" E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché
esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora nonostante tutto perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo penso che tutto si svolgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà. Che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno ancora attuabili ".
Tratto dal diario di Anna Frank
Francoforte sul Meno -12 giugno 1929
Bergen- Belsen - 31 maggio 1945
Cancello d'entrata di Auschwitz
con la scritta
"Arbeit macht frei" - "Il lavoro rende liberi
Torretta di guardia
Cella di padre Massimiliano Maria Kolbe entrato ad Auschwitz il 28 maggio 1941
Francesco Gajowniczek :
"Conobbi personalmente padre Kolbe soltanto nell'estate del 1941, il giorno che offrì la sua vita per me. [...] Il Lagerfuhrer Fritsch, comandante del campo, circondato dalle guardie, si avvicinò e cominciò a scegliere nelle file dieci prigionieri per mandarli a morte. Indicò col dito anche me. Uscii fuori dalla fila e mi sfuggì un grido: avrei desiderato rivedere ancora i miei figli! Dopo un istante, uscì dalla fila un prigioniero, offrendo se stesso in mia vece".
Forno crematorio di Auschwitz
Entrata di Birkenau
Binario che portava dentro il lager i treni con i deportati
Recinto
Al di la del recinto gli alloggi degli uomini
Alloggi delle donne
Entrata di una delle baracche
Latrine
La divisa che i deportati indossavano era contrassegnata oltre che dal numero di matricola, anche da un triangolo identificativo che veniva cucito nella parte anteriore sinistra e sulla parte destra del pantalone. Gli ebrei fino alla metà del 1944 venivano identificati senza distinzioni con due triangoli di colore giallo sovrapposti che formavano una stella a sei punte, successivamente vennero "catalogati" nello stesso modo degli altri prigionieri, con la differenza che al triangolo identificativo di categoria veniva sovrapposto quello giallo di razza.
1 I prigionieri politici, erano divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di Battaglione penale
4 ebrei
1 I Criminali erano, divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 Gli immigranti-forzati stranieri, erano divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
1 Gli omosessuali, erano divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
1 I Testimoni di Geova erano, divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
1Gli asociali, le prostitute, gli alcolisti i vagabondi, i Rom e i Senti, erano divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
Poi c'erano anche
1 Gli omosessuali, erano divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
1 I Testimoni di Geova erano, divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
1Gli asociali, le prostitute, gli alcolisti i vagabondi, i Rom e i Senti, erano divisi in
2 recidivi
3 prigionieri di battaglione penale
4 ebrei
1 2 3 4
Poi c'erano anche
Donne che avevano una relazione interazziale
Sospetti in fuga Polacchi Tscheche - Cechi
I religiosi cristiani erano identificati con un triangolo di colore rosso, perché solitamente venivano internati dopo azioni repressive naziste rivolte contro l'autorità.
Un triangolo di colore marrone identificava i prigionieri zingari.
La lettera "E" prima del numero di matricola identificava i detenuti "da educare" - "Erziehungshäftling".
Un cerchietto di colore nero identificava i prigionieri della compagnia penale.
Tutti i detenuti tranne i tedeschi e gli apolidi, sul triangolo identificativo avevano anche l'iniziale della loro nazionalità scritta in tedesco.
Fino al 1943 a tutti i detenuti venivano scattate tre foto: frontale, profilo destro e profilo sinistro, dopo a causa della difficoltà nel reperire il materiale fotografico le foto furono fatte esclusivamente ai detenuti tedeschi.
Fino al 1943 a tutti i detenuti venivano scattate tre foto: frontale, profilo destro e profilo sinistro, dopo a causa della difficoltà nel reperire il materiale fotografico le foto furono fatte esclusivamente ai detenuti tedeschi.
Tra le varie ditte tedesche che usufruirono della manodopera dei detenuti ritenuti abili al lavoro c'era anche la I.G. Farben che produceva il gas che serviva a sterminarli.
Ciao Sciarada.
RispondiEliminaThe past causes us much sadness, but we need him to not commit the same mistakes.
Quel post émouvant, Sciarada ! J'ai beaucoup lu sur la déportation. Celle-ci n'a pas commencé pendant la dernière guerre avec la déportation des Juifs, mais dès 1933, à l'avènement d'Hitler qui déportait, les homosexuels et les prisonniers républicains espagnol de la guerre d'Espagne qui ont participé à la construction des camps de concentration. Un soir, j'ai regardé le documentaire poignant de Claude Lanzmann sur la Shoa, je n'ai pas pu dormir de la nuit,mon Mari non plus. C'était une période et des endroits effrayants.
RispondiEliminaChe cose orribili, ma si devono ricordare per non farle ricapitare.
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RispondiEliminaLa foto della cella di Padre Kolbe, mi ha fatto venire alla mente le parole che il sacerdote pronunciò all'ufficiale medico nazista che gli fece l'iniezione mortale nel braccio, Padre Kolbe disse: «Lei non ha capito nulla della vita...» e mentre l'ufficiale lo guardava con fare interrogativo, soggiunse: «...l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea!». Le sue ultime parole, porgendo il braccio, furono: «Ave Maria».
RispondiEliminaBel lavoro Sciarada.
Splendido post Sciarada... hai fatto benissimo a ricordare il gesto veramente eroico di Padre Kolbe...
RispondiEliminaSono rimasta a lungo a guardare quell'immagine del binario che portava al lager...
Un grande abbraccio
Sciarada il tuo post, con immagini documentate e impeccabili scritti relativi, scuote ancora di più chi ancora non sa.
RispondiEliminaComplimenti!
Un post davvero documentato e intelligente,che sicuramente ti sarà costato fatica, ma ne è valsa proprio la pena!! E poi quel pensiero di Anna Frank "continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo" è quello che avrei scelto anch'io, perché nonostante abbia letto il libro moltissimi anni fa, quelle parole mi si sono stampate nella memoria.Grazie Sciarada!
RispondiEliminaYou have put a lot of work into this post, well done for that.
RispondiEliminaI am still reminded of my trip to Auschwitz in 2008 as it is still vivid in my head. It is poignant that after taking so many photos on this day I couldn't put them amongst the rest of the Krakow tourist album except the two site entrance images. I have four other identical pictures to yours that I have not looked at since I got them from the developers. Such a sad and heavy day.
Queste foto sono terribili. E quelle "categorie" contrassegnate da distintivi, non sapevo che fosse così. Di solito si pensa agli ebrei e agli zingari. Che ferocia senza senso e senza limiti.
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