Giulio Laurenti ha un giardino che si affaccia sulla villa di una donna dai lucidi e morbidi capelli neri, la osserva con tale passione da notare la scura pupilla contornata d'azzurro, vorrebbe conoscere il suo nome e pensa che il giardiniere che lavora per lei possa svelarglielo, decide allora di mettere in atto uno stratagemma per parlarci in un modo che sembri del tutto casuale, ma ciò comporta un sacrificio...
" ... Uscì a tarda notte in giardino. Il cielo era buio, e propizio al gran misfatto. Giunse fino al muraglione, presso ad una bella pianta di camelie, che era una rarità della specie; sollevò il vaso tra le palme, lo sospese fuori del murello, e lo lasciò spietatamente cadere nella prateria sottostante.
Quindi si allontanò sollecito da quel luogo, ma non tanto, che non udisse il tonfo del vaso.
- Povera camelia! - esclamò, affrettando il passo: e fu quella l’orazione funebre dell’uccisore alla sua vittima.
Come aspettasse impaziente il mattino, potete argomentarlo, o lettori. All’alba era già in piedi. Scese in giardino, ma senza ardir nemmanco di guardare dov’era rimasto il vuoto nella fila dei vasi, e se ne andò ad inaffiare le sue aiuole più lunge, da dove nessuno, che fosse nella prateria, avesse potuto veder spuntare il sommo della sua testa. Un’ora passò; quindi un’altra mezz’ora, e già egli pensava che la sua camelia fosse perduta senza utilità, allorquando udì levarsi dai piedi dell’olmo una voce che gridava:
- Signore! signore!
Il cuore gli balzò in petto; ma e’ non si mosse. Intanto la voce ripigliava più forte: signore! ohè, signore?
Si avanzò allora fino al murello, e si provò a guardare. Gli era per l’appunto il giardiniere, che aveva rizzato la povera pianta, e stava col viso in aria a cercare di lui. I cocci del vaso erano sparsi sul terreno, ma il terriccio di castagno era agglomerato tuttavia intorno alle radici; la vittima respirava ancora ...
Quindi si allontanò sollecito da quel luogo, ma non tanto, che non udisse il tonfo del vaso.
- Povera camelia! - esclamò, affrettando il passo: e fu quella l’orazione funebre dell’uccisore alla sua vittima.
Come aspettasse impaziente il mattino, potete argomentarlo, o lettori. All’alba era già in piedi. Scese in giardino, ma senza ardir nemmanco di guardare dov’era rimasto il vuoto nella fila dei vasi, e se ne andò ad inaffiare le sue aiuole più lunge, da dove nessuno, che fosse nella prateria, avesse potuto veder spuntare il sommo della sua testa. Un’ora passò; quindi un’altra mezz’ora, e già egli pensava che la sua camelia fosse perduta senza utilità, allorquando udì levarsi dai piedi dell’olmo una voce che gridava:
- Signore! signore!
Il cuore gli balzò in petto; ma e’ non si mosse. Intanto la voce ripigliava più forte: signore! ohè, signore?
Si avanzò allora fino al murello, e si provò a guardare. Gli era per l’appunto il giardiniere, che aveva rizzato la povera pianta, e stava col viso in aria a cercare di lui. I cocci del vaso erano sparsi sul terreno, ma il terriccio di castagno era agglomerato tuttavia intorno alle radici; la vittima respirava ancora ...
L'olmo e l'edera
Anton Giulio Barrili
Bene! S on felice per la camelia ahhaahhaha
RispondiEliminaNon conoscevo questo brano. MI è piaciuto. La curiosità, l'infatuazione che spinge a gesti a volte estremi...
Ciaooo
Cosa non si fa per amore e che trauma per la povera Camelia!
EliminaBacio Patricia!