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lunedì 28 marzo 2011

Al di là del cancello


" Ho conosciuto il mare meditando su una goccia di rugiada ".

Kahlil Gibran

venerdì 25 marzo 2011

Annunciazione

" Nel sesto mese l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. " 

Luca 1,26-35


L'angelo Gabriele e la Beata Vergine Maria
Annunciazione - Joseph Ernst Tunner
Cappella Elena Orsini - Chiesa di Trinità dei Monti - Roma

mercoledì 23 marzo 2011

I sogni dell'inverno



" I fiori della primavera sono i sogni dell'inverno raccontati, la mattina, al tavolo degli angeli. "


Khalil Gibran

martedì 22 marzo 2011

Sguardi!

Pommiti innanzi, amico; e raggia fuori
Le grazie dello sguardo.

Saffo



Lei guarda lui




Lui guarda lei

Foto - Villa Borghese

lunedì 21 marzo 2011

Oestara

Oestara o Ostara nome scelto nel 1974 da Aidan A. Kelly, "Alban Eiler - Luce della Terra" o ancora Eastre, Eostar e Eostre, sono tutti termini usati per indicare la festa dell'equinozio di primavera in cui si verifica il perfetto equilibrio tra la notte e il giorno, in cui si celebra il predominio che la luce prende sul buio, il risveglio, la rigenerazione e il rinnovamento della natura, è il momento della danza della fertilità, della nascita e della crescita sia fisica che spirituale, è il tempo dell'azione in cui i sogni che si sono progettati vengono realizzati.


I simboli di Oestara, tipici della Pasqua cristiana, sono la lepre, la cui fertilità si diffonde mentre corre libera per i campi e sfocia in una considerevole capacità procreativa e l'uovo emblema dell'Uovo Cosmico (vedi Omne vivum ex ovo) che custodisce al suo interno il fermento vitale insito nel tuorlo nutrito dall'albume e che aveva anche il potere di una piccola ricchezza per le donne contadine che lo vendevano a coloro che avevano esaurito le loro scorte alimentari consumate durante l'inverno.


Una leggenda del 1889 racconta che la dea Eostre durante una passeggiata trova un uccellino ferito e presa dalla compassione decide di trasformarlo in una lepre per permettergli di andare alla ricerca di una tana in cui potersi rifugiare per il resto dell'inverno, nella trasformazione però la lepre non perde la capacità dell'uccellino di fare le uova, così le dipinge con i colori dell'arcobaleno e le dona come ringraziamento alla dea che gli ha salvato la vita (vedi Il Coniglietto Pasquale).
A menzionare il termine Eostre per la prima volta è Beda il Venerabile in "De temporum Ratione" risalente al 725 d. C.
"Eosturmonath ( che indica il mese di Aprile in Gran Bretagna) ha un nome che è ora tradotto - mese pasquale - e che una volta era usato in onore di una dea dal nome di Eostre, che era celebrata durante questo mese.",
ma il culto di una dea con questo nome storicamente non è accertato ed è Jacob Grimm a consolidare la sua figura leggendaria nel 1835 in "Mitologia tedesca"  dove sostiene che Eostre sia la derivazione di una certa dea Austro, la matrice che ne forma il nome "aus - aes" significa "est" ed è pertanto legata alla nascita del sole e al calore vitale che sprigiona.
Infine c'è solo da aggiungere che per tradizione l'erba sacra di Oestara è il trifoglio rappresentata con il simbolo della triscele e che durante il giorno dei festeggiamenti si possono trarre dei presagi sul futuro osservando il modo in cui la lepre corre nei campi e presagi sulla durata della fruttificazione della terra accendendo dei fuochi e notando per quanto tempo ardono, più è lungo il tempo in cui bruciano, più a lungo la terra elargirà i suoi frutti.


Chiunque sia interessato a conoscere la controparte discendente di Oestara clicchi su Mabon

© Sciarada Sciaranti


Per ulteriori informazioni

sabato 19 marzo 2011

Danzando sul lago d'argento


- Mufasa: Simba, lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me. Guarda le stelle. I grandi Re del passato ci guardano da quelle stelle.

- Simba: Davvero?

- Mufasa: Sì. Perciò quando ti senti solo, ricordati che quei Re saranno sempre lì per guidarti. E ci sarò anche io.

Dal film Il Re Leone

Auguri papà

giovedì 17 marzo 2011

17 marzo 1861, nascita del Regno d'Italia

"Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver patria? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo."

