Allo scoccare della mezzanotte 16 rintocchi della campana di bordo, otto per salutare l'anno vecchio e 8 per abbracciare l'anno nuovo. Salpiamo su un veliero magico che tra scoperte archeologiche e pagine di libri ci condurrà da oriente a occidente in un viaggio che attraversa il tempo e che ci farà ascoltare quei suoni che attivano il senso dell'udito, portatori convenzionali di significato, linguaggio codificato di comunicazione condiviso, voce degli eventi fausti, infausti, sacri e profani che raccontano la vita degli uomini.
Amerigo Vespucci
Le prime tracce documentate di un campanello si trovano nella Babilonia del I° millennio a.C. dove attraverso la fusione del rame e dello stagno praticata dagli assiri si realizzano i bronzi che suonano.
Leggendo il libro Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe scopriamo che il re Salomone vissuto tra il 974 e il 937 a.C. fa decorare con innumerevoli campane d'oro il tetto del suo tempio per allontanare gli uccelli mentre seguendo l'archeologo Austen Henry Layard troviamo otto campanelli fusi in un calderone di rame nell'antica città di Nimrud fondata nell' 880 a.C. e distrutta nel 610 a.C.
In Cina, nell'VIII secolo a.C. incontriamo: le chung, le prime campane senza battaglio e di dimensioni notevoli che vengono percosse con un palo di legno posto in orizzontale, e nel V secolo a.C. ben 65 campane capaci di produrre due suoni diversi.
In Giappone, in India e anche in Egitto nelle cerimonie che si celebrano nei templi si indossano cavigliere formate da campanelli.
Condividiamo ora la nostra visita in oriente con chi ci ha vissuto:
In Cina, nell'VIII secolo a.C. incontriamo: le chung, le prime campane senza battaglio e di dimensioni notevoli che vengono percosse con un palo di legno posto in orizzontale, e nel V secolo a.C. ben 65 campane capaci di produrre due suoni diversi.
In Giappone, in India e anche in Egitto nelle cerimonie che si celebrano nei templi si indossano cavigliere formate da campanelli.
Condividiamo ora la nostra visita in oriente con chi ci ha vissuto:
Nella terra àe molt[i] palagi; e nel mezzo n’àe uno ov’è suso una campana molto grande che suona la sera 3 volte, che niuno non puote andare poscia per la terra sanza grande bisogna, de femmina che partorisse o per alcuno malato.
Ancora d'uno palagio del nipote
Milione - Capitolo 84
Marco Polo - Rustichello da Pisa
Marco Polo - Rustichello da Pisa
1298
Sulla scia del sole che si alza in cielo siamo pronti a seguire la via dell' occidente, qui porgiamo uno sguardo al 500 a.C. su alcuni campanelli in rame per slitta trovati nelle tombe pre-incaiche del Perù per poi spostarlo sul VII secolo a.C. con il ritrovamento di campanelli bronzei nei pressi di Sparta.
In Grecia dove le campane si chiamano " còdon " in un' accezione metaforica che si riferisce al fiore del papavero, le notizie su di esse ci arrivano attraverso
Eschilo 525-456 a.C.
Euripide 484-487 a.C .
Tucidide 455-404 a.C.
Arisofane 450-385 a.C.
" -Trigeo: Versa un po' di piombo nella campana, infila una bacchetta lunga e diritta nell'imboccatura, e ti diventa un còttabo* perfetto... "
còttabo* = Gioco che consisteva nel lanciare le gocce di vino rimaste dentro il bicchiere contro dei vasi che galleggiavano in un recipiente pieno d'acqua, si potevano trarre presagi d'amore dalla forma che le gocce lasciavano sul vaso e chi ne colpiva il maggior numero era il vincitore che portava a casa dolci, farina, uova, ecc.
La pace parte terza
Aristofane
Strabone 60/64 a.C.-21/24 d.C.
Plutarco 46/48-125 d.C.
Plutarco 46/48-125 d.C.
A Roma, le campane vengono usate per far alzare gli schiavi, per annunciare l'apertura delle terme e i passaggi dei cortei sacri, si chiamano " tintinnabulum " in un' accezione onomatopeica, e gli autori che ci parlano di loro sono:
Tibullo 54-19 a.C.
Ovidio 43 a.C.-17 d.C.
Manilio I sec. d.C.
