" ... alcune piante pare che si trasformino, e altre per opera, a della coltivazione si cambiano e allontanano dalla loro natura, come la malva fatta crescere alta o divenuta arborescente, il che avviene non già in lungo tempo, ma in sei o sette mesi, e per lunghezza e grossezza diventa come un'asta, onde può servire anche da bastone; e in proporzione cresce poi anche di più con maggior tempo ... "
La storia delle piante
Teofrasto
Traduzione Filippo Ferri Mancini
Teofrasto ci spiega che quando la malva assume un aspetto arborescente anche con i suoi steli così come con quelli del verbasco si possono costruire dei bastoni.
I fiori di questa affascinante erba officinale che hanno la caratteristica di seguire il cammino del sole fanno di lei una pianta eliotropica; al tempo degli antichi romani e degli egizi era apprezzata in cucina:
" ... io mi nutro di olive, di cicoria e di malve facili a digerire.
Ofiglio di Latona, concedimi di godere quello che mi son procacciato,
in buona salute, e soprattutto, ti prego, con la mente sana, e di vivere una
vecchiezza non incresciosa, né priva del conforto della lira .. "
Odi - XXXI
Quinto Orazio Flacco
A cura di Tito Colamarino e Domenico Bounione
" ... non discenderebbe più saporita nel ventre mio la gallina faraona o il francolino
ionico, che L'oliva còlta dai rami stracarichi della pianta, o L'erba del romice
amante dei prati, e le malve, che fanno bene allo stomaco aggravato, o
L'agnella uccisa nelle feste Terminali, o il capretto strappato dalla bocca del lupo .. "
Epodi - II
Quinto Orazio Flacco
A cura di Tito Colamarino e Domenico Bounione
" ... La tavola a forma di sigma ammette sette commensali: siamo sei; possiamo aggiungere Lupo. La fattoressa mi ha portato delle malve buone per scaricare il ventre e vari prodotti dell’orto. Tra essi troverai la lattuga sessile, il porro tagliato, la menta che provoca i rutti e l’erba afrodisiaca5; fette di uova sode faranno da contorno a sgombri avvolti in foglie di ruta; ... "
Epigrammi - Libro IX - XLVIII
Marziale
A cura di Giuseppe Norcio
mentre apprendiamo da Giamblico che Pitagora:
" ... prescriveva l'astensione dalla malva, essendo questa la prima messaggera e annunciatrice della simpatia tra le cose celesti e le terrene ... " e in quanto tale rappresentava un ostacolo per la liberazione dal saṃsāra - ciclo di vita, morte e rinascita.
Vita Pitagorica
Giamblico
A cura di Luciano Montoneri
Ippocrate ne consigliava l'uso per le proprietà emollienti e lassative e per Plinio era una sorta di panacea:
" La malva, sia coltivata che selvatica, è fatta segno di grandi elogi. Di ciascuna specie si distinguono due qualità in base alla grandezza delle foglie. Delle specie coltivate i Greci chiamano malope quella di maggiori dimensioni, e l'altra ritengono sia detta malache per il suo effetto emolliente sull'intestino. Invece, di quelle selvatiche, la qualità a foglia grande e radici bianche si chiama altea (plistolochia per alcuni, a causa delle sue eccellenti virtù medicamentose). Le diverse specie di malva rendono più grassi tutti i terreni in cui vengono piantate. Sono efficaci contro tutte le punture da aculei, soprattutto quelle di scorpioni, di vespe e insetti consimili, e quelle del toporagno. Anzi, evita di essere punto chi si sia preventivamente asperso con malva tritata di qualunque tipo insieme con olio, oppure chi la tenga su di sé. Gli scorpioni coperti con una foglia di mal va restano inerti. Questa pianta agisce anche contro l'avvelenamento da psimizio. Applicata cruda con schiuma di nitroz fa uscire qualunque aculeo; invece bollita con la propria radice dà una pozione che annulla il veleno della lepre marina, a patto che, come certuni affermano, si provochi il vomito. Della malva sono riportate anche altre sorprendenti proprietà, ma la più rilevante è quella di preservare da ogni malattia chi beva ogni giorno mezzo ciato di succo di malva, selvatica o coltivata che