" ... a te, Persefone, fu lecito un tempo trasformare un corpo di donna in menta profumata ... "
Metamorfosi - Libro X
Publio Ovidio Nasone
Traduzione Nino Scivoletto
Περσεφόνη/Persephónē - Persefone trasforma Μίνθᾰ/Mínthă - Menta, la bellissima naiade figlia di Κώκυτος/Kṑkutos* - Cocito, in erba da calpestare e la madre Δημήτηρ/Dēmḗtēr - Demetra le leva la possibilità di fruttificare, mentre Ἅιδης/ Hádēs - Ade, catturato dalla ars amatoria della ninfa con cui ha condiviso momenti di passione, le dona l'intensa fragranza che noi tutti ben conosciamo. In Trifilia nell'Elide il mito è testimoniato dal τέμενος/tèmenos di Ade costruito sul monte Minta nei pressi di un bosco sacro a Demetra.
Gli antichi greci usavano la menta nel κυκεών/kukeòn - Ciceone, un composto d'orzo e acqua preparato per i partecipanti ai Misteri Eleusini che venivano iniziati alla vita dopo la morte; nei riti funebri l'adoperavano miscelata con mirto e rosmarino ed era conosciuta anche dagli antichi egizi che operavano nell'imbalsamazione, mentre, dagli ebrei veniva sparsa sul pavimento delle sinagoghe per calpestarla e diffonderne il profumo il cui aroma fortemente pungente che copre gli altri odori spiega il legame mitologico con l'aldilà.
Si racconta che nelle sue foglie si raccolse l'acqua che dissetò Gesù durante la Fuga in Egitto e pertanto è considerata un'erba benedetta.
Κώκυτος/ Kṑkutos* = Versione greca del latino Cōcȳtus/Cocito-Il Fiume del lamento così come il Φλεγέθων/Phlegéthōn-Flegetonte-Il Fiume che brucia è un affluente dell'Ἀχέρων/Achèrōn-Acheronte-Il Fiume dei guai, insieme al Λήθη/Lethe-Lete-Il Fiume dell'oblio e allo Stige-Il Fiume dell'odio, caratterizzano il panorama degli inferi.
" La menta è herba conosciuta. Ha virtù di scaldare, diristagnare, e di diseccare. Il succo, bevuto con aceto ristagna il sangue: ammazza i vermini tondi, e stimola venere. Bevuti tre rami di menta con succo di melagrani forti raffrenano il singhiozzo, il vomito, e la cholera.
Impiastrata la menta con polenta risolve le posteme. Messa in su la fronte alleggia i dolori del capo: risolve le poppe, che s'enfiano per il parto, overo per troppa abondanza di latte. Impiastrasi con sale à i morsi de i cani. Il succo destillato nell'orecchie con acqua melata giova ài dolori di quelle. Messa nella natura delle donne avanti al coito, non le lascia ingravidare. Fregata in su la lingua ne leva l'asprezza. Le frondi messe nel latte non lo lasciano apprendere. E universalmente grata allo stomaco, e usasi in molti modi ne i condimenti.
Del Mentastro. Cap. XXXVII.
La menta salvatica chiamano i Latini Mentastro. Produce le frondi piu pelose della menta, maggiori per tutto di quelle del sisembro, e di piu grave odore. E imperò è ella à i sani minormente in uso.
