" ... Si raccoglie questa pianta a primavera, nel terreno magro o lungo i sentieri, e si conserva per farne ghirlande. Nello stesso periodo i medici pestano le foglie e le riducono in pastiglie, e cosi fanno anche con il fiore e la, radice. Tutte queste parti, mescolate, si somministrano in dose di una dracma contro i morsi di tutti i serpenti. In pozione, fanno espellere i feti morti, come anche provocano il mestruo, hanno effetto diuretico e provocano l'espulsione dei calcoli; in impiastro guariscono le flatulenze, le malattie del fegato, i travasi di bile, le fistole lacrimati; masticate guariscono le ulcere che trasudano siero ... "
Storia Naturale – Libro XXII
Plinio il Vecchio
Traduzione Anna Maria Cotrozzi
Un capolino giallo incorniciato da raggi di petali bianchi che si curvano verso il basso, infiorescenza corimbosa di una pianta officinale annuale conosciuta nell'antica Mesopotamia col nome di Kurban ekli - Dono dei prati, in Egitto era sacra al dio del sole Ra, citata nel Papiro di Ebers del 1506 a.C. aveva la funzione di alleviare i dolori articolari e nevralgici, di abbassare la febbre, e di curare la pelle; il suo polline fu ritrovato addirittura nella tomba di Ramses II.
Si tratta della Matricaria recutita o Matricaria chamomilla dal latino mātrīx - utero, in riferimento alle proprietà emmenagoghe della pianta, e dal greco χαμαίμηλον/chamáimēlon forma composta di χᾰ μαι/cha mai - a terra, che indica ciò che è piccolo, più μῆλον/mêlon - pomo, che indica l'odore dei fiori simile a quello delle mele.
Dell’Anthemide, cioè, Camamilla.
La Anthemide è di tre spetie, differenti l’una dall'altra solamente nel fiore. I rami di tutte sono alti una spanna, folti, con molte concavità d’ali: con picciole frondi sottili, e copiose. I capitelli suoi sono tondi: con fiori nel mezo di color d’oro, e di fuori nella ritondita del suo ambito in alcuni bianchi, in alcuni gialli, e in altri porporei, di grandezza come foglie di ruta. Nasce l’anthemide in luoghi aspri, e magri, e appresso alle vie; cogliesi la primavera, L’herba, i fiori, è le radici hanno virtù di scaldare, e di diseccare. Bevuta la loro decottione, overo sedendovisi dentro, provoca i mestrui, il parto, l’orina, e le pietre delle reni. Bevesi nei dolori de i fianchi, e nelle ventosità: giova à trabocco di fiele, e à i difetti di fegato. Fomentasi per li difetti della vescica con la decottione di tutte le spetie. Nondimeno à coloro, che patiscono la pietra, è più utile, e più valorosa quella, che produce i fiori porporei, maggiori di tutte le altre: e quella propriamente, che chiamano heranthemo. Quella, che chiamano leucanthemo, è più atta à provocar l'orina, e similmente quella che chiamano chrisanthemo. Tutte applicate sanano le fistole de gli occhi. Masticate sanano l’urcele della bocca. Usanle alcune con olio nei cristeri. Tritansi in polvere per caccia via le febbri periodiche. Debbonsi riporre le frondi, e fiori separentemente polverizzati, e farsene pastelli. Debbesi seccare anchora la radice, e quando fa di bisogno, dare due parti della herba, e una dei fiori, overo della radice, e per lo contrario due parti de i fiori, è una della herba, permutando il duplicato peso un dì si, e un dì nò, con vino melato inacquato.
