11 novembre 2020 ore 11.11 siamo alla frontiera di una delle provincie romane che ha per nome Pannonia, ci muoviamo nella città ungherese di Sabaria, tra il 316 e il 317 d. C. per assistere alla nascita del figlio di un ufficiale dell'Impero Romano, viene chiamato Martino per esser sacro al dio della guerra Marte e vediamo che a causa del lavoro del padre conosce ben presto l'Italia dove viene allevato fino ai 15 anni; la legge prevede la discendenza lavorativa e Martino entra nella cavalleria imperiale prestando servizio in Gallia.
A 18 anni
" ... si esercitava nell'opere buone non altramente, che se fosse un candidato del battesimo.
Assistere esso a i travagliati, aiutare i miseri, alimentare i bisognosi, vestire gl'ignudi, nulla a se de i militari stipendi riservando fuorché il cotidiano mantenimento: fin d'allora ascoltatore non sordo dell'evangelio, nulla pensava al domani.
In un certo tempo pertanto, non si trovando altro indosso che l'armi e la semplice veste del soldato, di mezzo inverno ( il quale in quell'anno più aspro del solito si faceva sentire, a segno che dal rigore del freddo molti morivano ) vede farsegli incontro sulla porta della città d'Amiens un povero nudo, il quale pregando i passeggieri che gli usassero misericordia, e tutti oltrepassando il meschino; conobbe l'uomo pieno di Dio esser colui, non sovvenendolo gli altri, a se riservato. Che doveva però fare? Null'altro trovavasi avere fuorché la clamide di ch'era vestito, avendo già le altre cose in opere somiglianti impiegate. Impugnato il ferro però di cui era cinto, per metà la veste divide, e parte ne dona al meschino, e con l'altra di nuovo si cuopre. A tal vista de' circostanti si posero a ridere alcuni, parendo loro che fosse deforme con quell'abito dimezzato, altri molti però di mente più sana cominciarono a gemere con profondi sospiri, per non avere essi mai praticata simile azione; quando essendo più ricchi, avrebbero certamente potuto vestir il povero senza restar essi ignudi. La notte seguente pertanto, essendosi egli addormentato, vide Cristo coperto con quella parte di clamide con cui il povero aveva vestito. Che guardi, comandato gli viene, il più che può attentamente il Signore, e quella veste ravvisi che aveva donato; indi ad una moltitudine d'angioli ivi presenti ode Gesù con voce chiara che dice: Martino ancor catecumeno m'a coperto con questa veste: ricordevole veramente il Signore delle sue parole ( il quale aveva già detto: Ciò che faceste ad uno di questi minimi, lo faceste a me stesso ) protestò d'essere stato vestito nel povero, e a confermare vie più la testimonianza che dava d'un' opera tanto egregia, degnossi di comparire in quell'abito istesso che il povero aveva ricevuto. Per la qual visione non si levò già in superbia l'uomo santissimo, ma la bontà di Dio nella sua opera riconoscendo volossene tosto, essendo allora ne gli anni diciotto, al battesimo ... "
Vita di Martino
Sulpicio Severo
Traduzione Ippolito Bevilacqua
Martino dona il suo mantello al mendicante
Dall'altorilievo quattrocentesco della chiesa di San Martino di Rive d'Arcano - Udine
La Pasqua successiva assistiamo al battesimo di Martino e alla conseguente rinuncia della vita militare, diventa discepolo del vescovo Ilario di Poitiers e si occupa della conversione dei pagani, quando torna in patria riesce a convertire anche la madre. Nel 357 lo ritroviamo nell'isola di Gallinara ad Albenga dove rimane per quattro anni preso dalla vita ascetica; nel 361 seguiamo il suo rientro a Poitiers dove diventa monaco e con il sostegno di Ilario fonda uno dei primi monasteri d'occidente a Ligugé aprendo così le porte al monachesimo.
Circa 10 anni dopo
" ... Intorno a questo tempo era ricercato pel vescovado della chiesa di Tours, ma non essendo sì agevole cavarlo fuori dalla sua cella, un certo Ruricio, uno de' cittadini, finto d'aver ammalata la moglie, buttatogliesi, a' piedi ottenne che uscisse. A questo modo, disposte già prima per la strada le turbe de' cittadini, venne condotto come sotto una spezie di guardia alla città. È incredibile a dire quanta gente non tanto di quel luogo, quanto ancora delle vicine città radunata si fosse per dare il voto: una era di tutti la volontà, eguali le brame ed eguale il parere, esser Martino degnissimo del vescovado e felice sotto di un tal sacerdote dover esser la chiesa ... "
Vita di Martino
Sulpicio Severo
Traduzione Ippolito Bevilacqua
Nel 397 Martino si reca a Candes Saint Martin
... Intanto portò il caso ch'egli dovesse visitare la parrocchia di Candes; poiché essendo il clero di quella chiesa in lite tra se, e bramando egli di rimettervi la pace, quantunque non ignorasse la fine de' giorni suoi, non si trattenne però per simil cagione di portarsi colà, un bel finire stimando questo la carriera delle sue virtù, se riunita in concordia avesse lasciata la chiesa ...