La menta tanto domestica, quanto salvatica, la quale noi chiamiamo volgamente in Toscana Mentastro,
è tanto nota, è volgare, che non richiede altra chiarezza, essendo che per se stessa è chiara. Et quantunque si veggano à i tempi nosri più spetie di Menta ne gli borti, di cui non scrive Dioscoride ( ciò è una con più brevi, e più crespe frondi, una cal fusto, e col fior rosso, e l'altra con bianco;) nondimeno per mio giuditio non è da far di ciò gran conto. E' herba molto vivace: imperoché piantata, over seminata una volta ne gli horti malagevolmente se ne stirpa via, ch'ella nonni rinasca. La fresca pesta, e posta sopra le mammelle delle donne di parto, proibisce che il latte non vi s'apprenda. Odorata nelle sincopi, revoca facilmente gli spiriti vitali. Bevuta con amido, e acqua giova à i flussi stomachali. Impiastrata in sul capo de i fanciulli sana le ulcere che menano marcia: Bevuta con vino di melagrani sana il singhiozzo, e ristagna il vomito: Impiastrata sopra le tempie, sminuisce il dolor del capo causato da humori freddi. Sana applicata le volatiche l’acqua lambiccata nel bagno da tutta la pianta, bevuta al peso di quattro oncie (se ben sorse non sarà senza maraviglia) ristagna sicuramente il flusso del sangue dal naso. Favorisce la menta le forze veneree, non solamente secondo la sentenza di Dióscoride, ma anchora di Galeno, quantunque Plinio al XIIII. cap. del XX. libro tenga il contrario. Rese di ciò Galeno la ragione al VI. delle facultà de semplici, quando così diceva. La Menta odorata chiamano alcuni Hediosmos, per esserne un'altra spetie, la qual non ha odore, chiamta calamintha. L’una e l’altra è al gusto acuta e ne suoi temperamenti calida nel terzo ordine. Nondimeno l'odorata è più debole, e manco calida: percioché quella, che è senza odore, è la salvatica, e l'odorifera la domestica. Et imperò questa per l’humidità acquistata dalla coltura, muove agevolmente gli appetiti di Venere. Il che fanno parimente tutte quelle cose che hanno in se una certa humidità ventosa, e mezza cotta.Per la qual temperatura l'usano alcuni incorporata con polenta in su le posteme. Il che non si dee fare con la salvatica, per riscaldare ella, e di 'eccare assai più forte che si ricerchi in tal cose. Ha in se la Menta un certo che d'amarezza, con la quale ammazza ella i vermini: e similmente alquanto d'acerbità, con la quale quando si bee con aceto melato, ristagna i vomiti del sangue, che di fresco accagiono. Sono le parti della sustanza sua sottilissime, quanto si sieno quelle d'ogni altra herba. tutto questo disse Galeno. Ma è qui d'avertire, che Galeno non intende in quetoo luogo questa spetie di Menta saluatica per la vera
Calamintha, ma per lo mentastro nostro volgare. Percioché della Calamintha odoriferissma (come nel seguente capitolo diremo ) parlò egli più ampiamente nel principio del VII. libro. Il che dimostra il non dirlo egli qui affermativamente, ma che così chiamano alcuni la Menta saluatica. Ha anchora il mentastro le sue proprie virtù. Imperoché beuto purga le femine di parto, e dassi la sua decottione utilmente à bere à coloro che sono stretti di petto, e sirano malagevolmente; e à chi patisce dolori di corpo. Sparso per terra, ò vero fattone fumo, caccia via i serpenti, e mettesi il succhio utilmente nelle orecchie verminose. Il medesimo beuto, overamente unto sopra i testicoli, gioua à coloro che si corrompono la notte in sogno. Daffi anchora con non poco gìovamento à bere nel trabocco di