Plinio il Vecchio 23-79 d.C. che nel testo che segue ci introduce nell'immaginario di una possibile origine etimologica del termine campana
Tibullo 54-19 a.C.
Ovidio 43 a.C.-17 d.C.
Manilio I sec. d.C.
Plinio il Vecchio 23-79 d.C. che nel testo che segue ci introduce nell'immaginario di una possibile origine etimologica del termine campana
" In reliquis generibus palma Campano perhibetur, utensilibus vasis probatissimo -Tra i vari tipi di bronzo la palma spetta a quello campano, adattissimo per gli utensili domestici "
Naturalis historia
1. XXXIV, cap. 20
1. XXXIV, cap. 20
Plinio il Vecchio
Marziale 38/41-104 d.C.
Nel III secolo, nella Storia romana di Cassio Dione si legge che nell’anno 22 a.C. la statua di Giove tonante sul Campidoglio viene accessoriata con una campana per volere dell' imperatore Ottaviano Augusto.
Abbracciamo adesso il Cristianesimo per addentrarci nell'incerta etimologia del termine campana che in origine sembra si chiamasse " nolanae ", era incastonata, secondo la tradizione, dal 420 d.C. in un campanile chiamato " nolarium " da cui deriverebbe " torre nolare" ; artefice della sua diffusione sarebbe stato san Paolino che voleva scandire i tempi canonici delle funzioni religiose; nell' VIII secolo il campanile diviene una consuetudine affermata nelle chiese e nel corso del tempo si aggiunge una seconda campana più grande chiamata " vasa campana - vaso della Campania " probabilmente perché come già detto da Plinio il Vecchio da questa regione provenie il miglior bronzo per costruire questo strumento. Il suono coordinato e alternato che ne deriva viene definito " a doppio " .
Questo sostiene Honorius Augustodunensis nel XII secolo:
" Haec vasa primumu in Nola Campaniae sunt reperta, Unde sic dicta, majora quippe vasa dictunur campana, a Campaniae regione; minora Nolae e civitate Nola Campaniae
Questi vasi vennero dapprima scoperti a Nola della Campania, per cui hanno questo nome, infatti i vasi più grandi vengono chiamati campani dalla regione Campania, quelli più piccoli Nole dalla città di Nola in Campania
Gemma animae
Honorius Augustodunensis
L'ipotesi di Honorius Augustodunensis non è condivisa però da Giovanni di Garlandia che nel XIII secolo spiega:
" Campane dicuntur a rusticis qui habitant in campis, qui nesciant judicare horas nisi per campanas
Le campane prendono il nome dai contadini che abitano in campagna, i quali non saprebbero che ore sono se non tramite le campane "
Dictionarus
Giovanni di Garlandia
Nel XVI secolo Luigi Pulci ci ricorda il suono a doppio delle campane:
" ... Morgante non poté più sofferire
e disse a Carlo:- O imperadore, io scoppio
s’io no lo fo con le mie man morire.
Lascia ch’i’ suoni col mio battaglio a doppio:
col primo colpo il farò sbalordire
che ti parrà ch’egli abbia beuto oppio. -
Carlo risponde, ma non era inteso,
tanto ognuno era di furore acceso... "
Morgante maggiore,
Cantare X - Ottava 147
Cantare X - Ottava 147
- Luigi Pulci
All' VIII - IX secolo d.C. apparterrebbe il primo reperto archeologico italiano di una piccola campana in bronzo ritrovata a Canino presso Viterbo; chi costruisce i bronzi suonanti si sposta lì dove c' è una chiesa in costruzione e sul luogo con gesti rituali, che cercano il giusto dosaggio per un risultato perfetto, fonde il rame con lo stagno che rende squillante il suono della campana e aggiunge anche l'oro donato dalla popolazione in segno di buon auspicio e di partecipazione; su di essa vengono incisi il nome del costruttore, l'anno di produzione e su richiesta dediche, motti in latino e stemmi distintivi, così dopo esser stata benedetta è pronta per assolvere i suoi compiti tra i quali c'è appunto la scansione del tempo che indica le ore canoniche di preghiera ...
Campana di Canino
VIII - IX secolo d.C.