sia. Quest'erba guarisce, se fatta macerare nell'orina, le ulcere sierose della testa; se unita a miele, la fungosi e le piaghe della bocca; la radice, bollita a lungo, è un rimedio contro la desquamazione della testa e i denti malfermi. La radice della malva a stelo unico si usa per punzecchiare tutt'intorno un dente che duole, finché non cessa di far male. Sempre questa pianta guarisce le scrofole e la parotite e, con l'aggiunta di saliva umana, i pani, senza provocare ferite. I semi, presi in pozione con vino nero, liberano dalla pituita e dalla nausea. La radice, portata come amuleto avvolta in lana scura, è utile in caso di affezioni alle mammelle, mentre bollita nel latte e ingerita come una minestra guarisce dalla tosse in cinque giorni. Sestio Nigra dice che la malva, sia selvatica che coltivata, è dannosa per lo stomaco; secondo Olimpiade di Tebe provoca l'aborto, qualora sia unita a grasso d'oca; alcuni ritengono che una manciata di foglie di malva prese in olio e vino provochi il flusso mestruale. Ad ogni modo risulta che le partorienti sgravano più rapidamente se sotto di loro si pongono delle foglie di malva, le quali immediatamente dopo il parto devono essere tolte per evitare che venga espulso anche l'utero. Alle partorienti si fa bere anche, a digiuno, del succo ottenuto facendo bollire in vino un'emina di malva. Addirittura, a chi soffre di gonorrea si lega come amuleto al braccio una certa quantità di semi di malva; questa è a tal punto venerea» che secondo Senocrate i semi della specie con un solo gambo usati per curare i disturbi femminili aumentano all'infinito il desiderio sessuale, e lo stesso effetto hanno tre radici legate vicino al sesso. Inoltre lo stesso autore afferma che contro il tenesmo e la dissenteria sono utilissimi clisteri di mal va, così come contro i disturbi dell'ano, per i quali quest'erba è adatta anche in fomento. Con la malva si cura anche l'atrabile, somministrando tre ciati di succo tiepido, mentre quattro ciati è la dose per i malati di mente; agli epilettici si dà il succo di un'emina di malva bollita: questo preparato si usa anche, tiepido, per fare impacchi in caso di calcoli, di flatulenze, di coliche, oppure di opistotono. Le foglie bollite in olio si applicano sulle parti del corpo interessate da fuoco sacro o da ustioni; crude e unite a pane curano le infiammazioni delle ferite. Il decotto di malva fa bene ai tendini, alla vescica, e in caso di dolori lancinanti all'intestino. Sia come alimento, sia in infuso, la malva distende l'utero. Il decotto rende più agevole il passaggio dell'olio nell'intestino. "
Storia Naturale - Libro XX
Plinio il Vecchio
Traduzione Francesca Lechi
Malva sylvestris dal greco μάλᾰ χη/malá khe, analogo a μᾰ λάσσω/ma lásso dalla radice μάλ/mal che sta per rammollire, rendere molle, addolcire, mitigare, placare, in relazione alla sua azione emolliente, e dal latino silva - selva pari a silvestre.
A ciò si aggiunge una tradizione medievale suggestiva che lega la malva a male va cioè a scaccia il male con le sue proprietà officinali; ritenute all'epoca antiafrodisiache; nel Capitulare de villis vel curtis imperii di Carlo Magno era descritta tra le erbe che dovevano essere coltivate nei giardini e in Bretagna dai suoi filamenti si ricavava un filato con cui veniva tessuta la tela di rensa. La radice fungeva da spazzolino e accuratamente pulita la si faceva masticare ai bambini durante la dentizione. Alberto Magno, nel suo Secreta mulierum e virorum, scriveva " Fac eam mingere super quandam herbam quae vulgo dicitur malva de mane; si sit sicca, tunc est corrupta" ovvero il rito infallibile per comprovare la verginità di una donna era quello di farla urinare sulla malva che si seccava deponeva a sfavore della malcapitata. Per la dottrina delle segnature il fusto peloso la rendeva consona alla ricrescita dei capelli anche se nel Rinascimento era appellata come omnimorbia - rimedio per tutti i mali.
