Nel 1897 sul IX fascicolo della rivista illustrata Natura ed Arte viene pubblicato un simpatico articolo sul Pesce d'Aprile, eccolo qui per voi.
Il pesce d'Aprile, scrisse qualcuno, è un avanzo... di civiltà! Verissimo; il buonumore d'una razza è in proporzione del suo incivilimento; e l'istituzione del pesce, che, a quanto pare, ci viene dai Romani*, basterebbe a provare che i Romani furono il primo popolo del mondo. Anche adesso, vedete, il paese più colto, più elegante, più raffinato d'Europa è la Francia, l'alma mater delle pochades e dei calembours, la nazione che ride e fa ridere di più.
Il pesce va, dunque, perfettamente d'accordo col progresso; col cinematografo e la bicicletta, il simbolismo e i raggi di Roentgen. La più complicata e squisita intelligenza dei nostri tempi, il 1.º Aprile, può, senza rossore, gratificarsi dell'innocente voluttà di mistificare il prossimo. D'altra parte, la superiorità d'un individuo s'afferma ugualmente con la scelta e l'esecuzione del pesce. Tutto sta nel trovare la nota nuova, nel saperla svolgere con abilità e sopratutto nella scelta della vittima. Mandare in dono ad un amico venti bottiglie di Barolo... da fontana, è roba decrepita: ma, se l'amico non beve vino, ecco che il pesce si presenta sotto una luce nuova. Perché l'amico, nella sua qualità di astemio, non sapendo che farsene delle bottiglie, si affretta a regalarle ad un altro, al suo capo-ufficio, al principale, al colonnello, a qualcuno insomma, che tiene a propiziarsi e che viceversa gli vota, dopo quel fatto, un odio mortale.
Un signore di mia conoscenza, ne aveva trovata una originalissima: quella di fingersi lui stesso vittima di un pesce d'Aprile! Sembra un paradosso ed è un'idea semplicemente geniale. Figuratevi un momento d'essere critico drammatico o direttore d'un teatro e di ricevere, il 1.º Aprile, da un vecchio e rispettabile signore la seguente lettera:
« Gentilissimo amico,
La ringrazio infinitamente della gentile offerta che mi fa d'una chiave di palco, all'Arena, offerta che accetto con molto piacere, anche perchè la mia signora desiderava da un pezzo di sentire il dramma che si rappresenta questa sera. Sembra proprio che lei lo abbia indovinato. Mi creda intanto, ecc . ecc.»
Voi sorridete, naturalmente, e pensate subito: Poveretto! Gliel'hanno fatta, è un pesce d'aprile. Ma che idea!... Ad una persona di riguardo... Bisogna mandargliela questa chiave di palco; non vorrei mica fargli credere che la burla gliel'abbia fatta io! E mandate la chiave, senza supporre un sol momento che il pesce siete voi che lo prendete.
Un altro anno, questa medesima persona di riguardo, ve la vedete capitare in casa all'ora del pranzo in abito nero e bouquet di violette.
- Signora ... Carissimo ... come si va? Sono forse un po' in ritardo, ma ho ricevuto il vostro biglietto alle quattro... Questo servizio postale è un abominio! ...
Voi (imbarazzato).
Non ne parliamo! ... Alle quattro, neh? Pare incredibile!... (a parte) Che diavolo gli hanno scritto?
LUI (sedendo).
Dunque, i miei auguri, non sapevo proprio, che oggi ricorresse il compleanno della signora...
Voi (stupefatto, a parte).
Il compleanno?! ...
Lui (sorridendo, a vostra moglie).
Non le domanderò quanti anni compie, sa... ah no. Ma glie lo strapperemo di bocca, non è vero? a tavola..! la faremo bere... e in vino veritas!
Voi ( che incominciate a capire).
Sicuro! ... come dice il proverbio! (a parte) Ma guarda un po' che razza di scherzi... come si fa a rimandarlo, adesso?
LA CAMERIERA (dal fondo, annunciando).
La signora è servita!
Lui (senza darvi il tempo di parlare).
Ah ! tanto meglio... vi confesso che ho una fame da cannibale! (offrendo il braccio a vostra moglie) Vogliamo... le passa nella sala da pranzo).
Segue il pranzo. Conversazione brillantissima da parte dell'amico che alle frutta improvvisa un brindisi in versi martelliani, rinnovando i suoi anguri alla signora. Voi che avete finito per pigliarvela allegramente, vi decidete allora a venire in chiaro della faccenda e domandate con un sorriso:
Dunque il mio biglietto d'invito...
Lui.
Mi è giunto alle quattro. Ho avuto appena il tempo...
Voi.
Ma, non vi è balenato il sospetto che non fosse mio e che si trattasse d'un pesce d'aprile?
LUI (sorpreso).
Un pesce?... Non capisco... non è la vostra calligrafia questa? (cava il biglietto di tasca e re lo porge).