fiele. Giova alle scrofole ungendole con esso caldo. Beuta con aceto ammazza i vermini del corpo.Le foglie tanto beute, quanto applicate vagliono à i morsidi tutti gli animali velenosi. Nasce, seminasi anchora ne gli horti una pianta nota, e volgare chiamata in piu luoghi, come nel contado di Goritia Menta greca, con frondi più lunghe, e più larghe della salvia, simili quasi à quelle della betonica, che nel verde biancheggiano: i fusti alti un gombito, e qualche volta maggiori; nelle cui, sommità sono i fiori gialli, come nel tanaceto, quantunque minori. E' pianta in ogni parte amara, costrettiva, e l'odore grave, e acuto. Noi in Toscana la chiamiamo herba di Santa Maria, e parimente Salvia romana: il qual nome,
per hauer ella foglie piu di salvia, che di menta, più veramente se gli conviene. Sono alcuni che, la chiamano Lassulata: ma donde cavino costoro il significato di tal nome, non so io veramente conietturare. Però dicanlo eglino. Scrive Valerio Cordo nel dispensario fatto per le spetiare, nella compositione dell'ungueto Marciato magno, essere due spetie di menta, una crespa e l'altra chiamata Saracenica; e per la Saracenica intende egli della presente pianta, chiamata Menta greca da molti. Sopra'l che determina, che quella si debba mettere nella compositione dell'unguento predetto. Ma per non provar egli ciò ne con authorità, ne con ragioni, non mi par che dobbiamo àssicurarci di credergli: e massimamente vedendosì, che nel Nicolao nuovamente fatto Latino dal Fuchsìo, nella compositione
del Marciato non è alcuna mentione di menta Saracenica, ma ben di rossa salvatica solamente. Il che agevolmente ne dimostra, che si possa liberamente dire, che non manchino errori in quel dispensario. Chiamano questa pianta, (come dice egli) i Tedeschi Unfier frauuen muntz, ciò è Menta di nostra Donna. Ma il Fuchsio sotto questo nome ne dimostra un'altra assai diversa. Coloro adunque che meglio di me intendono la lingua Tedesca potranno ragionevolmente giudicare chi di loro habbia errato. Tutta la pianta dì quella Menta Greca ha virtù di scaldare, di diseccare, aprire, assottigliare, astergere, provocare, e corroborare. Gìova à i difetti della madrice, e àgl'hidropici. Imperoché scalda il fegato infrigidito, e apre le sue oppilationì. Ungesi il succhio con olio Irino utilmente nei difetti della milza, Scaldata con vino bianco, e messa sopra al pettinicchio, provoca, l’orina ritenuta, e spegne le lentigini, gl’alphì, e altri difetti della pelle, ungendovisi sopra il succhio la sera. Usano le donne di metter le foglie nelle
focaccie, e mangiasele, credendosiche giovino loro per i malori della madrice. Altri involtano le foglie fresche nella pasta di farina liquida, e poscia le friggono nell'olio, ò nel boturo e le mangiano con li altri cibi. Il succo di questa pianta bevuto ammazza i vemini del corpo: e giova alle frigidità della madrice. Corrobora lo stomaco tanto bevuto, quanto impiastrato di fuori, e ristagna parimente i vomiti. Scaccia tutta la pianta sparsa per terra i serpenti. il che fa similmente il fumo dell’abbrusciata. Giova oltre à ciò alle oppilationi, e conforta la testa. Chiamano i Grci la Menta Hidiosmos: i Latini, Menta: gli Arabi, Nahanaha: i Tedeschi, Muntz: li Spagnoli, Hierva buena, e ortelana: e i Francesi, Mente: Boemi Mata. La Menta greca poi chiamano in Italia, chi Salvia Romana, e chi Herba di Santa Maria: i Tedeschi Uafer fravven muontz: i Boemi krecka: i Poloni Marzed Mietka. i Francesi Grand coq.