Chiamasi volgarmente l’Anthemide in Italia Camamilla. Et quantunque tre spetie differenti solamente però nel colore de i fiori, ne commemori Dioscoride: e dica essere assai più dell’altre valorosa per il male della pietra quella, che produce i fiori di dentro nel mezo gialli, e per intorno porporei; nondimeno non si ritrova appresso à gli spetiali in Italia altra Camamilla, che quella che fa il suo fiore di dentro giallo, e candido per intorno. Il che accade, percioché di questa quantità infinitane nasce per le campagne, tra le biade: e dell’altre due spetie conosciute, e viste da pochi, in rari luoghi d’Italia se ne ritrova. Credono alcuni, che la pianta, che chiamano molti Adonide di Virgilio, sia la camamilla del fiore porporeo, chiamata Heranthemo da Dioscoride, ma si ingannano manifestamente, percioché l’Heranthemo, produce i suoi fiori nel mezo gialli, e all’intorno porporei, come si vede in una spetie di Bellis, e parimente nell’Amello, da i quali sono molto differenti i fiori dell’Adonide, i quali sono simili à i fiori del papavero salvatico. Ma per dir della volgare Camamilla la historia; produce ella i gambi lunghi un gombito, con foglie sottili, come capelli, copiose, e brevi, e i fioro in cima de i ramoscelli, simili alla Matricaria*, soavemente odorati, fa picciola e sottile radice. Ha questa virtuosissima, e odorata pianta tanta somiglianza con la cotula fetida, che non si può agevolmente conoscere l’una dall’altra se il naso non ne sente l’odore essendo la camamilla odorifera, e la cotula fetida puzzolente. E così acuta e mordace che ulcera la carne ponendovisi sopra, e però coloro che vanno cacando per le strade, ove la nasce per il più, e se ne sorbano il sedere sentono poco di poi un molestissimo ardore. La decottione della Camamilla, overamente la sua acqua diligentemente distillata, bevuta con zucchero, è rimedio utilissimo per la pontia. I fiori ricolti senza le foglie (come ritrovo scritto da Nichesone antichissimo autore) pesti nel mortaio, e incorporati con olio, e fattone Trocisci, dissolvendosi poi con l’olio medesimo, e ungendosene chi patisce qual si vogli spetie di febre, gli guarisce, se subito che sono unti, si mettono in un letto caldo ben coperti à sudare. Imperò che coloro, che copiosamente sudano, più agevolmente guariscono. Scrisse della Camamilla Galeno al IX. Cap. del III. Libro delle facultà de semplici, così dicendo. E’ la Camamilla nella sottilità sua simile alle rose: ma nella calidità s’accosta più più presto alle virtù dell’olio, che sono all’huomo familiari, e temperate. Et però ha ella il principato di giovare nelle latitudini, più che ogni altra cosa. Mitiga, e leva i dolori, risolve i tumori, mollifica le mediocri durezze, e rarifica le costipationi. In oltre risolve ella le febbri, che sono senza infiammagione alcuna delle viscere: e privatamente quelle, che si generano per grossezza d’humori cholerici, e acuti. Et però da i sapientissimi d’Egitto è stata consecrata la Camamilla al Sole, e ripetuta unico rimedio di tutte le febbri. Ma veramente errano costoro in questo: percioché non può sanare ella se non quelle febbri, che ho detto, e quelle non sana, se non quando sono gli humori loro cotti, e ben digesti, quantunque ella giovi anchora assai bene à tutte l’altre causate da humori flemmetici, e malinconici, e parimente dalle infiammagioni delle interiora. Et al VI. Pure delle facultà de semplici diceva: Fu della Camamilla detto di sopra nel terzo libor copiosamente. Et imperò diremo adesso sommariamente, che scalda, e disecca nel primo ordine, è composta di sottili parti, e però ha ella virtù digestiva, mollificativa, e rarificativa. Chiamano i Greci la Camamilla A’nthemis, e χαμαίμηλον /Xamaimelon: i Latini, Anthemis, e Chamamelum: gli arabi, Debonigi, e Babunegi: i Tedeschi, Camillen: li Spagnoli, Manzanilla: i Francesi, Camemina; e Camomille.
Matricaria*= In questo contesto indica il partenio
Dioscoride a cura di M. Pietro Andrea Matthioli
La Chamomilla recutita, camamilla, camomilla, camomilla blu, camomilla comune, camomilla tedesca o ungherese, camomilla vulgaris, amareggiola, calamandrea, camamela, camamia, camila, camumilla, capomilla, erba di maggio profumata, erba Maria, erba viva, matricaria, scalambrina; in inglese german chamomile, pin heads, wild chamomile; in spagnolo manzanilla, in tedesco echte kamille, in francese camomille commune, matricaire, appartiene alla famiglia delle Asteraceae, e originaria dell'Europa meridionale e dell'Asia, si è diffusa nel Nord Europa, dove è stata apprezzata da BeatrixPotter, e nel continente americano con i coloni che vi emigrarono.
Raggiunge un'altezza che può variare dai 10 ai 50 centimetri, Il fusto è eretto e ramificato a partire dalla base, le foglie verde chiaro e oblunghe divise in lacinie strette bipennatosette o tripennatosette sono alterne e sessili. I fiori, detti flosculi sono tubulosi, gialli, raccolti in capolini su un ricettacolo cavo di forma conica, coronati da petali bianchi formano uno peudanzio e si sviluppano tra maggio e agosto. I frutti sono cipsele senza pappo.