Voi.
Ma che ! ... (La signora si smascella dal ridere ).
Lui (tranquillamente, intascandolo).
Allora è ... la mia !
Non tutti, s'intende, raggiungono queste altezze. I più s'attengono sempre alle vecchie mistificazioni classiche; il falso appuntamento, la lettera d'amore apocrifa, ecc. ecc. Un mio zio, tra gli altri, s'è mantenuto fedele fino alla morte all'abitudine di mandare in dono a tutti i suoi amici, il 1.º Aprile, una scatola di confetti... al calomelano. Come è naturale, finì che nessuno ci cascava più e gli amici conservavano religiosamente i confetti, per quando ne avessero avuto bisogno! Questo disgraziato soffriva, del resto, di una vera itiomania (da ictos: pesce!) L'invio dei confetti non era che una delle sue imprese; oltre della quale, egli non ne perpetrava meno di altre diciannove all'anno. Gli ultimi giorni di Marzo, rappresentavano per lui un periodo di attività febbrile: spediva ritratti, pacchi postali, colli ferroviari, falsificava scritture, compulsava guide, corrompeva portinai, cameriere, vetturini, si truccava, si radeva i baffi, si travestiva da inglese, da prete, da usciere. E mai, intendete bene, mai, riusciva uno solo dei suoi pesci d'Aprile. Le più sapienti combinazioni, i piani più complicati, le piú infernali astuzie non gli valsero mai a darla a bere a nessuuo. C'era sempre un dettaglio, un particolare, una sfumatura che destava il sospetto e determinava il fiasco. Ma lui, tenace, s'ostinava. Fin dalle prime ore del 1.º lo si vedeva traversare la città come una saetta. Se gli si chiedeva allora: Dove vai? lo vedevate arrestarsi di botto e mormorarvi al l'orecchio:
- Alle undici ho un appuntamento coi padrini di B...
- Lo hai sfidato?!
- Mai più! Ho finto di sfidarlo in nome di C...
- E C...?
- C... lo mando alla stazione. Gli ho fatto telegrafare da Lugano che arrivava sua moglie.
- Ma la moglie?...
- Riceverà domani una lettera del marito: è al capezzale del cugino D... che ha tentato di avvelenarsi...
- Purchè D...
- L'ho invitato per questa sera a leggere la sua commedia in casa di E... che a mezzogiorno mando ad arrestare e conduco nel manicomio del dottor F...
- Ma se il dottor F. lo esamina?...
- Impossibile! A quell'ora sarà troppo occupato lui stesso: all'una gli spedisco i becchini e il carro funebre!
E se ne andava, sudato, ansante, sbuffando, inseguendo il tramwai. Due ore dopo lo scoprivate seduto in un caffè ed occupato a mandar giù, in fretta, un caffè all'uovo.
- Bravo, sei tu!... Hai letta la Nazione? Un'idea superba! Ho fatto annunziare che F... il dentista, tiene una conferenza, stasera, sulla letteratura persiana! Vedrai che cappello mi piglia quell'uomo. Corpo!... Le undici... scappo. Vado al Gambrinus a ordinare per conto di G. un pranzo di 20 coperti. Di', grandiosa questa?! Dieci bottiglie di Sciampagna e una dozzina d'ostriche a persona! Verso le quattro lo coglievate sulla porta del Duomo. Se sapessi! Una trovata diabolica! Ci sarà ancora il curato a quest'ora? Vorrei pregarlo di far subito le pubblicazioni del matrimonio di H ... Si sposa? Che! Figurati: ha scoperto che la fidanzata ha una che lo hanno messo alla porta. Ah! ecco il parroco... E così fino alla sera, finchè al tocco si decideva ad andarsene a letto, rauco, spossato, demolito. Il giorno dopo il bilancio della vigilia era presto fatto; al passivo: molte centinaia di lire, una costipazione e due o tre querele; all'attivo: zero. I padrini di B. erano mancati, C. s'era guardato bene dal recarsi alla stazione, E... aveva fatto arrestare sul serio le due finte guardie andate ad arrestarlo, al Gambrinus avevano preteso il pagamento anticipato del pranzo ed il parroco, essendo zio della ragazza dalla gamba di legno era piombato sull'infelice, a colpi di ombrello. Il mio povero zio morì, per un caso singolare, giusto il 1.° d'Aprile. La mattina stava benissimo e come il solito aveva tentato centinaia di pesci, tutti, naturalmente andati a male. Tra gli altri uno al suo miglior amico, un medico, al quale s'era dilettato di scrivere un biglietto, pregandolo di accorrere subito: «Sono gravemente infermo: temo di non giungere a domani». La sera a pranzo, rotolò improvvisamente per terra, con un'apoplessia. Lo misero a letto e mentre si disponevano a correre in cerca di soccorso, il dottore giunse. Egli spalancò gli occhi stupefatto, un lampo di gioia gli illuminò lo sguardo e mormoró con entusiasmo: Finalmente, e riuscito! Due ore dopo moriva. Forse di gioia.
