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lunedì 11 novembre 2024

Il dì di San Martino

Con la Festa di San Martino iniziamo il cammino che scandirà alcune delle tappe che ci condurranno a Natale, seguiremo la storia di Nanna che ci prenderà per mano e ci offrirà uno spaccato della dura vita contadina che gioisce delle piccole grandi cose ed è fatta di condivisione, povertà, sacrifici, delusioni, rancori, sofferenza, speranza, e... umanità:
 
" C'era un cascinale tra Novara e Trecate, con un tenimento annesso coltivato ad orto. Ci si giungeva per un viale senza alberi costeggiato da una siepe viva di robinie, che metteva nel cortile. In fondo al cortile c'era la casa; dietro la casa si stendeva l'orto. A destra di chi entrava nel cortile passava una fonte, un canale scoperto, che serviva ad irrigare il terreno, a lavare erbaggi e panni, a far diguazzare le oche.
La casa somigliava a tutte le case coloniche del basso novarese. Dalla parte della fonte, c'era un fienile, e sotto il fienile la stalla. Nel corpo della casa, ai due lati, s'aprivano due usci a terreno, che mettevano a due cucine. Quella a destra aveva annessa un'altra camera, grande egualmente, che era stata divisa a metà da un tavolato, per farne un forno sul di dietro della casa, ed una stanza da letto sul davanti. Questo alloggio occupava due terzi del piano terreno. L'altro terzo era formato dalla seconda cucina a sinistra. Una scala di legno, all'aperto, metteva ad un balcone di legno anch'esso, sul quale aprivano due usci, sovrastanti a quelli del piano terreno.
L'uscio a sinistra metteva in una camera da letto unica, come la cucina di sotto. L'uscio a destra metteva a due camere da letto, una sopra la cucina, l'altra sul forno e sulla cameruccia terrena.
Quel cascinale s'affittava in due lotti. Il primo - la cucina e la camera di sopra, con un terzo dell'orto - era passato in parecchie mani, perché era meschinuccio, e non ci si cavava da vivere. Nell'altro più grande, abitava da tempo immemorabile una famiglia Lavatelli, ormai ridotta al babbo ed alla mamma, con un figlio ed una figliola ..."

Oche di San Martino

Nanna è la figliola ormai adolescente di Maddalena e Martino Lavatelli e per comprare i ventiquattro spilloni d'argento necessari alla composizione dell'aureola con cui adornerà i suoi lunghi e opachi capelli biondi per entrare nella lizza amorosa, così come usano fare tutte le ragazze di campagna,  deve andare a lavorare nelle risaie del novarese dove nel primo anno contrae la febbre terzana che la debilita senza invalidarla e nel secondo si trova ad affrontare una dura esperienza che le cambierà la vita: durante il ballo che si tiene tra i contadini nel cortile condiviso, quando finalmente è tra le braccia del carrettire Gaudenzio di cui è segretamente innamorata si sente male, le donna più anziana tra quelle presenti sostiene che si tratti di una cefalite che deve essere curata con il rito della gallina nera, per cui Nanna compra la gallina che l'anziana medichessa squarta per sistemergliela sulla testa, il sangue cola sul volto, sul collo e sugli abiti di Nanna che in questo stato viene accompagnata e adagiata su un giaciglio di paglia su cui passarà la notte, il mattino seguente però la febbre è alta e va a finire in ospedale dove si scopre che ciò che si pensava fosse cefalite è in realtà tifo, qui cade in uno stato di incoscienza per quattro settimane e quando si risveglia si ritrova irreversibilmente calva a causa della gallina che le si è putrefatta in testa e del sangue diventato un tutt'uno con i capelli.
Raggiunti i 24 anni Nanna sa ormai come sistemare la pezzuola sulla testa per nascondere la sua calvizie e per ottenere un risultato che sia abbastanza gradevole per chi la guarda, riesce a essere apprezzata da un giovane uomo che in modo velato le promette che tornerà a prenderla, ma:

" ... Passò tutta estate, finirono i raccolti, e di sposo nemmeno l'ombra. Nanna si fece mesta e pensosa. Ma non ricadde nell'avvilimento. Se quell'uomo aveva mancato di parola, restava tuttavia il fatto che in risaia l'aveva trovata di suo gusto, ed aveva messo gli occhi su lei a preferenza che su qualsiasi altra. E questo pensiero aveva riabilitata la fanciulla ai propri occhi, ella diceva: - «Come ho potuto piacere ad uno, potrò ben piacere ad un altro» -. E rianimata da questa fiducia, d'aver ancora la sua parte di attrattiva e la sua parte di gioie nell'avvenire, invidiava meno le compagne; era meno irascibile. Soltanto era afflitta che quell'uomo fosse mancato, ed aspettava con impazienza l'altro, perché gli anni passavano, e si sentiva invecchiare. "

