" Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi ... "
Atti 2, 1-4
Durante la festa delle primizie offerte a Dio, lo Spirito Santo discende sugli apostoli sotto forma di lingue di fuoco e nel simbolismo, che si muove tra i doni elargiti dalla primavera, queste lingue di fuoco sono contenute nelle spirali tessute dai petali che convergono nel cuore della rosa.
" ... Nella visione centrale della rosa la coccarda dei petali si presta a simboleggiare la gamma degli archetipi, la cui convergenza sull’Unità è anche simboleggiata dal turbine abbagliante d’un mare di luce o di fiamma, ovvero da un incastro di sfere concentriche rotanti ... "
Archetipi
Elémire Zolla
La Pentecoste è inghirlandata da un tripudio di fiori ed erbe in cui oltre la rosa si distingue la peonia, la caltha, il botton d'oro, la mandragora e il viburno opulus che popolarmente viene chiamato palla di neve, oppiono o pallone di maggio per la forma sferica e per il colore bianco dei suoi fiori; come simbolo che consacra i trionfi possiamo incontrarlo nella Casa del bracciale d'oro di Pompei in uno splendido affresco romano risalente alla prima metà del I secolo d.C.
Viburno - Affresco romano della Casa del bracciale d'oro di Pompei - Prima metà del I secolo d. C. - Particolare
Il viburno deriva il suo nome dal verbo latino vĭĕo vĭes, vietum, vĭēre - intrecciare, legare, per la peculiare flessibilità dei suoi rami che si prestano a essere lavorati in intreccio o a essere usati come scudisci. Si distingue in circa 200 specie e appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae; Adoxaceae per l' AGP( Gruppo Filogenetica molecolare delle Angiosperme ).
Nel Dizionario universale economico rustico del 1797 viene descritto così:
" Viburno, lat. Viburnum, fr. Viorne. La clematide, la catuara, la brionia ed altre piante delle quali si è parlato ai propri articoli, si hanno presso di alcuni usurpato il nome di viburno. Ciò non ostante il vero viburno è un arboscello che nasce tra le siepi e nei luoghi sassosi ed incolti colla radice stesa per ogni parte a fiore di terra c s’innalza fino a 6 o 7 braccia con un tronco fungoso c picn di midolla, circondato da molte vermene bianchiccie al di fuori, grosse come il dito e lunghe circa un braccio e mezzo. Le sue foglia somigliano a quelle dell’ olmo, ma sono vellutate da ambe le faccie, opposte, larghe, ovali, crasse, finamente dentate, con nervi rilevati al di sotto ed incavati al di sopra, quasi bianche mentre sono in vigore e rossiccie quando stanno per cadere. Dalle cime dei rami vengon fuori di giugno delle masse di piccoli fiori bianchi, di un odore quasi simile a quei del sambuco: ciascheduno di essi ha la corolla di un solo pezzo, ma divisa nel contorno in 5 parti, con 5 stami terminanti in apice rotondo; ed il calice si cambia in un frutto molle, quasi ovoidale, verde, poi rosso e finalmente nero nella sua maturità, cioè nell’autunno, di un sapore spiacevole , dolciccio , stitico e viscoso; e contiene un seme della stessa figura , ma schiacciato, largo, duro e scannellato. Questo arboscello quando è fiorito riesce grato alla vista , onde trova luogo opportuno fra i deliziosi boschetti e per i suoi frutti agli uccelli gratissimi si colloca nei luoghi destinati alla caccia. Questi nella Svizzera servono a far inchiostro. In olirci suoi rami gentili c pieghevoli porgono materia adattata alla tessitura dei canestri ... "
Viburno opulus
" ... Che tu ponga coi rovi io non consento
L'appio odoralo, onor delle ghirlande,
Ed il viburno umil col salcio lento ... "
Idilii
1817
Luigi Ciampolini
Il viburno opulus con i suoi rami grigi e lisci, con le sue foglie verdi nella parte superiore e chiare in quella inferiore, trilobate a margine seghettato e con i suoi bianchi fiori sferici che sbocciano tra aprile e maggio e maturano in drupe rosse; il viburno lantana con i suoi rami cadenti, gialli in gioventù che a maturità virano verso il rosa e in vecchiaia verso il grigio e il bruno, con le sue foglie lanceolate, dentellate, semplici e opposte, reticolate e pelose, con i suoi fiori profumati a forma di ombrello che sbocciano tra aprile e maggio e maturano in drupe ovali inizialmente verdi che volgono poi al rosso e infine al nero; e il viburnum prunifolium tipico del Nord America con i suoi rami rossi e lisci in gioventù, verdi in maturità e marrone scuro e rugosi in vecchiaia, con le sue foglie ovate, opposte a margine seghettato, verdi in primavera e rosse in autunno, con i suoi fiori bianco crema tondi e piuttosto appiattiti che sbocciano tra aprile e maggio, che non profumano e maturano in drupe ellittiche, inizialmente rosa che volge al blu scuro in maturità; offrono le loro proprieta medicinali alla fitoterpia. Contengono salicina che ha proprietà antidolorifiche, antinfiammatorie e antipiretiche.