E si conclude con una barzelletta
Per finire.
Si discute, tra amici, sul fiasco d'un tenore:
- Ritenete, ci hanno dato un falso N..... Siamo al 1.° d'Aprile,
- si tratta d'un pesce. Si tratta d'un cane!
Un terzo (conciliante) - Ma si, d'un pesce... cane!
TRUFFALDINO.
Romani* = La tesi sostenuta dall'autore dell'articolo sull'origine romana del Pesce d'Aprile è solo una delle tante ipotesi interpretative esistenti; in realtà non sappiamo nulla su come nasca questa ricorrenza.
Leonard Norman Primiano ci spiega che:
" Il primo giorno di aprile, noto come Pesce d’aprile, è tradizionalmente caratterizzato dall’abitudine di fare scherzi (di solito ad amici) e di impegnarsi in attività frivole. Rimane una delle poche feste primaverili dell’Europa cristiana indipendente dalla ricorrenza della Pasqua. Il Pesce d’aprile non va confuso con la Festa dei Folli, la farsesca ricorrenza medievale in cui si inscenavano capovolgimenti gerarchici e parodie della Chiesa ufficiale da parte di officianti di basso rango di cattedrali ed altre persone (calendarizzata in prossimità, o il giorno stesso, della Festa della circoncisione, il primo gennaio). L’essenza delle attività del Pesce d’aprile è comunque legata a questo tipo di eventi derisori, di tanto in tanto concessi da parte del potere. Le reali origini delle pratiche del Pesce d’aprile e il loro rapporto con il primo aprile sono sconosciute. La data e le tradizioni sembrerebbero riflettere alcune delle caratteristiche festive di celebrazioni religiose non cristiane, quali le Hilaria dell’antica Roma (25 marzo) e la festa di Holī dell’India (che termina il 31 marzo). A determinare il periodo dell’anno e la persistenza delle abitudini del Pesce d’aprile potrebbero avere contribuito celebrazioni tradizionali connesse con l’equinozio invernale e con l’arrivo della primavera nell’emisfero settentrionale, complice il tempo atmosferico allegro e spesso volubile della stagione.
Il significato del Pesce d’aprile è stato interpretato a livello popolare in svariate maniere. La data festiva è stata vista come commemorazione dei vagabondaggi da luogo a luogo del corvo e della colomba che Noè inviò dall’arca alla ricerca di terra dopo il diluvio biblico. Oppure la si è considerata una rievocazione irriverente del trasferimento di Gesù dalla giurisdizione di un personaggio politico o religioso a quella di un altro nelle ore immediatamente precedenti la crocifissione. In entrambi i casi si credeva che gli eventi fossero accaduti verso il primo giorno di aprile. Una affascinante spiegazione delle tradizioni del Pesce d’aprile in Francia riguarda la confusione sul cambiamento della data per la celebrazione del Nuovo Anno. Per chi considerava il 25 marzo come inizio dell’anno (nell’Europa medievale vi erano numerose divergenti date per celebrare l’evento) gli otto giorni di celebrazioni culminavano in corrispondenza del primo giorno di aprile. Quando, nel 1564, Carlo IX fissò al primo gennaio l’inizio dell’anno, non tutti accettarono la novità e molti non riuscivano a ricordarsi la nuova data. Tale confusione portò all’abitudine di scambiarsi falsi auguri in occasione del primo dell’anno del vecchio calendario (primo aprile), nonché di mandare falsi doni, come scherzo, a coloro i quali si aspettavano la festa tradizionalmente osservata in quella data. Alcuni studiosi credono che ben presto vennero associati a quel giorno ogni sorta di scherzi. Da ciò deriverebbe l’espressione poisson d’avril, «Pesce d’aprile», adoperata per descrivere la sprovveduta vittima di burle della festa.
Le tradizioni del Pesce d’aprile, note e praticate in molti Paesi europei, vennero introdotte da coloni inglesi negli Stati Uniti d’America. Negli Stati Uniti chiunque, quale che sia la sua età e la sua posizione sociale, può essere il Pesce d’aprile. La tradizione, tuttavia, esige che gli scherzi abbiano luogo soltanto durante le dodici ore dalla mezzanotte a mezzogiorno (con il resto della giornata consacrato, senza dubbio, alle scuse). La pratica è ormai di solito limitata ai bambini, benché vi siano adulti che continuino a fare semplici scherzi o a escogitare sofisticate beffe a danno di persone ignare o dimentiche della ricorrenza. "
e aggiunge:
" In tema di Pesce d’aprile è stato prodotto poco di scientificamente valido ... "
Lieto Pesce d'Aprile!
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