Museo Pio Cristiano - Città del Vaticano - Roma
" Più ancora per esigenze pratiche che per ragioni teologiche, che d’altronde ne sono alla base, il tempo concerto della Chiesa è, adattato dall’antichità, il tempo dei chierici, ritmato dagli uffici religiosi, alle campane che li annunciano, eventualmente indicato dalle meridiane, imprecise e mutevoli, misurato talvolta dalle clessidre grossolane... "
Tempo della Chiesa e tempo del mercante
Jacques Le Goff
1977
... che seguono La regola di San Benedetto del 540
" Secondo che dice il Profeta: Sette volte al dì io ho detto le tue Lodi; così noi adempiremo questo sacro numero settenario, se renderemo a Dio il debito della nostra servitù al tempo del Mattutino*, di Prima*, Terza*, Sesta*, Nona*, Vespero* e Compieta*: perocché di queste ore diurne dice il Profeta: Sette volte al di io ho detto le tue lodi. — Ed anche della veglia notturna il Profeta dice il medesimo: Io mi levava a mezza notte per celebrarti. — Adunque rendiamo lode al nostro Creatore per i suoi giustissimi giudizii in questi tempi diversi; cioè, al Mattino, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e a Compieta; e di notte alziamoci a magnificarlo. "
Mattutino* = Ore 3.00 chiamato orthos nella Chiesa d'oriente
Prima* = Ore 6.00
Terza* = Ore 9.00
Sesta* = Ore 12.00
Nona* = Ore 15.00
Vespri* = Tramonto
Compieta* = Prima di coricarsi
Come si abbiano a regolare gli officii divini nel giorno - Capitolo 16
La regola di san Benedetto
San Benedetto da Norcia
" ... Intanto era calata la notte profonda, la luna piena splendeva sul più limpido cielo illuminando lo splendido anfiteatro dei monti. Gli alberi inondati di luce, le nere ombre delle rupi, i vapori luminosi che salivano dalle vallate, il terribile silenzio interrotto dal malinconico grido dell'upupa, il grosso gufo della montagna e il sordo mormorio del Cosa*, tuttociò pareva circondare il monastero di un influsso magico. A mezzanotte mi destò il suono della campana - suonavano il mattutino - sapevo che a quel suono un frate, l'excitator, andava di cella in cella a destare i monaci. Essi recitano i primi quattro salmi penitenziali, poi vanno in chiesa dove rimangono tre ore a cantar mattutino. Tornati nelle loro celle seguitano ancora la preghiera, indi è loro concesso un breve sonno per riposarsi: è così avanti una notte dopo l'altra. Ascoltai i rintocchi della campana, che parevano risuonare strani e fantastici nell'aria, e sarei sceso volentieri in chiesa se non avessi temuto di turbare le preghiere di quei santi uomini. Mi addormentai al suono dei loro canti e appena spuntò il giorno la mia guida venne a bussare alla porta della mia cella, per avvertirmi che era l'ora di partire per Veroli..."
Cosa* = Fiume del Lazio
Passeggiate per l'Italia
Ferdinand Gregorovius
Impossibile tralasciare il riferimento alle campane del nostro Dante Alighieri nel XIV secolo:
" ... Era già l’ora che volge al disio
ai navicanti e ‘ntenerisce il core
Io dì c’han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more... "
ai navicanti e ‘ntenerisce il core
Io dì c’han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more... "
Purgatorio - VIII, 1-6
Dante Alighieri
Dante Alighieri
" ... Indi, come l’orologio che ne chiami
nell’ora che la sposa di Dio surge
a mattinar lo sposo perché l’ami,
che l’una parte e l’altra tira e urge,
tin tin sonando con sì dolce nota,
che ‘l ben disposto spirto d’amor turge ... "
nell’ora che la sposa di Dio surge
a mattinar lo sposo perché l’ami,
che l’una parte e l’altra tira e urge,
tin tin sonando con sì dolce nota,
che ‘l ben disposto spirto d’amor turge ... "
Paradiso - X, 139-144
Dante Alighieri
Dante Alighieri
Il nostro veliero magico vira per navigare nelle acque dell'epoca d'oro dei velieri tra il XVII e la metà del XIX secolo.
Il nostromo di guardia per scandire lo scorrere del tempo voltando una clessidra a sabbia batte due rintocchi di campana ogni mezz'ora e ogni quattro ore, alle ore 4.00 - alle 8.00 - alle 12.00 - alle 16.00 - alle 20.00 e a mezzanotte, batte otto rintocchi per il cambio della guardia delle due vedette di prora e delle due di poppa e sul ponte di coperta viene pronunciata la classica frase il cui eco si diffonde anche per le vie delle città portuali: " E' mezzanotte e tutto va bene ". Otto rintocchi indicano quindi il cambiamento e sono battuti anche per salutare in maniera definitiva un marinaio.
