Tra le tante figure che illustrano la stagione natalizia c'è anche quella dell'uomo di neve, rotondo, soffice e candido, in alcuni casi come in quello che segue riesce addirittura a prendere vita!
" Quel mattino lo svegliò il silenzio. Marcovaldo si tirò su dal letto col senso di qualcosa di strano nell'aria. Non capiva che ora era, la luce tra le stecche delle persiane era diversa da quella di tutte le ore del giorno e della notte. Aperse la finestra: la città non c'era più, era stata sostituita da un foglio bianco. Aguzzando lo sguardo, distinse, in mezzo al bianco, alcune linee quasi cancellate, che corrispondevano a quelle della vista abituale: le finestre e i tetti e i lampioni lì intorno, ma perdute sotto tutta la neve che c'era calata sopra nella notte ...
... I ragazzi del cortile avevano fatto un uomo di neve. - Gli manca il naso! - disse uno di loro. - Cosa ci mettiamo? Una carota! - e corsero nelle rispettive cucine a cercare tra gli ortaggi.
" Quel mattino lo svegliò il silenzio. Marcovaldo si tirò su dal letto col senso di qualcosa di strano nell'aria. Non capiva che ora era, la luce tra le stecche delle persiane era diversa da quella di tutte le ore del giorno e della notte. Aperse la finestra: la città non c'era più, era stata sostituita da un foglio bianco. Aguzzando lo sguardo, distinse, in mezzo al bianco, alcune linee quasi cancellate, che corrispondevano a quelle della vista abituale: le finestre e i tetti e i lampioni lì intorno, ma perdute sotto tutta la neve che c'era calata sopra nella notte ...
... I ragazzi del cortile avevano fatto un uomo di neve. - Gli manca il naso! - disse uno di loro. - Cosa ci mettiamo? Una carota! - e corsero nelle rispettive cucine a cercare tra gli ortaggi.
Marcovaldo contemplava l'uomo di neve. " Ecco, sotto la neve non si distingue cosa è di neve e cosa è soltanto ricoperto. Tranne in un caso: l'uomo, perché si sa che io sono io e non sono questo qui"
Assorto nelle sue meditazioni, non s'accorse che dal tetto due uomini gridavano: - Ehi, monsù, si tolga un po' di lì! - Erano quelli che fanno scendere la neve dalle tegole. E tutt'a un tratto, un carico di neve di tre quintali gli piombò addosso.
I bambini tornarono col loro bottino di carote. - Oh! Hanno fatto un altro uomo di neve! - In mezzo al cortile c'erano due pupazzi identici, vicini.
- Mettiamogli il naso a tutti e due! - e affondarono due carote nelle teste dei due uomini di neve.
Marcovaldo, più morto che vivo, sentì, attraverso l'involucro in cui era sepolto e congelato, arrivargli del cibo.
E masticò.
Mammamia! La carota è sparita! - I bambini erano molto spaventati.
Il più coraggioso non si perse d'animo. Aveva un naso di ricambio: un peperone; e lo applicò all'uomo di neve.
L'uomo di neve ingoiò anche quello.
Allora provarono a mettergli per naso un pezzo di carbone, di quelli a bacchettina. Marcovaldo lo sputò via con tutte le sue forze. - Aiuto! E' vivo! E' vivo! - I ragazzi scapparono.
In un angolo del cortile c'era una grata da cui usciva una nube di calore. Marcovaldo con pesante passo d'uomo di neve, si andò a mettere lì. La neve gli si sciolse addosso, colò in rivoli sui vestiti: ne ricomparve un Marcovaldo tutto gonfio e intasato dal raffreddore. " ...
In un angolo del cortile c'era una grata da cui usciva una nube di calore. Marcovaldo con pesante passo d'uomo di neve, si andò a mettere lì. La neve gli si sciolse addosso, colò in rivoli sui vestiti: ne ricomparve un Marcovaldo tutto gonfio e intasato dal raffreddore. " ...
La città smarrita nella neve - Marcovaldo