La corteccia verde contiene: acido formico e valerianico, acido salicilico in piccole quantità, acqua, alcaloide amorfo in piccole quantità, amido, ceneri, destrina, eptacosano, fitosterolina, olio grasso con acido acetico, caprifico, capronico, formico, linoleico, miristico, oleico e palmitico; pentosano, potassio, protidi, saccarosio, sitosterina, tannino e resina acida da cui, attraverso la saponificazione, si ottiene acido valerianico.
La corteccia secca contiene: olio volatile e viburnina.
L' azione sedativa del viburno riduce gli spasmi delle allergie, dell'asma, della bronchite, della dispnea e di altre forme di disagio respiratorio e migliora la capacità polmonare. Riequilibra le funzioni della tiroide; è utilizzato per calmare il sistema nervoso, per i disturbi ginecologici come la dimenorrea o per alleviare i dolori del parto, è utilizzato anche per disturbi gastointestinali come la gastrite, le coliche e la diarrea. L'uso esterno in forma di impacchi per il trattamento dell'alopecia, dei duroni dei foruncoli e delle ulcere.
Sottolineo che questa pianta medicinale contiene dei PRINCIPI TOSSICI e va usata esclusivamente sotto prescrizione medica.
Viburno opulus
La canzone più famosa del panorama russo scritta nel 1860 dal compositore Ivan Petrovič Larënov per una rappresentazione teatrale tenutasi nella città di Saratov è Kalinka, nome che indica proprio il viburno:
O viburno rosso di casa mia,
dove in giardino fioriscono i lamponi.
Ah, sotto i pini, a sotto il verde,
E voi fate piano
Ah, ljuli, ljuli, ah, ljuli, ljuli
E voi fate piano
O viburno rosso di casa mia,
dove in giardino fioriscono i lamponi.
Ah, il piccolo pino verde,
Non stormire sopra di me!
Ah, ljuli, ljuli, ah, ljuli, ljuli
Non stormire sopra di me!
O viburno rosso di casa mia,
dove in giardino fioriscono i lamponi.
Ah, bella ragazza di cuore,
Amami invece!
Ah, ljuli, ljuli, ah, ljuli, ljuli
Amami invece!
O viburno rosso di casa mia,
dove in giardino fioriscono i lamponi.
Una leggenda boema racconta la storia del giovane Lucindo che vuole diventare re. Per inseguire il suo sogno intraprende un viaggio insieme a un monaco ebreo in pellegrinaggio. Lungo il cammino Lucindo costruisce la tomba per dei defunti non seppelliti ponendo fine al tormento della loro anima; per ringraziarlo gli spiriti fanno sbocciare sulla tomba dei fiori bianchi di viburno e un pettirosso spiega al ragazzo che si tratta di una pianta che rende invincibili. Raggiunto un regno governato da 12 saggi, Lucindo, forte dell' invulnerabilità acquisita, si offre per affrontare il drago dalle 10 teste che ogni anno chiede in sacrificio 10 fanciulli; con un semplice bastone Lucindo riesce a decapitare tutte le teste del drago e viene acclamato dal popolo che lo elegge re. Da allora, re Lucindo insieme al monaco ebreo diventato suo consigliere e amico prende le decisioni che riguardano il regno passeggiando nel giardino in cui una distesa cespugliosa di viburno dona loro una fioritura di nuvole bianche in primavera e di bacche vermiglie in autunno.
" ... E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari ... "
Il gelsomino notturno
Giovanni Pascoli -
Pubblicata inizialmente nel luglio del 1901 in un opuscolo
e successivamente nel 1903 nei Canti di Castelvecchio
Nel linguaggio dei fiori il viburno vuol dire muoio se mi trascuri e nel folclore se un pezzo della sua corteccia viene portata con sé, o se viene macerata in soluzione alcolica per poi essere strofinata sul corpo o sulle mani, assume il potere di protezione in ogni situazione o di amuleto porta fortuna nel gioco.
Un rametto odoroso può, infine, andare a comporre il mazzetto delle sette o nove erbe di san Giovanni, entrambi i numeri sono sacri.
N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.
Buona Pentecoste!
Buona domenica di Pentecoste anche a te,Sciarada.Sempre interessanti e stimolanti i tuoi post.
RispondiEliminaInteressanti notizie approfondite e precise magistralmente raccontate ed abbellite da splendide immagini
RispondiEliminaUn caro saluto
Giorgio