Il Mentastro poi chiamano i Greci, iduosmos agrios: i Tedeschi Vuilde Muontz: i Boemi Plana mata: i Francesi Mente chevalme: e i Poloni Cobyla Mierka. "
Dioscoride a cura di M. Pietro Andrea Matthioli
Nel dizionario economico universale rustico del 1797 è descritta così:
" Menta, lat.Mentha, fr. Menthe. Erba notissima sotto questo nome, della quale ve ne hanno di varie specie, come la menta comune, la menta riccia, la spigata, l’acquatica, la selvatica ec. Tutte sono odorose, sanno come di cedro ed hanno quasi Dello stesso grado le medesime proprietà medicinali; ma la menta comune o romana, Mentha angustifolia, spicata, C. Batih. Tourn. Mentha angustifolia, sivee cardiaca, Park. fr. Menthe à épi, ou Menthe verte, oh Mente d'Angleterre, Menthe romaine, è quella che più si usa e a cui si attribuiscono maggiori virtù. Questa mette più tronchi quadrati, i quali quando è buono il terreno crescono all’altezza di 2. in 5. piedi. Le sue foglie sono lunghe, puntute, opposte a 2. a 2., senza code, sparse di vene al di sopra e dentate molto accosto tutto intorno. I suoi fiori nascono in forma di lunghe spighe alla sommità dei fusti; essi sono disposti a modo di anelli, piccoli e porporini. La sua radice è rampante, lunga e fina, e penetra molto addentro nella terra. Le foglie, i fusti e i fiori hanno un odore molto grato; Si coltiva nei giardini e nei vasi per l’uso giornaliero. E’ tutta di uso. E’ di uso grande in tutte le malattie dello stomaco, come la debolezza, la nausea, i dolori ed il vomito. E’ stimata buona per la diarrea, per li fiori bianchi e per lo smoderato scolo delle regole. Le foglie, applicate subito fresche sullo stomaco a modo di cataplasma arrestano il vomito. Parkinson raccomanda di lavarle mani ai fanciulli che hanno la rogna e delle ulceri in una decozione di menta. Si trova dagli speziali l'acqua semplice, lo spirito, il siroppo composto e l’olio distillato della menta. S’impiega frequentemente il sugo e l’acqua distillata per fermare il vomito e non bisogna bere, dice l’Hartman, che due once di quest’acqua 2. o 3. volte per arrestare i vomiti più violenti . Le nutrici si servono della stessa acqua per quietare i dolori di corpo ai quali i fanciulli sono sottoposti. Turner assicura che l’odore della menta fortifica il cervello, conserva e aumenta la memoria. Le donne partorienti fanno gran conto di quest’erba mentre pesta ed applicata in forma d’ empiastro sulle mammelle che s’enfiano per il parto e per l'abbondanza del latte, le risolve e proibisce che ei non si quagli. Per quest’ effetto le donne portano un fascetto di menta fra le mammelle. Da chi mangia assai latte si usa lamenta e specialmente la crespa o riccia che impedisce che si quagli, o almeno di troppo, il latte nello stomaco. Se mettasi della menta nel latte del vostro contadino, che ne voglia fare i formaggini o la ricotta, non vi riesce mai più. Un bell’umore si divertiva fingendo d’incantare o maledire il latte; metteva o l’erba menta od acqua stillata di menta in quello e non quagliandosi era di maraviglia al contadini che attribuivano all’incantesimo la proprietà. V. Ricotta. Se avete il singhiozzo, masticate un po' di menta inghiottendone il sugo e vi cesserà. Usasi la menta per l’odore ed eccita l’appetito. Nell’insalata bianca dice assai bene: essa è una dell’erbe con cui si forniscono l’insalate miste: si pratica sulle trippe per coprirne qualunque mal odore; e se avete qualche pezzo di carname che cominci a patire, s’accomodi colla mentuccia, che col grato ed aiuto suo odore ricopre il cattivo della vivanda. Con quest’erba si stropicciano le narici de’ cani allora quando si vogliono condurre alla caccia. L’odore li fa sternutare e purgare il capo. Si stropicciano pure gli alveari per attrarvi le api.
