"Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver patria? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo."
Prima del 1859, l'assetto territoriale della penisola italiana era così composto:
1 Regno di Sardegna, di cui facevano parte: la Liguria, Nizza, il Piemonte, il Principato di Monaco, la Sardegna e la Savoia; re Carlo Alberto di Savoia, il 4 marzo del 1848 promulgò lo "Statuto Albertino" è rese il Regno di Sardegna una monarchia costituzionale. Carlo alberto dopo il disastroso risultato della prima guerra di indipendenza contro l'Austria abdicò il 23 marzo del 1849 in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Camillo Benso conte di Cavour fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852 e dal 1852 al 1861 ne divenne il governatore.
2 Regno Lombardo - il Veneto, che era sotto il dominio della monarchia asburgica presieduta dall'imperatore Francesco Giuseppe ed era gestito da un governatore civile Massimiliano d'Asburgo fratello dell'imperatore e da un maresciallo militare, Ferencz Gyulai.
3 Ducato di Parma, con i territori di Parma e Piacenza era governato da Maria Luisa di Borbone.
4 Ducato di Modena e Reggio, con i territori di Massa Carrara, Modena e Reggio Emilia, sotto il dominio della famiglia Asburgo - Este.
5 Granducato di Toscana, retto dal granduca Leopoldo II di Lorena
6 Stato Pontificio, con i territori di parte dell'Emilia, le Marche, il Lazio, le Romagne, e l'Umbria, aveva a capo papa Pio IX che con il clero possedeva il monopolio di tutte le amministrazioni.
7 Regno delle due Sicilie che inglobava l'Abbruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Molise, la Puglia e la Sicilia, il re era stato Ferdinando II di Borbone fino al 1859 poi succeduto dal figlio Francesco II.
Dopo la seconda guerra di indipendenza contro l'Austria avvenuta nel 1959, provocata da Cavour che protetto dalla Francia voleva espandere i confini del Regno di Sardegna, la Lombardia, esclusa Mantova che rimase nelle mani degli austriaci, venne annessa al Regno di Sardegna che ottenne anche i territori del Ducato di Modena e Reggio con il plebiscito del 14 - 21 agosto e del Ducato di Parma e Piacenza con il plebiscito del 11 - 12 settembre.
Nel 1860 anche il Granducato di Toscana con il plebiscito del 11 - 12 marzo e i possedimenti pontifici dell'Emilia e della Romagna con il plebiscito del 11 - 12 marzo, vennero annessi al Regno di Sardegna, che però perse Nizza con il plebiscito del 15 - 16 aprile e Savoia con il plebiscito del 22 - 23 aprile che divennero territori degli alleati francesi.
Il 5 maggio dello stesso anno partiva da Quarto la spedizione dei Mille sotto il comando di Giuseppe Garibaldi per la liberazione del Regno delle due Sicilie, che con il plebiscito del 21 ottobre si annesse a quello che era ormai era denominato il Regno d'Italia.
Allego l'articolo pubblicato nella cronaca di Napoli, dal quotidiano "Roma" nr. 300, il 27 ottobre 1860, il giorno dopo lo storico incontro avvenuto a Teano, tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, che pose fine alla spedizione dei Mille:
"Uno storico incontro; Vittorio Emanuele stringe la mano al Generale Garibaldi... verso le ore 8 e mezzo antimeridiane, il Re si trovava sulla Strada Caianello-Teano, al bivio della chiesa di Borgo, ivi gli andava incontro il generale Garibaldi; cui il sovrano stringeva la mano.
Vittorio Emanuele e il Dittatore procedevano quindi a fianco a fianco per circa dieci minuti, fino a Teano. A Porta Romana, si separavano. I Due si parlarono da soli per circa 10-20 minuti, cosa si siano detti, sono tutte supposizioni, ma lo si può dedurre dagli avvenimenti che seguirono. Dopo una stretta di mano, si presume, si lasciarono alle porte di Teano, al largo di Porta Romana. Il Re prese alloggio a Teano nel palazzo del principe Santagapito ove fino alle due di notte avevano alloggiato i Borbone: il conte di Trani, i generali Salzano e Ritucci mentre nella piazza bivaccavano i soldati borbonici. Questi, al sopraggiungere dei garibaldini, dopo una breve sparatoria, montarono a cavallo e si ritirarono verso Sessa. Garibaldi con Mario, Missori, Nullo e Canzio, si fermò, per circa un'ora, in una vicina stalluccia al largo Muraglione, per far riposare il suo cavallo e consumare un frugale pasto. Per colazione il Dittatore mangio pane, formaggio e una bottiglia di vino e per frutta tre fichi offertigli da un contadino, che il Generale ripagò con una moneta d'argento. Ai curiosi che erano accorsi a rendergli omaggio disse di andare a salutare il Re. Era lui che ora dovevano ossequiare."
Ritratto a carboncino di Giuseppe Garibaldi
eseguito da Tranquillo Cremona
il 12 - 02 1875
Minuta del telegramma di auguri a Garibaldi, scritta dal re Vittorio Emanuele II, con la firma di Cavour
Torino marzo del 1961.
Dopo la battaglia di Castelfidardo avvenuta il 18 settembre del 1860 con il plebiscito del 4 novembre, anche i possedimenti pontifici delle Marche e dell'Umbria vennero annessi al Regno d'Italia,
la cui nascita, dopo la prima convocazione del parlamento italiano che avvenne il 18 febbraio 1861, fu ufficializzata il 17 marzo del 1861 a Palazzo Carignano, nuova sede del parlamento italiano a Torino, alla presenza di colui che divenne il primo re d'Italia Vittorio Emanuele II e del primo presidente del consiglio italiano Camillo Benso conte di Cavour che morì il 6 giugno di quello stesso anno.
Vittorio Emanuele II
Legge 4671 del Regno di Sardegna che proclama la nascita ufficiale del Regno d'Italia
Bozza del discorso della Corona, scritto da Camillo Benso conte di Cavour nel febbraio 1861.
Ritratto di Camillo Benso conte di Cavour, in età giovanile,
eseguito da Paolo Bozzini nel 1841
L'assetto territoriale del Regno d'Italia però non era ancora definitivo perché con il plebiscito del 21 - 22 ottobre del 1866 dopo la terza guerra di indipendenza vennero annessi Mantova e il Veneto; con il plebiscito del 2 ottobre del 1870, dopo il 20 settembre del 1870 in cui vi fu la presa di Roma con la breccia di Porta Pia, venne annesso il Lazio
Frammenti recuperati il 20 settembre 1870, dalla breccia di Porta Pia
e dopo la prima guerra mondiale nel 1919 il Trentino Alto Adige.
Capitali del Regno d'Italia furono:
Torino dal 1861 al 1865
Firenze dal 1865 al 1871
Roma dal 3 febbraio 1871 al 2 giugno 1946 quando venne decretata la fine del Regno d'Italia e nacque la "Repubblica Italiana" di cui Roma è capitale.
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