" Sono due spetie di Malva, una domestica, e l'altra saluatica. La domestica è più convenevole per mangiarsela ne i cibi, che non è la salvatica , come ch'ella sia inutile allo stomaco. Lenisce il corpo, ma molto più lo fanno i suoi fusti . E utile la malva alle interiora, e alla vescica. Le sue foglie crude masticate con un poco di sale, e fattone impiastro con mele guariscono le fistole lagrimali: ma nel saldare la cicatrice s'usano poscia senza sale. Giovano così applicate medesimamente alle punture delle api, e delle vespe; e però chi s'unge con la malva pesta cruda insieme con olio, non può esser punto da loro. Fattone impiastro con orina humana mondifica la farfarella, e l'ulcere del capo, che menano, Le frondi della malva lesse peste, e applicate con olio medicano alle cotture del fuoco, e al fuoco sacro, Sedendosi nella sua decottione mollifica le durezze de i luoghi secreti delle donne: e facendone cristeri giova à i rodimenti delle budella, del sedere, e della madrice. Giova la decottion della malva fatta insieme con le sue radici bevendola à tutti i veleni mortiferi: ma bisogna che coloro, che la beono, continuamente la vomitano. Vale medesimamente à morsi de i ragni, che chiamano phalangi, e provoca il latte. Il seme bevuto nel vino insieme con quello del loto salvatico mitiga i dolori della vescica.
E la Malva una delle più volgari, e più conosciute herbe, che si ritrovino tra le piante, nondimeno gl'antichi usarono di seminarla ne gli horti, percioche a loro era ella ordinariamente in uso ne i cibi. Ritrovarsene di più spetie: imperoche quella, che cresce in albero, non è altro, che Malva commune tirata con artificiosa coltura, come recita Theophrasto al V. cap. del I. libro dell'historia delle piante, così dicendo. Sono alcune piante, che per il coltivare diventano diverse, e s'allontanano dalla natura loro, come è quella Malva, che cresce in alto, e si trasforma in albero, il che veramente non si fa con lungo tempo, ma in sei, over sette mesi, di modo ch'ella può così crescere alla lunghezza, e grossezza d'una hasta, il perché comodamente s'usano i suoi fusti per bastoni: quantunque in più lungo tempo assai più cresca. Questo tutto della Malva arborea scrisse Theophrasto. Appresso di Plinio al III. cap. del XIX. libro oltre alla Malva, che in Arabia cresce in albero in sette mesi, e fansene bastoni, si legge d'un altra Malva arborea, che nasce in Mauritania appresso Lixo castello, dove si dice essere stati gli horti delle Hesperidi d'altezza di venti piedi, e di grossezza di più dell'abbracciare d'un uomo, e di questa medesima grandezza dice ritrovarsi parimente del canape. Di Malva arborea vidi già io in su la riva del Benaco nella villa di Grignano alcune piante bellissime e grandi, fatte per arte in un chiostro di Frati di san Francesco. E similmente spetie di Malva quell, che essendo hoggi fatta volgare à tutti gli horti d'Italia, cresce alta com'un arboscello, con fusto grande, tondo simile à un bastone, et con foglie ben larghe, rare, e all'intorno dentate, quantunque quelle, che sono su per il gambone, sieno più piccole, e del tutto simili alla malva volgare: produce i fiori in cima, e su per il gambo, grandi simili alle rose, ma più folte di foglie, Enne di diversi colori, peroche alcune nel porporeo acceso nereggiano, altre sono bianche, e altre incarnate, di modo che così nella forma, come nel colore imitano le rose; durano questi fiori assai più lungo tempo delle rose, ma sono inutili e senza veruno odore. Produce la radice lunga vencida, e arrendevole, come quella dell'althea. Questa adunque non è cosa che prohibisca, che non si possi chiamare malva maggiore, quantunque sieno alcuni che la chiamano matita arborea, ma errano, imperoche come fa testimonio Galeno al VII. cap. del X. libro delle facultà de semplici I.... non è altro che l'althea, quantunque mi scrivesse gl'anni passati l'Eccellentissimo medico M. Giovangiordano, che la malva arborea nasceva copiosa ne i lidi del mare di Genova, ma non però ho possuto fin