Dopo la menta romana diremo qualche cosa della menta piperitide ossia menta d’Inghilterra, piperitide, ossia menta d'Inghilterra, piperata, Mentha piperita, Linn. fr. Menthe poivrée, ou Menthed'Angleterre. Questa è pianta vivace, originaria d’Inghilterra o almeno vi si coltiva da tempo immemorabile. La sua radice è un perno mediocre guarnito di numerose fibre ramose; i gambi s’innalzano da circa 1. piede e mezzo, sono dritti, quadrangolari; le foglie sono opposte a 2. a 2. lungo il gambo. Sono sostenute da picciuoli corti, solcati per la loro lunghezza. La loro forma è ovale, terminano in punta e sono dentate assai regolarmente tutto all’intorno. I rami sortono dall’ale delle foglie e portano gli stessi caratteri che il gambo. I fiori nascono nella cima del gampo e dei rami, disposti in spighe corte e avvinchiate. Sono piccoli, in gola, con 2. labbri ineguali, d’un rosso pallido: a ciascun fiore succedono 4. semi simili a quelli d’altre mente. Alligna questa pianta nelle terre umide e leggere: la siccità la fa perire, e sebbene si ravvivi coll’irrigamento, non dà più se non che un’erba magra e corta. Le sue proprietà sono molto più attive di quelle di tutte le altre mente, particolarmente nelle malattie di stomaco cagionate da umori sierosi o per debolezza o per abbondanza d’ umori pituitosi. L’ epoca della maggior attività della pianta è quando i fiori legano è allora si dee raccogliere.
Ha una proprietà fra le altre delle più singolari nelle produzioni del regno della natura, pel suo sapore piccante seguito da una freschezza sensibilissima; proprietà che sembrerebbe caratterizzare l’etere esclusivamente. Col mezzo della distillazione se ne cava un olio essenziale limpido, poco colorito, una goccia del quale posta sulla lingua dapprima sembra rendere la bocca infiammata , ma ben tosto si risente una singolare freschezza la quale si comunica a tutto il corpo e produce a un dipresso 1’effetto che si sperimenta quando s’ingoja un pezzo di zucchero imbevuto di etere acetoso. Si preparano con esso delle pastiglie molto gradite, ma da non farsene molto uso dalle donne che amano esser feconde e da chi vuol essere continente. Chi si metta in bocca una di queste pastiglie senza conoscerla, si crederà
burlato e penserà aver in bocca del fuoco e più che pepe. I sigg. Roemer e Urteri hanno proposto una bevanda di questa menta piperata collo specioso nome di thè di sanità. La menta piperata, dicono essi, fra tutti i the è il più piacevole al gusto. Si prende un puinetto di Questa pianta secca e vi si versano sopra 2. tazze d’ acqua bollente. Nel resto si procede come col thè ordinario e si prende con zuccaro o con latte. Ciascudo beverà questo thè tanto volentieri quanto quello della Cina. Essi soggiungono inoltre che la menta piperata niuna possiede delle cattive qualità del thè della Cina. Con questa menta come anche colla romana si fa un’acqua distillata. Prendete foglie secche o dell’una o dell’ altra 1. libbra e mezzo in 6. fino a 8. boccali d’ acqua. Distillate fino alla somma di 4. boccali. Amendue sono acque stomachiche usitatissime. Arrestano sovente il vomito, spezialmente quello cagionato da indigestione o da alcune flemme vischiose. Si danno ancora in alcuni dolori colici, nei casi dove la gotta è risalita allo stomaco; e in quest’ ultima circostanza si preferisce l'acqua della menta piperitide. Si ritrovano nell’infusione di queste piante fresche le stesse virtù che nelle loro acque distillate.
La menta selvatica, calaminta mentastro o ha virtù medicinali: bevuta purga le femmine di parto e con molta utilità si dà la sua decozione alli stretti di petto e che hanno difficoltà di respirare e a chi patisce dolori di corpo; si sparge per le camere e per le chiese per dar loro buon odore e massime ne’ tempi sospetti di peste.
