" Peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa' Jacopo o riede. È però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamasi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma "
Vita Nova
Dante Alighieri
In un antico documento del monastero di San Salvatore al Monte Amiata, l'actum Clusio risalente al 4 maggio 876 in cui venivano definiti i confini di un terreno che i monaci diedero in affitto a Gisalprando si fa riferimento al nome di questa via:
La sua storicità venne incoronata dall'arcivescovo di Canterbury Sigerico che nella primavera del 990 intraprese un viaggio verso Roma per ricevere da papa Giovanni XV la stola di lana bianca chiamata "pallium", simbolo della consacrazione del suo incarico, e in un diario descrisse le 79 " mansio - tappe " del ritorno distribuite su un territorio di 1600 chilometri percorso a piedi (20 - 25 km. al giorno) per un totale di 79 giorni.
Sigerico spinse così i pellegrini " alla ricerca della perduta patria celeste ", a impegnarsi in questo cammino spirituale, penitenziale, e devozionale, lastricato di ostacoli naturali quali il canale della Manica, le Alpi, gli Appennini e il fiume Po.
L'itinerario che partiva dall’Inghilterra o dal nord della Francia e si svolgeva attraverso il Passo del Gran San Bernardo e Aosta e l'itinerario che partiva Da Santiago de Compostela, in Spagna o dal sud della Francia e si dispiegava attraverso il Passo del Monginevro, la Val di Susa e Torino, si univano a Vercelli per proseguire in un unico percorso che continuava per Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontremoli, Lucca, Siena, Bolsena, Viterbo e Roma, da qui chi voleva proseguiva per Gerusalemme.
Il tragitto di questa strada che in un documento del marzo 1016 viene denominata " Romea " :
era segnalato dai Montes Gaudiorum - Monti della gioia, cumuli piramidali di pietre piatte su cui svettava una croce, posti a intervallo sui promontori, sulle colline, sulle alture da cui simbolicamente si potevano osservare i vasti orizzonti dell'immensità divina; quando si incontravano ci si fermava a pregare ed erano così chiamati in riferimento al Mons Gaudii, il Monte della Gioia da cui i pellegrini avvistavano per la prima volta la meta del loro viaggio; Monte Mario è il Mons Gaudii di Roma,
" ... Una delle prime meraviglie, anzi la prima in assoluto, che colpiva i viaggiatori al loro arrivo, era « il panorama ». I pellegrini avendo percorso la via Francigena e dopo un'ultima sosta a Sutri, giungevano sulle alture di Monte Mario, allora chiamato Mons Gaudii, Monte della Gioia, proprio per l'emozione vivissima che la vista della città provocava e anche perché quel panorama annunciava la fine di un viaggio pieno di disagi e di pericoli ... "
Nabi Samwill quello di Gerusalemme e Monte San Marco quello di Santiago de Compostela. Lungo il percorso si trovavano anche dei centri di accoglienza organizzati chiamati " submansiones " in cui i viandanti potevano sostare per riprendersi dalla fatica del cammino.
Nel 1300 con l'istituzione del Giubileo da parte di papa Bonifacio VIII, il traffico aumentò notevolmente lungo la via Francigena strada Romea e i pellegrini che ormai si muovevano in gruppi per giungere nelle città delle tre peregrinationes maiores:
" ... Che dirò do quell'altro, che dimandando a un viandante la vera strada Romea disse con Pedante Latino. Dimmi Delegante viatore qual è l'itinere Germano di pervenire alla città di Romulo? ... "
" ... et per fossatu descendente usque in via Francisca ... "
" ... e su dal solcato discendente fin nella via Francisca ... "
La sua storicità venne incoronata dall'arcivescovo di Canterbury Sigerico che nella primavera del 990 intraprese un viaggio verso Roma per ricevere da papa Giovanni XV la stola di lana bianca chiamata "pallium", simbolo della consacrazione del suo incarico, e in un diario descrisse le 79 " mansio - tappe " del ritorno distribuite su un territorio di 1600 chilometri percorso a piedi (20 - 25 km. al giorno) per un totale di 79 giorni.