hora ottenerla da lui. La terza malva poi da me prima non più veduta, mi fu mandata dal diligentissimo semplicista M. Francesco Calzolari Veronese spetiale alla campana doro, di cui è qui la figura. La radice della malva commune secca, e macerata un giorno nell’acqua, e involtata in una carta bagnata, e cotta sotto la cenere calda, e di nuovo riseccata, leva via fregandosene la ruggine, e il gesso de i denti. La decottione della malva gargarizata, toglie la ruvidezza delle fauci, e del gorgozzule. Le foglie cotte ne i cibi rischiarano la voce rauca, e aggiuntovi olio, sale, è boturo fresco, muovono il corpo. Le foglie trite con foglie di salice, s impiastrano utilmente sopra tutte l'infiammagioni, e spetialmente à quelle delle ferite e trite con porri, e cipolle sopra i morsi de i serpenti velenosi, il succhio distillato caldo nell' orecchie, ne leva via ogni dolore, la decottione della malva, e delle radici, cotte fin che diventi mucilaginosa si da con manifesto giovamento à bere alle donne, che stentano à partorire, e il medesimo fa meza libra del succhio loro, bevuto caldo; il seme trito, e bevuto con vino vermiglio, vale, alla nausea dello stomaco. Cotti i germini della malva, e mangiati con olio, sale, e aceto à modo dì sparagi nel principio del mangiare, muovono commodamente il corpo. Dassi il succhi della malva utilmente à bere ài melancholici al peso di sei oncie, e otto se ne danno quando impazziscano. In somma la malva è utile à molte, e molte cose, e però chiamata da gl’antichi medicina di tutti i mali. Scrisse della malva Galeno al VII, delle facultà de semplici con queste parole. La Malva salvatica ha virtù di digerire alquanto, e mollificare leggiermente ma la domestica quanto più ella ha in se dell'humità acquea, tanto è piu debile. Il suo seme tanto è più valoroso, quanto è più secco. Di questa medesima spetie è quella che chiamano anadendromalache ( cioè malva arborea ) ma più valorosa di tutte l' altre in digerire, chiamasi anchora althea. Et al secondo delle facultà de i cibi: La Malva ( diceva pur egli) non solamente si ritrova domestica, ma anchora salvatica, come dicemmo della lattuca, ma è però differenza tra queste spetie, percioche sempre le piante salvatiche sono più secche, e le domestiche più humide. La domestica adunque ha in sé del viscoso, e del che non si ritrova punto nella lattuca. Oltre à ciò non si ritrova nella Malva virtù infrigidativa manifesta: Il che senza mangiarla si può conoscere, facendone impiastro sopra le calde infiammagioni, come sono l'erisipelle, hor con malva, e hor con lattuca, come si costuma, cio è pestandone le foglie tenere così diligentemente, che sieno nel toccarle ben liscie, e ben peste. Così adunque conoscerai, che la lattuca manifestamente infrigidisce, e la malva così poco, che altro non si può giudicare, se non ch'ella contenga in se una tepida caldezza. Mangiata la Malva cotta velocemente scende à basso: ma non però tanto per esser humida, quanto per esser ella viscosa, e massimamente quando ella si condisce abondantemente con olio, e sale. Chiamano i Greci la Malva, Malaxe; i Latini, Malva: gli Arabi, Chubeze, e Chabazi: li Tedeschi, Papel: gli Spagnuoli, Malvas: i francesi, Malve. "
Dioscoride a cura di Pietro Andrea Mattioli
Malva, maleva, marba, marmaruzza marmetta, mariva, marva, mavva, melba, meloha, miloghia, moloj, nalba, narbighedda, palmuccia, parmuzza, riondela rondella; malva comun in spagnolo; cheeseflower, common mallow, high-mallow, e wood mallow in inglese, wilde malve in tedesco, grande mauve e mauve sauvage, in francese; originaria dell'Europa appartiene alla famiglia delle Malvacee e può raggiungere il metro di altezza, il fusto eretto o prostrato è pubescente, le foglie sono palminervi con 5 - 7 lobi a margine irregolarmente seghettato, i fiori rosa a cinque petali con striature che virano verso il viola si sviluppano alle ascelle delle foglie, seccati all'ombra rilasciano un colorante ceruleo che tende al rosso se unito agli acidi e al verde se unito agli alcali.