Lanterna e candela di San Martino

Il dì di San Martino, che in questo caso tradisce l' Estate di San Martino e vede i contadini affaccendati nella spillatura del vino e delle tradizionali attività della festa, e i mezzadri e gli affittuari agricoli impegnati nel rinnovo dei vecchi contratti di lavoro o nella stipula di quelli nuovi (Vedi Il contratto di San Martino), mostrerà a Nanna una realtà ancora più dura di quella che già conosce e che le spezzerà il cuore:

" Era il giorno di San Martino; l'undici di novembre. Il cielo era grigio e cadeva una fitta pioggia d'autunno. Gli uomini, ché Pietro* era diventato anch'esso un uomo, e faceva il carrettiere, erano fuori: Martino in giornata a spillare i vini, ed il figlio in giro pe' suoi trasporti. La massaia preparava la minestra; e Nanna, seduta sul gradino dell'uscio con parecchi canestri intorno, preparava la verdura da portare al mercato.
Gli inquilini della cucina a sinistra, due vecchi che avevano maritate le figliole, ed erano rimasti soli, sloggiavano. La donna venne sull'uscio a salutare le vicine mentre il marito finiva di rassettare il carro colle masserizie.
- La mamma non c'è? - domandò a Nanna.
- Sí. È qui che accende il fuoco. Eh! Mamma! — Ella diede quella risposta, e fece quel richiamo senza alzarsi per isgombrare la porta. I contadini non fanno complimenti. Vedeva che quella donna non aveva tempo di fermarsi a fare una visita, e risparmiava atti e discorsi inutili.
Maddalena venne sulla soglia e si fermò in piedi dietro a Nanna.
- Ve ne andate, Menghina?
- Sí, è l'ora. L'altro inquilino giungerà a momenti. - Rimasero un tantino tutte e tre in silenzio: poi Menghina riprese:
- Sicché, addio Maddalena. Salutatemi i vostri uomini.
- Li saluterò, non dubitate.
- Ed anche voi Nanna; addio. E perdonatemi tutte e due, se in quest'anno vi ho dato qualche dispiacere.
- Che! Non lo state a dire; ci siamo trattate da buone vicine; piuttosto dovete perdonare la Nanna, se qualche volta è stata un po' brusca.
- Sí Menghina - disse Nanna - se v'ho offesa vi domando perdono.
- Ma che! Ma che! Abbiamo tutti i nostri momenti cattivi. Perdoniamoci a vicenda e lasciamoci da buone vicine e da buone cristiane.
E dopo questa cerimonia, a cui le donne del popolo non mancano mai, si ricambiarono ancora i saluti, poi la vecchia raggiunse il marito, sedette dietro il carro, e tutti e due ripeterono:
- Addio Maddalena, addio Nanna!
- Addio; chissà che non ci rivediamo, eh?
- Chissà! Andiamo un po' lontano. Se non ci rivedremo a questo mondo ci rivedremo in quell'altro.
Ed il vecchio diede una frustata al cavallo, e lentamente se ne andarono.
- Peccato! - disse Maddalena tornando alla pentola in cui bollivano i fagioli. - Peccato;
erano buoni vicini; era come non averli. Ora chissà che ci verrà.
- Ma! - rispose Nanna. - Si dice che vengano due sposi; ma non si sono mai fatti vedere. Quel vecchio che è venuto a visitare il fondo e la casa era il babbo della sposa.
- Avranno vissuto finora in famiglia, ed avranno aspettato che questo alloggio rimanesse libero, per metter casa a parte.
Nanna non rispose altro a questa supposizione di Maddalena, e continuarono ciascuna il proprio lavoro.
Mezz'ora dopo si udí da lontano cigolare un carro. Nanna alzò il capo e stette in ascolto. La memoria di Gaudenzio non s'era mai affatto cancellata dal suo cuore. Ma si udirono degli Eeh!
Eeeh! ripetuti, che non erano di Gaudenzio.
- Ecco i nuovi vicini che giungono - disse Nanna
E, puntando i gomiti sulle ginocchia, ed il mento sui pugni chiusi, stette ad aspettare cogli occhi fissi al viale che metteva nel cortile. Grado grado il cigolio del carro s'andò facendo piú distinto; s'udivano tinnire le corde dei finimenti, e gli Eeeh! del conduttore suonarono piú chiari, fino all'ultimo che rimase strozzato in gola. Il nuovo inquilino giungendo nel cortile aveva riconosciuto Nanna, e Nanna aveva riconosciuto lui.