Giuseppe Mazzini


Prima del 1859, l'assetto territoriale della  penisola italiana era così composto:

1 Regno di Sardegna, di cui  facevano parte: la Liguria, Nizza, il Piemonte, il Principato di Monaco, la Sardegna e la Savoia; re Carlo Alberto di Savoia,  il 4 marzo del 1848 promulgò lo "Statuto Albertino" è  rese il Regno di Sardegna una monarchia costituzionale. Carlo alberto dopo il disastroso risultato della prima guerra di indipendenza contro l'Austria abdicò il 23 marzo del 1849 in favore del figlio  Vittorio Emanuele II.  Camillo Benso conte di Cavour fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852 e dal 1852 al 1861 ne divenne il governatore.
2  Regno Lombardo - il Veneto, che era sotto il dominio della monarchia asburgica presieduta dall'imperatore Francesco Giuseppe ed era gestito da un governatore civile Massimiliano d'Asburgo fratello dell'imperatore e da un maresciallo militare,  Ferencz Gyulai.
3 Ducato di Parma, con i territori di Parma e Piacenza era governato da Maria Luisa di Borbone.
4  Ducato di Modena e Reggio, con i territori di Massa Carrara, Modena e Reggio Emilia, sotto il dominio della famiglia Asburgo - Este.
5  Granducato di Toscana, retto dal granduca Leopoldo II di Lorena
6 Stato Pontificio, con i territori di parte dell'Emilia, le Marche, il Lazio, le Romagne, e l'Umbria, aveva a capo papa Pio IX  che con il clero possedeva il monopolio di tutte le amministrazioni.
7 Regno delle due Sicilie che inglobava l'Abbruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Molise, la Puglia e la Sicilia, il  re era stato Ferdinando II di Borbone  fino al 1859 poi succeduto dal figlio Francesco II.


Dopo la seconda guerra di indipendenza contro l'Austria avvenuta nel 1959, provocata da Cavour che protetto dalla Francia voleva espandere i confini del Regno di Sardegna, la Lombardia, esclusa Mantova che rimase nelle mani degli austriaci, venne annessa al Regno di Sardegna che ottenne anche i territori del  Ducato di Modena e Reggio con il plebiscito del 14 - 21 agosto  e del  Ducato di Parma e Piacenza con il plebiscito del 11 - 12 settembre.
Nel 1860 anche il Granducato di Toscana con il plebiscito del 11 - 12 marzo e i possedimenti pontifici dell'Emilia e della Romagna con il plebiscito del 11 - 12 marzo, vennero annessi al  Regno di Sardegna, che però perse Nizza con il plebiscito del 15 - 16 aprile e Savoia con il plebiscito del 22 - 23 aprile che divennero territori degli alleati francesi.
Il 5 maggio dello stesso anno partiva da Quarto la spedizione dei Mille sotto il comando di Giuseppe Garibaldi per la liberazione del Regno delle due Sicilie, che con il plebiscito del 21 ottobre si annesse a quello che era ormai era denominato il Regno d'Italia.

Allego l'articolo pubblicato nella cronaca di Napoli, dal quotidiano  "Roma" nr. 300, il 27 ottobre 1860, il giorno dopo lo storico incontro avvenuto a Teano, tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, che pose fine alla spedizione dei Mille:

"Uno storico incontro; Vittorio Emanuele stringe la mano al Generale Garibaldi... verso le ore 8 e mezzo antimeridiane, il Re si trovava sulla Strada Caianello-Teano, al bivio della chiesa di Borgo, ivi gli andava incontro il generale Garibaldi; cui il sovrano stringeva la mano.
Vittorio Emanuele e il Dittatore procedevano quindi a fianco a fianco per circa dieci minuti, fino a Teano. A Porta Romana, si separavano. I Due si parlarono da soli per circa 10-20 minuti, cosa si siano detti, sono tutte supposizioni, ma lo si può dedurre dagli avvenimenti che seguirono. Dopo una stretta di mano, si presume, si lasciarono alle porte di Teano, al largo di Porta Romana. Il Re prese alloggio a Teano nel palazzo del principe Santagapito ove fino alle due di notte avevano alloggiato i Borbone: il conte di Trani, i generali Salzano e Ritucci mentre nella piazza bivaccavano i soldati borbonici. Questi, al sopraggiungere dei garibaldini, dopo una breve sparatoria, montarono a cavallo e si ritirarono verso Sessa. Garibaldi con Mario, Missori, Nullo e Canzio, si fermò, per circa un'ora, in una vicina stalluccia al largo Muraglione, per far riposare il suo cavallo e consumare un frugale pasto. Per colazione il Dittatore mangio pane, formaggio e una bottiglia di vino e per frutta tre fichi offertigli da un contadino, che il Generale ripagò con una moneta d'argento. Ai curiosi che erano accorsi a rendergli omaggio disse di andare a salutare il Re. Era lui che ora dovevano ossequiare."