Contiene flavonoidi: antociani; mucillagini, pectina, sali minerali: calcio, magnesio, potassio; tannini, vitamina A, B1, C, E.
Ha proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, bechiche, depurative, emollienti, espettoranti, lassative, lenitive e nel dizionario universale economico rustico del 1797 è descritta così:
" Malva , lat. Malva, fr. Mauve. Si osservano in questa pianta 2. calic . L’estrinseco è formato di due in tre foglie e il calice interiore il quale è d’un solo pezzo a 5. divisioni, ha 5. petali eguali terminati in basso da una unghietta che li attacca al di sotto attorno ad un centro comune di modo che sembrano una foglia fola partita in 5. fino dalla base. Nel centro del fiore sonovi una ventina di stamine le quali riunite nella base formano una come colonna. Il frutto e una capsula rotonda, piatta, divisa in molte logge ognuna delle quali contiene una semenza. Molte sono le specie di malva nostrali ed esotiche numerate dai botanici, specialmente nell’Enciclopedia metodica. Havvi la cinese, la selvaggia con foglie rotonde comune nelle nostre campagne; questa si sdraja per terra. I fiori sono poco considerevoli perché o sono tutti bianchi o appena leggerissimamente lavati di un rossigno. La malva silvestre maggiore che nasce spontanea. Questa innalza i suoi rami. Tutta la pianta è ispida di peli. Si trova di frequente ne’ luoghi incolti e spezialmente ne’ cimiteri. Questa è la malva usata nella medicina. La malva crespa. Questa coltivasi nei giardini ed è annuale; manda questa un tronco diritto alto 4, o 5. piedi. Le sue foglie sono assai riccie. Questa pianta non ha bisogno di coltura. Quando ella si avvicini ad un muro che la sostenti non cerca altro, getta le sue sementi e si moltiplica prodigiosamente. Le malve o malvoni che si coltivano nei giardini a distinzione delle altre sono dette rosee per la somiglianza che hanno colle rose. Si distinguono dal P. Arena in rosa doppia di color rosso oscuro, rosa doppia col disco incarnato e il mantello solferino , arborea scempia bianca. Sono uno de’ più belli ornamenti tra i fiori estivi se le piante siero disposte con ordine incorno ai viali e adornano coll’alca struttura dello stelo, colla grandezza e moltitudine de’ fiori e mistura de' più fini colori. Vi si è aggiunta l’arborea scempia apportata dal Weinmanno, se pur ella sia diversa dalla malva arborea cinese la quale noi riporteremo fra le rose. Riescono vegete piantate in terra grassa e ben adacquata. Si seminano nell’autunno e poi si trapiantano prima che la pianta sia molto cresciuta. Quando è maturo il seme troncasi lo stelo senza disturbarne la radice, la quale dura e torna a dar fiori per 3. o 4. anni, ma devesi ogni anno levarle intorno la terra sfruttata e ricambiarla con nuova e sostanziosa. Si mangiano i teneri getti della malva conditi come gli asparagi o con olio ed aceto o col butiro. La specie cinese è la migliore d’ogn’altra a questo effetto. Il cibo è sanissimo e non so comprendere come non si metta in uso nelle nostre parti. Gli usi delle malve nostrali in medicina per emollienti sono troppo noti e i fiori particolarmente si adoprano anche secchi per farne brodi. Si la maggiore che la minore comunissime s’adoprano ugualmente in guisa che possono supplire l’una all’altra. La pianta ha un sapore scipito, mucillagginosa, acquoso, alquanto viscido. Essa è emolliente, lenitiva, rilassante e una delle 4. primarie erbe emollienti. 