Vita di Martino
Sulpicio Severo
Traduzione Ippolito Bevilacqua
e li muore l'otto novembre.
Morte di Martino
Da una pala d'altare dell'XI - XII secolo - Museo Episcopale di Vic - Catalogna
La notizia arriva al suo discepolo Sulpicio autore di quella che è la prima biografia di Martino, da cui ci arrivano la maggior parte delle notizie sulla vita del santo, e lo comunica a suo fratello Aurelio
" ... Ma veggo entrar il mio servo più serio del solito, in atto come di chi si duole, e vuol parlare. Che vuoi tu, dich'io, raccontami, così mesto sei?
Due monaci, risponde egli, sono giunti da Tours in quest'ora, i quali recano che Martino è morto. Restai scorato, il confesso, e data uscita alle lagrime piansi dirottissimamente; ed ora pure, o fratello, mentre queste cose a te scrivo, piovon le lagrime, né ammetter posso in dolore così insoffribile conforto alcuno. Non sì tosto però ebbi tal nuova, volli ancora partecipe del mio pianto te, ch'eri nell'amore compagno ... "
Il corpo di Martino viene trasportato lungo la Loira fino a Tours e l'undici novembre dopo la partecipazione alle esequie una processione di fedeli che portano fiaccole, lanterne e luci lo accompagna alla tumulazione.
Esequie di Martino
Da un mosaico dell'VIII - IX secolo della basilica di Sant'ambrogio a Milano
Da allora il suo culto si diffonde in tutto il mondo insieme alle leggende che lo riguardano:
" ... Su san Martino la gente narrava episodi straordinari: un giorno, mentre stava celebrando la messa, un globo di fuoco si era posato sul suo capo. Un'altra volta Martino stava recandosi a Roma con il vescovo di Treviri, Massimino, ed entrambi cavalcavano lo stesso asino. Su un sentiero di montagna sbucò improvvisamente un orso bruno che si avventò sull'asino divorandolo: ma fu punito da Martino che lo obbligò a portare i bagagli fino a Roma. Si diceva che il diavolo aveva tentato spesso di contrastarlo, ma ne era stato sempre sconfitto. E qualche volta il Santo l'aveva anche burlato, come narra la leggenda di Pont-Saint-Martin in val d'Aosta ...
Un'altra narra che un giorno, mentre Martino stava passando per Augune, nel Vallese, dov'erano stati martirizzati san Maurizio e i suoi compagni, vide l'erba bagnarsi di un liquido rossastro: il suolo aveva restituito miracolosamente il sangue dei martiri. Poi un angelo gli portò alcuni vasi che egli riempì per distribuirli alle chiese amiche ... "
Calendario
Alfredo Cattabiani
Ascensione di Martino
Da una pala d'altare dell'XI - XII secolo - Museo Episcopale di Vic - Catalogna
Siamo nella stagione del dopo raccolto, all'interno di quel breve lasso di tempo che tra l'otto e l'undici novembre prende il nome di Estate di San Martino, in quella bolla di bel tempo caldo che si fa nunzia del rigore dell'inverno in divenire. La vendemmia si è conclusa e i semi riposano nella terra, le oche, prede dei cacciatori nel loro migrare dalle regioni del nord a quelle del sud, giacciono ora farcite sulle tavole insieme ai maiali, alle castagne, alle melagrane, alle nocciole, alle zucche e al vino novello appena spillato dalle botti.
Monaco preleva il vino da una botte e lo beve
Miniatura del Libro dei santi di Aldobrandino di Siena. Manoscritto del XIII sec.
Ricetta dei Sanmartini
Ingredienti
500 g di farina 00
150 g di zucchero
100 g di strutto
25 g di lievito di birra
20 g di burro
20 g di semi di anice o di finocchio
Una presa di cannella in polvere
Un pizzico di sale fino
Acqua q.b.
Procedimento
Lavorate su un piano la farina con il lievito sciolto e il pizzico di sale, aggiungete lo zucchero, lo strutto, i semi di anice o di finocchio, la cannella, formate con l'acqua un impasto omogeneo ed elastico e ricavate dei rotolini di 14 - 15 cm di lunghezza con uno spessore di circa un mignolo e componeteli a forma di spirale, disponeteli in una teglia imburrata e lasciateli lievitare per circa 2 ore e infornate in forno preriscaldato a 200° per 10 minuti, lasciateli riposare per due minuti e infornateli di nuovo a 160° per 20 - 25 minuti, ripetete l'operazione di riposo e riportateli in forno a 120 ° per circa altri 10 minuti. Lasciateli in forno in modo che acquisiscano la giusta croccantezza e serviteli il giorno dopo con il vin santo il moscato.
Sanmartini
Buona Festa di San Martino!
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