Ritratto a carboncino di Giuseppe Garibaldi
eseguito da Tranquillo Cremona
il 12 - 02 1875 


Minuta del telegramma di auguri a Garibaldi, scritta dal re Vittorio Emanuele II, con la firma di Cavour
Torino marzo del 1961. 

Dopo la battaglia di Castelfidardo avvenuta il 18 settembre del 1860 con il plebiscito del 4 novembre, anche  i possedimenti pontifici delle Marche e dell'Umbria vennero annessi al Regno d'Italia,


la cui nascita, dopo la prima convocazione del parlamento italiano che avvenne il 18 febbraio 1861, fu ufficializzata il 17 marzo del 1861 a Palazzo Carignano, nuova sede del parlamento italiano a Torino, alla presenza di colui che divenne il primo re d'Italia Vittorio Emanuele II e del primo presidente del consiglio italiano Camillo Benso conte di Cavour che morì il 6 giugno di quello stesso anno.


Vittorio Emanuele II


Legge 4671 del Regno di Sardegna che proclama la nascita ufficiale del Regno d'Italia


Bozza del discorso della Corona, scritto da  Camillo Benso conte di Cavour nel febbraio 1861.


Ritratto di Camillo Benso conte di Cavour, in età giovanile,
 eseguito da Paolo Bozzini nel 1841

L'assetto territoriale del Regno d'Italia però non era ancora definitivo perché con il plebiscito del 21 - 22 ottobre del 1866 dopo la terza guerra di indipendenza vennero annessi Mantova e il Veneto; con il plebiscito del 2 ottobre del 1870, dopo il 20 settembre del 1870 in cui vi fu la presa di Roma con la breccia di Porta Pia, venne annesso il Lazio


Frammenti recuperati il 20 settembre 1870, dalla breccia di Porta Pia

e dopo la prima guerra mondiale nel 1919 il Trentino Alto Adige.
Capitali del Regno d'Italia furono:
Torino dal 1861 al 1865
Firenze dal 1865 al 1871
Roma dal 3 febbraio 1871 al 2 giugno 1946 quando venne decretata la fine del Regno d'Italia  e  nacque la "Repubblica Italiana" di cui Roma è  capitale.

© Sciarada Sciaranti

lunedì 14 marzo 2011

Mosaico con maschere sceniche



" Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. "

La Dodicesima Notte 

William Shakespeare

Questo mosaico risalente al II secolo d.C., è una decorazione proveniente probabilmente dalle Terme Deciane sull' Aventino, oggi è conservato a palazzo Nuovo nei musei capitolini, donato nel 1824 da Leone XVI.

sabato 12 marzo 2011

La terra dei faraoni - L'isola di Kitchener

Horatio Herbert Kitchener nato a Listowel il 24 giugno 1850, esperto di organizzazione militare (avviò l'uso dei campi di concentramento nella guerra anglo-boera, in cui persero la vita circa ventiseimila donne e bambini), nel periodo in cui fu per la sua patria ufficiale di colonia e comandante dell'esercito egiziano, coltivò la sua passione per la botanica realizzando un orto botanico sull'isola che oggi porta il suo nome, ma conosciuta anche come " l'isola degli alberi ".
  

Un vero paradiso tropicale che si estende per circa sette ettari in cui Kitchener fece portare piante provenienti dall'Asia e dal resto dell'Africa.


L'isola degli alberi si trova ad ovest dell'isola Elefantina e fu donata all'Egitto da Kitchener.



Nominato ministro della guerra del Regno Unito nel 1914, Kitchener perse la vita il cinque giugno 1916 nel mare delle isole Orcadi su l'incrociatore Hampshire affondato da un sommergibile tedesco che lo aveva intercettato. Kitchener si stava recando dallo zar Nicola II, per una consulenza di riorganizzazione militare.



