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domenica 19 giugno 2022

Ombreggiano le ombrelle del levistico

" Il levistico cresce selvatico sui monti della Liguria, e di là è originario; ma viene anche coltivato dappertutto. La varietà coltivata è piu gradevole, ma priva di vigore. Altri lo chiamano panacea ... "

Storia naturale - Libro IX
Plinio il Vecchio
Traduzione - Francesca Sechi

Appio montano - Levistico - Libistico - Ligustico - Panacea - Sedano montano

La parola levistĭcum etimologicamente viene considerata un'alterazione del termine ligustĭcum che significa ligure e identifica l'erba officinale che chiamiamo levistico, libistico, ligustico, appio o sedano montano. 
Il levistĭcum officinalis era un ingrediente dei filtri amorosi poiché aveva la reputazione di essere afrodisiaco; nel Medioevo dal Capitulare de villis vel curtis imperii di Carlo Magno era descritto tra le erbe che dovevano essere coltivate nei giardini e faceva parte dell'orto dei benedettini. I viaggiatori lo mettevano all'interno delle loro scarpe per dare sollievo ai piedi e per eliminarne il cattivo odore, si credeva che portasse fortuna e le spose vi si acconciavano i capelli mentre in associazione con la sua proprietà detergente veniva immerso nell'acqua del primo bagnetto dei neonati. Veniva benedetto, dopo la processione, il giorno del Corpus Domini, e conservato per preservare l'amore, per proteggersi dagli spiriti maligni e dal cattivo tempo, tradizione che si conserva tutt'oggi e lì dove le processioni si svolgono sull'acqua, tra le decorazioni floreali delle barche è presente il levistico. Il giorno di San Giovanni si immergeva nel latte che veniva poi dato agli animali e tre croci create con i suo fusto si posizionavano agli angoli dei campi per proteggerli.

" Il Ligustico, il quale chiamano alcuni Panacea, e altri Panace, nasce abondantissimo in Liguria, onde s’ha preso il nome, nel monte Apennino, che termina con le Alpi. Chiamanlo non fuor di proposito i paesani Panace, per essere egli veramente nel fusto, nelle radici, e parimente nelle virtù sue simili al panace Heracleotico. Nasce in monti altissimi, aspri, e ombrosi, e massime appresso ove risorgono l'acque. Produce il fusto sottile simile all'aneto, nodoso: attorno al quale sono frondi simili al meliloto, ma più tenere, e piu molli, odorate, verso la cima più sottili, e molto più divise. Ha nella sommità del bastone una ombrella, nella quale è il seme nero, duro, lunghetto, come quello del finocchio, di sapore acuto, e aromatico. E la sua radice bianca, simile à quella del panace Heracleotico, e odorata. Hanno il seme, e le radici virtù di falciare, e di maturare. Giovano ài dolori dell'interiora, e alla digestione: e parimente alle ventosità dello stomaco, e à i morsi de i velenosi animali. Bevute provocano l'orina, e similmente i mestrui. Il che sia la radice applicata di sotto. Mettonli il seme, e le radici ne gli oxipori, e nelle medicine digestive, è aggradevole alla bocca, e imperò l'usano quei di Liguria nelle vivande in cambio di pepe. Sophisticasi con un seme, il quale gli è molto silmile: ma si conosce al gusto, per essere amaro. Alcuni lo sophisticano, mettendogli dentro seme di finocchio, overo diseseli.
Sognansi veramente coloro, che si pensano, che’l vero Ligustico chiamato da Galeno Libistico, sia quella pianta tenuta in più luoghi negli horti, d’acuto, e grave odore, che miramente si chiama Levistico, imperoché questo produce il fusto altissimo, concavo, e grosso: come dice Dioscoride del suo. Le frondi non sono in modo alcuno di meliloto, ma intagliate come quelle dell'apio, quantunque piu grosse, e assai maggiori. Il seme, come che si rassembri alquanto al finocchio; nondimeno non è egli saldo, ne aromatico, anzi frangibile, e squamoso.
Il vero Ligustico adunque, tutto che à Genova, e per tutta la Liguria, onde s’ha preso il nome, sia abondantissimo, e usato il seme volgarmente ne i condimenti de cibi; nondimeno non sì porta publicamente per il resto d'Italia. Del ligustico sono qui espresse due piante, mandatemi dalli Amici, i
quali fanno professione di buoni semplicisti, ma à me pare che la prima riferisca molto meglio il vero, che la seconda, nondimeno accio che altri ne possino anchora loro dire la sua opinione, ho voluto metterli qui amendue. Fecene brevemente memoria Galeno al VII. delle facultà de semplici, così dicendo. La radice, el seme del Libistico sono di quelle cose, che scaldano: di modo che provocano i mestrui, e l’orina, e risolvono le ventosità. Chiamano i Greci il Ligustico λιγουςικον/ligousikon; latini, Ligusticum, e Lìbysticum. " 

