" ... vedemmo per la prima volta le rovine della Grande-Tebe, e sbarcammo a Luxor. E quivi da prima farò osservare che non si può formare che un'idea ben imperfetta della immensa estensione delle rovine di Tebe, anche secondo le descrizioni dei viaggiatori più esatti e più abili. Egli è assolutamente impossibile d'immaginarsi un quadro tanto imponente, senza averlo avuto sotto gli occhi, ed i più grandi modelli della nostra architettura moderna non basterebbono a farci comprendere quelle forme, nelle proporzioni, que' massi colossali.
Nello avvicinarmi alle rovine mi sembrava d'entrare in un'antica città di giganti, i quali avevano lasciati que'templi per dare alla posterità una prova della loro esistenza. Quelli lunghi propilei* decorati da due obelischi e da statue colossali, quella foresta di colonne enormi, quel gran numero di sale che circondano il santuario, que'begli ornamenti che ricuoprono da tutte le parti le mura e le colonne, descritti dal signor Hamilton; il tutto assieme forma un soggetto di stupore per l'europeo condotto nel mezzo di queste immense rovine, le quali al nord di Tebe dominano a guisa di vecchie torri un bosco di palme. Avanzi di templi, di colonne, di colossi, di sfingi, di facciate, di rovine d'architettura e di scultura senza numero ricuoprono il suolo a perdita di vista: la loro varietà infinita scoraggia il viaggiatore che ne vorrebbe descrivere l'insieme ... "
propilei* = colonnati antistanti le porte del tempio
Nello avvicinarmi alle rovine mi sembrava d'entrare in un'antica città di giganti, i quali avevano lasciati que'templi per dare alla posterità una prova della loro esistenza. Quelli lunghi propilei* decorati da due obelischi e da statue colossali, quella foresta di colonne enormi, quel gran numero di sale che circondano il santuario, que'begli ornamenti che ricuoprono da tutte le parti le mura e le colonne, descritti dal signor Hamilton; il tutto assieme forma un soggetto di stupore per l'europeo condotto nel mezzo di queste immense rovine, le quali al nord di Tebe dominano a guisa di vecchie torri un bosco di palme. Avanzi di templi, di colonne, di colossi, di sfingi, di facciate, di rovine d'architettura e di scultura senza numero ricuoprono il suolo a perdita di vista: la loro varietà infinita scoraggia il viaggiatore che ne vorrebbe descrivere l'insieme ... "
propilei* = colonnati antistanti le porte del tempio
Viaggio in Egitto e in Nubia
Giovan Battista Belzoni
Sulla sponda orientale di Uaset - Città dello scettro di Uas conosciuta dai greci con il nome di Tebe, la città dalle cento porte Patrimonio dell'UNESCO dal 1979
" ... Neppur se dieci volte, neppure se venti altrettanti
ei me n’offrisse di quanti n’abbia ora, od aver mai ne possa,
oppur quanti affluire ne vedono Orcòmeno, o Tebe
d’Egitto, ove le case son tutte ricolme di beni,
e cento porte vi sono, varcare duecento guerrieri
possono sotto ciascuna, guidando i cavalli ed i carri;
sè me ne desse quant’è la polve o l’arena del mare,
neppur cosi l’Atride potrebbe piegare il mio cuore,
se pria tutto non lava l’oltraggio che il cuore mi cruccia ... "
Iliade Canto IX
Omero
Traduzione Ettore Romagnoli
è ubicato il più grande e ricco complesso archeologico dell'antico Egitto, formato dai templi di Karnak e dai templi di Luxor.
I templi di Karnak
" ... profittai dell'occasione per esaminare con agio le magnifiche rovine del tempio di Carnak . Viste in lontananza, non offrono allo sguardo che un vasto miscuglio di propilei, di peristili* e d'obelischi che innalzano il loro vertice sopra i cespugli delle palme .
La via innanzi alle sfingi, dispone il viaggiatore all'imponente aspetto del tempio ov'essa adduce. Queste figure rappresentano leoni con le teste d'arieti, simboli della forza e dell'innocenza, del potere e dell'ingenuità de' numi, cui era dedicato un cotale gigantesco edificio.
In fine del viale stendosi ampli propilei, che conducono a corsi interni, ove immensi colossi sono assisi sui due fianchi della porta, in guisa di giganti cui fosse stata confidata la guardia di questa sacra soglia.
S'arriva quindi al vero penetrale consacrato, all'Essere onnipotente della creazione. La prima volta v'entrai solo e senza essere disturbato dall'importunità degli Arabi che seguitano ognora i viaggiatori. Il sol nascente gettava i suoi primi raggi attraverso ai colonnati, i quali distendendo le loro lunghe ombre sulle rovine, formavano un sorprendente contrasto coi ruderi a tal modo rischiarati.
L'alba di quel giorno nascente pareva ringiovanire que' venerabili avanzi della remota antichità; io mi vi spinsi con dolce emozione, e tale, che mi gettò in una profonda estasi.