Horatio Herbert Kitchener

© Sciarada Sciaranti

venerdì 11 marzo 2011

Eleganza e dignità

Violinista in via del Corso - Roma . Artisti di strada


" Esso è al di là - sempre al di là di qualche cosa, d'una voce, d'una nota di violino. Attraverso spessori e spessori d'esistenza, si svela, sottile e fermo... "

La nausea

Jean Paul Sartre

mercoledì 9 marzo 2011

Mercoledì delle Ceneri, l'inizio della Quaresima

" Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris - Ricordati uomo, che sei polvere e polvere ritornerai "

Questa è la formula tradizionalmente usata nella liturgia del "Mercoledì delle Ceneri" mentre si celebra il rito dell'imposizione delle ceneri, ovvero il rito in cui sullla fronte delle fedeli e sul capo dei fedeli viene sparso un pizzico di cenere ottenuta bruciando i rami d'ulivo benedetti la "Domenica delle Palme" dell'anno precedente. Con la riforma del Concilio Vaticano II, a questa formula se ne aggiunge una seconda in alternativa, che recita:

Paenitemini, et credite Evangelio - Convertitevi e credete al Vangelo


La chiesa delle origini per i primi tre secoli nel prepararsi alla "Pasqua", probabilmente perché il sentire cristiano della conversione era vivo e attivo, seguiva solo un digiuno ascetico - illuminativo di uno o due giorni, praticato dai catecumeni.
Nel V secolo Socrate Scolastico in  Εκκλησιαστική Ιστορία/Ekklesiastike Istoria  - Storia ecclesiastica attesta un digiuno pre-pasquale di sei settimane nell’Illirico e in Grecia e di tre settimane a Roma.
Nel IV secolo il digiuno entra a far parte dei riti penitenziali di purificazione, i peccatori lo praticavano per riconciliarsi con Dio, iniziava la VI domenica precedente la Pasqua, durava quadragēsĭmus dies - quaranta giorni e si concludeva all'ora nona del Giovedì Santo, come oggi nel rito ambrosiano.
Nel VI secolo poiché papa Gregorio Magno non ritenne opportuno praticare i riti penitenziali di domenica, volendo mantenere i quaranta giorni effettivi di penitenza e purificazione che dalla forma femminile quadragēsĭma in italiano prendono il nome di Quaresima, l'inizio del percorso di contrizione fu spostato al mercoledì che precede la prima domenica quaresimale  finisce sì il Giovedì Santo ma comprende il Triduo Pasquale nel comporre i quaranta giorni, così nacque il Mercoledì delle Ceneri che si celebra nel rito romano e segue il Martedì Grasso ultimo giorno di Carnevale.
Il digiuno, oggi limitato al Mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo rappresenta simbolicamente l'astensione dal peccato, il mangiare di magro con la rinuncia alla carne declinava l'appagamento fisico, la preghiera offriva lo spazio che Dio merita e la carità consacrava l'impegno fraterno verso gli altri.


Stazione di Santa Sabina

Nell'undicesimo secolo fu improntato il primo formulario di benedizione delle ceneri, per tradizione la cerimonia a Roma si svolgeva nella chiesa di Santa Anastasia al Palatino, da qui partiva una processione, in cui i fedeli, a piedi scalzi, fino al XII secolo, raggiungevano la prima stazione quaresimale della chiesa di Santa Sabina sull'Aventino; dal tredicesimo secolo e per i cinque a seguire l'imposizione che il cardinale protovescovo praticava sul capo del pontefice fu eseguita in silenzio e solo all'inizio del settecento la formula ammonitrice su citata fu recuperata.


Papa Giovanni Paolo II durante il rito dell'imposizione delle ceneri

La durata di quaranta giorni dei riti penitenziali è dovuta alla presenza di questo numero nella Bibbia:

Antico Testamento
1 quaranta giorni del diluvio universale
2 quaranta giorni di Mosè sul monte Sinai
3 quaranta giorni impiegarono gli ebrei per ispezionare la terra promessa
4 quaranta giorni impiegati da Elia per raggiungere il monte Oreb
5 quaranta giorni di tempo nella predicazione di Giona, dati da Dio dà a Ninive prima di distruggerla
6 quaranta anni in cui gli Ebrei vagarono nel deserto

Nuovo Testamento
1 quaranta giorni di digiuno di Gesù nel deserto
2 quaranta giorni 
tra la Resurrezione e l'Ascensione in cui Gesù istruì i suoi discepoli 

