli, certi buffi di vento le annunciavano vicine. Presto dunque, presto! E i falciatori affilavano le loro grandi falci lucenti come specchi, e le donne allargavano il fieno coi rastrelli di legno cantando allegramente, nell’eccitante profumo della menta, del timo, delle primavere, delle campanelline rosate, di tutta la infinita famiglia delle erbe odoranti.
Nei campi destinati al melgone, gli aratri andavano su e giù lungo i solchi, squarciando il seno alla terra nera, calda, bramosa di fecondazione.
I bifolchi e i cavallanti camminavano al passo presso alle loro bestie, esortandole di tratto in tratto con le voci famigliari a cui esse obbediscono.
... Pietro era dappertutto. Appena un campo era finito di arare, egli si legava alla cintola la grande tasca ricolma e gettava a manate piene i bei chicchi d’oro nella terra squarciata.
... mentre un altro contadino guidava per altri campi l’aratro tirato dai bovi, egli attaccava i suoi cavalli all’erpice e li faceva passare sulla terra seminata. E dopo l’erpice attaccava sotto il poderoso cilindro che spiana la superfice e rende il campo tutto pari e liscio come un letto da sposa.
Che vertigine di lavoro, che attività, che animazione su tutta la pianura!
La speranza, che l’autunno avrebbe facilmente delusa, aleggiava intorno alle fronti curve dei lavoratori.
L’annata si era messa così bene!...
E sotto ai raggi dorati del sole di aprile, sott’al cielo bianco lattiginoso che ha un carattere così umano ... la misteriosa giocondità della Pasqua s’insinuava blandamente negli animi semplici dei poveri contadini.
I grandi lavori si trovarono compiti la sera del martedì santo... "

Tre donne
1891
Beatrice Speraz

Cattura di Cristo - 1602 - Michelangelo Merisi da Caravaggio - Galleria Nazionale d'Irlanda - Dublino

Cattura di Cristo - 1602 - Michelangelo Merisi da Caravaggio - Galleria Nazionale d'Irlanda - Dublino

La scena pregna di phatos è incorniciata dall'ambientazione notturna; Cristo accoglie immobile e con le mani intrecciate l'abbraccio di Giuda che lo sovrasta con il corpo mentre i soldati romani si accalcano su di lui, a sinistra Giovanni l'Evangelista con un urlo di dolore manifesta il presagio del destino che attende il maestro e a destra un uomo che ha il volto del Caravaggio tiene in mano una lanterna, per lo storico d'arte Maurizio Marini, l'autore, qui, in una prospettiva religiosa, si pone come Diogene alla ricerca dell'uomo autentico che segue la propria natura refrattario alle convenzioni esteriori.

Per ulteriori informazioni

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...