Nel Medioevo, dal Capitulare de villis vel curtis imperii di Carlo Magno, la camomilla era descritta tra le erbe che dovevano essere coltivate nei giardini; all'epoca si credeva che il profumo rilasciato dalla sua combustione preservasse dalle epidemie che potevano svilupparsi a causa delle malattie infettive socialmente diffuse.
I monaci la raccogliavano in primavera, ne spargevano i capolini durante le funzioni sacre e la chiamavano medico delle piante perché quelle in cattive condizioni, incredibilmente, si riprendevano quando l'erba officinale veniva trapiantata nelle loro vicinanze. Per il suo alone magico chi voleva conquistare l'amore portava i suoi fiori nelle tasche delle camicie e le ragazze per attrarre il fidanzato, la notte di San Giovanni, immergevano i fiori appena colti in un catino con dell'acqua che usavano per profumarsi le mani. I sassoni invece credevano nella sua valenza protettiva e ponevano mazzetti di camomilla sulle culle dei bambini.
Una leggenda cristiana racconta che durante la fuga in Egitto la Vergine Maria in un'oasi bevve dell'acqua in cui erano stati lasciati in infusione i fiori della camomilla, lei riacquistò la forza necessaria per riprendere il lungo viaggio e alla pianta, benedetta dal tocco della Madonna, fu attributito l'appellativo di erba del buon riposo.
Nomi. Gre. Anthemis, e kamai melon. Lat. Chamamelum. Ital. Camomilla Spagn. Manzanilla. Ted. Camillen. Franz. Camomille.
Spetie. E di più forti, una col fior tutto giallo, e uno odor soavissimo di mele appie tutta la pianta. L'altra con le frondi del fior intorno bianche, ch'è l'usuale.
Forma. Hai rami alti una spanna, e più, folti, con molte concavità d'ali, con picciole frondi sottili, e copiose, i capitelli suoi son tondi con fiori nel mezo di color d'oro, e di fuori nella rotondità del suo ambito in alcuni bianchi, e in altri gialli, e in alcuni altri porporei, di grandezza come foglie di ruta, di odor soavi.
Loco. Nasce in luoghi aspri, e magri, e appresso alle vie, e nei prati, e nei campi tra le biade.
Qualità. Riscalda, e dissecca nel primo grado: è nella sottilità sua simile alla rosa ma nella calidità s'accosta più alle virtù dell'olio, che sono all'huomo familiari, e temperate: e però ha ella il principato di giovare nelle lassitudini, più che ogn'altra cosa.
Risolve, digerisce, mollifica, e mitigai dolori, e rarefa.
Virtù di dentro. Cotta con vino, e bevuta o la sua decottione, ò fatta in acqua, e sedendovisi dentro, provoca i mestrui, il parto, l'urina, e le pietre delle reni: Apre le opilationi del fegato, e della milza: mitiga i dolori della vescica, della madrice, delle reni e degli intestini: sana, risolve l'ulcere del polmone vale alla lienteria, riscalda lo stomacho. I fiori bevuti con aceto vagliono al mal caduco. L'Acqua stillata vale alle cose predette, e è utile alle donne di parto. Quest'acqua è la sua decottion è molto vile al dolor del petto bevuta con zucchero.
Virtù di fuori. I fiori cotti in acqua con olio camomillino sono molto utili ne i cristeri, percioche mitigano, e sanano i dolori delle reni, della madrice, degli intestini e della vescica: sedendosi nella lor decottione, è applicati in peſſoli mitigano i dolori del ventre, e della madrice. Il loro odore l'Acqua, e la liscia corrobora il capo, e'l cervello. La decottione purga le ferite putride. L'olio di Camomilla è buono a molte cose, apre i pori, risolve i vapori, ferma la flussion degli humori, corregge le male qualità, conferisce ai nervi, e ai membri nervosi, fuor di modo mitiga i dolori. I fiori raccolti senza le foglie pesti nel mortaio, e incorporati col detto olio e fattone trocisci, e dissolvendosi poi con l'olio medesimo, e ungendosene chi patisce qual si voglia spetie di febre, li guarisce, se subito che i febricitanti sono unti, si mettono in letto caldo a sudare ben coperti.