Fałat_Julian Mercoledì delle ceneri - Julian Fałat -  1881

Mercoledì delle Ceneri
di JulianFałat
acquarello 1881

Le domeniche della Quaresima sono anche conosciute con il nome della prima parola dell'introitus derivato dall'Antico Testamento, canto iniziale della celebrazione eucaristica che accompagna il celebrante ed i suoi ministri all'altare:
1 Invocavit - Invocabit me, et ego exaudiam eum (salmo 91,15) - Prima domenica di Quaresima
2 Reminiscere - Reminiscere miserationum tuarum (salmo 25,6) - Seconda domenica di Quaresima
3 Oculi - Oculi mei semper ad Dominum (salmo 25,15) - Terza domenica di Quaresima
4 Laetare - Laetare, Jerusalem (Isaia 66,10) - Quarta domenica di Quaresima
5 Judica - Judica me, Deus (salmo 43,1) - Quinta domenica di Quaresima
6 Palmarum - Domenica in Palmis - Domenica delle Palme

 Sciarada Sciaranti

Per ulteriori informazioni


martedì 8 marzo 2011

Giornata Internazionale della Donna

Una leggenda metropolitana diffusasi dopo la Seconda Guerra Mondiale sostiene che la nascita di quella che oggi viene comunemente chiamata "Festa della Donna", risalirebbe all'otto marzo 1908, giorno in cui 129 operaie della fabbrica di camicie Cotton o Cottons di New York, in sciopero per rivendicare migliori condizioni lavorative, vennero chiuse dal loro datore di lavoro Mr. Johnson all'interno della fabbrica e persero la vita in un incendio che si sviluppò lì dentro, quindi per ricordare e onorare queste donne nacque la festa.

Tutte le ricerche fatte per convalidare questa ipotesi non trovano alcun riscontro nella realtà, non si è trovata traccia dell'esistenza della fabbrica Cotton o Cottons ed è possibile che questa storia possa aver preso origine dalla fusione di due eventi realmente accaduti: 

1 lo sciopero di 20.000 operaie newyorchesi della Triangle Shirtwaist Company di New York, che durò dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, legato a rivendicazioni sindacali e

2 la tragedia in cui il 25 marzo 1911 nella stessa fabbrica la Triangle Shirtwaist Company di New York, a causa di misure di sicurezza insufficienti, morirono arsi vivi 146 operai, di cui la maggior parte donne immigrate. Gli operai, per paura che rubassero i tessuti o facessero troppe pause, erano stati chiusi a chiave, in una stanza dell'ottavo piano dell'edificio, dai proprietari Max Blanck e Isaac Harris , i quali pur trovandosi al decimo piano trovarono scampo senza però liberare gli operai intrappolati. Max Blanck e Isaac Harris subirono un processo che li vide assolti e come se non bastasse, ricevettero dall'assicurazione 445 dollari di risarcimento per ogni persona morta mentre le famiglie degli operai ne ricevettero soltanto 75.



Vigili del fuoco impegnati nello spegnimento dell'incendio alla fabbrica Triangle Shirtwaist Company



Le salme degli operai morti


Processione in onore degli operai morti

L'imput alla genesi di un giorno dedicato alla donna lo si scorge per la prima volta, in una delle consuete conferenze che il partito socialista di Chicago teneva ogni domenica al Garrikc theater e precisamente in quella presieduta dalla socialista Corinne Brown, svoltasi il 3 maggio 1908 e a cui fu dato il nome di "Woman's day", i temi trattati furono lo sfruttamento delle operaie da parte dei datori di lavoro: il loro basso salario e i massacranti orari di lavoro, il diritto di voto e le discriminazioni sessuali. 

Il passo successivo avvenne il 28 febbraio 1909 quando tutte le sedi del partito socialista americano dedicarono l'ultima domenica di febbraio alle manifestazioni per il diritto di voto alle donne. 
Il 26 e 27 agosto 1910, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej, nella Folkets Hus - Casa del Popolo (chiamata successivamente "Ungdomshuset") di Copenaghen, durante la seconda conferenza internazionale delle donne socialiste, "fu assunta come risoluzione" , una mozione per istituire una Giornata Internazionale della Donna in cui rivendicare i propri diritti, mozione citata da Clara Zetkin nel Die Gleichheit. 


