Immaginate di alzarvi una mattina e di trovarvi, ossigeno permettendo, nel periodo ordoviciano dell'era paleozoica risalente a 488 - 443 milioni di anni fa, vedreste un ambiente in cui predominano le alghe verdi, i funghi e le piante non vascolari come i muschi, le epatiche e le antocerote; spostandovi nel siluriano dell'era paleozoica 443 - 419 milioni di anni fa incontrereste le prime piante vascolari terrestri mentre il loro sviluppo lo notereste nel carbonifero dell'era paleozoica 359 - 299 milioni di anni fa, insieme con l'evoluzione della vegetazione e la diffusione delle gimnosperme, " dal greco υμνόσπερμος - a seme nudo ", che comparse per la prima volta nel devoniano superiore 385 - 359 milioni di anni fa, si espandono in questo periodo successivo nelle foreste dalle grandi dimensioni con piante giganti che raggiungono i 12 - 30 metri di altezza, conifere, sigillarie, ginkgo, felci ed equiseti, qui assistereste anche alla nascita degli insetti alati. Proseguendo nel permiano dell'era paleozoica 299 - 251 milioni di anni fa, senza esserne consapevoli, sareste i testimoni dell'allopoliploidia - la duplicazione intera del genoma di quella pianta che con i geni riadattati diventa l'antenata che porterà alla nascita delle angiosperme " dal greco ἀγγεῖον - involucro e σπερμα - seme ".
Già nel giurassico dell'era mesozoica 199 - 145 milioni di anni fa, probabilmente, avreste potuto osservare i primi piccoli fiori, ma le più antiche prove della loro esistenza ci arrivano dal cretacico dell'era mesozoica 145 - 65 milioni di anni fa con il fossile dell’amborella trichopoda di cui nel 2013 la paleobotanica con " L'Amborella Genome Project " ha ricostruito la mappa completa del DNA.
Ed è nel cretacico, tra i 100 e i 90 milioni d’anni fa, che si sviluppano i primi petali che permetteranno ai fiori di innescare quel processo di diversificazione chiamato " grande irradiazione " che porterà alla loro specializzazione e alla relazione con quegli insetti con cui si coevolveranno in uno stretto sodalizio di reciproca utilità: i fiori con i loro colori accesi, le loro fragranze e le loro forme peculiari attraggono e accolgono gli insetti, gli offrono nutrimento con il nettare e gli insetti disperdono il polline necessario alla riproduzione dei fiori.
Oggi contiamo 300.000 specie diverse di angiosperme e i fiori, formati da quattro verticilli, il primo dei quali prende il nome di calice se è distinto dal secondo chiamato corolla se è distinto dal primo, a cui segue il terzo che viene chiamato androceo e il quarto detto gineceo oppure pistillo, sono il loro biglietto da visita.
Già nel giurassico dell'era mesozoica 199 - 145 milioni di anni fa, probabilmente, avreste potuto osservare i primi piccoli fiori, ma le più antiche prove della loro esistenza ci arrivano dal cretacico dell'era mesozoica 145 - 65 milioni di anni fa con il fossile dell’amborella trichopoda di cui nel 2013 la paleobotanica con " L'Amborella Genome Project " ha ricostruito la mappa completa del DNA.
Ed è nel cretacico, tra i 100 e i 90 milioni d’anni fa, che si sviluppano i primi petali che permetteranno ai fiori di innescare quel processo di diversificazione chiamato " grande irradiazione " che porterà alla loro specializzazione e alla relazione con quegli insetti con cui si coevolveranno in uno stretto sodalizio di reciproca utilità: i fiori con i loro colori accesi, le loro fragranze e le loro forme peculiari attraggono e accolgono gli insetti, gli offrono nutrimento con il nettare e gli insetti disperdono il polline necessario alla riproduzione dei fiori.
Oggi contiamo 300.000 specie diverse di angiosperme e i fiori, formati da quattro verticilli, il primo dei quali prende il nome di calice se è distinto dal secondo chiamato corolla se è distinto dal primo, a cui segue il terzo che viene chiamato androceo e il quarto detto gineceo oppure pistillo, sono il loro biglietto da visita.
Che dire? Uno più bello dell’altro. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Tu queste cose le hai solo lette. Io invece le ricordo benissimo perché le ho viste la mattina cui accenni nel post. Io, infatti, quel giorno ero li presente.😊
RispondiEliminaFelice settimana, un abbraccio
enrico
Quante meravigliose varietà di fiori !!Saluti cari.
RispondiEliminaInteressante evoluzione di u fiore.
RispondiEliminaAbbraccio e buona serata Sciarada! Grazie.
Sarebbe stato bello vedere pure il papavero campestre. Nonostante ciò il post merita tanta ammirazione. Grazie Sig.ra d’altri tempi. 😇👋
RispondiEliminail primo dei quali, indistinguibile dalle forme che lo popolavano, esseri viventi di ogni genere e specie, fu chiamato paradiso terrestre. poi vennero tutti gli altri, sempre più attraversati da particolarismi e specializzazioni. e c'è chi li chiama, con una certa dose d'ironia, festosi inferni individuali. forse perché le loro intermittenti scintille sono, insieme, una sorta di bruciante rimpianto e d'inesausto pungolo.
RispondiEliminabuon giorno
Molti fiori non li conoscevo proprio, per cui è stato interessante leggere il tuo post. Ho imparato e 'visto' molte cose nuove per me. Grazie. Buona giornata
RispondiEliminaChe meraviglia ♡.♡
RispondiEliminaOgni volta da te rimango basito per la professionalità dei tuoi post.
RispondiEliminaComplimenti
Maurizio
Semplicemente meraviglioso! Utilissimo per i dati scientifici, splendido per le delicate fotografie!
RispondiEliminaUn abbraccio!
Immagini fantastiche come sempre. Felice Autunno mia cara ... Oggi 10 ottobre, mi ricorda qualcosa ... Un abbraccio
RispondiEliminaArteeeeeeeee!!!!!!! Sei bravissimaaaaaa!!!!!
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