Discoride a cura di M. Pietro Andrea Matthioli

Appio montano - Levistico - Libistico - Ligustico - Panacea - Sedano montano

Il levistico originario dell'area mediterranea, appartiene alla famiglia delle Apiaceae e può superare di molto il metro e mezzo di altezza, Il fusto è eretto, tondo striato e cavo, nella parte superiore si sviluppano i rami con foglie tripennatosette incise e dentate; i fiori nascono tra giugno e agosto e sono piccoli e gialli raggruppati in ombrelle globose.
Nel dizionario universale economico del 1797 è descritto così:

" Levistico, Ligusticum levisticum, Linn. Angelica montana, perennis, paludapii folio, Tourn. Levisticum vulgare, Ger. fr. Livéche, ou Ache de montagne, ou Seseli de montagne, ou Sermontaine, Angelique a feuìlles d'ache. Pianta che cresce naturalmente ne’ luoghi ombrosi e anche nei terreni secchi in Provenza e in Italia. Si coltiva nei giardini. La sua radice è grossa, carnosa, nericcia al di fuori, bianca al di dentro e odorosa: produce tronchi alti circa 5. piedi in 6., grossi, scannellati, nodosi e ramosi; le sue foglie sono fatte come quelle dell’appio palustre, ma più ampie, verdi brunastre e di un odore acuto. Le sommità dei tronchi vanno cariche di ombrelle grandi corredate di fiori gialli a’ quali succedono semi assai grandi, bislunghi, aromatici, acri e di colore scuro.
Tutta questa pianta esala un odore acuto aromatico e particolarmente i semi i quali nulla meno che la radice hanno un sapore acre che non è disgustevole. Il levistico è diuretico ed annerisce alcun poco le orine, dissipa i flati ed è un buon vulnerario. Si mette in composta la radice nell’ aceto e in tale sfato si mastica per preservarsi dalla contagione dell’ aria cattiva. L’uso delle foglie di questa pianta è specifico a richiamarci mestrui soppressi da una paura. Si dà pure il nome di levistico al seseli comune, Levisticum, quod seseli officinarum, C. Bauh., Seseli annuum, Linn. fr. Liveche, ou Seseli commun.

Dizionario universale economico rustico

Appio montano - Levistico - Libistico - Ligustico - Panacea - Sedano montano

Contiene acido angelico, acido angelio, acido benzoico, acido ferulico, acido isovalerianico, acido malico, acido miristico, acido tannico; β-sitosterolo, cumarine come cumarina; furanocumarine come bergaptene e psoralene; idrossicumarine come umbrelliferone; fibre, proteine, flavonoidi come Kampferolo e quercetina; resine, sali minerali come calcio, ferro, magnesio, manganese, potassio, rame, sodio, zinco; sostanze pectiche, tannini, vitamina C, zuccheri.
La medicina popolare sfrutta la sua proprietà analgesica, antiasmatica, anticancerogena, anticatarrale, anticoagulante blanda, antiedemica, antiflogistica, antifungina, antimicrobica, antiossidante, antipertensiva, antireumatica, antisettica, antispastica, carminativa, deodorante, detergente, disinfettante, digestiva, diuretica, emmenagoga, epatoprotettricee, lenitiva ,purificante, sedativa, sudorifera, tonica.
Controindicato alle donne in gravidanza e in allattamento, agli ipotesi e a chi soffre di insufficienza cardiaca e renale.
Le furanocumarine rendono il levistico fotosensibilizzante per cui attenzione alle scottature e alle reazioni cutanee se ci si espone al sole.