La menta greca volgarmente detta erba s. Maria o erba amara è notissima per il suo buon odore. Si fanno con essa delle frittelle, rendonsi buone e saporite le frittate mescolandovela insieme trita. Dà buon sapore alle minestre, entra in varie salse ed è graditissima per il suo odore alle donne. L’odore di questa pianta scaccia i serpenti ed altri animali nocivi. E’ grato al capo, giova alla memoria, ricrea il cuore e chiude le emmorroidi. In medicina s’usano le foglie tanto per estrarne il sugo, quanto per farne decozione. E’ ottimo medicamento per corroborare lo stomaco, fortificare il cervello ed i nervi, calmare le convulsioni isteriche, promovere le regole, fermare il vomito ed il singhiozzo ed è nemico de’ vermi. Le foglie mescolate col latte sono buone per farlo digerire. L’olio dove siano state in infusione le foglie sana le ferite e le ammaccature; perocchè essa riscalda non poco avendo le qualità della menta comune, onde va usata con moderazione. Si propagano le mente per barbatelle e per mezzo del seme.
Dizionario universale economico rustico
Gli Assiro-babilonesi curavano i disturbi gastrici con la menta e gli antichi romani ne sfruttavano le proprieta detergenti lavandosi i denti e aggiungendola all'acqua del bagno.
Contiene: acidi fenolici come acido caffeico, acido clorogenico e acido rosmarinico; acqua, aminoacidi come acido aspartico, acido gluttamico, alanina, arginina, glicina, leucina, prolina, serina e valina; azuleni, calcio, ferro, flavonoidi come diosmina e mentoside, fosforo, magnesio, manganese, oli essenziali come eucaliptolo, limonene, mentofurano, mentolo e mentone; potassio, rame, sodio, tannini e triterpeni, vitamina A, B, C e D.
La medicina popolare sfrutta la sua proprietà analgesica, anestetica, antiacne, antialitosi, antibatterica, antinfiammatoria, antinevralgica, antisettica, antispasmodica, antivirale carminativa, balsamica, colagoga, decongestionante, digestiva, tonico stimolante.
Controindicata alle donne in gravidanza, in allattamento e a chi soffre di insonnia, di favismo, di fegato, di nervosismo, di pressione sanguigna, di reflusso gastroesofageo, di reni, d'urcela.
" Nomi. Gre. Hdiusmos. Lat. Mentha. Ital. menta. Arab Nahanaha Ger. Munz. Spag, Hierua buona, e ortelana. Fran. mente.
Spetie. E' la menta di due spetie, cioè domestica, e salvatica, e la domestica è di due sorti, cioè maggiore, e minore.
Forma. La maggiore è pianta odorata, ha le foglie di salvia, ma minori, per intorno dentate con molti
fusti nella sommità dei quali produce i fiori spicati, pur pureggianti, e pelosetti. E' pianta molto vivace, percioché seminata una volta negli horti non sene può mai più stirpare. La minore fa le foglie più picciole, più acute con fusti, e fiori rosseggianti molto odorati.
Loco. Seminasi per tutti gli horti, la domestica, e la salvatica, si trova per le campagne.
Qualità E' al gusto acuta, e nei suoi temperamenti calda nel terz'ordine, e parimente secca, è alquanto amaretta, e acerba, e è composta di parte sottili. Ha facultà di scaldare, di ristagnare, e di diseccare. La
salvatica è più potente che la domestica, e la menta che ha le foglie crespe è migliore di tutte.
Virtù. Di dentro. Il succo bevuto con aceto, ristagna il sangue, leva la nausea dello stomaco, ammazza i vermini tondi, e stimula venere. Bevuti tre rami di menta, con succo di melagrani forti raffrenano il singhiozzo, il vomito, e la colera. E universalmente la menta grata allo stomacho: e usasi in molti modi nei condimenti. Eccita venere, e conforta i membri. L'odore corrobora il cerebro, e la memoria. L'Acqua, stillata da tutta la pianta bevuta al peso di quattr'oncie ristagna securamente il flusso del sangue del naso, e favoriſce le forze veneree, e fa tutti gli effetti che fa la menta istessa. Distillasi quest'acqua dalle foglie, e dai fusti tagliati minutamente bevuta al peso di tre oncie mattina e sera corrobora lo stomacho, aiuta la concottione, apre l'opilationi del fegato, della milza, e le vie dell'urina
fa buono appetito, ferma il singhiozzo, e il vomito tanto presa di dentro quanto applicata di fuori. Lavandosi con essa la bocca, giova alle gengive, e fa buon fiato.