Clara Zetkin

In Europa la Giornata Internazionale della Donna non ha uno sviluppo costante:


il 18 marzo 1911 giorno del quarantennale della Comune di Parigi, la Francia ha la sua prima Giornata Internazionale della Donna, che ripeterà organizzata dal partito socialista il 9 marzo del 1914.

Il 19 marzo 1911, l'Austria, la Germania, la Danimarca e la Svizzera hanno la loro prima Giornata Internazionale della Donna, secondo ciò che sostiene Aleksandra Kollontaj, in ricordo del 19 marzo del 1848 data in cui il re di Prussia dovette assoggettarsi alla rivolta del popolo promettendo ma non mantenendo tra le altre cose, anche il diritto di voto alle donne. In Germania venne poi ripetuta l'otto marzo del 1914.


Aleksandra Kollontaj

Il 3 marzo 1913 la Giornata Internazionale della Donna arriva per la prima volta in Russia, precisamente a San Pietroburgo dove il partito bolscevico partecipa con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, la polizia zarista però interviene ponendo fine alla manifestazione. Nel 1917 il 23 febbraio del calendario giuliano, l'otto marzo del calendario gregoriano le donne russe manifestano, chiedendo la fine della Grande Guerra in cui erano caduti circa due milioni di soldati russi, innescano così una serie di proteste che passano alla storia sotto il nome di " rivoluzione russa di febbraio " e portano alla caduta dello zar e a ottenere il diritto di voto per le donne; Il 14 giugno del 1921, in ricordo di questi eventi, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste che si svolge a Mosca, si decide di fissare l'otto marzo " La Giornata Internazionale dell'Operaia ".

Il 12 marzo del 1922 la Giornata Internazionale della Donna fa la sua comparsa in Italia sostenuta dal Partito Comunista Italiano che la pone la prima domenica successiva all'otto marzo. Facendo un salto nel tempo arriviamo al settembre del 1944 quando le donne del PCI (Partito Comunista Italiano), del PSI (Partito Socialista Italiano), della Democrazia del Lavoro, della Sinistra Cristiana e del Partito d' Azione fondano l'UDI (Unione Donne in Italia) e insieme, l'anno successivo, organizzano la Giornata Internazionale della Donna in data 8 marzo 1945. La fine della Seconda Guerra Mondiale permette nel 1946 di organizzare in tutta Italia (anche se non era ancora una ricorrenza nazionale) la Giornata Internazionale della Donna ed è in quest'anno che da un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, compare il suo più famoso simbolo, la mimosa, che fiorisce nel mese di marzo e rappresenta il rinnovamento e la vittoria. 


Teresa Noce


Rita Montagnana


Teresa Mattei

Gli anni cinquanta non rappresentano un buon periodo per la Giornata Internazionale della Donna, la distribuzione della mimosa e del mensile "Noi donne" pubblicato dall'UDI, sono visti come un gesto "atto a turbare l'ordine pubblico" e la proposta di legge presentata in parlamento nel 1959 da Giuseppina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni, non ottiene alcun esito positivo.


Giuseppina Palumbo


Giuliana Nenni

La Giornata internazionale della donna dell'8 marzo 1972 in cui le femministe gridano i loro slogan: "tremate tremate le streghe son tornate" - "donna, donna non smettere di lottare, tutta la vita deve cambiare" - "l’utero è mio e lo gestisco io", organizzata a Campo de' Fiori a Roma e sostenuta dall'attrice americana Jane Fonda viene repressa dalla polizia a colpi di manganelli.
Le Nazioni Unite dichiarano il 1975 come "Anno Internazionale delle Donne" e da quell'anno riconoscono l'8 marzo come "Giornata Dedicata alla Donna" . 

Nel 1977 proclamano una " Giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale" che riconosce l'importanza della donna nella vita civile e sociale, impegnata attivamente a promuovere la pace.


Manifestazione 1977


Repressione della manifestazione 1977


Buona Giornata internazionale della Donna a te Raggio di Sole, a te Elettra e a tutte voi! 

Festeggiamo con un sorriso, ricordando le nostre nonne e le nostre madri, che hanno combattuto in prima linea, affinché oggi, noi, con le nostre figlie e le nostre nipoti potessimo godere dei nostri diritti, che anche se spesso vengono violati ESISTONO!

Porgo un augurio a tutte quelle donne che ancora non sono libere e vivono la loro vita nella sofferenza!