" - Sceriffo di Nottingham: "Tonto come faccio a dormire con te che strilli tutto va bene tutto il tempo? "
Robin Hood
Film Disney
1973
Ed eccoci giunti lì da dove siamo partiti, dai sedici rintocchi che la tradizione marinara batte a cavallo della mezzanotte tra il 31 dicembre e l'1 gennaio per salutare l'anno vecchio e abbracciare quello nuovo.
" ... - Francesco: Puntuale.
Mezzanotte è battuta proprio adesso.
- Bernardo: Va' a letto, va'.
- Francesco: Ti ringrazio del cambio.
Fa' un freddo cane, rigido, pungente, da fare male al cuore... "
Amleto
Atto I - Scena I
William Shakespeare
1600 - 1602
Mentre il nostro veliero solca i mari dell' epoca d'oro, sulla terra ferma si parla ancora di campane...
" … C'era in fatti quel brulichio, quel ronzio che si sente in un villaggio, sulla sera, e che, dopo pochi momenti, dà luogo alla quiete solenne della notte. Le donne venivano dal campo, portandosi in collo i bambini, e tenendo per mano i ragazzi più grandini. ai quali facevan dire le divozioni della sera; venivan gli uomini, con le vanghe, e con le zappe sulle spalle. All'aprirsi degli usci, si vedevan luccicare qua e là i fuochi accesi per le povere cene: si sentiva nella strada barattare i saluti, e qualche parola, sulla scarsità della raccolta e sulla miseria dell'annata.; e più delle parole, si sentivano i tocchi misurati e sonori della campana, cha annunziava il fine del giorno … "
I promessi sposi cap. VII
Alessandro Manzoni
1827- 1840/41
1827- 1840/41
" ... quantunque mezzo tra 'l sonno, e più che mezzo sbigottito, trovò su due piedi un espediente per dar più aiuto di quello che gli si chiedeva, senza mettersi lui nel tafferuglio, quale si fosse. Dà di piglio alle brache, che teneva sul letto; se le caccia sotto il braccio, come un cappello di gala, e giù balzelloni per una scaletta di legno; corre al campanile, afferra la corda della più grossa di due campanette che c'erano, e suona a martello.
Ton, ton, ton, ton: i contadini balzano a sedere sul letto; i giovinetti sdraiati sul fenile, tendon l'orecchio, si rizzano. - Cos'è? Cos'è? Campana a martello! fuoco? ladri? banditi? - Molte donne consigliano, pregano i mariti, di non moversi, di lasciar correre gli altri: alcuni s'alzano, e vanno alla finestra: i poltroni, come se si arrendessero alle preghiere, ritornan sotto: i più curiosi e più bravi scendono a prender le forche e gli schioppi, per correre al rumore: altri stanno a vedere ... "
I Promessi sposi - capitolo VIII
Alessandro Manzoni
1827- 1840/41
1827- 1840/41
" ... Nessuna cosa piú mirabile al mondo di quel lucido orizzonte che fugge all'occhio per mille tinte diverse sulle sponde del Tagliamento, quando il sole imporporando il proprio letto cambia in tremulo argento i molti fili d'acqua scorrente come rete per le vaste ghiaie del torrente; ed ogni sassolino ed ogni crespolo d'onda manda una luce tutta sua, come ogni stella ripete un nuovo chiarore nell'azzurro della notte; e le praterie s'allargano d'ognintorno come il cielo si profonda nell'alto; e lunge lunge si schierano illuminate dal tramonto le torri dei radi paeselli donde si parte un suono di campane cosí affiocato per la vastità e per la distanza, da sembrare un coro di voci né celesti né terrene, nel quale alle preghiere degli uomini si sposino arcanamente le benedizioni degli angeli ... "
Il Varmo novella paesana
Ippolito Nievo
1856
" ... Nella notte, sotto il diluvio, un uomo, come un pendolo impazzito e fradicio, esce di corsa dalla sua casa, si ferma in mezzo alla strada, insegue qualcosa nell'aria e nell'acqua tutt'intorno, poi torna precipitosamente dentro casa, e di nuovo corre fuori, e di nuovo si scaracolla in casa, e sembra che non la smetterà mai, come se fosse stregato dai rintocchi della campana che in quel momento violano il buio e si sciolgono nell'aria liquida dell'infinito acquazzone.