Sigerico spinse così i pellegrini " alla ricerca della perduta patria celeste ", a impegnarsi in questo cammino spirituale, penitenziale, e devozionale, lastricato di ostacoli naturali quali il canale della Manica, le Alpi, gli Appennini e il fiume Po.
L'itinerario che partiva dall’Inghilterra o dal nord della Francia e si svolgeva attraverso il Passo del Gran San Bernardo e Aosta e l'itinerario che partiva Da Santiago de Compostela, in Spagna o dal sud della Francia e si dispiegava attraverso il Passo del Monginevro, la Val di Susa e Torino, si univano a Vercelli per proseguire in un unico percorso che continuava per Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontremoli, Lucca, Siena, Bolsena, Viterbo e Roma, da qui chi voleva proseguiva per Gerusalemme.
Il tragitto di questa strada che in un documento del marzo 1016 viene denominata " Romea " :
"... strata Rumea sancti Petri a Ruma ... "
" ... strada Romea di San Pietro a Roma ... "
" ... Una delle prime meraviglie, anzi la prima in assoluto, che colpiva i viaggiatori al loro arrivo, era « il panorama ». I pellegrini avendo percorso la via Francigena e dopo un'ultima sosta a Sutri, giungevano sulle alture di Monte Mario, allora chiamato Mons Gaudii, Monte della Gioia, proprio per l'emozione vivissima che la vista della città provocava e anche perché quel panorama annunciava la fine di un viaggio pieno di disagi e di pericoli ... "
I segreti di Roma
Corrado Augias
Nabi Samwill quello di Gerusalemme e Monte San Marco quello di Santiago de Compostela. Lungo il percorso si trovavano anche dei centri di accoglienza organizzati chiamati " submansiones " in cui i viandanti potevano sostare per riprendersi dalla fatica del cammino.
Nel 1300 con l'istituzione del Giubileo da parte di papa Bonifacio VIII, il traffico aumentò notevolmente lungo la via Francigena strada Romea e i pellegrini che ormai si muovevano in gruppi per giungere nelle città delle tre peregrinationes maiores:
Roma, luogo del martirio dei santi Pietro e Paolo,
Gerusalemme, luogo del martirio di Gesù Cristo,
Gerusalemme, luogo del martirio di Gesù Cristo,
Santiago de Compostela, luogo dove morì l'apostolo Giacomo;
portavano con sé le insegne del pellegrinaggio, oltre il bastone:
portavano con sé le insegne del pellegrinaggio, oltre il bastone:
la chiave per i romei, pellegrini che avevano come meta Roma,
la croce per i palmieri, pellegrini che avevano come meta Gerusalemme,
la conchiglia per i jaquot, pellegrini che avevano come meta Santiago de Compostela;
e facevano una gara per raggiungere la vetta del Monte della Gioia, il vincitore diventava il " Re del pellegrinaggio ", deponeva una croce sul monte e rappresentava il gruppo al cospetto delle autorità religiose e amministrative della città santa.
e facevano una gara per raggiungere la vetta del Monte della Gioia, il vincitore diventava il " Re del pellegrinaggio ", deponeva una croce sul monte e rappresentava il gruppo al cospetto delle autorità religiose e amministrative della città santa.
La via Francigena Strada Romea fu anche utilizzata per intensi scambi commerciali e per il passaggio degli eserciti.
" ... Che dirò do quell'altro, che dimandando a un viandante la vera strada Romea disse con Pedante Latino. Dimmi Delegante viatore qual è l'itinere Germano di pervenire alla città di Romulo? ... "
La piazza universale di tutte le professioni del mondo
Tommaso Garzoni
- Mi pare di vederci un segno di strade.
- Strada romèa, messere; ma ora la è guasta per modo che nessuno più se ne giova...
- Strada romèa, messere; ma ora la è guasta per modo che nessuno più se ne giova...
Castel Gavone
Anton Giulio Barrili
© Sciarada Sciaranti
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