Purga la madrice bevendola, o applicandola alle parti da basso: Giova alle mammelle indurate, che applicatavi dissolve il latte appresovi. Vale a tutte le rotture interne, e gargarizata con ruta, e coriandro fa ritornar al suo luogo l'ugola rilassata. Sana la rogna dei fanciulli, se si lavino con essa, o con la decottion dell'herba fatta in lissia. Bevuta ammazza i lumbrici, è riscalda e conforta lo stomacho frigido.
Virtù. Di fuori. Il succo, ò l'acqua messo in su la fronte mitiga i dolori del capo risolve le poppe che s'enfiano per il parto, overo per troppo abondanza di latte. Impiastransi con sale ai morsi dei cani le frondi verdi è secche. Le medesime applicate al core insieme con la satutegia, levano via il singulto, e le ventosita. ll succo destillato nell'orecchie con acqua melata, giova a i dolori di quelle. Messa la menta nella natura dele donne giova alla ventosità della madrice. Stropicciata in su la lingua, ne leva l'asprezza, le frondi messe nel latte non lo lasciano apprendere, la menta odorata escita nelle sincopi, e sanano l'ulcere della testa dei fanciulli le frondi applicate. Sana applicata le volatiche. L'Acqua lambiccata da tutta la pianta e così le frondi. Fassi della menta un olio come quello della ruta, il quale riscalda, e corrobora lo stomaco infrigidito, e indebolito, Sana il singhiozzo e ristagna il vomito, escita l'appetito, e aiuta la digestione. Et ſassi con méta domestica e olio Onfacino. Fannosi della menta dui siroppi, cioè il maggiore, e il minore, e l'un e l'altro confortano lo stomaco, e il fegato, aprono l'oppilationi, è levano via tutte le infettioni della pelle, fermano la nausea, il vomito, il singhiozzo, e il flusso del ventre. Non è meraviglia se al tempo antico nel tempo della guerra era prohibito il mangiar la menta, e per questo Aristotile lasciasse scritto. Mentham ne comedas nec plantes tempore belli.
Percioché escitando la libidine, era da fugirla, che per il frequente uso delle cose veneree per gagliardissimo che un si sia s'indebolisce, si consuma, e s'invecchia, e ritrovasi non solo delle forze, e del corpo debile: ma de l'animo ancora, tutte cose che repugnano alla gagliardezza e all'audatia. La decottione della menta, libera dai dolor colici, e molti affermano haver provato che il cascio non si corrompe ne si putrefa ungendolo col succo, o con la decottione della menta, ò mettendolo fra essa. Mancando il semesſi può impir l'orto di menta, pigliando le cime tenere del mentastro, e con le cime all'ingiù trapiantarlo, che produrrà la menta. ll succo della menta alle tempie mitiga il dolor della testa, e l'herba tenuta in mano, sana le volatiche. "
Herbario Novo
Castore Durante
Nel linguaggio dei fiori rappresenta in primis la memoria, ma anche la tenacia dell'amore che non si arrende, la temperanza, la saggezza e la sobrietà; In Giappone la si regala in segno di riverenza.
Un rametto può andare a comporre il mazzetto delle sette o nove erbe di san Giovanni, entrambi i numeri sono sacri.
" ... La menta è propriamente la pianta speciale della campagna romana, dovunque si sente il suo odore, e quando sono lontano di qui, in Toscana o dell’alta Italia, e che mi accade incontrare nei campi una pianta di menta, il profumo di questa mi fa pensare immediatamente con vivo desiderio alla campagna di Roma ... "
Ricordi storici e pittorici d'Italia - 1865
Ferdinand Gregorovius
Traduzione Augusto Nomis di Cossilla
N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.
Per chi è interessato
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