1 fiori calmano la sete, favoriscono l’espettorazione, nutriscono leggerissimamente, rendono il corso delle urine più facile, diminuiscono la loro acrimonia e mantengono il ventre sciolto. In clisteri essi sono indicati Della ritenzione delle materie fecali, nelle coliche cagionate da materie acri, nel tenesmo c nella dissenteria. Le foglie in forma di cataplasma rilasciano la porzione degli integumenti sui quali si applicano e calmano il dolore, il calore e la durezza dei tumori flegmonosi. La radice viene raccomandata nelle specie di malattia nelle quali sono indicaci i fiori. Questi freschi si adoprano da una mezza dramma fino a mezz’oncia in infusione in 6. once d’acqua; i fiori secchi da 8. erari fino a 2. dramme in 5. once d’acqua; le foglie fresche macinate in sufficiente quantità d’acqua finca consistenza polposa per un cataplasma; la radice secca da 2. dramme fino a mezz’oncia in decozione in 8. once d’acqua. Generalmente tutte le malve, le altee e le lavatene hanno le stesse proprietà e non differiscono fra di loro che in ragione d’alquanto più o meno di mucillaggine. Le pastiglie di malva sono in gran fama per le indisposizioni della gola. Una monaca di Salins in Franca contea essendosi figurata che alcuni piedi di malva alti da circa 3. piedi e mezzo che essa aveva veduti nel giardino del suo monastero si potessero macerare a guisa che si fa della canapa, ebbe voglia di farne la prova. Fatto sta che quegli steli macerati, battuti e pettinati le diedero una stoppa più morbida della canapa e più forte del lino, e che i fili che ne fece di diverse specie furono tutti trovati di ottima qualità dopo di essere stati imbiancati. Essendo la malva una pianta vivacissima la quale produce ogni anno nuovi rampolli, e non esigendo dall’ altra parte la sua cultura né il concime, né quella diligenza che richiede la cultura delia canapa, pare perciò che non sarebbe mal fatto di coltivarla più generalmente per poi servirsene al detto uso. Il sig. ab. Cavanilles ha fatto simili esperienze sulla malva crespa, su quella di Lima e sulla sida delle quali parleremo all’articolo Piante e che possono sostituirsi alta canape, e a Sida. Teofrasto e Columella scrivono che la malva gira col sole come si disse del girasole.
Dizionario universale economico rustico
La malva è uno dei componenti della tisana dei sette fiori per i disturbi da raffreddamento, bronchiali e polmonari:
Aggiungete 10 grammi di fiori secchi di altea, di malva, di papavero, di primula, di verbasco, di viola mammola e di tossilaggine in 1 litro d'acqua bollente, lasciate in infusione per 5 minuti, filtrate, addolcite con il miele e dai 5 ai 20 giorni bevete 3-4 tazze al giorno.
Anche lessata o saltata in padella, condita con sale e olio, nelle frittate, nelle insalate le foglie più tenere, nelle minestre e nelle zuppe ha il suo perché.
Nel linguaggio dei fiori rappresenta l’amore e la comprensione materna e un rametto può andare a comporre il mazzetto delle sette o nove erbe di San Giovanni, entrambi i numeri sono sacri.
N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.
Nessun commento:
Posta un commento