" Nomi. Greci λιγυςικον/Ligustikon. Lat. Ligusticum. Ital. Ligustico.
Forma. Produce il fusto simile all'aneto, nodoso, attorno al quale sono frondi simili al meliloto: ma più tenere, è più molli, odorate, verso la cima più sottili, e molto più divise. Ha nella sommità del fusto un'ombrella nella quale è il seme nero, duro, lunghetto come quello del finocchio di sapore acuto, e aromatico: E' la ſua radice bianca, e odorata, simile a quella del panace heracleotico.
Loco. Nasce negli altissimi monti, aspri, e ombrosi, e: massime appresso, ove risorgono l'acque.
Qualità. E' caldo, e secco nel terzo grado.
Virtù. Di dentro. La radice pesta, e bevuta riscalda lo stomacho, aiuta la digestione, caccia fuori i mali humori, e mitiga i dolori interni bevuta al peso di meza dramma in vino: caccia i veleni: provoca i mestrui, e l'orina, e insomma ha le virtù medesime dell'Angelica. Il seme ha virtù più calida, e è a tutte le cose più efficace. L'Acqua, lambiccata da questa pianta, conferisce molto alla schirantia*, e alla pontura.
Virtù. Di fuori. ll Ligustico, il quale non è levistico volgare, sedendosi nella sua decottione provoca l'orina, e i mestrui, e caccia fuori le pietre, e riscalda tutti i membri interiori. La radice pesta è buona applicata ai morsi di tutti gli animali velenosi, e del can rabbioso: percioche mitiga il dolore, e caccia fuori il veleno. La radice, il seme, e le foglie tanto nel cibo, quanto che nè i bagni, giovano a purgare le donne di parto. L'Acqua lambiccata, giova ai tumori del capo applicata, e facendone gargarizio, giova all'asprezza della gola. Bevendosi nel fusto concavo del ligustico, conferisce molto alla schirantia, e massime bevendoci quest'acqua, la quale mondifica la faccia e netta tutti i vitii della pelle: e insomma giova a tutte l'ulcere della bocca, e dell'altre parti. "

schirantia* pari a squinancia = Infiammazione del cavo orale e della faringe che può provocare angina, disfagia, difterite, mal di gola e senso di costrizione alla gola.

Herbario nuovo
Castore Durante


Nel linguaggio dei fiori il levistico è uno sconosciuto, un rametto può andare a comporre il mazzetto delle sette o nove erbe di san Giovanni, entrambi i numeri sono sacri.

Del levistico i  romani  fecero un largo uso in cucina, vi lascio una ricetta di Apicio:  

" Braciuole ostiensi (Ostia era alle foci del Tevere): segna le braciuole fino alla cotenna in modo che lì rimangano attaccate. Trita del pepe, del ligustico, dell’aneto, del cumino, del silfio, una bacca di alloro; bagna con Salsa e lavora. Versa – poi – in un tegame rettangolare il tutto con le braciuole. Quando avranno riposato nel condimento per due o tre giorni, tirale fuori, infilzale con gli stecchi ad X e mettile in forno. Quando saranno cotte, separerai le braciuole che avevi segnato e le coprirai di pepe, di ligustico, le bagnerai di Salsa e di poco passito perché diventino dolci. Quando il tutto bollirà, lega il sugo con l’amido. Versa sulle braciuole e porta in tavola. "

La Cucina dell'Antica Roma
Apicio
A cura di Clotilde Vesco

Buon Corpus Domini a tutti

N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.


Brucia con le coccole il legno di ginepro

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