20 ottobre. Giorno terso, frizzante - aria asciutta e ricca d'ossigeno, un po' di brezza. Tra i salubri, silenziosi e splendidi miracoli che mi avvolgono e mi commuovono - alberi, acqua, erba, sole e prime brine - quello che oggi sto osservando di più è il cielo. Ha l'azzurro delicato e trasparente proprio dell'autunno, le sue uniche nuvole sono candide, piccole o poco più grandi, e trasmettono alla gran conca il loro movimento calmo e spirituale. Durante la prima parte del giorno (diciamo dalle 7 alle 11) si mantiene d'un azzurro puro ma vivido.
Ma approssimandosi mezzogiorno il colore sbiadisce, si fa grigio per due o tre ore - poi ancora più pallido per un breve periodo, fino al tramonto
- quest'ultimo mi fermo a contemplarlo mentre sfiamma tra gli interstizi di un poggio fitto di grossi alberi - dardi di fuoco e fantastico sfoggio di giallo-chiaro, rosso-bruno e scarlatto, con un disteso lucore argenteo obliquo sull'acqua - ombre diafane, frecciate di luce, sfavillìo, e colori vividi come nei quadri non si son mai visti. Non so perché né come, ma mi sembra che proprio grazie a codesti cieli (talora penso che pur avendoli naturalmente visti ogni giorno della mia vita, in realtà io non abbia mai visto i cieli prima d'ora) ho goduto quest'autunno alcune ore di meravigliosa contentezza - o non potrei forse dire di felicità perfetta? Ho letto che Ryron in punto di morte disse a un amico di non aver conosciuto in tutta la sua vita che tre ore di felicità. Sullo stesso argomento v'è anche l'antica leggenda tedesca della campana del re. Mentre mi trovavo lassù presso il bosco, con quel bel tramonto tra gli alberi, ripensavo a Byron e alla storia della campana, e si fece strada in me, di colpo, la consapevolezza che stavo vivendo un'ora di felicità. (Sebbene forse dei momenti migliori io non riesca mai a prender nota: quando giungono non posso permettermi di spezzare l'incanto redigendo memorie; mi abbandono allo spirito del momento, null'altro, e lo lascio fluire e trascinarmi nella sua placida estasi).Che cos'è, in fondo, la felicità? È questa un'ora di felicità, o qualcosa che le somiglia? - così impalpabile - solo un soffio, una sfumatura evanescente? Non saprei dirlo - mi lascerò il beneficio del dubbio. Forse nelle Tue profondità azzurrine, Tu sommamente luminoso, hai un rimedio per casi come il mio? (ah, lo sfacelo fisico e lo spirito tormentato di questi miei tre anni!) Non starai Tu ora distillandolo sottilmente, misticamente nell'aria, che piova invisibile su di me?
Giorni rappresentativi
Walt Whitman
Traduzione Patrizio Sanasi
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Le tue immagini curano l'anima, grazie e complimenti.
RispondiEliminaGrazie Dafne, e le tue parole curano la mia anima :)
EliminaBellissime foto!
RispondiEliminaGrazieee Olga!
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