A venti passi dalla mia casetta, 
c'era un carrubo e, sul carrubo, a notte, 
gridava, forsennata, la civetta. 
E non facea dormire, 
chè, se taceva un poco, 
ancor più forte rigridava dopo. 
Alfine, tacque. Sul carrubo, infatti, 
mio padre indirizzò la fucilata. 
A giorno, un nido vuoto rinvenimmo 
ed una piccola civetta morta! 
Soltanto allor capimmo 
che quella mamma 
cantava a modo suo la ninna-nanna 
all'unico tesor della nidiata.
La Civetta
Michele Marzulli 
N.B. Non sono responsabile della sparizione di alcuni commenti che riguardano questo post.

 
 
Immagine unica, originale, spettacolare!!!!!!!!!!!
RispondiEliminala nature est une grande artiste !
RispondiEliminami piace !!
bisous
Che poesia tristissima, dolorosa. Ma la foto è spettacolare.
RispondiEliminaNon conosco Michele Marzulli, am mi piace la poesia ed andrò su Internet per diminuire la mia ignoranza. Come dice Elettra, la fot è veramente spettacolare.
RispondiEliminaChe bella poesia, e che immagine fiera!
RispondiEliminaAnche la civetta fa parte del creato.