Per giungere in settembre a Diomira, Marco Polo parte da un luogo non ben precisato e si dirige verso levante, segue dunque per tre giorni il percorso del sole per scoprire, alle prime ore dell'alba, la prima città della memoria annunciata dal canto di un gallo, sbrilluccica d'argento, di bronzo, di stagno, di cristallo e d' oro; in lei c'è la bellezza delle cose comuni già conosciute e al declinare del giorno invece offre la peculiare accensione delle lampade multicolori sulle porte delle friggitorie che una voce di donna riporta al ricordo della felicità di ciò che è stato; quindi l'esplorazione di Diomira, che inizia dalla luce per concludersi nell'oscurità illuminata, traccia il sentiero della vita.
Sciarada Sciaranti
" Partendosi di là e andando tre giornate verso levante, l'uomo si trova a Diomira, città con sessanta cupole d'argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo, un gallo d'oro che canta ogni mattina su una torre. Tutte queste bellezze il viaggiatore già conosce per averle viste anche in altre città. Ma la proprietà di questa è che chi vi arriva una sera di settembre, quando le giornate s'accorciano e le lampade multicolori s'accendono tutte insieme sulle porte delle friggitorie, e da una terrazza una voce di donna grida: uh!, viene da invidiare quelli che ora pensano d'aver già vissuto una sera uguale a questa e d'esser stati quella volta felici. "
Diomira - Le città invisibili
Italo Calvino
"Ottavia, città - ragnatela"
Despina, città tra due confini
Fedora, città di pietra grigia
Olinda, città in crescita
Cara Sciarada, sono passato per un mio saluto e augurarti una buona giornata.
RispondiEliminaTomaso
Ciao Sciarada questo tuo bel post mi hai fatto venir voglia di leggere questo romanzo di Calvino che non ho mai letto. Grazie
RispondiEliminaBuona giornata un abbraccio
enrico
Emozionante brano poetico, mia Diletta.
RispondiEliminaMi piace tantissimo ... " la prima città sbrilluccica d'argento......"
Brava con un abbraccio.
Ciao Sciarada !
RispondiEliminaJ'aime les lumières de la ville et celles de mes lanternes de jardin.
Ciao et baci.
Bellissimo post!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata da Beatris
Bel post... un luogo pieno di fascino. Non conosco questo romanzo, grazie per avercelo proposto.
RispondiEliminaBaci
Pieno di poesia questo brano di Calvino, un racconto, come tu dici, metafora della vita. Una lettura insolita dal momento che l'oscurità della fine non è più tale perché illuminata dalle mille lanterne.
RispondiEliminache bei riferimenti marco polo e calvino, impreziosiscono le tue parole e il post
RispondiEliminaUn felice weekend per te.
RispondiEliminaJe viens te dire bonsoir et je vais chercher la traduction car je ne sais pas quoi te dire
RispondiEliminaje repasse alors bisous
Sono rimasta incantata....sospesa in una dimensione da sogno.
RispondiEliminaGrazie cara Sciarada, per questa bellissima lettura.
Felice domenica!
Luci@