Herbario Novo
Castore Durante
La camomilla contiene acidi grassi come l'acido cerotico, linotico, oleico, palmitico e stearico; cumarine come la 7-idrossicumarina o umbelliferone, e l'erniarina; flavonoidi come apigenina, luteolina; un glucoside; salicilati come l'acido salicilico; mucillagini; pi sesquiterpeni quali l' α-bisabololo, il farnesene, il guaiazulene e la matricina da cui deriva, per distillazione dei fiori, il camazulene, un azulene che da il colore azzurro all'olio essenziale; tannini; vitamina A, B1 e C; sali minerali quali il calcio, il fluoro, il fosforo, il manganese, il potassio, il rame, il sodio e lo zinco.
La medicina popolare sfrutta le sue proprietà analgesiche, antiallergiche, antibatteriche, antinfiammatorie antimicotiche, antimicrobiche; antiossidanti, antipiretiche antispasmodiche, antisettiche, cicatrizzanti, decongestionanti, emmenagoghe, emollienti lenitive, stimolanti del sistema immunitario, vermicide e vermifughe.
L''infuso forte di 4-5 minuti rilascia delle sostanze eccitanti ed è ricostituente, viene usato per gli sciacqui contro le afte, le gengiviti, le stomatiti, e per i risciacqui dei capelli che si vogliono schiarire, il decotto è digestivo e allieva i crampi allo stomaco e i dolori mestruali, in impacchi decongestiona gli occhi e si applica sulle ferite e sulle infiammazioni.
L'uso interno prolungato e eccessivo, nel tempo, può causare una riduzione dell'assorbimento del ferro. Sconsigliato l'uso a chi prende farmaci anticoagulanti, sedativi e alle donne in stato di gravidanza.
Vi lascio l'antica ricetta dell'olio di camomilla utile per frizionare le parti del corpo colpite da artrite, nevralgie, reumatismi e sciatica.
Oleum chamomillae
Fiori freschi di camomilla … parte 1
Olio d'ulive … parti 4
Si facciano macerare i fiori di camomilla nell'olio per alcuni giorni in vaso coperto. Si passi per panno, premendo il residuo, e si filtri.
Colore verde-giallognolo, odore di camomilla. Dovendo adoperai fiori secchi, si raddoppi la quantità dell'olio, ed i fiori secchi contusi si annettino colla metà del loro peso di un miscuglio a parti eguali di alcool e di etere, col quale lasciansi in contatto per 12 ore in recipiente chiuso; quindi si facciano digerire nell'olio su b. m., agitando di tanto in tanto, sino a che tutto l'etere e l'alcool siansi evaporati.
Farmacopea Ufficiale del Regno d'Italia – 1892
Ministero dell'Interno
Nel linguaggio dei fiori la camomilla rappresenta la forza che supera le avversità; un rametto può andare a comporre il mazzetto delle sette o nove erbe di san Giovanni, entrambi i numeri sono sacri.
" ... L'ombra della notte scende rapida sulla città di | Siva. Ora il tempio è buio, solo illuminato in alto dal brivido ardente delle stelle, in basso dal luccicchio tremulo dei lumi.
Otto gironi concentrici di templi concatenati stringono l’ultimo cerchio nel quale sorge il santuario del Dio. Unico tetto il cielo, sul quale bruciano i grandi solitari d'Asia. Le navate senza volta sembrano sostenere sui capitelli ciclopici l’immensità stessa del firmamento.
E da pilone a pilone i negozianti d’oggetti sacri hanno drizzato i loro tabernacoli di vendita. Accoccolati a centinaia intorno alle mercanzie recitano ininterrottamente le preghiere di Bramha. I compratori s'accostano, scelgono un anello di rame, un braccia- letto di vetro, una collana di fiori di camomilla o di gigli del Bengala, gettano la moneta in un vassoio, se ne vanno senza interrompere la prece. Vacche bianche col segno di Siva sulla fronte circolano tranquillamente in mezzo agli uomini. Elefanti bianchi coll'emblema del Dio sulle orecchie, sonnecchiano in piedi accanto alle colonne od aspirano con le proboscidi potenti i piccoli fiori di camomilla offerti dai fedeli.
A mano a mano che la notte avanza, aumenta il numero dei devoti. Ognuno ha una lampada accesa piena d’olio di cocco, senza la quale è vietato restare nel tempio... "
Il tempio di Madura – India
Mario Appelius
N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.