Era il giovane che l'aveva corteggiata in risaia alla seminagione, lo sposo semi-promesso. Ma giungeva tardi, e non giungeva solo. Seduta sul carro, comodamente adagiata sopra un materasso, c'era una giovane sposa, pallida, sofferente, vicino alla prima crisi materna. Nanna guardò la donna con curiosità. Ella non aveva punto amato quell'uomo. Aveva sperato di sposarlo, lui come un altro, nel proprio interesse: ma non ci aveva posta nessuna passione.
E tuttavia provò un senso di soddisfazione al vedere che la sposa non era bella né florida. Fu una specie di gratitudine verso quella rivale, che non la offendeva col confronto d'una superiorità umiliante per lei.
- Oh, buongiorno giovanotta - disse il nuovo venuto salutando Nanna. - Non credevo di trovarvi qui.
- Avete la memoria corta - rispose Nanna con un po' d'acrimonia
- No; mi ricordavo quello che mi avete detto. Ma supponevo che sloggiaste. E che fosse la casa vostra quella che s'era presa per noi.
Intanto la sposa s'era mossa per scendere dal carro, e Nanna era accorsa col marito per aiutarla. La povera giovinetta, sorridendole del melanconico sorriso degli ammalati, prese parte per la prima volta al discorso con una parola di conciliazione e di bontà - È meglio che siate rimasta - disse - giacché con Pacifico vi conoscete già, ci faremo buona compagnia.
Tutto novembre Nanna passò le lunghe serate a filare sola in cucina al freddo, per non farsi vedere nella stalla. Ma col dicembre cominciò a nevicare, e venne un gelo terribile, e le sere erano tanto lunghe, che a Maddalena non resse piú il cuore di lasciar la figliola ad intirizzirsi a quel modo.
- È meglio che tu venga nella stalla - le disse - cosa vuoi fare? Una volta o l'altra bisognerà pure che ti faccia vedere.
E a dir vero Nanna non spingeva la suscettività fin a non volersi mostrare. A messa ci andava; ed anche nei campi la potevano veder tutti. Ma nella stalla c'era il caso che capitasse Gaudenzio, e l'idea di comparire cosí maltrattata davanti a lui, non la sapeva proprio mandar giú.
- A voi cosa importa ch'io vada nella stalla? - rispose. - Preferisco star qui.
- Ma qui si gela - disse Maddalena, - e noi non siamo in caso di accendere il fuoco.
- Ed ho forse domandato d'accendere il fuoco io? - ribatté Nanna con mala grazia.
- No, ma perché vuoi intirizzirti qui sola, mentre là si sta in compagnia ed al caldo?
E vedendo che l'altra teneva il broncio e non si moveva, la povera donna, nell'interesse della figliuola, cercò altri argomenti per indurla a seguirla, senza badare se quegli argomenti non erano tali da irritare maggiormente quel cuore esacerbato.
- Qui ti si irrigidiscono le dita, non puoi filare: e poi ci vuole una lucerna tutta sera per te.
Nanna saltò in piedi come una molla che scatta; buttò indietro la sedia con dispetto, ed avviandosi all'uscio gridò:
- Via non abbiate paura che il vostro lino ve lo filerò, e del vostro olio non ne brucerò piú. E se mi burleranno nella stalla, non importa, non avrete speso nulla per mantenermi il lume. La massaia alzò gli occhi sospirando, e la seguí nella stalla senza rispondere. Ma la sera in camera narrò quella scena al marito e disse:
- Le disgrazie o che fanno santi, o che rendono cattivi.
- Nanna non l'hanno fatta santa - disse Martino il cui animo giusto era offeso da quell'ingiustizia della figliola verso la sua donna.
Del resto i timori della fanciulla erano esagerati. Quella stalla dove si radunavano parecchie coppie di gente matura, ed una fanciulla brutta, non aveva attrattive per Gaudenzio, che quell'anno ci andò appena una volta. Ma in quella sola volta Nanna trovò tanta amarezza, da avvelenare tutte le centoventi sere dei quattro mesi d'inverno ... "

Pietro* = Fratello di Nanna

In Risaia
Marchesa Colombi

Bruciatore con spirali di scorze d'arancio per San Martino

Bruciatore con spirali di scorze d'arancio per San Martino

Continua il 1° dicembre con la Prima Domenica d'Avvento, con la prima finestra del calendario e con il co-autore di questo cammino natalizio ...

Lieta Festa di San Martino!

A breve il reel sulla festa di SanMartino

Ecco il reel sulla Festa di San Martino

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