Undici rintocchi.
Uno sull'altro.
Lo stesso suono, per undici volte.
Ogni rintocco come se fosse l'unico.
Undici onde di suono.
E in mezzo un tempo innumerabile.
Undici.
Uno dopo l'altro.
Sassi di bronzo nell'acqua della notte.
Undici suoni impermeabili gettati nel marcio della notte.
Erano undici rintocchi, schioccati nel diluvio dalla campana che vigilava la notte ... "
Castelli di rabbia
Alessandro Baricco
1991
" ... Sentì un rintocco arrivargli, chissà quale.
Si alzò di scatto, ripartì di corsa per il corridoio, saltò in strada, nemmeno si fermò questa volta, correva addosso all'acqua e incontro a quel suono che la campana regolarmente gli sparò attraverso un muro d'acqua - l'imperturbabilità senza scampo di una campana - e lui ricominciò a gridare quella nota che non esisteva e virando la sua corsa dentro il fiume in piena dell'acquazzone tornò difilato dentro casa, scivolò nel fango del corridoio fino al Pleyel del 1808, legno chiaro venato da curve come nuvole, e ritmicamente urlando quella nota che non esisteva ritmicamente si mise a percuotere i tasti uno dopo l'altro, per estorcergli quello che proprio non avevano e cioé la nota che non esisteva ... "
Castelli di rabbia
Alessandro Baricco
1991
... ed io auguro di cuore a tutti voi un sereno 2016
Per ulteriori informazioni:
Rileggerò con calma. Intanto ti porgo i miei Auguri affettuosi. Grazie per l'accurata documentazione.
RispondiEliminaCara Sciarada, pure io per ora tu faccio tenti e tanti auguri sperando che il 2016 sia l'anno che ci porti un po di fortuna...
RispondiEliminaIL resto voglio leggerlo con calma, perché sono sicuro che sarà molto interessante.
Tomaso
Sciarada carissima,felice anno nuovo a te e ai tuoi cari!
RispondiEliminaTanti auguri di cuore.
Luci@
Fra un tintinnar di campanelli, auguro a te e ai tuoi cari un 2016 di gioie, felicità, amore.
RispondiEliminaUn caloroso abbraccio
enrico
Buon Anno cara Sciarada
RispondiEliminaQuante storie dietro una "campana", strumento a cui é sempre stato affidato il comptito di "annunciare"
Speriamo che le tante nostre "piccole" campane sian più rumorose della "grande" ... A dispetto dei proverbi.
Un grande abbraccio.
Desidero un anno buono, colmo d'emozioni e felicita per te Sciarada.
RispondiEliminaBuon 2016, Buona vita.
Grazie di cuore per la graditissima visita
Maurizio
Un grosso augurio di un sereno anno cara Sciarada...
RispondiEliminaBaci
Francesca
Uno splendido 2016 a te e ai tuoi cari, mia Diletta !
RispondiEliminaBaci
Un viaggio nella Storia, in civiltà antiche e nel nostro passato.
RispondiEliminaHo letto con il grande interesse di chi ripercorre conoscenze storiche e ne aggiunge altre nuove e preziose.
Un bellissimo e interessante racconto storico!
RispondiEliminaIn un abbraccio i miei auguri per un sereno 2016!
Beatris
シ
RispondiEliminaFeliz 2016!!!
All good things to you! ♩♫ه° ·.
❤ه° ·.
Che bello questo tuo excursus temporale tra i rintocchi di campane e campanelli, in occidente e in oriente, lontani e recenti. Sento il suono festoso delle campane che esce dal tuo blog e rallegra queste prime ore del 2016.
RispondiEliminaGrazie degli auguri che contraccambio molto banalmente con un Buon Anno!
Tanto di cappello per questo augurio originale che affonda le radici nella storia e nelle tradizioni, eccellente come sempre principessa.
RispondiEliminaTanto di cappello per questo augurio originale che affonda le radici nella storia e nelle tradizioni, eccellente come sempre principessa.
RispondiEliminaQuanto mi piace l'atmosfera che hai saputo creare, questo Capodanno e fantastico!!!
RispondiEliminaOh mamma, refuso: questo Capodanno è fantastico!!!
EliminaMi hanno detto che il suono delle campane porta bene, c'è chi si lamenta quando le sente al mattino ma sono meglio della sveglia
RispondiElimina