I
La casa è serrata; ma desta:
ne fuma alla luna il camino.
Non filano o torcono: è festa.
Scoppietta il castagno, il paiolo
borbotta. Sul desco c’è il vino,
cui spilla il capoccio da solo.
In tanto essi pregano al lume
del fuoco: via via la corteccia
schizza arida.... Mormora il fiume
con rotto fragore di breccia....
II
È forse (io non odo: non sento
che il fiume passare, portare
quel murmure al mare) d’un lento
vegliardo la tremula voce
che intuona il rosario, e che pare
che venga da sotto una croce,
da sotto un gran peso; da lunge.
Quei poveri vecchi bisbigli
sonora una romba raggiunge
col trillo dei figli de’ figli.
III
Oh! i morti! Pregarono anch’essi,
la notte dei morti, per quelli
che tacciono sotto i cipressi.
Passarono.... O cupo tinnito
di squille dagli ermi castelli!
o fiume dall’inno infinito!
Passarono.... Sopra la luna
che tacita sembra che chiami,
io vedo passare un velo, una
breve ombra, ma bianca, di sciami.
La notte dei morti - Myricae 1891
Giovanni Pascoli
Che la terra gli sia lieve
RispondiEliminaBuoni!!!!
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