Avevo visto il tempio di Tentira e confesso, nessun altro edificio sorpassa questo, sì per la migliore sua conservazione, come per la perfezione dell'architettura e della scultura: a Carnak sono immensi colossi che sorprendene l'immaginazione del viaggiatore e forzanlo ad ammirare il popolo che ha saputo estollere* tali monumenti. Come descrivere le sensazioni che provai all'aspetto di quella selva di colonne, ornate di figure ed altri abellimenti dalla cima alla base, coi capitelli di forma graziosa, come è quella del loto, i quali piacciono malgrado la mole gigantesca?
All'aspetto di quelle porte, di quelle mura, piedestalli, architravi, di ogni parte insomma dell'edifizio ricoperta di figure simboliche, intagliate o scolpite in basso rilievo, rappresentanti processioni, battaglie, trionfi, offerte, feste e sacrifizj, e tutte relative senza dubbie ai costumi, alle usanze e alla storia dell'antico Egitto?
Quel santuario costruito interamente di bel granito rosso, di cui gli obelischi pare dicano al viaggiatore: Ecco l'entrata del Santo de' Santi! Quelle alte porte che colpiscono l'occhio guidandoci ad un labirinto di simile architettura, quegli ammassi di rovine che appartennero ad altri templi, che veggonsi da lunge; quegli ogetti straordinarii trasportano la immaginazione del viaggiatore in quelle età, onde l'incenso ardeva sugli altari, in cui la pietà dei popoli riempiva i portici, le navate, le entrate; il viaggiatore scorda il secolo in quale vive, il paese ov'ebbe la culla, occupandosi della nazione che riscoprì tale immenso spazio coi prodigi delle sue arti , e colle espressioni solenni delle sue credenze religiose.
Immerso in profonde meditazioni non m'era avveduto del rapido corso dell'astro che aveva visto sorgere; le masse delle rovine non erano più illuminate ce dagli ultimi suoi raggi, allorché rientrando in me stesso m'accorsi esser tempo d'uscire dalla sacra città, caduta in rovine ... "
peristili* = cortili circondati dal colonne
estollere* = innalzare
Viaggio in Egitto e in Nubia
Giovan Battista Belzoni
Su una superficie di 300.000 m² il viale delle offerte, un " dromos" ovvero un viale di sfingi criocefale con corpo di leone e testa di ariete, unisce il recinto con il tempio della dea Mut che ha le sembianze di un avvoltoio a quello del suo sposo Amon dio creatore "misterioso d'aspetto e nascosto di forma"; i due dei insieme al loro figlio Khosnu rappresentano la triade tebana della perfezione divina, venerata a Karnak.
Il grande tempio del dio Amon definito in egiziano "ipet isut" (harem settentrionale), prende vita nel Medio Regno con il re Sesostris I della XII dinastia per poi subire nell'arco di 1600 anni, fino alla XXX dinastia rimaneggiamenti e ampliamenti.
134 sono le colonne papiriformi della grande sala ipostila, di Sethy I e Ramses II, simbolo di una primordiale foresta di papiri.
L'Ankh o chiave della vita tra il giunco e l'ape, simboleggia l'unione dell'alto Egitto e del basso Egitto.
Dal recinto in cui si trova il Grande tempio del dio Amon si accede poi a quello che ospita il tempio del dio Monthu.
Dal recinto in cui si trova il Grande tempio del dio Amon si accede poi a quello che ospita il tempio del dio Monthu.
I templi di Luxor
A distanza di tre chilometri a sud dai templi di Karnak, separati dal lago sacro, il recinto con i templi di Luxor
Il tempio di Amon definito in egiziano "ipet resyt" (harem meridionale) fu scoperto da Giovanni Battista Belzoni, fu costruito da Amenhotep III per adorare il dio Amon e l'intero sito subì ulteriori interventi da parte di altri faraoni come Haremhan, Tutankhamun e Ramses II, dal conquistatore Alessandro Magno e dall'imperatore Tiberio.
Durante il Nuovo Regno si celebrava la festa annuale della fertilità detta "dell'opet", in cui una statua del dio Amon veniva trasporta lungo il Nilo dal vicino tempio di Karnak dove si percorreva in processione il viale delle sfingi.
L'unione del basso e dell'alto Egitto al cospetto del dio Amon che indossa un modio* con due piume, ognuna di esse è divisa in due metà da un solco verticale che rappresenta simbolicamente l'equilibrio degli opposti e ogni metà a sua volta è divisa in sette sezioni orizzontali, numero ritenuto magico dagli egizi.
modio* = copricapo cilindrico tipico delle divinità
modio* = copricapo cilindrico tipico delle divinità
© Sciarada Sciaranti
So many awesome wonders. Thanks for sharing your great pics.
RispondiEliminaBeautiful temple. The carvings and sculptures are amazing.
RispondiEliminaAbsolutely stunning photographs! Thank you for stopping by our Stone Creek blog! And now I've found your blog, too! I shall return, even though I don't speak Italian...
RispondiEliminaolá,amiga...td bem?
RispondiEliminalindas fotos!!!maravilha...me senti entre as colunas do egito...parabens seu blog é maravilhoso.
sou sua seguidora ok?
NAMASTE!!!
molto bene documentato il post!! saluti da bucuresti! :)
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